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SINTESI Gruppo di lavoro: CSIL - Centre for Industrial Studies:

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Presentazione sul tema: "SINTESI Gruppo di lavoro: CSIL - Centre for Industrial Studies:"— Transcript della presentazione:

1 PROGETTO C “ANALISI E MONITORAGGIO DELLE DINAMICHE DEL COMPARTO ARTIGIANO”
SINTESI Gruppo di lavoro: CSIL - Centre for Industrial Studies: Responsabile scientifico: Prof. D. Checchi – Università degli studi di Milano Massimiliano Bratti - Università degli studi di Milano Sara Colautti - CSIL Valeria Terzi - CSIL Prof. Carlo Dell’Aringa – Università Cattolica di Milano

2 PRESENTAZIONE progetto C
CSIL (con la direzione scientifica del Prof. Checchi) e il Prof. Dell’Aringa, hanno fornito assistenza ad E.L.B.A. per progettare un osservatorio utile a svolgere un’analisi di scenario delle dinamiche del comparto artigiano in Lombardia . Le attività si sono articolate in tre fasi: L’ attività del gruppo di lavoro si è sviluppata nella definizione degli ambiti di indagine e degli indicatori per lo sviluppo di un efficace strumento di rilevazione e monitoraggio del comparto artigiano.

3 Individuati gli indicatori più appropriati del comparto e i settori artigiani da monitorare.
Ricognizione dell’informazione disponibile (o acquisibile) e carenze informative da sopperire per ottenere dati idonei a delineare uno scenario esaustivo, identificando soluzioni possibili e praticabili per reperire le informazioni mancanti.

4 Progettazione e realizzazione dell’osservatorio
Individuati e raccolti dati congiunturali e strutturali del comparto per gli anni più recenti, per integrare quelli già disponibili in Dell’Aringa (2007, Studio di fattibilità per una banca dati sulla contrattazione collettiva territoriale dell’artigianato, Unioncamere). I dati sono stati raccolti con la massima disaggregazione possibile sia a livello territoriale che settoriale. Il data set non è limitato al solo comparto artigianale del settore ma anche al settore nel suo complesso per poter avere dei benchmark Si è verificato se sotto il profilo settoriale, le dinamiche dell’artigianato si discostino significativamente da quelle generali del sistema imprenditoriale locale/nazionale.

5 Progettazione e realizzazione dell’osservatorio
I dati raccolti sono confluiti in un database in formato elettronico e ciascun dataset è corredato da una nota metodologica con indicazioni relative alla sua costruzione, utile sia per l’aggiornamento che per l’utilizzo del database. Nella nota metodologica sono stati evidenziati chiaramente i pregi e le limitazioni delle diverse fonti informative e degli indicatori utilizzati. Ciascuna fonte mette a disposizione diverse variabili e tra queste sono stati identificati gli indicatori più appropriati per realizzare un’analisi della dinamica del comparto e i settori artigiani da monitorare. Nel corso del lavoro sono stati raccolti anche altri indicatori che non stati inclusi nell’analisi riportata nel testo ma che comunque forniscono informazioni aggiuntive che in un prossimo futuro potrebbero essere utilizzate.

6 Le principali fonti utilizzate sono le seguenti:
Per imprese e occupazione: Infocamere - Unioncamere, Movimprese. Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior. Per Provvidenze: Elba – database provvidenze erogate Per dati congiunturali su produzione e utilizzo impianti: Unioncamere e Unioncamere Lombardia – Indagine congiunturale nazionale e regionale Per valore aggiunto: Istituto Tagliacarne – elaborazione ad hoc Per prezzi e retribuzioni: Istat – Rilevazione indice dei prezzi al consumo. Elaborazioni REF su dati Istat sulle retribuzioni.

7 Analisi del comparto artigiano
Le informazioni raccolte sono state utilizzate per dare un esempio del tipo di analisi che è possibile fare con i dati raccolti nell’osservatorio. E’ stato delineato un quadro della dinamica del “comparto” in una prospettiva sia temporale che comparata (rispetto a quelle complessive di settore/regione). L’analisi della dinamica ha riguardato sia il margine estensivo, ovvero la creazione di nuove imprese (o attività) che il margine intensivo, vale a dire andamento dell’occupazione, dato che entrambi sono rilevanti per valutare lo stato di salute del comparto. Il documento fornisce un’analisi dell’artigianato in Lombardia negli ultimi 7 anni con il massimo livello di approfondimento per settore/territorio con i dati a disposizione e una particolare attenzione ai problemi del comparto.

8 La 1° sezione fotografa l’artigianato in Lombardia nel suo complesso (totale economia, manifattura e servizi) e i settori contrattuali (alimentare, tessile, abbigliamento e calzature, legno, chimico e metalmeccanico) e vengono riportati anche come benchmark i valori a livello nazionale e del settore nel suo complesso (artigiano e non artigiano). Nella 2° sezione tale analisi è poi riproposta per ciascuna delle province

9 DATA BASE OSSERVATORIO
Le linee guida adottate durante la raccolta dati e la costruzione delle relative basi di dati, per consentire l’analisi ed il monitoraggio delle dinamiche dell’artigianato in Lombardia sono : Orizzonte temporale Per garantire una visione d’insieme dei fenomeni che interessano l’artigianato in Lombardia sono stati presi in esame, su base annuale, i dati relativi al periodo Al fine di poter affiancare all’analisi congiunturale anche una prospettiva storica si è integrato questo intervallo di tempo con i dati censuari relativi al decennio Tipologia di imprese ll focus del lavoro è rappresentato dalle imprese artigiane. Al fine di ottenere un parametro di confronto sono stati raccolti, a parità di periodo e di settore, anche i dati relativi alla totalità delle imprese e alle imprese industriali.

10 Disaggregazione territoriale
L’ analisi si focalizza su cinque settori di attività: alimentare; tessile, abbigliamento e calzature (TAC); legno; chimico; metalmeccanico. che corrispondono ad attività economiche con proprio contratto collettivo. Ai cinque settori sono stati affiancati il manifatturiero e i servizi nel suo complesso. Il settore dei servizi del comparto artigiano non è stato preso in considerazione a seguito di una riflessione fatta con Elba per la complessità e la varietà delle attività incluse in questo segmento (decisione assunta con Elba ).

11 Disaggregazione territoriale
I dati sono stati raccolti, ove possibile, su base provinciale e non comunale perché questa è la maggiore disaggregazione territoriale. L’universo considerato è quello delle undici province lombarde (Prov.cia di Monza e Brianza operativa dal 2009). Benchmark Per uno strumento di benchmark territoriale, sono stati raccolti, quando possibile, i dati aggregati sia per il complesso del comparto artigiano dello stesso settore a livello nazionale sia per il complesso del settore (artigiano e non) a livello regionale e nazionale. Esempio : il settore alimentare di Brescia è stato messo a confronto sia con il settore alimentare lombardo che con il settore alimentare non artigiano della provincia di Brescia e della Lombardia.

12 ESEMPIO DI BENCHMARKING
Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

13 Sviluppo dell’osservatorio sul comparto artigiano
Oltre alle informazioni statistiche già inserite nella base dati, ve ne sono altre che potrebbero essere utili per completare o arricchire il quadro delle dinamiche del comparto artigiano. Alcuni di questi dati sono già disponibili e non sono stati considerati per non appesantire il database; altri non sono stati inclusi perché dovevano essere richiesti e prodotti ad hoc con tempi di elaborazione lunghi. Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) – Istat. Asia individua l’insieme delle imprese ed i relativi caratteri statistici integrando informazioni desumibili sia da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche.

14 Agenzia entrate Informazioni dei dati desunti ,in forma anonima,dalla dichiarazione dei redditi relative al volume d’affari delle imprese artigiane . In passato questo ente ha già stipulato convenzioni con istituti di ricerca, pubblici e privati. INPS La banca dati Inps è fonte dei dati sui movimenti occupazionali. Si è già mossa la Regione Lombardia

15 ANALISI DEL COMPARTO ARTIGIANO
Le informazioni raccolte sono state utilizzate per fornire un esempio del tipo di analisi che è possibile fare con i dati raccolti nell’osservatorio. - L’analisi è stata suddivisa in due sezioni: LOMBARDIA Imprese, occupazione e provvidenze , produzione, utilizzo degli impianti, valore aggiunto , prezzi e retribuzioni PROVINCE Imprese, occupazione e provvidenze, produzione, utilizzo degli impianti All’ interno di ciascuna sezione viene presentato prima il commento ai dati dell’osservatorio e successivamente le tabelle e i grafici. Si riportano alcuni stralci a titolo di esempio:

16 LOMBARDIA COMMENTO DEI DATI 1. IMPRESE, OCCUPAZIONE E PROVVIDENZE
1.1 Manifatturiero, servizi e totale economia Il numero delle imprese artigiane attive lombarde è diminuito in questi ultimi sette anni (dati sul movimento delle imprese iscritte CCIAA). La riduzione è stata continua nel tempo: è stata di oltre sei punti percentuali per l’intera economia, quattro punti percentuali nei servizi quasi otto punti percentuali nel settore manifatturiero. Questo fenomeno non è limitato alla regione lombarda.

17 In Italia si è registrata, in misura leggermente inferiore, una riduzione del numero di imprese artigiane (Tavola 1). Si è leggermente ridimensionata la quota di imprese artigiane lombarde sul totale delle imprese artigiane italiane. Una quota che continua comunque ad essere elevata : più del 18 % a livello di intera economia, con una quota di quasi il 20% per il complesso dei settori dei servizi.

18 PROVVIDENZE PREMESSA Elba eroga somme concesse a titolo di provvidenze che di fatto svolgono anche il ruolo di “ammortizzatori sociali”. La loro consistenza rivela il grado di difficoltà che i livelli occupazionali attraversano nei vari anni. Gli indicatori scelti per l’ analisi congiunturale sono due: - il numero di dipendenti coinvolti in pratiche provvidenziali rapportati al numero totale di dipendenti delle imprese iscritte ad Elba e - il totale delle somme erogate pro capite (cioè per ogni lavoratore liquidato).

19 Due indicatori che ci danno una misura della dimensione degli interventi e della loro evoluzione nel corso del tempo. Nel corso di questi quattro anni è rimasto costante l’ammontare di risorse erogate (in media per dipendente per sostegno al reddito crisi):all’incirca 700 euro all’anno. Sono diminuiti in questi ultimi due anni, i lavoratori coinvolti rispetto al numero di potenziali lavoratori beneficiari. Da oltre il 5 % degli anni 2004 e 2005 si è passato al 2,4 % nel 2006 e all’1,5 % nel 2007.

20 PRODUZIONE E UTILIZZO DEGLI IMPIANTI.
Settore Alimentare. La caduta dell’attività produttiva è stata particolarmente grave per questo settore. Così come è stata accentuata la caduta del tasso di utilizzo degli impianti (Tavola 21). Si tratta di cadute che, fra l’altro, non trovano riscontro nei dati tutto sommato positivi commentati in precedenza e relativi al numero di imprese e ai livelli occupazionali.

21 L’indagine congiunturale riporta evidentemente la situazione delle imprese esistenti e non riesce a cogliere probabilmente il fenomeno del turnover delle aziende. Le aziende esistenti hanno certamente sofferto molto in questi anni e hanno visto ridotta di molto la loro attività. Nel complesso invece il settore si è mostrato dinamico, con un ricambio continuo che ha permesso un aumento sia del numero delle imprese che dei livelli occupazionali.

22 3.1 Manufatturiero e settori
VALORE AGGIUNTO 3.1 Manufatturiero e settori I dati sul valore aggiunto e sul valore aggiunto per addetto (produttività del lavoro) sono disponibili solo fino al 2003 (2000 = 100). Sono stati elaborati dall’Istituto Tagliacarne e non sono stati aggiornati( lo potranno essere in futuro se l’Istituto verrà incaricato a questo scopo). In ogni caso, come è stato precisato, i dati non potranno mai essere disponibili con una sufficiente tempestività.

23 Infatti l’Istituto Tagliacarne utilizza i dati sul valore aggiunto dell’Istat che sono resi disponibili con un certo ritardo al quale vanno aggiunti i tempi per le relative elaborazioni (si è deciso comunque di pubblicare i dati, anche se datati, per dare una idea del loro possibile uso). La loro utilità, infatti, non si limita all’analisi della congiuntura, ma anche a quella di una analisi, di tipo strutturale, dei differenziali di produttività che caratterizzano, nei vari settori produttivi, il comparto dell’artigianato rispetto a quello delle altre aziende , non artigiane, dell’apparato produttivo.

24 PREZZI Nel periodo (2001–2007) l’inflazione regionale è stata più contenuta di quella media nazionale. In ciascuno degli anni considerati il tasso di aumento dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è stato inferiore in regione rispetto alla media del Paese: la differenza è compresa tra uno e tre decimali di punto. Cumulando le differenze di questi sette anni si ottiene circa un punto e mezzo di minor inflazione in Lombardia. Se si tiene presente che il dato medio nazionale include anche il dato della Lombardia, se ne deduce che la differenza fra la Lombardia e la media delle altre regioni è stata senz’altro superiore al punto e mezzo percentuale

25 SALARI I dati indicano: l’artigianato lombardo paga retribuzioni più elevate della media nazionale. Questa differenza varia da settore a settore. Nella media dell’industria la differenza è dell’8,4 %, e si tratta di una differenza calcolata sui dati del 2004. Simile alla media industriale è la differenza riscontrata nel settore alimentare, nel legno e metalmeccanico. Nei settori TAC è decisamente più bassa (+4,5% ), così come nel chimico (+ 5,3 %)

26 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
B. TAVOLE E GRAFICI Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

27 Provvidenze e Congiuntura
Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

28 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
Produzione Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

29 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
Valore Aggiunto Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

30 PROVINCE: BRESCIA COMMENTO AI DATI IMPRESE, OCCUPAZIONE E PROVVIDENZE
1.1 Manifatturiero, servizi e totale economia L’artigianato della provincia di Brescia mostra una evoluzione che è nettamente migliore di quella che, in media, hanno sperimentato le altre province. Dalla tavola 52 risulta, considerando la dinamica del numero di imprese attive ed i livelli occupazionali, che l’artigianato bresciano abbia mostrato una performance nettamente migliore. Tutta l’economia bresciana, artigiana e non, si è comportata meglio della media regionale. Il numero di imprese artigiane è rimasto sostanzialmente costante, mentre nella regione è diminuito. Nel comparto non artigiano si osserva la stessa differenza: a livello lombardo la crescita del numero di aziende è stato di circa il 20,% mentre nella provincia di Brescia l’aumento è andato oltre il stato del 33%

31 OCCUPAZIONE Lo stesso discorso si può fare per l’occupazione.
Nei primi anni del decennio, l’occupazione artigiana a Brescia è aumentata del 5,61 % a fronte di un aumento corrispondente in regione di solo il 2,86% . ll comparto non artigiano ha segnato un aumento del 5,56 % in provincia a fronte di un aumento di solo l’1,91 % nella media regionale. La provincia di Brescia si conferma come provincia solida, che ha risentito meno della crisi di questi anni e questo anche grazie al contributo delle imprese artigiane. Anche l’andamento delle Provvidenze (Tavola 54) mostra come la ripresa della attività produttiva di questi ultimi anni abbia fatto diminuire molto il riscorso a queste forme di integrazione del reddito dei lavoratori delle imprese in difficoltà

32 Approfondimento dei settori manifatturieri
. Approfondimento dei settori manifatturieri Tessile, abbigliamento, calzature (TAC). Nel TAC il destino delle imprese artigiane della provincia segue quello delle imprese artigiane in regione: la caduta del numero di imprese è verticale oltre il 20 % in sette anni. Il comparto artigiano del TAC , va persino peggio di quello non artigiano. L’occupazione in quattro anni scende di quasi 15 punti percentuali (Tavola 58) e la crisi dei livelli occupazionali coinvolge allo stesso modo anche il comparto non artigiano. L’occupazione artigiana riduce il proprio peso sull’occupazione complessiva del settore in provincia (Tavola 58 bis)…..

33 PRODUZIONE E UTILIZZO DEGLI IMPIANTI.
………… Le imprese artigiane manifestano una certa ripresa della attività produttiva in questi due ultimi anni ( 2006 e Tavola 65) ma si tratta di una ripresa decisamente meno robusta di quella manifestata dalle aziende non artigiane dello stesso settore manifatturiero della provincia. In queste ultime aziende, la ripresa avviene ad una velocità che è almeno doppia. Abbastanza buono, invece, il grado di utilizzo degli impianti delle aziende artigiane, che si colloca abbondantemente oltre il 70 % ed è anche in crescita (Tavola 66)………..

34 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
TAVOLE E GRAFICI Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

35 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
TAVOLE E GRAFICI Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

36 Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano
MONOGRAFIE 1. ANALISI DEL COMPARTO ARTIGIANO ATTRAVERSO I CENSIMENTI DELL’INDUSTRIA 2. UN’ANALISI DEL DATABASE ELBA SULLE PROVVIDENZE Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

37 ANALISI DEL COMPARTO ARTIGIANO ATTRAVERSO I CENSIMENTI DELL’INDUSTRIA 1991-1996-2001
I dati mostrano che l’artigianato in Lombardia presenta una dinamica dissimile dal resto della struttura produttiva. A fronte di una crescita occupazionale complessiva nel decennio di circa 30mila addetti, l’artigianato segnala una perdita di ammontare equivalente. Il settore sembra quindi rispondere con maggior elasticità alle fluttuazioni cicliche, senza essere capace di trarre spinta da periodi espansivi (quali il quinquennio ). L’ economia lombarda sembra ribadire un modello di crescita occupazionale che “premia” la piccola dimensione aziendale, mentre i dati non permettono di trarre conclusioni analoghe per il comparto artigiano.

38 L’analisi cartografica ha permesso di individuare alcune regioni a maggior vocazione settoriale per l’artigianato, ma questo non sembra aver prodotto circostanze sufficientemente favorevoli alla crescita. Il dubbio che una parte delle imprese artigiane si sia trasformata in imprese industriali nel corso del decennio, mentre più implausibile sembra essere la trasformazione in senso opposto. Il comparto artigiano che ci troveremmo ad analizzare sarebbe costituito da un campione distorto di imprese meno dinamiche, che potrebbe render conto della (non)dinamica registrata.

39 UN’ ANALISI DEL DATABASE ELBA SULLE PROVVIDENZE
In questo capitolo è presentato un quadro dell’andamento congiunturale delle imprese artigiane lombarde così come emerge dal database ELBA sulle provvidenze. Il database è disponibile solo relativamente al periodo ; un lasso di tempo troppo breve per desumere alcunché sulle tendenze strutturali dell’impresa artigiana in Lombardia, sufficiente tuttavia a descriverne gli andamenti di breve termine. Progetto C – Osservatorio sul comparto artigiano

40 ll capitolo è strutturato come segue:
Il paragrafo 2 descrive brevemente le tipologie di provvidenze erogate da ELBA. Nel (3) si discutono alcuni caveat metodologici e quali informazioni di natura congiunturale è possibile trarre dal database ELBA sulle provvidenze. ll (4) analizza l’andamento delle provvidenze legate ad un andamento economico negativo utilizzando analisi prevalentemente grafiche, il (5) introduce un primo tentativo di analisi econometrica, di tipo esclusivamente descrittivo. Il paragrafo (6)conclude.


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