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Nell'ambito del "Progetto Mediterraneo"
ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE « E. Fermi » Catanzaro Lido Anno Scolastico Nell'ambito del "Progetto Mediterraneo" LA CLASSE I B Presenta…
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Alle origini del racconto
IL MITO Alle origini del racconto
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IN PRINCIPIO… ERA IL MITO
« Che fare? Dove andare, ora che la sua sposa gli era stata strappata una seconda volta? Con che pianto poteva commuovere i Mani e quali dèi con la sua voce? Lei, ormai fredda, navigava sulla barca dello Stige Per sette interi mesi, uno dopo l’altro - raccontano -, Orfeo pianse, solo, sotto una rupe aerea accanto alle onde dello strimone deserto, e narrava la sua storia dentro gelide grotte, e ammaliava le tigri e trascinava le querce al suono dei suoi versi “Euridice”, chiamava la sua voce, e le rive lungo il fiume riecheggiavano: “Euridice”. » Virgilio, dalle “Georgiche”
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Il CANTORE ORFEO subito dopo le nozze, perde l’amata sposa Euridice, uccisa dal morso di un serpente. Non resistendo al dolore causatogli dalla sua scomparsa, discese nel regno delle ombre e accompagnando la dolcezza del suo canto con quello della lira, ne implorò la restituzione dal re e dalla regina degli Inferi. L’incanto della sua voce turbò tutte le ombre, che si posero in ascolto e piansero. Neppure i signori delle tenebre rimasero insensibili alla sua preghiera e acconsentirono a far ritornare con lui sulla terra Euridice, a patto che non si voltasse indietro per guardarla prima di essere uscito dal regno dell’oltretomba.
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Euridice avanzava verso l’alto, verso l’aria, seguendolo alle spalle, quando una follia improvvisa prese d’incanto Orfeo. Si fermò e, dimentico del patto, vinto dalla passione, già sul limite… si voltò. Ed Euridice: “Quale, quale immensa pazzia, Orfeo, ha rovinato me, infelice, e te? Addio, ora sono trascinata via da una notte immensa e tendo le mie mani senza forza. Oh non più tua verso di te.”
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IL SUO CANTO È RESO IMMORTALE DALLA POESIA ETERNATRICE
Alla base del mito di Orfeo c’è un sentimento tipicamente umano, che è quello della mancata rassegnazione ad un evento che ci sovrasta e ci distrugge, la MORTE. Orfeo non si piega al pensiero di aver perduto l’amata Euridice e da questo nasce la sua sfida impossibile. Tuttavia, la natura umana di Orfeo ha il sopravvento, e l’impresa che sembrava sul punto di realizzarsi, improvvisamente svanisce. IL SUO CANTO È RESO IMMORTALE DALLA POESIA ETERNATRICE
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DUNQUE… che cosa è il mito?
Quante volte sarà capitato anche a te di dire: “Sei un mito!” ad una persona che ammiri o di pensarlo del tuo cantante, attore o calciatore preferito! Ma ti sei mai chiesto che cosa veramente sia il mito? E quali siano le sue origini?
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Il mito... Ha È Fornisce Risponde
una narrazione di carattere sacrale, poiché ha come protagonista divinità, eroi, semidei, mostri, demoni. Ha la funzione di soddisfare un fondamentale bisogno di conoscenza, comune a tutti i popoli. Fornisce una spiegazione, non razionale, ma fantastica sulle forme ed i fenomeni della natura. Risponde ai molti interrogativi umani sull’origine e i diversi aspetti della vita.
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quella mitico-realistica quella logico-scientifica
L’UOMO HA SEGUITO DUE STRADE NEL GUARDARE LA REALTÀ, PER CAPIRLA ED INTERPRETARLA quella mitico-realistica quella logico-scientifica È tipica dell’uomo primitivo che per spiegare ciò che ha sotto gli occhi ricorre alla fantasia, perché la realtà per lui si presenta misteriosa ed incomprensibile. È tipica dell’uomo moderno, il quale sulla base di osservazioni e di dati opportunamente consequenziali e sperimentalmente verificati, spiega fatti e fenomeni secondo un rapporto di interdipendenza.
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LE DIVINITÀ MAGGIORI
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GLI EROI Sono esseri semidivini perché figli di dèi
Compiono imprese difficili e perciò testimoniano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Stanno all’origine di un popolo, ne fondono la città-capitale e ne assicurano la fama. Ricordiamo la nascita divina di Romolo e Remo da Rea Silvia e dal dio Marte… … ed ancora Eracle e Teseo.
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Mostro dal latino “monstrum” → segno divino
IL MOSTRO MITICO Tutti i popoli primitivi parlano di animali divini o di mostri. Mostro dal latino “monstrum” → segno divino È spesso un demone, un animale divino che incarna le forze della natura e i moti primordiali dell’animo umano, ancora sospeso tra istinto di sopraffazione violenta e bisogno di un’etica civile e di una giustizia superiore. La gorgone Medusa è uno dei tanti mostri divini. Il suo orrido volto, circondato da una capigliatura di serpenti aveva il potere di pietrificare chiunque la guardasse. M I N O T A U R O Metà uomo - Metà toro
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In tutte le culture, ma soprattutto in quella greca, fondamentale è il mito della creazione.
Dal caos, voragine immensa e tenebrosa ebbe origine Gea (Terra), Tartaro (Inferno), Eros (Amore). Il più giovane dei titani, Kronos, spodestò il padre Urano e ne prese lo scettro. Kronos, per paura di essere detronizzato, divorò i propri figli. A sua volta, fu detronizzato da Zeus. Da Gea poi nacquero Urano (il Cielo) Ponto (il Mare), i Ciclopi e i Titani.
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Perciò era detto “trono di Zeus”
La cima del monte Olimpo, una montagna della Grecia settentrionale al confine tra la Tessaglia e la Macedonia, veniva considerato la DIMORA DI ZEUS E DELLE DIVINITÀ. Perciò era detto “trono di Zeus”
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ZEUS, il re degli dèi, nella tradizione statuaria e nelle raffigurazioni delle antiche pitture vascolari, è rappresentato con le sembianze di un uomo maturo con la barba e le saette fra le mani; ai suoi piedi c’è l’aquila: l’unico uccello capace di fissare il sole senza riportare danni alla vista. I simboli di Zeus sono: le stelle il tridente a significare che egli regnava su cielo, mare e terra. Infatti, quando agitava la sua famosa égida (scudo) scoppiavano le tempeste.
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DA COSA HANNO ORIGINE GLI DÈI?
Nascono dalla necessità di rendere accettabili regole di comportamento create ed imposte dall’uomo primitivo. Si configurano come la volontà superiore che detta rigide norme di un corretto comportamento. Sono dotati di qualità superiori a quelle degli uomini, rispetto ai quali tutto sanno e tutto vedono.
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IL MITO DI ARACNE ARACNE, giovane e abile tessitrice, osa sfidare la dea Atena in una gara di bravura: la fanciulla viene sconfitta e, per punizione viene trasformata in un ragno. L’episodio di Aracne indica una regola di comportamento morale: non bisogna peccare di superbia. Questo mito offre anche la spiegazione dell’origine del ragno e della sua mirabile arte di tessitore di ragnatele!
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Le pietre scagliate dai due si tramutarono in uomini e donne.
DEUCALIONE E PIRRA DEUCALIONE E PIRRA, dopo il diluvio universale, rimasti soli sulla terra, chiedono a Zeus di ripopolarla o di farli morire, perché essi per sopravvivere hanno bisogno di altri esseri umani. Le pietre scagliate dai due si tramutarono in uomini e donne.
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Il diluvio, però, ha una chiara valenza simbolica.
Questo mito dà forma alla paura ancestrale che tutti gli uomini in tutti i tempi provano di fronte alla furia devastatrice delle acque. Il tema del DILUVIO UNIVERSALE inviato da Zeus agli uomini per punirli a causa della loro malvagità e corruzione, è presente nelle tradizioni di popoli diversi e lontani fra loro. Il diluvio, però, ha una chiara valenza simbolica. L’acqua distrugge, ma contemporaneamente rigenera. Per questo il diluvio dà vita ad una nuova umanità, una nuova generazione di uomini giusti.
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I MITI DI CIVILIZZAZIONE La vendetta di Zeus non si fece attendere.
L’uomo primitivo, attraverso i racconti fantastici, cercava di spiegare fatti di natura culturale, come le tecniche delle varie attività produttive e fatti di natura scientifica. Il titano PROMETEO, benefattore dell’umanità, rubò il fuoco a Zeus, lo regalò agli uomini ed insegnò loro a conservarlo sotto la cenere. La vendetta di Zeus non si fece attendere. Prometeo fu incatenato ad una roccia ed un’aquila gli rodeva il fegato. Tanto ne mangiava di giorno tanto di notte ne ricresceva. Prometeo venne liberato millenni dopo da Eracle.
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E come si spiegava il ciclo delle stagioni?
PERSEFONE, figlia di Demetra, dea delle messi, fu rapita da Ades e portata negli Inferi. Zeus, per alleviare il dolore di Demetra, stabilì che Persefone rimanesse sei mesi nell’Ade con il marito (Autunno, Inverno) e sei mesi sulla terra con la madre (Primavera, Estate).
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I MITI DI INIZIAZIONE Molti miti decrivono, attraverso percorsi (labirinti) irti di difficoltà e ostacoli, il passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta. All’uomo comune, limitato nelle sue possibilità, raramente è concesso di compiere azioni eccezionali. Gli eroi, dotati di capacità superiori, esseri semidivini, invece si sottopongono a prove difficili per realizzare il fine desiderato. ERACLE (Ercole), figlio di Zeus e Alcmena fu il più grande eroe greco. In più occasioni rivelò i suoi poteri soprannaturali, finché fu costretto ad affrontare le “dodici fatiche”. In ogni tempo esse simboleggiano le sofferenze che ogni uomo deve sapere affrontare per diventare adulto e per conquistarsi un’esistenza libera.
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- la forza, il coraggio e la spada per uccidere il Minotauro;
Nel mito greco, il LABIRINTO è il palazzo cretese del re Minosse, dove era nascosto il Minotauro e da dove Teseo, l’uccisore del Minotauro, poté uscire solo grazie all’aiuto del filo di Arianna Teseo supera gli ostacoli utilizzando in modo adeguato le risorse della propria intelligenza a seconda della situazione: - la forza, il coraggio e la spada per uccidere il Minotauro; - l’astuzia e il gomitolo di filo per ritrovare l’uscita dal Labirinto.
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ci offrono l’opportunità di arrivare alle radici culturali
DUNQUE... I MITI ci offrono l’opportunità di arrivare alle radici culturali dell’umanità!
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IL MITO alle origini del racconto
Realizzato dalla classe I B Docente coordinatrice Prof.ssa LUCIANA COLACIONE
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