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Il testo narrativo.

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Presentazione sul tema: "Il testo narrativo."— Transcript della presentazione:

1 Il testo narrativo

2 Che cos’è Il testo narrativo è un tipo particolare di composizione letteraria in prosa, sia orale che scritta.

3 Elementi essenziali Gli elementi essenziali di una storia sono: i personaggi; le azioni; lo spazio narrativo; il tempo del racconto; la voce narrante o narratore; il punto di vista o focalizzazione.

4 Smontaggio di un testo narrativo
Per smontare un testo narrativo occorre: individuare le sequenze; distinguere la fabula dall'intreccio; analizzare i personaggi e le azioni; analizzare il tempo e lo spazio riconoscere il narratore o voce narrante identificare il punto di vista del narratore analizzare parole e pensieri dei personaggi

5 Elementi essenziali Questo modello di scrittura presuppone l’esistenza di: • una storia; • un narratore, che si assume il compito di raccontare la storia agli ascoltatori - lettori - destinatari

6 Le forme I testi narrativi possono presentarsi in forme diverse: come mito, favola, leggenda, novella e romanzo.

7 Il mito è la narrazione di eventi riguardanti le origini di un gruppo di gente, e ha per protagonisti divinità ed eroi; per esempio, i miti greci e latini. Il mito

8 La favola è la narrazione, di solito breve, di fatti fantastici caratterizzati da eccezionalità e magia; spesso protagonisti sono animali in grado di parlare, aventi gli stessi caratteri degli uomini, con i loro difetti e le loro qualità. Dopo aver sconfitto le forze del male (streghe, maghi, orchi, giganti), l’eroe riesce sempre a realizzare gli scopi prefissati e a conquistare l’oggetto di attrazione. La favola

9 La leggenda è un racconto, in genere immaginario, di vicende riguardanti la vita di personaggi, che hanno lasciato un’impronta nel campo della storia o in quello religioso; ad esempio, le leggende riguardanti i santi o quelle legate a personaggi storici celebri, come Masaniello o Garibaldi. L’esagerazione, elemento caratteristico di questa forma di narrazione, serve ad esaltare e a rendere esemplare la figura del personaggio. La leggenda

10 La novella è un racconto non eccessivamente lungo, che tratta fatti reali o immaginari, accaduti in un arco di tempo alquanto breve, con un limitato numero di personaggi. La novella

11 Il romanzo è un racconto di ampia estensione, che narra di fatti reali o immaginari, accaduti in un lungo lasso di tempo. I filoni del romanzo sono numerosi, i più noti sono: il romanzo storico, il romanzo d’avventura, il romanzo naturalista e verista, il romanzo di fantascienza, il romanzo epistolare, il romanzo psicologico, il romanzo autobiografico, il romanzo giallo o poliziesco. Il romanzo

12 La struttura generale Nei testi narrativi è possibile individuare una struttura generale valida per quasi tutti i testi. Questa struttura è costituita da quattro momenti: • situazione iniziale o antefatto; • complicazione o esordio: un evento che altera l’equilibrio iniziale; • evoluzione della vicenda: una serie di eventi, che possono migliorare o peggiorare la situazione del personaggio principale; • epilogo o conclusione della vicenda: alla fine della narrazione si ristabilisce un equilibrio, che può essere positivo o negativo, e la vicenda si scioglie.

13 Nuclei narrativi e sequenze
In ogni testo narrativo troviamo una serie di informazioni: alcune indispensabili servono a capire lo svolgimento della storia, altre aggiungono particolari meno importanti, utili tuttavia a comprendere meglio determinate situazioni. Le prime costituiscono gli eventi essenziali, le seconde gli eventi accessori. Ogni evento essenziale, insieme ai relativi eventi accessori, forma un nucleo narrativo, cioè una porzione di testo più o meno completa, che sviluppa una parte ben precisa del racconto. Un altro sistema di scomposizione del testo narrativo è costituito dalle sequenze, che sono dei segmenti di testo, inferiori rispetto ai nuclei narrativi per estensione e complessità, forniti di senso logico compiuto.

14 Vari tipi di sequenze In base al significato che esprimono si distinguono in: Narrative: presentano le azioni e gli avvenimenti Descrittive: hanno il compito di descrivere i personaggi e delineare i luoghi Riflessive: contengono le considerazioni, le opinioni, i giudizi e i commenti dell'autore Dialogate: riportano i dialoghi e contribuiscono allo sviluppo della vicenda

15 Rispetto al loro contenuto, le sequenze si dividono in:
• sequenze statiche, quelle in cui lo svolgimento del racconto non procede, ma si ferma per dare spazio a riflessioni o informazioni varie. Forniscono al lettore informazioni sul tempo e sul luogo dove si svolge la vicenda narrata, contengono considerazioni e osservazioni dell’autore o di qualche personaggio, chiariscono gli umori e gli stati d’animo dei personaggi; • sequenze dinamiche, quelle che sono caratterizzate dal procedere dei fatti della storia narrata: presentano una prevalenza di verbi che indicano un’azione; • sequenze miste, quelle in cui i verbi di azione e quelli di informazioni, stati d’animo e riflessioni in linea di massima si bilanciano.

16 Divisione in sequenze Il passaggio da una sequenza all’altra è in genere contrassegnato da: Il passaggio da una sequenza all'altra Mutamenti di tempo Mutamenti di spazio Ingresso o uscita di scena di uno o più personaggi Inserimento di pause riflessive o di espliciti interventi dell'autore Ad esempio, immaginiamo di essere dei cameramen e di riprendere con la nostra telecamera una scena che si rappresenta in uno studio televisivo: ogni volta che cambiamo inquadratura -primo personaggio, secondo personaggio, due personaggi insieme, dall’interno di una casa all’esterno di essa- ha luogo un cambio di sequenza.

17 Fabula ed intreccio Fondamentale per l'analisi di un testo narrativo è l'ordine in cui vengono narrati i fatti. In alcuni testi, i fatti sono narrati in successione logico-temporale, cioè seguendo l'ordine in cui sono accaduti, dall'inizio alla fine. In altri, l'autore non rispetta l'ordine logico-temporale, ma racconta i fatti come preferisce, anticipando alcuni avvenimenti futuri (anticipazione) o ricostruendo avvenimenti del passato (flash-back o retrospezione). Lo svolgersi dei fatti secondo la rigida successione cronologica e causale si dice fabula: essa è la nuda vicenda; la ricostruzione fatta dall'autore si chiama intreccio. I racconti in cui la storia e l'intreccio coincidono (le fiabe, i miti...) sono più facili da ricordare, perchè costruiti secondo lo schema della realtà. Quando viene alterato l'ordine naturale dei fatti, l'intreccio non coincide con la storia: con le anticipazioni e le retrospezioni, il narratore riesce ad avvincere il lettore suscitandone l'interesse e la partecipazione emotiva.

18 Schema di scomposizione del testo
• Tema centrale: filo conduttore di tutta l’opera. • Temi periferici: sottotemi presenti in ogni singola parte dell’opera, convergenti tutti verso il tema centrale. • Eventi essenziali: fatti, informazioni, riflessioni indispensabili per capire il significato del racconto. • Eventi accessori: azioni, informazioni, riflessioni che completano il senso del racconto, contribuendo a una migliore comprensione di esso. • Nucleo narrativo: parte dell’opera che contiene eventi essenziali e secondari e che costituisce un insieme più o meno autonomo all’interno del testo. • Sequenza: parte di testo in cui si divide un nucleo narrativo; cambia al variare del tempo, del luogo e all’entrata e all’uscita dei personaggi; può essere statica, dinamica o mista.

19 Il narratore e il suo punto di vista
Non ci può essere atto narrativo senza la presenza di un narratore che racconti la storia. Anzitutto, non dobbiamo confondere il narratore con l’autore della storia stessa: l’autore è una persona realmente esistita o ancora in vita che ha ideato e scritto il testo, mentre il narratore è come una voce che ha il compito di narrare gli avvenimenti. Per comprendere bene il testo narrativo e il suo significato è di grande importanza scoprire il tipo di narratore e il suo punto di vista. Il punto di vista è per il narratore ciò che l’inquadratura è per un regista televisivo o cinematografico: individuare il punto di vista significa capire la posizione che il narratore assume nei confronti della storia narrata e dei personaggi.

20 Il narratore esterno alla storia è al di sopra dei personaggi, conosce e vede tutto ciò che accade: si dice che è onnisciente; nessun particolare gli sfugge, anzi è in grado di prevedere il corso degli avvenimenti, di essere presente nello stesso momento in più posti, infatti riesce a raccontare eventi che si svolgono nello stesso tempo in luoghi diversi. La persona delle voci verbali è la terza. Il narratore esterno può: • manifestare la propria presenza nella storia attraverso interventi utili a cucire i vari fatti o a commentare avvenimenti e vicende; • rimanere nascosto dietro le vicende che si limita a raccontare, evitando commenti; è questo il narratore esterno impersonale, tipico dei romanzi naturalisti francesi e veristi italiani. Esso è tipico dei romanzi dell’Ottocento, da Balzac a Tolstoj, da Manzoni a Gogol.

21 Il narratore interno alla storia conosce solo una parte dei fatti, a cui ha assistito personalmente o che gli sono stati raccontati da un altro personaggio; in compenso può scavare in profondità nei meandri della sua anima per capire i suoi comportamenti, desideri, paure. La persona delle forme verbali è la prima. Esso è tipico dei romanzi del Novecento, da Svevo a Calvino, da Joyce a Maraini.

22 La focalizzazione A seconda del tipo di narratore, cambia l’assunzione di un punto di vista particolare da cui osservare e raccontare i fatti. Così, nel caso del narratore esterno onnisciente il racconto si dice a focalizzazione zero, poiché questo tipo di narratore non assume il punto di vista di un personaggio in particolare. Nel caso, invece, del narratore interno viene raccontato solo ciò che vede o da un personaggio che narra i fatti in prima persona; il narratore, quindi, adotta il punto di vista di quel personaggio e il racconto si dice a focalizzazione interna fissa. Nel caso poi di un narratore esterno (non più onnisciente) che ne adotta il punto di vista di un solo personaggio, ma quello di personaggi diversi, man mano che la narrazione procede, abbiamo un racconto a focalizzazione interna variabile. Ultimo caso è quello della focalizzazione esterna. Si ha quando un narratore esterno non onnisciente racconta una storia in modo impersonale, evitando qualsiasi commento o mostrando di non conoscere più cose di quanto ne sappiano i personaggi, non è, quindi, in grado di anticipare gli eventi, di conoscere i pensieri nascosti dei personaggi e può solo svolgere una registrazione fredda, impassibile, distaccata dei fatti.

23 I personaggi Un altro elemento base della storia è costituito dai personaggi. Essi sono coloro che eseguono le azioni o le subiscono; senza di loro è impossibile immaginare di muovere alcun atto narrativo. Un personaggio con le sue caratteristiche fisiche, la sua indole, le sue aspirazioni, le sue qualità negative può venire presentato ai lettori: • dal narratore, che conosce bene il suo personaggio, il suo stile di vita, il suo modo di essere; • dal personaggio stesso: in questo caso si tratta di un autoritratto disegnato in prima persona; • da un altro personaggio; • dal narratore, dal personaggio stesso e da un altro personaggio: si tratta di una presentazione composita affidata a più persone (narratore, personaggi vari), ognuna delle quali aggiunge secondo il proprio punto di vista una nota al ritratto di un determinato personaggio.

24 Ruolo dei personaggi I principali ruoli che i personaggi possono ricoprire sono: • personaggio principale: è il personaggio intorno al quale ruota la storia e che dà l’impulso all’azione narrativa. Possono essere principali anche più personaggi; • personaggi secondari: sono i personaggi che agiscono sullo sfondo della vicenda narrata; tuttavia essi sono utilissimi a determinare il contesto, il luogo e a dare informazioni, a creare atmosfere, insomma a rendere completo il quadro.

25 Le funzioni dei personaggi
I personaggi di un testo narrativo vanno esaminati anche in relazione ai compiti che sono loro stati assegnati e che si trovano a svolgere. Le principali funzioni sono: • protagonista: è l’eroe del racconto, il centro dei discorsi e delle azioni, anche quando non compare in scena; • antagonista: è il personaggio che si oppone al protagonista, che cerca di contrastarlo, ostacolarlo. La ragione dello scontro col protagonista è in genere la conquista dell’oggetto di attrazione; • destinatario: è colui che a conclusione della storia conquista l’oggetto di attrazione; • aiutante: è quel personaggio secondario che aiuta il protagonista nella sua azione; • oppositore: è quel personaggio secondario che ostacola il protagonista nella sua azione.

26 Personaggi statici e dinamici
I personaggi possono essere statici o dinamici. I personaggi statici sono quelli che nel corso della storia non subiscono mutamenti di alcun tipo, né fisici, né psicologici, né di condizione sociale. Un esempio di personaggio statico è Don Abbondio. In tutto l’arco della storia è sempre caratterizzato dalla paura dei potenti e dalla pavidità. I personaggi dinamici sono quelli che si modificano o dal punto di vista fisico o dal punto di vista psicologico o ancora passano da uno stato sociale a un altro. Esempi noti di personaggi dinamici sono Frate Cristoforo dei "Promessi Sposi", che da uomo di mondo abituato a risolvere le controversie con la spada si trasforma in testimone di Cristo, e Gesualdo Motta di "Mastro don Gesualdo", che da ex manovale tenta la scalata sociale per acquistare prestigio e considerazione.

27 La scelta di un ambiente piuttosto che un altro non è mai casuale.
Lo spazio Lo spazio, cioè il luogo su cui l'autore decide di ambientare la storia, assume un significato particolare che varia da racconto a racconto. La scelta di un ambiente piuttosto che un altro non è mai casuale. Spesso però il narratore conferisce allo spazio un valore simbolico, cioè lo spazio ha il compito di rappresentare qualcosa in rapporto alla situazione narrativa e al personaggio. La funzione più comune dello spazio è quella di fare da sfondo agli eventi. Anche in questa sua funzione primaria lo spazio non funge da semplice cornice, ma interagisce con le situazioni narrative e serve a connotare tanto i personaggi che le situazioni. Semplificando, i luoghi nella narrazione: stabiliscono una relazione tra ambiente e carattere del personaggio (i suoi tratti fisici, psicologici, morali, sociali) rispecchiano lo stato d'animo dei personaggi (per esempio al terrore provato da un personaggio può corrispondere un'ambientazione in luoghi cupi e misteriosi) fanno da sfondo agli avvenimenti che riguardano i personaggi.

28 il tempo della finzione
Il Tempo della Narrazione La dimensione temporale risulta centrale in un testo narrativo: infatti narrare non è altro che esporre fatti, eventi, situazioni che si evolvono nel tempo. Occorre però distinguere tra: Il tempo della realtà costituito da tutti gli elementi che riguardano l'autore (tempo dell'ideazione, della stesura, della pubblicazione) e il lettore (diffusione dell'opera, tempo necessario per la lettura, sia nel momento in cui un testo viene pubblicato, sia nei tempi successivi in cui può venir letto). il tempo della finzione costituito da tutti gli elementi che interessano il mondo fittizio, inventato del racconto (personaggi, eventi, spazio, voce narrante)

29 Il tempo della narrazione
All'interno del tempo di finzione dobbiamo ulteriormente distinguere tra: Il tempo della storia È il periodo storico in cui si svolgono gli avvenimenti narrati. Il tempo della storia corrisponde al momento storico in cui l'autore inserisce gli eventi che ci vuol narrare: è il tempo dei personaggi, degli eventi, dei fatti che ci vengono raccontati e sono quindi misurabili secondo una loro durata (intervallo di tempo in cui avvengono i fatti) che può essere calcolata in modo preciso. L'autore può decidere di raccontare una sola giornata di un personaggio (per esempio l'Ulisse di Joyce), occupandosi dei minimi particolari per pagine e pagine, oppure di raccontare eventi che si svolgono nell'arco di anni (Promessi Sposi di Manzoni): due scelte diverse per esprimere anche il messaggio personale dell'autore e il rapporto che egli sente con il tempo in cui vive. Il tempo della narrazione Corrisponde ad un tempo interno al racconto, riguarda la durata della narrazione, cioè la scelta narrativa, attraverso la quale l'autore decide di esporre i fatti lungo una successione temporale che può anche non corrispondere a quella cronologica. In questo caso bisogna distinguere l'ordine in cui l'autore sceglie di disporre e di narrare gli eventi, la distanza tra il momento in cui s'immagina si siano verificati e il momento in cui vengono narrati, il rapporto tra la durata reale nel tempo e la loro durata narrativa.

30 L'ordine: si rimanda a quanto detto su fabula e intreccio.
Gli ingredienti della narrazione sono l'ordine, la distanza, la durata: L'ordine: si rimanda a quanto detto su fabula e intreccio. La distanza: varia a seconda delle esigenze del narratore. Essa può oscillare tra due possibilità opposte: ● la coincidenza: i fatti vengono narrati nel momento stesso del loro accadere. Vengono di solito usati i tempi verbali del presente del passato prossimo e del futuro, e il lettore ha l'impressione di vivere gli eventi narrati. ● la massima lontananza: la distanza tra l'epoca in cui i fatti avvengono e l'epoca della narrazione è imprecisabile. La dimensione temporale perde ogni connotazione reale e diventa simbolica. È la dimensione atemporale delle favole e delle leggende. Le marche temporali sono vaghe e indeterminate, come "C'era una volta", ecc. La dimensione temporale può essere esplicitata da una datazione rigorosa dei fatti narrati che li colloca nell'epoca esatta in cui sono capitati o segnalata dall'uso di marche temporali, ad esempio "Molti anni fa" e simili, che collocano la narrazione nel passato senza rigorosa precisione.

31 La durata: In tutti i testi gli eventi hanno una durata narrativa che non coincide quasi mai con la durata reale, cioè con la durata che essi avrebbero nella realtà. Rispetto alla durata possiamo distinguere alcune tecniche narrative: Ellissi: quando una parte più o meno estesa della storia viene omessa. L'omissione temporale viene di solito introdotta da espressioni come "alcune ore dopo", "dopo un anno", ecc., è il caso di massima accelerazione della narrazione. Sommario: quando in poche parole vengono riassunti eventi che ai fini della narrazione non possono essere tralasciati. Pausa e Digressione: quando il ritmo della narrazione viene interrotto da pause descrittive o da digressioni che servono a fornire informazioni su personaggi o situazioni Scena: quando c'è identità tra il tempo dei fatti narrati e il tempo del racconto; è quasi sempre formata dal dialogo e da azioni brevi raccontate nei dettagli.

32 Le tecniche narrative Le tecniche narrative alle quali può ricorrere l'autore per esporre i pensieri, le parole, gli stati d'animo dei personaggi possono essere distinte in: PROCEDIMENTI DI CITAZIONE monologo : le parole che un personaggio rivolge ad uno o più interlocutori presenti ma silenziosi. soliloquio : discorso silenzioso, mentale che il personaggio fa a sé stesso in una situazione in cui si trovi solo, o anche in presenza di altri personaggi che però non sono in grado di sentirlo, perché non espresso. discorso diretto o dialogo: vengono riportate direttamente le parole nel modo esatto in cui vengono pronunciate e rivolte ad altri. monologo interiore : consiste nella citazione diretta dei pensieri dei personaggi, senza la mediazione dei verbi che introducono i pensieri stessi: pensare, credere, ritenere ecc.; spesso con tale definizione viene indicato anche quello che abbiamo già definito soliloquio. La scelta di questa tecnica narrativa ci introduce direttamente nella mente, nella vita più profonda, intima e segreta del personaggio, senza alcuna mediazione da parte del narratore. flusso di coscienza: consiste nell'ulteriore dilatazione del monologo interiore: i pensieri vengono scritti esattamente come si immagina si presentino nella mente del personaggio, anzi proprio nel momento in cui vengono formulati, prendono corpo nella mente del personaggio, parole spesso anche non organizzate in veri e propri enunciati, legate spesso da libere associazioni mentali, possono essere comprensibili e chiare solo nella mente di chi le sta pensando. Il senso di questo flusso continuo, ininterrotto e in qualche modo fuori dal controllo, è rappresentato anche dalla totale assenza di punteggiatura.

33 PROCEDIMENTI DI RESOCONTO
discorso indiretto: il narratore riporta le parole dei personaggi, citandole o riassumendole, facendole però precedere da verbi: "dire, raccontare, chiedere, ecc." discorso indiretto libero: il narratore riporta le parole dei personaggi, senza però farle precedere dai verbi: "dire, raccontare, chiedere, ecc.", ovviamente non vengono utilizzate le virgolette, proprie del discorso diretto, in questo caso per lo più il narratore sembra assumere il punto di vista del personaggio.


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