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Il mondo degli Affetti nella Poesia
Franzoso Luca Frigato Denny CLASSE 2 ^ D IPSSAR «G. Cipriani» a.s. 2010/2011
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Il Mondo degli Affetti L’amore è l’energia positiva che ci consente di vivere in armonia con gli altri. Il mondo degli affetti narra dell’insieme dei sentimenti derivati dal rapporto con un genitore, un figlio, l’amicizia e il valore della solidarietà. Le sue forme sono quindi infinite ma restano invariate nel tempo.
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Francesco d’ Assisi Francesco d’Assisi nasce nel 1192 e muore nel 1226, figlio di un ricco mercante, dopo una gioventù scapestrata rinuncia ad ogni suo bene facendo voto di assoluta povertà. Fonderà tre ordini monastici chiamati “Francescani” dediti alla preghiera, alla carità ed alla predicazione. Nel 1219 affronta un pericoloso viaggio in Oriente dove tenterà (senza successo) di convertire i Saraceni.
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Negli ultimi anni sopporta serenamente sofferenze e malattie
Negli ultimi anni sopporta serenamente sofferenze e malattie. Viene infine canonizzato nel 1228 dal Papa Gregorio IX. Principali opere sono il «Cantico delle Creature» (conosciuto anche come Cantico di Frate Sole) scritto in volgare umbro per risultare comprensibile anche alla popolazione umile; scrisse anche in latino alcuni testi come: le «Ammonizioni», «Preghiere», «Lettere» ed il «Testamento».
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Cantico delle Creature
In questo cantico Francesco non si attiene alla scrittura in latino. Il testo racconta dell’infinito amore di Francesco per ogni elemento creato da Dio, lodandolo e ringraziandolo. - Il cantico inizia con la lode al Signore e alla sua infinita potenza. - Nella seconda strofa si loda il sole, splendente, luminoso ed altissimo analogamente al Signore. - Continua parlando della preziosa bellezza della Luna e delle Stelle. - Evoca poi tutte le forme di tempo atmosferico dicendo che danno sostentamento alle creature. - Nella quinta strofa si ricordano le qualità della sorella Acqua quali la castità, la purezza e l’utilità all’uomo. - Si parla poi del fuoco che illumina la notte, giocondo e forte. - Continua con la lode alla Madre Terra che sostiene l’uomo, lo nutre e lo governa.
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- Viene richiesta la benedizione per gli uomini che perdonano in nome dell’amore sostenendo malattia e dolore. - Continua quindi benedicendo quanti sopportano con rassegnazione e fiducia in Dio poiché saranno premiati. - Si ricorda a questo punto che dalla morte corporale non si può sfuggire e che quindi chi morirà nel peccato sarà dannato in eterno. Sarà invece benedetto chi accoglierà la morte facendo la volontà del signore e quindi non si verrà toccati dalla morte dell’ anima. - Infine si invita a lodare e benedire il signore ringraziandolo con umiltà e infinito rispetto.
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Dante Alighieri Nasce a Firenze intorno al 1265, il libro delle “Rime” fu invece scritto nel periodo antecedente all’ opera “La vita nova”, cioè nel il poeta morì nel 1321 a Ravenna. Dante esordì come poeta pubblicando le “Rime”: una serie di poesie in rima appunto che non seguivano un preciso ordine. Dante subì dapprima l’influenza lirica cortese Provenzale e Siciliana, poi si lascia influenzare dallo Stilnovo: stile raffinato e cantato dove il poeta esprime il proprio amore per la sua dama attraverso la poesia. “Guido, i’vorrei che tu e Lapo ed io” è un sonetto tratto proprio dalle rime; nella lirica si evidenziano i sentimenti di amore sia per la propria dama (nel caso di Dante - Beatrice) sia quello per la poesia in generale.
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Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
Dante invita i suoi amici Lapo e Guido a partire con lui in questo viaggio fantastico assieme alle rispettive compagne. Si interpreta perfettamente l’amore del poeta per la propria Beatrice e per la poesia. Nella prima strofa Dante riferisce a Guido il suo desiderio di andare, con lui e Lapo, per mare su questa barca fantastica, ovunque essi desiderino. continua dicendo che vorrebbe che nessun avvenimento possa impedirgli di seguire la loro strada e il loro desiderio. Dante parla poi dell’amore dei suoi compagni per le loro Signore Vianna e Lagia e del suo per la bellissima Beatrice. nell’ultima strofa, infine, immagina di parlare sempre d’amore e di rendere felici le loro dame come lo sarebbero, probabilmente, loro.
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Ugo Foscolo Nacque a Zante nel 1778 e dopo la morte del padre si trasferì a Venezia dove visse per tutta la sua giovinezza, dopo i moti della rivoluzione francese Foscolo si trasferì da Venezia iniziando una lunga serie di esili, che terminerà solo con la morte, sopraggiunta nel visse a Milano, Bologna ed infine a Londra. Viene considerato un precursore del romanticismo e un patriota italiano, dati i suoi ideali di Risorgimento e di ribellione verso gli invasori austriaci. Tra le opere più conosciute troviamo il Romanzo Epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, le “Poesie” ed infine “Dei sepolcri”. Nelle liriche contenute nello scritto le “Poesie” si ritrovano pienamente gli ideali di Ugo Foscolo come: la fuga del tempo ed il presagio della morte, la nostalgia della patria, la visione pessimistica della vita.
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In morte del fratello Giovanni
Questa lirica fu composta nel 1802 in omaggio al fratello minore Giovanni Dionigi, suicidatosi per debiti di gioco. Il sonetto esprime a pieno il sentimento di dolore per la morte del fratello e per non poter tornare in patria (Venezia). - Il poeta spera che un giorno potrà far visita alla tomba del fratello, per poter piangere la sua così prematura morte. - Continua poi evidenziando la sua condizione di esule, ricordando che potrà salutare la sua città solo da lontano, senza potervi entrare. - Ragiona dunque sui pensieri più bui augurandosi che la morte gli sopraggiunga presto e gli doni la quiete e la pace come tanto desiderata dal fratello. - Foscolo si augura la morte e prega affinché i suoi resti, da terra straniera, vengano restituiti alla madre.
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Neoclassicismo e Romanticismo
Tra il 1700 ed il 1800 si ha il passaggio dall’età moderna a quella contemporanea. Tale cambiamento riguarda sia l’aspetto politico sia sociale. Assieme alle idee derivate dalla Rivoluzione Francese, cambiarono profondamente la poesia anche grazie ai nuovi temi offerti dalla nuova condizione di tutta la società. Proprio in questo periodo si sviluppa la corrente del Neoclassicismo che diverrà una delle tante componenti della nuova corrente letteraria nascente: il Romanticismo.
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Le varie forme del Romanticismo
Il Romanticismo filosofico si contrappone alle teorie Illuministe. L’Illuminismo infatti dà piena fiducia alla ragione e la ritiene madre di ogni ideale. Il Romanticismo crede invece nel sentimento e lo eleva a condizione fondamentale per ogni azione umana, assumendolo come valore assoluto. Rielabora poi i fatti storici interpretandoli come avvenimenti di natura umana e parte di un complesso processo che ci porta fino al presente (Storicismo).
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Il Romanticismo Storico nacque alla fine del 1700 in Germania, si pone come obbiettivo quello di sovrastare il predominio Neoclassico Mediterraneo, rifiutando le regole stilistiche classiche, dando piena libertà allo spunto creativo. Si diffonde in tutta Europa legandosi, di stato in stato, agli ideali nazionali; in Italia, ad esempio, si unisce saldamente agli ideali del Risorgimento.
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In generale il Romanticismo, in letteratura, si differenzia in due distinti pensieri, uno legato alla condizione temporanea dell’ uomo e alla ricerca dell’infinito, tale pensiero comprende poi diversi moti letterari tra i quali: il Titanismo, il Soggettivismo, l’Individualismo ed è detta Sentimentale. Il secondo pensiero è invece detto Realistico, basato sulla rappresentazione della realtà
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La figura del padre Per i figli maschi il rapporto con il padre non è sempre sereno e disteso, per un adolescente, spesso, i consigli o le restrizioni imposte dal padre costituiscono una gabbia difficilmente accettabile. Il rapporto può dunque essere messo a dura prova o persino incrinarsi o rompersi del tutto rendendo la figura paterna come una figura drammatica. Riportiamo ora un confronto tra due poesie riguardanti i due aspetti (quello felice e quello conflittuale) con la figura paterna (U. Saba e C. Sbarbaro).
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Mio padre è stato per me…
In questo sonetto Saba racconta di quando, ormai ventenne, conobbe il padre; scoprendo così di aver ereditato da lui la leggerezza e la capacità di accettare la realtà della vita. - Il poeta inizia parlando del padre e dell’appellativo che la madre gli dava: “assassino”. Capisce che il padre era immaturo e spensierato. - Continua poi dicendo che il padre aveva lo stesso sguardo del poeta, azzurro, dolce ed astuto. Racconta poi che suo padre girovagò per tutto il mondo, stando con molte donne. - Nella terza strofa riferisce che suo padre era leggero e spensierato, invece la madre era molto malinconica; per questo il padre le sfuggì di mano, allontanandosi da lei . - Nell’ultima strofa il poeta parla dei consigli datigli dalla madre riguardo alle azioni disdicevoli del padre e raccomandandosi di non assomigliargli; così si capisce che i due temperamenti sono in costante tensione tra loro.
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Padre, se anche tu… Questa lirica rappresenta un affettuoso ritratto del padre, al quale il poeta riconosce le propria qualità. - Il poeta dà il via alla propria lirica esprimendo l’affetto incondizionato per il padre, dicendo che anche se non avesse legami di sangue con lui lo amerebbe. Ricorda poi che un giorno prese una viola sbocciata sul balcone, donandola ai figli. - Il secondo ricordo che riporta è di quando arrabbiato con la figlia (sorellina del poeta) per una marachella da lei combinata, la spaventò e lui allora la prese in braccio come per difenderla da lui stesso quando era adirato. - Ripete poi che vorrebbe bene al padre anche se non avesse legami di parentela con lui; perché il padre dimostra di essere una persona buona.
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Grazie per l’attenzione…
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