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Attività di formazione PON “Competenze per lo sviluppo”

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Presentazione sul tema: "Attività di formazione PON “Competenze per lo sviluppo”"— Transcript della presentazione:

1 Attività di formazione PON “Competenze per lo sviluppo” 2007 -2013
Direzione Didattica di Cellole Dirigente scolastico dott. Luigi Sorreca Attività di formazione “Metodologie per il recupero del disagio ” PON “Competenze per lo sviluppo” 16 settembre- 11 dicembre 2009

2 Progetto didattico “Un viaggio fra sogno e realtà: Alice nel paese delle meraviglie”
Direzione Didattica di Cellole anno scolastico 2009/2010 nell’ambito del PON “Competenze per lo sviluppo” “Metodologie per il recupero del disagio ” “La didattica preventiva e compensativa dello svantaggio: stili di insegnamento e stili di apprendimento” ispirata al libro di Lewis Carroll: “Alice nel paese delle meraviglie” “Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!” (Alice)

3 Il corso di formazione di 50 ore dal titolo “La didattica preventiva e compensativa dello svantaggio: stili di insegnamento e stili di apprendimento” – progettato e realizzato dalla dott.ssa Roberta Martullo in qualità di esperta esterna e coordinato negli aspetti tecnici dalle insegnanti Aniello Giovanna e Lucciola Liliana con funzioni di tutor - si è svolto dal 16 settembre all’11 dicembre 2009 presso la Direzione Didattica di Cellole (CE). Hanno aderito all’iniziativa 18 insegnanti, nonché 9 docenti del II Circolo Didattico di Sessa Aurunca, della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, di tutte le sezioni/classi e di tutte le discipline, ivi comprese religione cattolica e sostegno agli alunni diversamente abili

4 Finalità del corso Garantire organicità e unitarietà al percorso formativo, dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, individuando alcuni itinerari metodologico-didattici in continuità, per favorire lo scambio di conoscenze e di esperienze fra docenti e per facilitare il passaggio degli alunni fra i due segmenti di istruzione Promuovere l’efficacia dei processi di insegnamento-apprendimento nella scuola che “si prende cura” degli alunni (prevenzione del disagio) Valorizzare le differenze individuali (interessi, capacità, ritmi, stili cognitivi, attitudini) Maturare la consapevolezza che ogni stile di insegnamento determina dei condizionamenti sugli esiti formativi in ragione delle differenti forme di intelligenza degli alunni Promuovere la conoscenza di alcuni disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia) e di alcuni disturbi aspecifici derivanti dalla sindrome ADHD Cogliere nella personalizzazione le principali implicazioni in riferimento al contesto di apprendimento (gruppi, spazi, tempi, regole, motivazione, meccanismi di rinforzo/punizione)

5 Finalità del corso Focalizzare la responsabilità dell’azione didattica non solo sul “cosa” ma sul “come” insegnare Proporre esercitazioni e lavori di gruppo fra i corsisti a partire dell’eterogeneità dei diversi apporti professionali/esperienziali, al fine di coglierne valenze e opportunità Favorire il passaggio, nelle pratiche di insegnamento, “dall’auditorium al laboratorium”, da un sapere trasmissivo ad uno significativo (gioco, attività espressive, informatiche), con una particolare attenzione agli aspetti affettivo-relazionali volti a sostenere negli alunni convinzioni di autoefficacia, autostima e atteggiamenti positivi verso i nuovi apprendimenti Individuare nel piano didattico annuale/pluriennale uno sfondo integratore e introdurre le attività/lezioni mantenendo vivo l’interesse degli alunni in vista della partecipazione ad iniziative coinvolgenti.

6 Finalità del corso Promuovere la consapevolezza che l’azione dell’insegnare consiste in un intervento di mediazione tra il contenuto da apprendere e i soggetti che apprendono. Promuovere l’opportunità di impiego dei mediatori didattici, che possano rappresentare dei ‘sostituti della realtà, con il compito di effettuare tale trasferimento MEDIATORI DIDATTICI E. Damiano, La lingua nel sistema dei mediatori didattici, in Didattica ed educazione linguistica, a cura di F. Camponovo e A. Moretti, La Nuova Italia, 2000 "Mediatore è pertanto ciò che agisce da tramite tra soggetto e oggetto nella produzione di conoscenza, sostituisce la realtà perché possa avvenire la conoscenza, ma non si sostituisce alla realtà esautorandola, pur richiedendo di essere trattato come se fosse la realtà, ma sempre- in quanto mediatore - conservando lucidamente la consapevolezza che la realtà non è esauribile da parte dei segni, quali che essi siano. " (Damiano, p. 230)

7 Finalità del corso Favorire il ricorso ai mediatori didattici :  ATTIVI (fanno ricorso all'esperienza diretta)  ICONICI (utilizzano le rappresentazioni del linguaggi grafico e spaziale) filmati, fotografie, carte geografiche, schemi, diagrammi, mappe concettuali  ANALOGICI (si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione)  SIMBOLICI (utilizzano i codici di rappresentazione convenzionali e universali, come quelli linguistici) es. la lezione verbale dell'insegnante.  Promuovere "la complementarietà comune a tutti i mediatori" e la necessità della loro INTEGRAZIONE

8 Finalità del corso Promuovere sessioni di filosofia con i bambini (Raccordo con Alice: OTTIMI CONSIGLI) Io mi so dar ottimi consigli, Ma poi seguirli mai non so E per questo nei pasticci spesso son "Rifletti" è un ottimo consiglio Però assai curiosa son E mi piacciono venture e novità Ho imboccato il mio cammino Senza alcuna riflessione Senza pensar che tutto poi Si paga un dì, così Io mi so dar ottimi consigli Ma poi seguirli mai non so Chissà quando la lezione imparerò

9 Finalità del corso Promuovere sessioni di filosofia con i bambini:
PERCHE’??? "Infanzia e filosofia non sono quanto di più lontano l’una dall’altra si possa immaginare? Da un lato c’è un’età alla quale si addicono il piacere e il gioco, la fantasia e l’ingenuità, dall’altro un sapere caratterizzato dalla serietà, dalla concettualità astratta e dalla riflessione: cosa potrebbe esserci di più lontano? Ma in verità le relazioni tra le due sono così strette che si può senza dubbio sostenere che non sono chiamati alla filosofia coloro che non hanno preservato in sé alcuni tratti caratteristici dell’infanzia. Prima di tutto è comune ad entrambe la meraviglia di fronte al mondo. Per il bambino il mondo non è ancora ovvio; esso risveglia piuttosto la sua curiosità. Proprio la domanda «perché?» mostra le relazioni tra filosofia e infanzia." Vittorio Hösle

10 Finalità del corso "La scuola insegna risposte spesso a domande che non ci siamo mai posti, ma è la domanda e non la risposta il vero motore della ricerca e della costruzione del sapere. Amiche della domanda sono sia la curiosità infantile sia la condotta filosofica. E se l’infanzia genera l’interrogazione nella sua radicalità, la filosofia insegna a mantenersi nell’interrogazione, per non seppellire il cervello tra le opinioni diffuse, che rispondono non tanto alle nostre domande, quanto al desiderio di evitare il più possibile la fatica del pensiero.“ Umberto Galimberti

11 Alice: perchè?

12 Una favola che fa scuola, una scuola “da favola”
Nelle coordinate dello spazio e del tempo vissuto e immaginato, si promuovono percorsi e condizioni di sviluppo culturale, personale e sociale dei bambini attraverso un “movimento” del pensiero implicante gli educatori e gli allievi, rendendosi capaci di “camminare fuori”- “camminandosi dentro” al sogno e alla realtà, per la “ricerca di senso”, di valore, di significato, di confini e perimetri, per costruire – infine -il progetto di un avvenire sostenibile e, possibilmente, meno egoistico e ingannevole.

13 Come ogni favola, sa creare risonanze ad ogni età
Come ogni favola, sa creare risonanze ad ogni età. La “meraviglia” di Alice a volte è dei bambini/ragazzi, a volte, o maggiormente, è degli stessi educatori….

14 Lo “spaesamento” dei bambini e dei ragazzi….

15 “Chi di noi non conosce la favola di “Alice nel paese delle Meraviglie” ? E chi di noi , almeno una volta da bambino , o anche da adulto , non ha mai guardato la stessa favola come ce la propone la Disney nel suo famoso cartone animato ? Certo però che nessuno , o pochi , si sono soffermati ad immaginare cosa potesse esserci dietro la favola di quella ragazzina curiosa e del suo mondo “ assurdo” fatto solo di sogni e fantasie. Probabilmente se ci soffermassimo a riflettere , vedremmo che quella favola potrebbe nascondere con delle metafore il cammino di un adolescente. Per esempio possiamo notare che ad un certo punto della favola Alice si perde in un bosco perché non sa quale direzione prendere : questo è successo a tutti nel corso dell‘adolescenza. C è , poi , un periodo in questa fase , in cui ciascuno di noi si pone delle domande di non facile risposta ; un altro in cui ci sentiamo inadeguati , soprattutto per i cambiamenti che subisce il nostro corpo. Queste cose sono presenti nella favola, anche se sotto forma di metafore. La ricerca del “ coniglio bianco” , punto principale della favola , è anche la ricerca , da parte dell’adolescente , di quello che si è veramente , che prosegue superando anche gli ostacoli più difficili. C ’è da dire che il superamento di questi ostacoli è reso possibile dall‘ aiuto di genitori , professori ed educatori che rendono questa sfida meno << impossibile >>. C i sono altri momenti in cui ci rifugiamo nel nostro mondo di idee e sogni per sfuggire ad una realtà che ci opprime e non ci piace , perdendo di vista e distraendoci dalla realtà; ma anche questo non basta perché continuiamo a sentirci soli e non sappiamo cosa vogliamo. Allora, forse , ci rendiamo conto che se non apriamo gli occhi e non ci svegliamo non cresceremo mai”.

16 …ma lo “spaesamento” è anche del docente…
Interagisce con un “valore” immateriale E’ collocato in una posizione di frontiera fra l’interno e l’esterno del sistema scolastico Lavora in un sistema inquieto, connotato da forti incertezze ….

17 Percorso didattico 1) Dal caos all’ordine, fra sogno e realtà (sfondo integratore: Alice nel paese delle meraviglie) 2) Il “futuro” non è più come “una volta” (il tempo) 3) L’interno…. dell’esterno (L’albero Giovanni e il pesciolino d’oro) 4) Diversamente, normalmente “Altro” (la gatta Pasqualina)

18 Altri possibili itinerari da sviluppare…

19 Le regole nel gioco, i giochi senza regole
Qualche testa rotolerà per questo: la tua!!!

20 Tante vie per un cammino…..
ALICE: potresti indicarmi la strada che devo prendere? GATTO CHESHIRE: dipende da dove vuoi andare ALICE: Oh, non è molto importante dove. GATTO CHESHIRE: Allora non è molto importante neanche quale strada prendi. (Lewis Carrol, ed.1994)

21 …e molti altri ancora!!!!!

22 Attività didattica N. 1 “Dal caos all’ordine, fra sogno e realtà”

23 Alice nel Paese delle meraviglie
Gruppo di lavoro Insegnanti: Calenzo Rita, primaria – Sessa (con funzione di referente) Casale M. Rosaria, Infanzia Cellole Di Tunno Maria, primaria sost. Cellole Tamburrino Elisa, primaria – Sessa Tommasino Gabriella, Infanzia Cellole Sessione di filosofia con i bambini: generazione delle idee e spunti di riflessione/ discussione sui temi:“Torti arrecati, torti subiti”; “Cos’è la giustizia?”; “Sentenza senza processo…” “Regoliamoci!” “E’ tutto un sogno!”

24 Sfondo integratore: “Alice nel paese delle meraviglie” Brano: “Un thè da matti” con particolare riferimento al tema delle regole

25 LE REGOLE “Non mi pare affatto che giochino in modo leale, – cominciò Alice in tono piuttosto risentito. – E poi litigano tutti talmente che non si riesce neppure a sentire la propria voce … e mi sembra anche che non abbiano delle regole precise: almeno, anche se ci sono, nessuno le rispetta …” MAPPA DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA N. 1

26 Mappa dell’attività didattica N. 1

27 Attività didattica N. 2 “Il futuro” non è più come “una volta”….

28 Il tempo Sessione di filosofia con i bambini: generazione
Gruppo delle insegnanti: Eleusi Ermilia, primaria Sessa Izzo Maria, Infanzia Cellole Lucciola Anna, primaria sost. Cellole (con funzione di referente del gruppo) Palmieri Emma, primaria Sessa Tramontana Carmela, Infanzia Cellole Sessione di filosofia con i bambini: generazione delle idee e spunti di riflessione/ discussione sui temi: “L’umorometro, ma cos’è?”; “Un attimooooo!!!!”; “Rapporti..... a scadenza”; “Ho un’ottima idea: cambiamo argomento!”; “Puntualmente in ritardo su....”

29 Disturbo generalizzato da “accelerazione”

30 “prendi ora paghi dopo” “consumare subito”
Conseguenze per i bambini: - bisogno di soddisfazione immediata - incapacità di attendere le gratificazioni costumi sociali come: “usa e getta” “prendi ora paghi dopo” “consumare subito”

31 Sono In Ritardo Cosè, cosè, Questa fretta che sento ai piè Di gran cariera devo andare perchè non voglio più tardare Via di qua Nessun mi fermerà Ad un appuntamento col mio amore devo andar Se non arrivo in tempo certamente se ne andrà La strada è lunga in verità e senza fiato sono già Se mancherò Di certo ne morrò Di gran ritardo sono già per questo corro e vò Son già le 10 e 33 Mi tocca andar più in fretta L'orologio corre più di me O quale gran disdetta Vorrei poter volare Come un affondale per non dover mancare Son già le 10 e 33

32 Sono In Ritardo Mi tocca andar più in fretta L'orologio corre più di me O quale gran disdetta Vorrei poter volare Come un affondale per non dover mancare Cosè, cosè Questa fretta che sento ai piè Di gran cariera devo andare perchè non voglio più tardare Via di qua Nessun mi fermerà Ad un appuntamento col mio amore devo andar Se non arrivo in tempo certamente se ne andrà La strada è lunga in verità e senza fiato sono già Se mancherò Di certo ne morrò Di gran ritardo sono già per questo corro e vò E vò per questo corro e vò e vò Di gran ritardo sono già per questo corro e vò E vò per questo corro e vò e vò

33 Sono le cinque: siete tutti invitati per un thè dal Cappellaio Matto
Suvvia, mia cara, non ti piace il thè?... Ma sì, mi piace moltissimo ma... Se non ti piace il thè, potresti fare un po' di conversazione... Veramente cercavo di chiedervi... Ho un ottima idea: cambiamo argomento!

34 Un Buon Non Compleanno Noi tutti abbiam un compleanno Ogni anno Ed uno solo all'anno haimè ce nè Ma ci son 364 non compleanni Che noi preferiamo festeggiar! Ma allora oggi è anche il mio non compleanno! Davvero?! Com'è piccolo il mondo! In tal caso... Un Buon non compleanno a te A te, a me? Un Buon non compleanno a te A te, a me? Brindiamo tutti insieme con un altro pò di the Un buon non compleanno a te! … Or spegni le candele e rallegrati perché un buon non compleanno aaaaaaaaaaaaa te!!!

35 Mappa dell’attività didattica N. 2 e Il Gioco del Venerdì

36 “L’interno… dell’esterno”
Attività didattica n. 3 “L’interno… dell’esterno”

37 Vissuto di “spaesamento” “nell’odierno Paese delle meraviglie”
1. Modificazioni della struttura familiare. 2. Maternage ridotto e presenza di più figure di riferimento educativo-affettivo 3. Alunni in difficoltà triplicati negli ultimi 15 anni 4. Il 50% di essi sviluppa un disturbo della condotta 5. Scuola svuotata della sua funzione di promozione e meno autorevole. 6. Modelli distorti dati da TV e media in genere

38 Il viaggio di Alice inizia quando, ascoltando una storia da un libro senza figure e senza filastrocche, scende da un ALBERO e si intrufola in un ALBERO (L’albero Giovanni)

39 Attività didattica n. 3 Lavoro di gruppo “L’albero Giovanni”
Insegnanti: Del Forno M. Rosaria, primaria Cellole Di Florio Floriana, primaria Cellole Freda Elena, Infanzia Cellole Iannucci Cecilia, primaria sost. Cellole (con funzione di referente del gruppo) Matano Pasqualina, primaria Cellole Stanziale Albina, Infanzia sost. Cellole Sessione di filosofia con i bambini: generazione delle idee e spunti di riflessione/ discussione sui temi: “Per la curiosità cominciai a scivolare....”; “Radici o chioma?” ; “Coltivare legami....”; “Mi so adattare?”

40 Rappresentazione dell’albero Giovanni

41 Mappa dell’attività didattica N
Mappa dell’attività didattica N. 3 e Gioco: L’albero attraverso le stagioni

42 “L’interno… dell’esterno”
Attività didattica n. 4 …ancora: “L’interno… dell’esterno”

43 “L’interno… dell’esterno”: non sempre bastano gli occhi
Lavoro di gruppo “Il pesciolino d’oro” Insegnanti: Coiro Pasqualina, primaria- rel. catt. – Sessa (con funzione di referente del gruppo) D’Ettorre Caterina, infanzia Cellole Di Florio Maria, primaria Sessa Di Lorenzo Civita, infanzia Cellole Orazzo Angela, primaria sost. Cellole Venturino Ermita, primaria Sessa Sessione di filosofia con i bambini: generazione delle idee e spunti di riflessione/ discussione sui temi: “Nuoto in un mare di....”; “Seguo l’onda?”; “Per quella musica ammaliante...”; “Il tesoro che c’è in me...”

44 CAPITAN LIBECCIO (GRUPPO C Il pesciolino d’oro)
CAPITAN LIBECCIO (GRUPPO C Il pesciolino d’oro) ...O CHE BELLA LA VITA DEL MARINAR SEMPRE A NAVIGAR QUANDO INFURIA IL MAR ME NE INFISCHIO SE NEVISCHIA O SE C'E NEBBIA E IL VENTO FISCHIA PERCHE' IL TEMPO SE NE INFISCHIA PURE LUI DI ME... Oh che bella vita fa il marinar, tira e salpa là, issa e molla qua..  

45 Ancora sul mare… Un giorno un Tricheco e un Carpentiere che camminavano lungo la spiaggia, vollero mangiarsi delle gustose ostriche. Armati di flauto e bastone, cercarono con della musica di attirare le ostriche per farle uscire dal mare. Le ostriche ben contente di uscire furono mangiate in un baleno dal Tricheco, cosa che mandò su tutte le furie il Carpentiere e i due iniziarono a litigare. La storia riempie di tristezza Alice, che in ogni caso deve riprendere ad inseguire il Bianconiglio…

46 Mappa dell’attività didattica N. 4

47 Diversamente, normalmente “ALTRO”
Attività didattica n. 5 Diversamente, normalmente “ALTRO”

48 Disomogeneità a) economica, con divari di reddito che raggiunge fino al 1000% di differenza tra famiglie. b) religiosa, con discriminanti di genere che spesso si assommano c) culturale, con divergenze nelle abitudini, nelle relazioni e nelle tradizioni d) sociale, con famiglie ad alto riconoscimento sociale e famiglie emarginate e) geografica, che vuol dire riferimenti tempo-spazio opposti tra culture opposte. f) politica, che vuol dire aspettative e disponibilità diversificate fra le famiglie

49 Ripensare la didattica perché…
Il mandato consegnato alla scuola dalla moderna società della conoscenza è completamente mutato L’epoca presente è caratterizzata da profondi e celeri cambiamenti, nonché dal paradigma della complessità La società stessa si è trasformata: modelli di vita molteplici, punti di vista religiosi e valoriali plurali, relativismo etico, declassamento dell’autorità La ricerca in campo neuropsicologico ha rilevato una molteplicità di approcci del soggetto alla conoscenza ed una visione del cervello di stampo non univoco

50 La consapevolezza dell’IDENTITA’ per il riconoscimento dell’ALTERITA’:
Qual è l’orizzonte verso il quale la didattica deve volgere lo sguardo per non finire come la mosca che sbatte più volte contro il vetro, finché non indovina l’uscita? La consapevolezza dell’IDENTITA’ per il riconoscimento dell’ALTERITA’: traiettoria nuova e inattesa possibilità!

51 Diversamente, normalmente “ALTRO”
Intelligenze multiple - Stili di apprendimento Difficoltà specifiche di apprendimento Diversabilità Diversità sociali, culturali e religiose Diversità di background cognitivo/esperienziali Ambienti di vita socio-familiari diversificati Stili di attaccamento alle figure affettive diversificati

52 Lavoro di gruppo “La gatta Pasqualina”
Insegnanti: Aniello Giovanna, infanzia Cellole Bove Rosa, primaria Sessa (con funzione di referente del gruppo) De Lise Pasqualina, infanzia Cellole Iannucci Giuseppina, primaria Sessa Lucciola Liliana, infanzia Cellole Sessione di filosofia con i bambini: generazione delle idee e spunti di riflessione/ discussione sui temi: “Chi essere tuuu????”; “Se divento grande….” “Basso….allungabile, stretto….allargabile”

53 “Chi essere tu?????”

54 Mappa dell’attività didattica N. 5 a, b, c, d

55 Considerazioni a conclusione del percorso formativo

56 Ma io non sono un EROE!!!!

57 Nella scuola, crescere professionalmente non coincide con il non sbagliare ma con l’imparare a fare almeno gli errori “giusti”…

58 Le variabili imprescindibili di un contesto di apprendimento sono:
TEMPO SPAZIO RELAZIONI REGOLE STRUMENTI CONTENUTI E LORO MODALITA’ DI PRESENTAZIONE

59 I tempi Dell’insegnante Dell’alunno Dell’apprendimento
Del progetto (modulare, reticolare, interdisciplinare) Delle intelligenze multiple/degli stili di apprendimento Da utilizzare ai fini della consapevolezza e della ricerca di senso Dell’elogio della lentezza Del silenzio come valore in sé e utile per mettersi in ascolto della realtà circostante

60 Lo spazio Spazi fisici: aula, laboratori, spazi esterni, culturali del territorio Spazi virtuali e multimediali: multisensoriali, analogici (ricordano molto la realtà concreta) Spazi psicologici: prossemica (studio dello spazio e delle distanze in funzione psicologica) Gli arredi

61 La relazione educativa
APPROCCIO metodologico-didattico: Cooperativo La persona “al centro” “Plurale”, rispondente alle esigenze dei soggetti Domande aperte, ricerca di senso Errore come risorsa Dialogo, conversazione

62 Indicatori di qualità per la valutazione del progetto
sulla base di variabili “hard” (rendimento scolastico) e “soft” quali… Benessere psicologico degli alunni Creatività progettuale Intuizioni ed ideazioni personali Sviluppo di capacità critiche Potenziamento delle capacità mnemoniche e attentive Potenziamento dell'attitudine a "leggere" le diverse realtà Acquisizione dei ritmi della cinematografia, del teatro e della musica Sviluppo delle capacità comunicative finalizzato alla costruzione di gruppi-classe in grado di condividere il percorso, capaci di pensare, progettare, realizzare “insieme”, valorizzando le competenze individuali e contemporaneamente riconoscendosi in un processo comune Maggiore sensibilità verso le tematiche individuate: verifica di come le informazioni-stimolazioni abbiano “coinvolto” tutti, anche gli alunni con difficoltà.

63 Possibili sviluppi futuri…
La creazione di un sistema strutturato a punti; Costruire strumenti di osservazione delle diverse intelligenze e stili di apprendimento in situazioni strutturate (attraverso i centri di apprendimento) e in situazioni di gioco libero (scheda di osservazione); compiere rilievi per la progettazione dell’azione didattica utilizzando gli strumenti costruiti nella fase precedente Progettare e sperimentare in classe unità di apprendimento personalizzate per i diversi canali apprenditivi, utilizzando la modalità laboratoriale dei centri di apprendimento…

64 Bibliografia Arosio E., Alice nel paese dei filosofi, in "L'Espresso" del 9 Agosto 1987 Fabio Celi, Daniela Fontana, Formazione, ricerca e interventi psicoeducativi a scuola, McGraw-Hill 2007 Cisotto L. e Gruppo RDL, Prime competenze di letto scrittura, Trento Erikson 2009 Corradi, V., Gatti, L., e Pinelli, M. (2004). A scuola senza il Mal di Scuola: motivazione e benessere alle scuole superiori. Parma: Uninova Damiano E., La lingua nel sistema dei mediatori didattici, in Didattica ed educazione linguistica, a cura di F. Camponovo e A. Moretti, La Nuova Italia, 2000 De Beni R. e coll. (2000), Motivazione e apprendimento, Bologna, Il Mulino De Beni R. e coll. . (2003), AMOS, Abilità motivazionale allo studio, valutazione e orientamento, Trento, Erickson Ferraro G., La filosofia spiegata ai bambini, Napoli, Filema, 2000. Galimberti U.: Se i bimbi studiassero Platone Tratto da “la Repubblica”, 11 settembre 2004 K. N.; Hösle V., Aristotele e il dinosauro,  Torino: Einaudi, 1999 (1 ed. orig.: 1996). Martullo R., Esercizio creativo della razionalità e dinamiche emotive nella comunicazione filosofica con i bambini e i preadolescenti, in L’agire formativo nella scuola della fiducia di G. Ferraro, Erregraph 2003 Pinelli, M. et al. (2005). Osservare il comportamento: dalla metodologia ai contesti. Parma: Uninova Scopesi A., Forme di intelligenze multiple e tipi di pensiero: aspetti teorici e valenze didattiche, 2008 in Scopesi A. , Ricerca e formazione nelle istituzioni educative e scolastiche: un modello di lavoro integrato, Polo M.T. Bozzo Università di Genova, Loano, 11 Ottobre 2008 Usai M.C., Lo sviluppo delle funzioni esecutive: ricerca nella scuola dell’infanziaPolo M.T. Bozzo Università di Genova, Loano, 2007 Vianello, R. (2002). Psicologia dello sviluppo e problemi educativi. Giunti. LA DISLESSIA RACCONTATA AGLI INSEGNANTI – Come riconoscerla. Cosa fare in classe. A cura dell’Associazione Italiana Dislessia. Ed. Libriliberi 2002 IL GIOCO DEL VENERDI’


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