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PER EDUCARE AL FUTURO: FARE SCIENZE CON LA TESTA E LE MANI schema dellintervento di P.Guidoni Forum ANISN, Arco Felice (Na) 04/03/05)

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Presentazione sul tema: "PER EDUCARE AL FUTURO: FARE SCIENZE CON LA TESTA E LE MANI schema dellintervento di P.Guidoni Forum ANISN, Arco Felice (Na) 04/03/05)"— Transcript della presentazione:

1 PER EDUCARE AL FUTURO: FARE SCIENZE CON LA TESTA E LE MANI schema dellintervento di P.Guidoni Forum ANISN, Arco Felice (Na) 04/03/05)

2 Le affermazioni schematiche che qui vengono proposte alla riflessione sono basate sui risultati convergenti di due differenti filoni di ricerca : - ricerca longitudinale e trasversale nelle classi (dalla scuola dinfanzia al primo biennio universitario, in scienze matematica e lingua naturale), centrata su una modellizzazione cognitiva risonante con losservazione e lintervento (e confermata da altre acquisizioni); - ricerca recente sugli aspetti cognitivi ed emotivi della dinamica mentale osservata a livello neurologico (in particolare Edelman, Changeux, Damasio, Dehaene, Rizzolatti e Gallese, … fino a Lakoff).

3 (A) I modi di guardare/pensare/fare scientifici (e matematici) di base, caratteristici del mondo contemporaneo, sono naturali, necessari ma non spontanei (contro piagetismo, costruttivismo, information processing, modularismo, chomskysmo … etc) in altre parole, implicano prestazioni difficili dal punto di vista della biologia neuronale, ma accessibili a tutti attraverso una mediazione culturale che sia risonante con le potenzialità di comprensione e motivazione (con Averroè, Galileo, Wittgenstein, Vygotskji, & al).

4 (B) Per raggiungere questi obiettivi è dunque necessaria una mediazione didattica strategica, che guidi a risonanza reciproca gli aspetti fattuali, cognitivi, culturali, emotivi … coinvolti nel capire/imparare, attraverso 1) percorsi di apprendimento economici, coerenti, controllati, progettati e definiti a lunghissimo termine, e articolati in 2) attività, appoggiate a contesti, sempre dotate di senso e significato vs comprensione e motivazione per chi apprende (Tutto questo può sembrare ovvio, ma non è praticato).

5 (C) Per ambe due questi livelli di progettazione- azione, che definiscono la mediazione didattica, è oggi necessaria una vera e propria rivoluzione copernicana in obiettivi e metodi della scuola di base coinvolgendo chi ne è direttamente responsabile ad ogni livello in funzione di una dinamica cognitiva dominata dalla risonanza fra modi di pensare e modi di essere, con la cultura come interfaccia.

6 C1) la progettazione apriori dei percorsi deve essere finalizzata a utilizzare le potenzialità cognitive implicite nei modi di guardare caratteristici delle discipline, coordinando e indirizzando così lo sviluppo di modi di pensare efficaci ed efficienti: trasversali rispetto agli specifici elementi di sapere disciplinare usati (su queste basi sarà possibile, nella scuola secondaria superiore, affrontare percorsi più sistematici di acquisizione di conoscenza, che rispecchino gli essenziali aspetti di strutturazione interna caratteristici delle diverse discipline)

7 C2) la mediazione didattica sul campo deve essere centrata sulle potenzialità via via presenti, e da evocare, nella dinamica cognitiva (aree di sviluppo prossimale continuamente utilizzate e ricostruite, pensiero naturale e comune sempre coinvolto, etc ) in tutti i suoi aspetti (percezione, azione, linguaggio, simbolizzazione, rappresentazione, formalizzazione, etc): senza timori nei confronti di una adatta, progressiva astrazione che è prerogativa, caratteristica e motivante, e anche diritto, del pensiero umano ad ogni età.

8 (D) Ad un primo livello un processo di astrazione primaria intreccia prototipi di pensiero referenziale e pensiero metaforico, emergenti da un parassitaggio marcato della scatola nera percettivo/motoria - con cui continuano a interferire. Da qui si biforcano, restandone comunque vincolate in un inestricabile intreccio, da un lato tutte le scienze e dallaltro tutte le matematiche: e di questo processo tutte le lingue naturali serbano traccia nella loro struttura grammaticale, sintattica e semantica. (Il discorso è lombra dellazione notava Democrito).

9 (D) Le forme di pensiero via via più astratte sono basate su due famiglie di metafore : quella che corrisponde a trattare le correlazioni osservabili con modellizzazione (come se…) percettivo-motoria (in termini di quasi-oggetti, quasi-fenomeni, quasi-eventi, quasi-contesti, e così via); e quella che corrisponde a trattare le forme astratte che definiscono le correlazioni in termini di una modellizzazione (come se …), ancora oggettuale, basata sulle correlazioni spaziotemporali.

10 (E) In particolare, la dinamica cognitiva coinvolta nella trasmissione culturale di base è vincolata dalla necessità di imparare-a-separare-per-rimettere-insieme in modo esplicito, controllato e finalizzato, da cui è sottesa ogni costruzione di senso e significato. (Pensare, appunto, alla complessa integrazione di una molteplicità di canali sensoriali diversi, molto presto quasi automatica a livello percettivo-motorio: ma difficile e laboriosa nel momento in cui ai canali percettivo-motori si sostituiscono nella gestione strategica del conoscere i diversi modi di guardare secondo cui è possibile ottenere aggiustamento e risonanza fra i modi di essere così come sono, i modi di pensare così come sono, la cultura (che li interfaccia)così come è).

11 (E) In particolare, ogni livello di dinamica cognitiva è vincolato (cfr Changeux) da una potente, universale, incessante meta-strategia di generazione/controllo/validazione di ipotesi (in formato di modelli-simulazioni) che risultino plausibili, gestibili, economiche, efficaci, comunicabili nellinterpretazione e nella progettazione: sempre a partire dal contesto di senso e significato (percettivo/motorio, comune, scientifico o formale) in cui vengono generate (Senofane: ) (Ed è la verifica, ben prima della falsificazione delle ipotesi - contro Popper - la chiave dinamica dello sviluppo della conoscenza, individuale e sociale)

12 (E) Per esempio

13 (F) Se questo è (anche un po) vero, le implicazioni per la scuola di base sono enormi, finora ignorate dai responsabili di quello che a scuola succede. Domina (ad ogni livello) una smisurata (autistica) inerzia, magari cercando di cambiare tutto, purché nulla cambi. Per esempio. Si predica di la trasmissione culturale: ma questo esigerebbe una mediazione attiva, competente e socializzata, in grado di trovare strade per guidare e motivare le persone che crescono, così come sono, verso la cultura di cui hanno bisogno, così come è. E bisognerebbe cominciare dal : quello p.es. della lottizzazione aberrante della cultura di scuola fra discipline che non sanno comunicare fra loro né a livello accademico né a livello di insegnanti, ma che ipocritamente pretendono di far crescere nella testa di chi impara una conoscenza scientifica integrata.

14 (F) Oggi, volendo, spiegare/capire si può – per tutti: purché … Evidentemente, però, viviamo in una società a cui importa poco del futuro dei propri figli mentre importa molto di parassitare ruoli sociali necessari, esercitare potere sulle persone, controllare attraverso la (in)cultura gli assetti sociali, … … … (o no?)

15 (F) cfr (di fronte alle aberranti prove INVALSI, quelle PISA sono certamente un passo avanti: ma ce nè di strada da fare…) etc etc etc


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