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PubblicatoLadislas Sassi Modificato 11 anni fa
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Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE COMPETITIVE DEL MONDO RURALE E DELLA QUALITA’ Ex DIREZIONE GENERALE DELLO SVILUPPO RURALE, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI Importanza della conoscenza dei suoli per l’applicazione dei piani di sviluppo rurale Giuseppe Ciotti Funzionario Ufficio SVIRIS II
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Piani di sviluppo Rurale
Obiettivi della politica di sviluppo rurale Reg CEE 1698/05 Articolo 4 1. Il sostegno allo sviluppo rurale contribuisce alla realizzazione dei seguenti obiettivi: a) accrescere la competitività del settore agricolo e forestale sostenendo la ristrutturazione, lo sviluppo e l'innovazione; b) valorizzare l'ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio; c) migliorare la qualità di vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche.
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Piani di sviluppo Rurale
Asse 2 – miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale Misura 214 Produzione integrata Il D.M 2722 del 17 aprile 2008 definisce la Produzione integrata: il sistema di produzione agroalimentare che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici,
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Produzione integrata Evoluzione della lotta integrata in produzione integrata; Armonizzazione delle discipline regionali di PI; Produzione integrata: Difesa Tecniche agronomiche Applicazione della PI PSR OCM SQNPI GDO
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PRINCIPI E CRITERI GENERALI PER LE PRATICHE AGRONOMICHE DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
11. Fertilizzazione La fertilizzazione delle colture ha l’obiettivo di garantire produzioni di elevata qualità e in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia ambientale, del mantenimento della fertilità e della prevenzione delle avversità. A questo fine i disciplinari di produzione integrata regionali devono: - prevedere la definizione all’interno di un piano di fertilizzazione aziendale, dei quantitativi massimi dei macro elementi nutritivi distribuibili annualmente per coltura o per ciclo colturale, sulla base di una serie di valutazioni tra le quali rientrano: le asportazioni, le disponibilità di macroelementi nel terreno, le perdite tecnicamente inevitabili dovute a percolazione ed evaporazione, l’avvicendamento colturale e le tecniche di coltivazione adottate compresa la fertirrigazione. Nelle zone vulnerabili ai nitrati è obbligatorio il rispetto dei quantitativi massimi annui distribuibili stabiliti in applicazione della Direttiva 91/676/CEE.
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PRINCIPI E CRITERI GENERALI PER LE PRATICHE AGRONOMICHE DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
A questo fine i disciplinari di produzione integrata regionali devono: - prevedere l’esecuzione di analisi del suolo per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità: per le colture erbacee almeno ogni 5 anni, per quelle arboree all’impianto o, nel caso di impianti già in essere, all’inizio del periodo di adesione alla produzione integrata; è richiesta l’effettuazione di una analisi almeno per ciascuna area omogenea dal punto di vista pedologico ed agronomico. Sono ritenute valide anche le analisi eseguite nei 5 anni precedenti l’inizio dell’impegno. L’analisi fisico-chimica del terreno deve contenere almeno le informazioni relative alla granulometria (tessitura), al pH, alla CSC nei suoli e per le situazioni dove la sua conoscenza è ritenuta necessaria per una corretta interpretazione delle analisi, alla sostanza organica, al calcare totale e al calcare attivo, all’azoto totale, al potassio scambiabile e al fosforo assimilabile; i parametri analitici si possono desumere da carte pedologiche o di fertilità;
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LINEA GUIDA PER LA FERTILIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
Premessa Nel rispetto di quanto definito nei “Principi e criteri generali per le pratiche agronomiche della produzione integrata” , al fine di agevolare la definizione delle norme di fertilizzazione all’interno dei disciplinari regionali e la loro verifica di conformità, il gruppo tecnico agronomico definisce alcuni standard tecnici di riferimento: le analisi del terreno, effettuate su campioni rappresentativi e correttamente interpretate, sono funzionali alla stesura del piano di fertilizzazione, pertanto é necessario averle disponibili prima della stesura del piano stesso. ’ il piano di fertilizzazione è riferito alla singola coltura nell’ambito di una medesima zona omogenea nell’ottica di una razionale distribuzione dei fertilizzanti (naturali e/o di sintesi);
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Piano di fertilizzazione
L’impostazione del piano di fertilizzazione deve prendere in considerazione: Dati identificativi degli appezzamenti, Caratteristiche del terreno e dotazione in elementi nutritivi, Individuazione dei fabbisogni delle colture almeno per azoto, fosforo e potassio in funzione della resa prevista, Fertilizzanti impiegabili Modalità ed epoche di distribuzione.
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Schede a dose standard per coltura
In alternativa alla redazione di un piano di fertilizzazione analitico è possibile adottare il modello semplificato secondo le schede a dose standard per coltura elaborate a livello nazionale. Tali schede standard possono essere adattate dalle Regioni e Province autonome in funzione delle specificità territoriali. Es. 1 fertilizzazione pero Es. 2 fertilizzazione patata
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