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PubblicatoGervasio Gianni Modificato 10 anni fa
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TEMI di ATTUALITA’ STUDIO DEPINGUENTE Consulenza aziendale e finanziaria
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Imprese agricole Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili Condizioni per una tassazione favorevole
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PREMESSA E’ nota la crisi dell’agricoltura. E’ una situazione di cui bisogna preoccuparsi e trovare dei correttivi. La produzione di energia da fonti rinnovabili può costituire un’occasione di implementazione dei redditi degli agricoltori La produzione di energia da fonti rinnovabili può godere, se realizzata da imprese agricole, di una significativa riduzione del carico fiscale tale da rendere assolutamente vantaggioso l’investimento. E’ importante fare una riflessione sul tema
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Sussistono delle buone opportunità per le imprese agricole nel campo della produzione di energia elettrica utilizzando fonti di produzione rinnovabili: Infatti, con varie normative (finanziarie 2006, 2007 e 2008 rispettivamente lg 266/2005 n. 266, art. 1, comma 423, lg 296/2006, art. 1, comma 369 e lg 244/2007, art. 1, comma 178) la produzione di energia elettrica utilizzando fonti di produzione rinnovabili è stata dichiarata attività connessa all’attività agricola ex art. 2135 cc.e come tali beneficiaria della tassazione del reddito dell’attività come reddito catastale agrario ex art. 32 del TUIR e non come reddito analitico di impresa (contrapposizione ricavi/costi). In particolare ciò è stato stabilito per la: Produzione di energia elettrica e calorica derivante da fonti rinnovabili agroforestali (biomasse) e fotovoltaiche Produzione di biocarburanti (bioetanolo) ottenuti da vegetali provenienti prevalentemente dal fondo Produzione di prodotti chimici (biopolomeri e bioplastiche) derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo
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Inoltre, è stato disposto che tale opportunità sia assicurata anche alle società agricole costituite in forma di società di persone e società a responsabilità limitata ed alle società cooperative (nella ragione sociale dovrà esser citata la natura di società agricola) che oggi, assieme alla persona fisica, alla società semplice ed agli enti non commerciali, possono optare per la tassazione del reddito agrario in luogo del più oneroso reddito di impresa.
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PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA CON IMPIANTI FOTOVOLTAICI
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La tassazione di favore sulle imposte sui redditi (IRE o IRES su base catastale e non reddito d’impresa e IRAP al 1,9%) può aversi: 1.Sempre per potenza fino a 200 KWh L’energia elettrica prodotta si considera in ogni caso connessa all’attività agricola e l’energia prodotta dall’impianto è assoggettabile a reddito catastale agrario invece del reddito d’impresa oltre a IRAP ridotta. L’impianto può essere sia su edificio che altro impianto (es. a terra) secondo la definizione del nuovo conto energia
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B. Produzione di energia elettrica eccedente i primi 200 KWh di potenza nominale complessiva L’energia prodotta in eccesso può esser considerata connessa all’attività agricola nel caso sussista uno (e almeno uno) dei seguenti requisiti: 1.Produzione derivante da impianti con integrazione architettonica su strutture aziendali esistenti 2.Il volume d’affari dell’attività agricola deve esser superiore al volume d’affari della produzione di energia fotovoltaica superiore ai primi 200 KWhp, calcolato, quest’ultimo, senza tenere conto degli incentivi erogati per la produzione di energia fotovoltaica (solo ricavi da cessione alla rete o ad altro operatore e non ricavi da tariffa incentivante) 3.Entro il limite di 1 MWHp per azienda, per ogni 10 KWhp installata eccedente il limite di 200 KW l’impresa deve dimostrare di detenere almeno 1 ettaro di terreno utilizzato per l’attività agricola Ad esempio nel caso di imprenditore che abbia installato un impianto di potenza pari a 1 MW, dovrà coltivare almeno 80 ettari di terreno: 1000Kw – 200 KW (franchigia) = 800 KW 800:10 = 80
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Esempio e quantificazione del risparmio
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Risultati cumulati in 20 anni
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Rappresentazione grafica VALORI PERCENTUA LE
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Commento I numeri sono chiari: con un investimento di oltre 600.000 € finanziato dalla banca per il 90% (e ci sono prodotti bancari che si muovono in tal senso) si può ottenere un reddito annuo di 60.000 € cui va aggiunto il flusso di cassa relativo all’ammortamento del bene pari a 30.000 € per anno. Quindi, sono 90.000 € di flussi positivi annui. Confrontando l’ipotesi con ’ipotesi di autoconsumo al 50% e con analogo investimento tassato, però, in via ordinaria, si avrebbero i risultati seguenti:
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Segue….Commento In sostanza c’è un vantaggio maggiore nella vendita dell’intera produzione senza autoconsumo; sembrerebbe esser premiato l’investimento per aumentare la redditività e non quello per abbassare e razionalizzare i costi dell’attività. In realtà, all’ipotesi di autoconsumo, ipotesi gestionale che vuole anche risolvere problemi strutturali, si dovrebbe aggiungere il mancato costo dell’energia auto consumata e, quindi, un risparmio di costo che può stimarsi in circa 370.000 € per i 20 anni (18.500 €/anno). Aggiunto ai valori dell’ipotesi senza autoconsumo, ne pareggia i vantaggi. Quindi, lo scostamento tra le ipotesi è solo apparente. Invece, è reale e significativo lo scostamento dell’ipotesi senza agevolazione fiscale rispetto alle altre 2. Lo svantaggio è evidente.
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Autoconsumo Nel dettaglio l’autoconsumo con scambio sul posto, misurato anche il risparmio che l’azienda avrebbe per il non dover procedere ad acquisti di energia, darebbe, in 20 anni, i seguenti risultati, fermo il resto: IRR e VAN sarebbero allineati con l’ipotesi di autoconsumo 0% e cioè circa il 90% l’IRR e 800.000 € il VAN
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Ulteriori analisi sul fotovoltaico Senza abbondare nelle ipotesi, si è voluto analizzare su di un investimento da 1 Mwh – massimo consentito per un’attività agricola che abbia ampia dotazione di edifici su cui collocarli- per verificare costi e benefici massimi di un investimento fotovoltaico. L’ipotesi è riassunta nella seguente tabella:
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Nuovo Conto Energia - Ulteriori vantaggi per l’agricoltura Il nuovo Conto energia emanato nel 2010 (3° conto energia) offre ulteriori vantaggi per il settore agricolo che possono riassumersi: 1. Per gli impianti FV i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre avranno diritto ad una tariffa pari alla media aritmetica tra la tariffa per gli impianti su edifici e la tariffa per gli altri impianti
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PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA CON IMPIANTI BIOMASSA e BIOGAS
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Trattamento ed incentivi La produzione di energia attraverso il trattamento delle biomasse o di residui agricoli per produrre biogas dalla digestione anaerobica, gode di una tariffa onnicomprensiva del seguente tenore: incentivo di 0,28 € solo per i Kwh immessi nella rete durata dell’incentivo: 15 anni incompatibilità con altre forme di beneficio (ricavi da vendita dell’energia, contributi, certificati verdi, etc.) possibilità di scelta con il regime dei certificati verdi (con eventuale vendita dell’energia sul mercato) Limite massimo di potenza: 1 Mwhp
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Redditività di un investimento E’ stata effettuata un’ipotesi di investimento in un impianto delle stesse capacità dell’impianto fotovoltaico visto in precedenza e cioè: potenza 200 kwhp tariffa onnicomprensiva di 0,28 € per kwh prodotto ed immesso in rete durata di 15 anni Nessun autoconsumo In sintesi le caratteristiche sono: I risultati dell’investimento sono:
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Autoconsumo Nel caso di autoconsumo, con cessione in rete di solo il 50% dei kwh prodotti, andrebbe anche in questo caso misurato il risparmio che l’azienda avrebbe per il non dover procedere ad acquisti di energia. Si ridurrebbe la cessione in rete di energia e quindi l’incentivo, ma tale valore viene sostituito dal risparmio. Fermo il resto, l’ipotesi di autoconsumo del 50% e misurando il risparmio al valore del kwh di mercato si avrebbero i seguenti numeri di sintesi: Valori inferiori a quelli senza autoconsumo in quanto il risparmio è a prezzi inferiori ai valori di incentivo che vengono tolti per pari quantità. E ciò per effetto del meccanismo che vieta di cumulare incentivo a ricavo di vendita. Nel biogas l’autoconsumo riduce il vantaggio.
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Commento L’investimento è di quasi 900.000 €, maggiore di quello fotovoltaico di circa 200.000 €, però produce per più ore (in continuo) e, quindi, più kwh. Però la tariffa è inferiore e per meno anni (20 contro 15). Tali variazioni rendono comunque comparabili i risultati che in entrambi i casi sono oltremodo favorevoli e comportano un possibile incremento della redditività dell’impresa agricola. Per una maggior comprensione si riportano i dati più significativi dei due investimenti che entrambi portano a risultati interessanti. L’intento non è quello di valutare la convenienza tra i due investimenti, ma di verificare che per entrambi sussistano o meno le ipotesi di convenienza. Dall’analisi fatta sembra di poter dire che entrambe le ipotesi danno una seria risposta positiva.
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Comparazione tra i due investimenti Punti di forza FOTOVOLTAICO Biomassa/biogas Costo investimento inferiore tempi di realizzazione inferiori procedura amm. Semplificata Possibilità di cessione energia e scambio sul posto (autocons) durata regime agevolato superiore tariffa agevolata superiore Efficienza (90-95% delle ore annue superficie necessaria all’impianto inferiore
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segue… Comparazione tra i due investimenti Punti di debolezza FOTOVOLTAICO Biomassa/biogas efficienza (13% delle ore annue) Costo investimento superiore procedure amm. più complesse Durata costruzione sup. Tariffa agevolata inferiore durata inferiore regime agevol. impossibilitò di cedere energia e l’autoconsumo riduce i kw immessi in rete –ma c’è il vantaggio del costo per l’energia che viene a diminuire necessità di coltivare ampi terreni in affitto o proprietà
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segue… Comparazione tra i due investimenti Vantaggi e svantaggi dei due modi di produrre energia vengono di seguito evidenziati in tabella. Si ribadisce che la valutazione della convenienza tra l’uno e l’altro degli investimenti diperderà dalle variabili specifiche dell’impresa agricolea e dei beniimmobili di cui dispone.
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Elementi di comparazione
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Trattamento IVA degli incentivi e altre opportunità fiscali Gli incentivi relativi al conto energia per il fotovoltaico ed al conto unico per le altre forme di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sono fuori campo di applicazione dell’IVA per cui non costituiscono rapporto interessante per l’IVA. Inoltre altri temi hanno la seguente disciplina: gli investimenti negli impianti scontano la tariffa agevolata del 10% la cessione di energia (nel fotovoltaico) ha il regime del 10% tutto ciò indipendentemente dal regime del produttore agricolo (speciale o ordinario) Infine, l’atto di cessione del credito verso il GSE alla banca che finanzia l’investimento nel quadro della copertura con il debito del valore dell’impianto, è stata mandata esente da tassa di registro e tassata solo in caso d’uso. Tale opportunità è non secondaria in quanto comporta un risparmio del 3% dell’incentivo.
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Quadro generale Fiscalità: II.DD. e IVA Oltre alle considerazioni precedenti, il quadro generale II.DD. (reddito di impresa o agrario) ed IVA (sulla tariffa ma anche sui ricavi da cessione) è riassunto nella tabella che segue:
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Superfici necessarie FOTOVOLTAICO Per ogni Kwh sono necessari: 10 mq per impianti su tetti o superfici 18 mq per impianti a terra BIOGAS da impianti vegetali Le superfici dell’impianto in sé sono limitate (2.000 mq). E’ invece necessario un territorio vasto per le coltivazioni. Per trarre il 51% del combustibile vegetale dal terreno coltivato sono necessari i prodotti di 0,145 ha per kwhp (1.450 mqX Kwhp)
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