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Ritorno all’Istinto Vitale
Gian Vittorio Caprara Dipartimento di Psicologia “Sapienza” Università di Roma
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Le teorie e le ricerche attuali sulla salute mentale ed il benessere psicologico degli individui assegnano grande rilievo allo studio dei punti di forza e delle caratteristiche positive degli esseri umani
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La salute mentale non è più definita come l’assenza di malattia, ma come la presenza di:
“uno stato di benessere che promuove la realizzazione delle potenzialità dell’individuo, sostiene la sua capacità di fronteggiare le normali difficoltà della vita, lo rende capace di lavorare produttivamente e di offrire un contributo significativo alla sua comunità” (World Health Organization, 2004, p. 12).
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Questo spiega l’attenzione attuale degli scienziati sociali verso l’individuazione di indicatori affidabili del funzionamento ottimale degli individui, utilizzabili sia a fini di ricerca, che all’interno di interventi psico-sociali volti alla promozione del benessere (Keyes, 2007).
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L’Autostima (Harter, 2006), la soddisfazione di vita (Diener, Emmons, Larsen & Griffin, 1985), e l’ottimismo disposizionale (Scheier & Carver 2001) rappresentano predittori di benessere e successo dell’individuo, all’interno di ambiti diversi quali: salute, successo accademico, e prestazione lavorativa (Baumeister, Campbell, Krueger & Vohs, 2003; Lyubomirsky, King & Diener, 2005; Scheier, Carver & Bridges, 1994).
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Numerosi autori hanno riportato correlazioni elevate tra autostima, soddisfazione di vita, ed ottimismo (i.e. Campbell, 1981; Caprara & Steca, 2005, 2006; Diener & Diener, 1995; Lucas, Diener, & Suh, 1996; Schimmack & Diener, 2003). Tuttavia, nessuno studio empirico ha indagato se questi tre costrutti possano essere ricondotti ad un unico fattore comune, o il vantaggio che può derivare dal prendere in considerazione ciò che essi hanno in comune, o ciò che è specifico a ciascuno di essi. In realtà, studi psicometrici (Caprara, et al. 2009), cross culturali (Alessandri, Caprara, & Tisak, 2010; Caprara, Steca et al., 2010) e genetici, suggeriscono l’esistenza di una dimensione latente, comune ai tre costrutti e denominata Orientamento Positivo (Caprara, et al., 2010).
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ORIENTAMENTO POSITIVO
Una tendenza di base a guardare e prendere in considerazione gli aspetti positivi della vita, del futuro e di sé
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INVARIANZA SCALARE PARZIALE
Italia 564 (M=243; F=321; age=21.68) Germania 483 (M=185; F=298; Age=21.43) Giappone 201 (M=98; F=105; age=19.21) PO1 PO2 PO3 PO4 PO5 RSGN1 RSGN4 RSGN5 LOTP1 LOTP2 LOTP3 RSGN2 RSGN3 LOTN1 LOTN2 LOTN3 RSGP4 RSGP5 RSGP1 RSGP2 RSGP3 SWL4 SWL5 SWL1 SWL2 SWL3 Autostima Soddisfazione Di vita r1 r2 r3 r4 r5 r6 r7 r8 r9 r10 r11 r12 r13 r14 r15 r16 r17 r18 r19 r20 r21 MPS MNS MPO U1 U2 U3 Orientamento Positivo Ottimismo Giappone Germania Italia INVARIANZA SCALARE PARZIALE Modello configurale CHIQUADRO(510) = p.<.01 CF2 = .986 TLI = .983 RMSEA = .048 [ ] SRMR = .061 Modello scalare parziale CHIQUADRO(598) = p.<.01 CF2 = .976 TLI = .978 RMSEA = .059 [ ] SRMR = .064
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Studi empirici hanno dimostrato che le tre componenti dell’orientamento positivo possono essere modificate, malgrado la grande stabilità del costrutto latente
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195 Adolescenti 47% Maschi Età T1 = 17 T2 = 19 T3 = 21
Ottimsimo Tempo 1 Soddisfazione di Vita Autostima Ottimismo Tempo 3 R2= .64 Di vita Tempo3 R2 = .69 R2= .65 Orientamento Positivo Tempo3 d4 d5 d6 d1 d2 d3 Autoeficacia Sociale Tempo 2 Autoefficacia Emozioni Negative Tempo2 Positive .32 (.32) .36 (.42) .43 (.51) .45 (.48) .72 (.63) .67 (.66) . 80 (.85) .39 (.48) .33 (.18) .40 (.13) .36 (.33) .21 (.19) -.07 (-.07) .01 (.01) .04 (.03) .23 (.18) .25 (.20) .23 (.22) .13 (.14) .60 (.64) .65 (.72) .81 (.84)
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La Scala dell’Orientameno Positivo
Due assunzioni L’Orientamento positivo è necessario per fronteggiare le difficoltà, le avversità, le perdite, e a fronte dell’ineluttabilità della morte Le differenze individuali nell’Orientamento Positivo svolgono un’importante funzione biologica e culturale nel bilanciare al meglio le tendenze individuali all’evitamento del rischio e alla ricerca di novità
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ITEMS Ho una grande fiducia nel futuro
Quando ne ho bisogno, solitamente ho qualcuno sul quale posso contare Sono soddisfatto della mia vita A volte il futuro mi sembra davvero oscuro (r) Generalmente ho molta fiducia in me stesso Guardo al futuro con speranza ed entusiasmo Ho molte cose di cui essere fiero Complessivamente sono soddisfatto di me
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INVARIANZA SCALARE PARZIALE
POSITIVITA’ Italia 1.120 (49% uomini ; età=31.68) Spagna 583 (M=44% uomini; età=21.43) Giappone 333 (M=48% uomini; età=19.21) USA 1195 (M=44% uomini età 19.21) item1 item2 item3 item4 item5 item6 item7 item8 ε1 ε2 ε3 ε4 ε5 ε6 ε7 ε8 INVARIANZA SCALARE PARZIALE Modello configurale CHIQUADRO(333) = p.<.01 CF2 = .956 TLI = .967 RMSEA = .046 [ ] SRMR = .059 Invarianza scalare parziale CHIQUADRO(391) = p.<.01 CF2 = .953 TLI = .959 RMSEA = .051 [ ] SRMR = .0
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L’ Ereditabilità (A) è risultata pari al 63%
Positività A 63% E 37% L’ Ereditabilità (A) è risultata pari al 63% L’effetto dell’Ambiente non condiviso (E) è risultato pari al 37%
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L’orientamento positivo, ovvero la tendenza di base a guardare positivamente a sé, alla propria vita ed al proprio future, esercita un’importante funzione biologica predisponendo l’individuo a fronteggiare le difficoltà della vita, i fallimenti e le inevitabili perdite (Caprara, et al., 2009). L’orientamento positivo è necessario perchè le persone continuino ad evolversi ed aver cura di se, a dispetto del declino determinato dall’età e dell’idea della morte
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L’Orientamento Positivo svolge un’importante funzione biologica e culturale.
Esso permette un buon bilanciamento della tendenza individuale all’evitamento del rischio e con quella alla ricerca di nuove esperienze. (Caprara, Alessandri, Trommsdorff, Heikamp, Yamaguchi & Suzuki, 2010).
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Grazie a tutti!
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