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PubblicatoAlessa Vitale Modificato 10 anni fa
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Dalla raccolta di dati alla attenzione alla qualità Programmi e indicatori
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DALLA QUANTITA’ ALLA QUALITA’ Le sfide del mondo globale impegnano tutti i responsabili a garantire a tutti opportunità e diritti. Interventi volti a garantire incrementi quantitativi non sono più sufficienti.Da un lato il cambiamento in atto in tutto il mondo e dall’altro gli elevati costi che gli investimenti per l’istruzione comportano richiedono una attenta valutazione di quello che l’istruzione formale produce e di tutto quello che deve essere garantito attraverso azioni specifiche nel corso di vita delle persone. E’ questo il contesto in cui, a partire dagli anni novanta del secolo scorso, Education for All diventa il progetto Schooling for All ( il diritto alla scuola soprattutto per i bambini e per le bambine) e a questo si affianca, come Goal autonomo, il diritto al life long learning. Due problemi diventano quindi centrali: la produzione di indicatori correlati con i processi di scolarizzazione, come strumenti di monitoraggio nel corso del tempo, e lo studio, sempre nel corso del tempo, dei patrimoni di competenze possedute dalle popolazioni e quindi l’individuazione dei bisogni di conoscenza nel corso della vita
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Fenomeni che vengono analizzati per costruire profili di popolazioni, evidenziare elementi di forza e debolezza, rischi e prospettive di sviluppo. I dati sono raccolti per aree e per singoli stati, all’interno di queste, e sintetizzati poi in relazione ad alcuni aspetti interpretativi: Indicatori dello Statistical Report sui processi di scolarizzazione (Unesco2012 )
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Profilo interpretativo A caratteristiche economiche 1)aspetti demografici, Hiv e AIDS, PIL, eventuali aiuti esterni e indici di povertà 2) literacy e illiteracy –popolazione adulta e giovane 3) prospettive di sopravvivenza alla nascita- condizioni economiche e sanitarie riferite alla maternità, fattori di benessere 4) dati sulla scolarizzazione per fasce di età
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profilo interpretativo B : paesi in transizione, paesi sviluppati, paesi in via di sviluppo) 5) indicatori di successo della scolarizzazione 6) accesso alla scuola primaria 7) tassi di ripetenza in tutti i percorsi e livelli di scuola 8) dropout a partire dalla scuola primaria 9) transizione dai vari livelli di scuola verso livelli superiori 10) educazione terziaria. Le fonti sono UNESCO, EARLY CHILDHOOD,CARE and EDUCATION (ECCE) WORLD BANK, OCSE e sistemi statistici regionali e locali
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Proiezioni al 2015 Solo i paesi appartenenti all’area Nord America ed Europa Occidentale ( che comprende Cypro e Israele) non registrano popolazioni con redditi che si collocano al disotto della soglia di povertà ( convenzionalmente al 2009 stimata a 1,25 US$ al giorno). La proiezione al 2015 dell’analfabetismo dei giovani (15-24 anni) prevede un totale di 95.880.000 giovani di cui il 56% giovano donne, e degli adulti (+ di 15 anni) un totale di 736.582.000 adulti di cui il 64% sono donne. Gli altri dati, dai vari punti di vista appaiono correlati a condizioni di marginalità di intere aree del mondo globale. cHmByewm
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Paesi in via di sviluppo Paesi in transizione Concetti sempre provvisori che subiscono modificazioni in relazione alla finalità delle raccolte e dei contesti. Argentina Bolivia Brasile Cile Cina CubaArgentina Bolivia Brasile Cile Cina Cuba Ecuador Egitto Guatemala India IndonesiaEcuador Egitto Guatemala India Indonesia Messico Nigeria Pakistan Paraguay PerùMessico Nigeria Pakistan Paraguay Perù Filippine Sudafrica Tanzania Thailandia UruguayFilippine Sudafrica Tanzania Thailandia Uruguay Venezuela ZimbabweVenezuela Zimbabwe I Paesi leader del G20, conosciuti come G4, sono il Brasile, la Cina, l'India e il SudafricaG4BrasileCinaIndiaSudafrica Paesi in transizione sono paesi dell’ex blocco dell’Est che dal 1990 si trovano sulla via della democrazia e dell’economia di mercato. In tale processo di riforma, i paesi in transizione dell’ex blocco sovietico presentano ognuno un grado di sviluppo diverso. In testa troviamo i candidati a un’adesione all’UE, seguiti dagli stati del sudest europeo. Le nazioni della Comunità di stati indipendenti (CSI) devono invece affrontare ancora molte riforme. Oggi il problema riguarda anche Libia,Egitto (cosiddette primavere arabe)
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