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PubblicatoBrunilda Grillo Modificato 10 anni fa
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Storia Economica Corso anno accademico 2001-2002 (seconda parte)
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Storia Economica - Lezione 82 Lezione 8 Gli anni Venti nel mondo (1919-1929) Indice I differenti ritmi della ripresa ecoomica Il Gold Exchange Standard Le difficoltà della Germania Il ritorno al protezionismo
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Storia Economica - Lezione 83 Gli anni Venti nel mondo (1919-1929) I differenti ritmi della ripresa economica
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Storia Economica - Lezione 84 I differenti ritmi della ripresa economica Superata la difficile fase della riconversione industriale, i vari stati occidentali conobbero un periodo di crescita economica che si protrasse per circa un decennio. La ripresa economica non fu però omogenea e vi furono livelli di crescita estremamente diversi tra le diverse nazioni; mentre Francia, Gran Bretagna e, tutto sommato, anche l’Italia conoscevano un periodo di forte sviluppo, la Germania veniva travolta da una crisi dalla quale uscì, grazie agli aiuti internazionali, intorno alla metà del decennio.Superata la difficile fase della riconversione industriale, i vari stati occidentali conobbero un periodo di crescita economica che si protrasse per circa un decennio. La ripresa economica non fu però omogenea e vi furono livelli di crescita estremamente diversi tra le diverse nazioni; mentre Francia, Gran Bretagna e, tutto sommato, anche l’Italia conoscevano un periodo di forte sviluppo, la Germania veniva travolta da una crisi dalla quale uscì, grazie agli aiuti internazionali, intorno alla metà del decennio.
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Storia Economica - Lezione 85 I differenti ritmi della ripresa economica Gran Bretagna e Francia: tra inflazione e ripresa Alla fine della guerra i prezzi erano triplicati, sia in Inghilterra che in Francia, rispetto a cinque anni prima. Ma questi due paesi uscirono presto dalla crisi post-bellica e, a partire dal 1921, la produzione industriale e il reddito nazionale tornarono a salire. Occorre però sottolineare che solo alla fine del decennio questi due paesi tornarono ai livelli produttivi del 1914.Alla fine della guerra i prezzi erano triplicati, sia in Inghilterra che in Francia, rispetto a cinque anni prima. Ma questi due paesi uscirono presto dalla crisi post-bellica e, a partire dal 1921, la produzione industriale e il reddito nazionale tornarono a salire. Occorre però sottolineare che solo alla fine del decennio questi due paesi tornarono ai livelli produttivi del 1914. Il nuovo ruolo degli Stati Uniti La guerra aveva sancito la superiorità industriale degli Stati Uniti rispetto ai vari paesi europei. Anche se con la pace vi fu un certo ritorno all’isola- zionismo, soprattutto dal punto di vista politico, gli Stati Uniti divennero il perno dell’economia mondiale, la loro ripresa economica trainò la crescita in tutto l’occidente e i finanziamenti americani furono essenziali per la ripresa economica dell’Europa e in particolare in paesi come la Germania, travolti da una grave crisi economica.La guerra aveva sancito la superiorità industriale degli Stati Uniti rispetto ai vari paesi europei. Anche se con la pace vi fu un certo ritorno all’isola- zionismo, soprattutto dal punto di vista politico, gli Stati Uniti divennero il perno dell’economia mondiale, la loro ripresa economica trainò la crescita in tutto l’occidente e i finanziamenti americani furono essenziali per la ripresa economica dell’Europa e in particolare in paesi come la Germania, travolti da una grave crisi economica.
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Storia Economica - Lezione 86 Gli anni Venti nel mondo (1919-1929) Il Gold Exchange Standard
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Storia Economica - Lezione 87 Il Gold Exchange Standard All’inizio della guerra, la Gran Bretagna decise di sospendere la convertibilità della sterlina in oro. Ciò provocò la fine del Gold Standard, con importanti conseguenze dal punto di vista dell’inflazione in tutta Europa. Solo ne 1925 la maggior parte dei paesi europei riuscì a stabilizzare le proprie monete sulla base di un nuovo sistema chiamato Gold Exchange Standard. Con questo nuovo sistema le banche centrali non erano più costrette a tenere riserve esclusivamente auree, ma potevano utilizzare anche divise convertibili; in pratica le banconote potevano essere convertite in oro o in quelle monete estere (dollaro e sterlina) convertibili nel loro paese di emissioneAll’inizio della guerra, la Gran Bretagna decise di sospendere la convertibilità della sterlina in oro. Ciò provocò la fine del Gold Standard, con importanti conseguenze dal punto di vista dell’inflazione in tutta Europa. Solo ne 1925 la maggior parte dei paesi europei riuscì a stabilizzare le proprie monete sulla base di un nuovo sistema chiamato Gold Exchange Standard. Con questo nuovo sistema le banche centrali non erano più costrette a tenere riserve esclusivamente auree, ma potevano utilizzare anche divise convertibili; in pratica le banconote potevano essere convertite in oro o in quelle monete estere (dollaro e sterlina) convertibili nel loro paese di emissione
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Storia Economica - Lezione 88 Il Gold Exchange Standard I disordini monetari del dopoguerra Agli inizi degli anni venti tutte le monete europee erano al di sotto delle parità prebelliche rispetto al dollaro. Non solo, ma alcuni paesi, come Italia e Francia, favorivano la svalutazione monetaria per incentivare le proprie esportazioni. Altri paesi ancora venivano travolti dall’iperinflazione ed erano costretti ad introdurre nuove unità monetarie (Germania).Agli inizi degli anni venti tutte le monete europee erano al di sotto delle parità prebelliche rispetto al dollaro. Non solo, ma alcuni paesi, come Italia e Francia, favorivano la svalutazione monetaria per incentivare le proprie esportazioni. Altri paesi ancora venivano travolti dall’iperinflazione ed erano costretti ad introdurre nuove unità monetarie (Germania). Il ritorno della convertibilità della sterlina Nel 1925 la sterlina tornò ad essere convertibile e ciò rappresentò senz’altro un fattore di stabilizzazione per tutta l’Europa. Gran parte dei paesi, infatti, adottarono il sistema del Gold Exchange Standard, anche se si posero su livelli nettamente inferiori a quelli pre-bellici: la Francia stabilizzò la propria moneta al 20% dell’antico valore in dollari e l’Italia al 25%.Nel 1925 la sterlina tornò ad essere convertibile e ciò rappresentò senz’altro un fattore di stabilizzazione per tutta l’Europa. Gran parte dei paesi, infatti, adottarono il sistema del Gold Exchange Standard, anche se si posero su livelli nettamente inferiori a quelli pre-bellici: la Francia stabilizzò la propria moneta al 20% dell’antico valore in dollari e l’Italia al 25%.
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Storia Economica - Lezione 89 Gli anni Venti nel mondo (1919-1929) Le difficoltà della Germania
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Storia Economica - Lezione 810 Le difficoltà della Germania Il paese che subì le conseguenze più drammatiche della I guerra mondiale fu senz’altro la Germania. Il trattato di Versailles le imponeva condizioni di pace estremamente dure e vessatorie. In un clima di sfiducia e con gravi problemi di riconversione industriale, nasceva la Repubblica di Weimar, che raccoglieva l’eredità del Reich, crollato a seguito della dura sconfitta militare. La crisi economica e la conseguente iperinflazione misero subito in grave difficoltà la nuova entità statale. Crisi economica, malessere sociale, un diffuso senso di frustrazione e la debolezza istituzionale aprirono la strada a tendenze politiche ispirate al nazionalismo più estremo, il cui successo elettorale, all’inizio degli anni Trenta ebbe conseguenze drammatiche per l’intera Europa.Il paese che subì le conseguenze più drammatiche della I guerra mondiale fu senz’altro la Germania. Il trattato di Versailles le imponeva condizioni di pace estremamente dure e vessatorie. In un clima di sfiducia e con gravi problemi di riconversione industriale, nasceva la Repubblica di Weimar, che raccoglieva l’eredità del Reich, crollato a seguito della dura sconfitta militare. La crisi economica e la conseguente iperinflazione misero subito in grave difficoltà la nuova entità statale. Crisi economica, malessere sociale, un diffuso senso di frustrazione e la debolezza istituzionale aprirono la strada a tendenze politiche ispirate al nazionalismo più estremo, il cui successo elettorale, all’inizio degli anni Trenta ebbe conseguenze drammatiche per l’intera Europa.
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Storia Economica - Lezione 811 Le difficoltà della Germania Le condizioni del trattato di Versailles La Germania fu costretta a restituire l’Alsazia- Lorena alla Francia, parte della Prussia occidentale e la regione mineraria dell’Alta Slesia alla Polonia. Dovette, inoltre, rinunciare a tutte le proprie colonie e all’80% della sua flotta. Le riparazioni di guerra nei confronti dei vincitori erano particolarmente pesanti e avrebbero costituito un freno enorme alla ripresa economica del paese.La Germania fu costretta a restituire l’Alsazia- Lorena alla Francia, parte della Prussia occidentale e la regione mineraria dell’Alta Slesia alla Polonia. Dovette, inoltre, rinunciare a tutte le proprie colonie e all’80% della sua flotta. Le riparazioni di guerra nei confronti dei vincitori erano particolarmente pesanti e avrebbero costituito un freno enorme alla ripresa economica del paese. Crisi economica e iperinflazione Proprio il pagamento delle riparazioni di guerra, unito alle difficoltà della riconversione industriale, provocarono un prolungato ristagno demografico. Il marco perse rapidamente valore e tra il 1922 e il 1923 i prezzi salirono di un trilione di volte.Proprio il pagamento delle riparazioni di guerra, unito alle difficoltà della riconversione industriale, provocarono un prolungato ristagno demografico. Il marco perse rapidamente valore e tra il 1922 e il 1923 i prezzi salirono di un trilione di volte.
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Storia Economica - Lezione 812 Le difficoltà della Germania La difficile ripresa Alla fine del 1923 la Germania avviò una rigida politica di stabilizzazione monetaria, che permise di bloccare l’iperinflazione. Grazie soprattutto agli aiuti internazionali, in particolare dagli Stati Uniti, il sistema finanziario tedesco si rimise rapidamente in sesto. E già nel 1924 vi erano i primi segni di ripresa economica. L’instabilità politica La Repubblica di Weimar si caratterizzò subito per una forte instabilità politica e per l’incapacità da parte del partito cattolico e quello socialdemocratico di trovare un accordo in grado di far superare al paese la grave crisi economica e di contrastare il nazionalsocialismo.La Repubblica di Weimar si caratterizzò subito per una forte instabilità politica e per l’incapacità da parte del partito cattolico e quello socialdemocratico di trovare un accordo in grado di far superare al paese la grave crisi economica e di contrastare il nazionalsocialismo.
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Storia Economica - Lezione 813 Gli anni Venti nel mondo (1919-1929) Il ritorno al protezionismo
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Storia Economica - Lezione 814 Il ritorno al protezionismo Nella prima metà degli anni ‘20 vi fu in tutta Europa, con la sola eccezione della Germania, una rapida ripresa, che in realtà riportò l’economia mondiale ai livelli precedenti la guerra. Tale ripresa fu segnata da una generale adozione del libero scambio, ma nella seconda metà del decennio, l’aumento della conflittualità e la progressiva saturazione dei mercati provocò un forte ritorno al protezionismo. Ciò portò all’aggravarsi della crisi, che assunse caratteri strutturali e planetari nel 1929.Nella prima metà degli anni ‘20 vi fu in tutta Europa, con la sola eccezione della Germania, una rapida ripresa, che in realtà riportò l’economia mondiale ai livelli precedenti la guerra. Tale ripresa fu segnata da una generale adozione del libero scambio, ma nella seconda metà del decennio, l’aumento della conflittualità e la progressiva saturazione dei mercati provocò un forte ritorno al protezionismo. Ciò portò all’aggravarsi della crisi, che assunse caratteri strutturali e planetari nel 1929. Il commercio internazionale negli anni ‘20 Dopo una fase di ripresa degli scambi, vi fu una brusca inversione di tendenza. I mercati arrivarono ben presto alla saturazione e la risposta più semplice fu quella di attuare di nuovo una politica protezionista. Anche paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti introdussero dazi sempre più alti sulle importazioni, tanto da indurre alcuni storici a parlare di “neomercatilismo”.Dopo una fase di ripresa degli scambi, vi fu una brusca inversione di tendenza. I mercati arrivarono ben presto alla saturazione e la risposta più semplice fu quella di attuare di nuovo una politica protezionista. Anche paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti introdussero dazi sempre più alti sulle importazioni, tanto da indurre alcuni storici a parlare di “neomercatilismo”.
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Storia Economica - Lezione 815 Il ritorno al protezionismo La finanza internazionale Nonostante i grandi sforzi di gran parte dei governi europei di ripristinare le condizioni monetarie e finanziare del periodo prebellico, l’attuazione del Gold Exchange Standard risultò sempre difficile e soggetta forti turbolenze. Anche per questo i flussi finanziari internazionali risultavano penalizzati e ciò finì per mettere ancora più in difficoltà i paesi carenti di capitali come l’Italia e la GermaniaNonostante i grandi sforzi di gran parte dei governi europei di ripristinare le condizioni monetarie e finanziare del periodo prebellico, l’attuazione del Gold Exchange Standard risultò sempre difficile e soggetta forti turbolenze. Anche per questo i flussi finanziari internazionali risultavano penalizzati e ciò finì per mettere ancora più in difficoltà i paesi carenti di capitali come l’Italia e la Germania Il ruolo degli Stati Uniti In tale contesto il ruolo degli Stati Uniti risultava centrale. Anche se dal punto di vista politico e diplomatico il governo di Washington cercava di occuparsi il meno possibile delle intricate vicende europee, l’economia americana rimaneva ormai l’unica in grado di supportare la ricostruzione nei vari paesi del vecchio continente. Le politiche finanziarie e monetarie in Europa avevano spesso lo scopo di attirare capitali dagli USA, anche al prezzo di enormi sacrifici da imporre alla popolazione. In effetti la ripresa in Germania e, in una certa misura, anche in Italia fu sostenuta dal massiccio intervento di capitali d’oltreoceano.In tale contesto il ruolo degli Stati Uniti risultava centrale. Anche se dal punto di vista politico e diplomatico il governo di Washington cercava di occuparsi il meno possibile delle intricate vicende europee, l’economia americana rimaneva ormai l’unica in grado di supportare la ricostruzione nei vari paesi del vecchio continente. Le politiche finanziarie e monetarie in Europa avevano spesso lo scopo di attirare capitali dagli USA, anche al prezzo di enormi sacrifici da imporre alla popolazione. In effetti la ripresa in Germania e, in una certa misura, anche in Italia fu sostenuta dal massiccio intervento di capitali d’oltreoceano.
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