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PubblicatoTancredo Di lorenzo Modificato 10 anni fa
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Dio del mio cuore... Dio del mio cuore, della mia vita, della mia preghiera, Dio dei viventi, con te voglio parlare…
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Dio della mia preghiera porgi l’orecchio alle mie parole, ascolta la voce del mio cuore, fin dal mattino t’invoco e stò in attesa…
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\ Mio Dio, se la mia vita deve essere una sola preghiera e il mio pregare solo una parte di questa mia vita che passa, davanti a Te vorrei poterti presentare la mia vita e tutta intera la mia anima…
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Dio della mia vita l’amore mi innalza e mi rapisce in te
Dio della mia vita l’amore mi innalza e mi rapisce in te. Se io mi abbandono totalmente all’AMORE, Tu sei la mia vita, e la tua incomprensibilità è sepolta nella unità dell’Amore.
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Dio del mio cuore, comprendere la tua incomprensibilità è beatitudine, se ti posso amare.
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Dio dei viventi: amare è riversarsi e fluire in te, dipendere da Te e aderire a Te con l’ultimo fondo del mio essere…
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Dio della mia preghiera, come consegnare a Te la mia intimità se Tu stesso non apri il sacrario della mia anima dove anch’io posso entrare per consegnarti tutto il mio essere?
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Dio del mio cuore e della mia preghiera, solo Tu puoi schiudere il sacrario chiuso della mia anima. Dobbiamo entrare insieme, dove giace sepolto immobile e sordo l’ultimo segreto che mi imprigiona e che vuole essere consegnato, in un grido di dolore e di gioia…quando Tu vorrai….
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Quando sarò entrato insieme con Te nella profondità del mio essere allora con mani tremanti ti consegnerò intero il mio cuore e tutto il mio amore…
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E dopo l’ora del mio amore, che tu veli nel tuo silenzio, mi troverò ancora nella notte dell’attesa, fino a quando ti vedrò e raccoglierò tutte le mie forze e le mie potenze per rendermi a Te, eternamente…
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Dio dei Viventi non voglio perdere nulla di quanto mi hai dato, per questo voglio parlarti anche di Coloro che Tu hai già nascosto nel tuo eterno silenzioso grembo strappandoli da me…e di coloro che ancora nasconderai nel Tuo Silenzio d’Amore…
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Dio dei Viventi dammi di accogliere nel mio cuore il silenzio dei miei morti e la presenza dei vivi che amo nel silenzio, perché il linguaggio degli uni e degli altri sia musica e canto per la mia anima, riflesso di Te che mi parli con la tua Parola, nello scorrere dei giorni…e del tempo.
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Dio della mia vita, la tua Parola mi chiama ad assumere la mia fragilità per entrare nella tua Vita, fa’ che io mi abbandoni a Te, stabilmente, nell’attesa dello svelamento che sprigionerà gioia ed esultanza dal cuore del mio essere, in un luminoso abbraccio eterno con Te.
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Dio del mio cuore so’ bene che la mia preghiera non è sempre entusiasmo e rapimento ma sempre mi può mettere interamente in mano a Te, a tua discrezione, senza riserva alcuna.
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La mia preghiera spesso è anche canto di afflizione, di dolore e di intimo sanguinare del cuore, che vorrebbe effondersi in silenzio come incenso che danza davanti a Te, dalla profonda interiorità della mia anima.
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Ma tu Dio della mia preghiera, solo Tu che dimori infondo al mio essere, mi puoi aprire l’uscio del santuario segreto della mia vita perché anch’io possa entrare per offrirti il sacrificio del sangue del mio cuore.
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Dio del mio cuore e della mia vita che con la tua parola: “…Non sia turbato il tuo cuore” …mi chiedi l’intima unione nella fede con Te, fa’ che io risponda con la mia vita e con il mio silenzio al tuo desiderio eterno di me…
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Ma è possibile che Tu sia la mia dimora, Tu che mi liberi dal carcere della mia finitudine? O non diventi Tu il nuovo tormento della mia vita, quando mi apri la porta alla tua infinità?
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La mia insoddisfazione sei Tu, se ogni mia conoscenza non può che finire nella tua incomprensibilità; l’eterna inquietudine di questo spirito senza pace sei Tu….
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Dovrà cadere davanti a Te senza risposta ogni domanda
Dovrà cadere davanti a Te senza risposta ogni domanda? Io ti parlo da insipiente. Perdonami Signore! Tu mi hai detto, per il Figlio tuo, che sei il Dio del mio amore….
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Allora…”Accoglimi secondo la tua Parola e vivrò, non deludermi nella mia speranza”….Dio della mia vita, incomprensibile! Sìì Tu la mia vita, Dio del mio cuore, Dio della mia fede, che mi attira nella tua notte. Dio dei Viventi fa della tua notte la dolce luce della mia anima. Sii Tu il Dio della mia Speranza, della mia preghiera, del mio desiderio, della mia attesa…fino al giorno nel quale Tu sarai tutta la mia Vita, risponderai a tutte le mie domande e compirai il mio infinito Desiderio di Te. Amen.
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Monastero Benedettine S. Margherita Fabriano
Foto: Archivio del Monastero ( Flora del Parco Regionale- comune di Genga-Frasassi ) Le ginestre chiamate da Giacomo Leopardi “fiore del deserto” nel Canto La Ginestra, è il fiore che ha ispirato l’elaborazione di questa preghiera . “…dove tu siedi, o fior gentile, e quasi i danni altrui commiserando, al cielo di dolcissimo odor mandi profumo, che il deserto consola….. “….E tu lenta ginestra, che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni…” La ginestra “che il deserto consola” nella poesia leopardiana diventa simbolo di una coscienza capace di attingere la quiete dalle contraddizioni dell’esistente. La ginestra per il suo potere luminoso e per il suo profumo che richiama una Presenza di cui il cuore umano non è mai sazio è “il fiore del deserto” che con il suo silenzioso linguaggio consola lo spirito nella solitudine e continua a ispirare il cuore orientandolo alla pura preghiera. Testi elaborati da: K.Rahner, Tu sei il silenzio, colloqui con Dio Altissimo. floridapps
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