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Zona dell’Alto Sebino Parrocchia di Lovere
Corso biblico in 6 incontri Introduzione generale alla Bibbia e all’Antico Testamento Pentateuco e Libri storici Libri profetici e sapienziali Introduzione al Nuovo Testamento Sinottici e Atti degli Apostoli Giovanni, Paolo e Lettere cattoliche 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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Sinottici e Atti degli Apostoli
Bibliografia di riferimento: - Penna, R., La formazione del Nuovo Testamento nelle sue tre dimensioni, San Paolo, Cinisello B Ebner, M., Schreiber, S., (edd.), Introduzione al Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia 2012. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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5 criteri di storicità dei Vangeli:
molteplice attestazione discontinuità (o imbarazzo) conformità spiegazione necessaria stile Lo studio della formazione del Vangelo scritto La domanda di fondo è ora: come si sono formati i Vangeli? L’esegesi approccia il testo o con metodo diacronico (secondo il criterio storico-temporale) o con metodo sincronico (analisi e interpretazione del testo nella sua forma attuale). L’esegesi storico-critica si occupa del passaggio dal Vangelo orale al Vangelo scritto che diventa oggetto di studio mediante diversi tipi di approcci: 1 - Critica delle forme (Gunkel: generi letterari, Sitz im Leben) 2 - Critica delle fonti (dalla fine del ‘700, Wellhausen, analogia con il Pentateuco) 3 - Critica della redazione (importanza del ruolo del redattore finale) 4 - Critica della tradizione (storia dei vari stadi di formazione del testo) Importante ricordare che, prima di ogni studio esegetico, bisogna porre tutto lo studio filologico previo (paleografia e linguistica) dei testimoni del N.T. (papiri e codici): la critica testuale. E’ questa che consegna un testo all’esegeta perché senza una certezza di lettura non c’è esegesi solida.
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Prof.ssa Marialaura Mino
I Vangeli sinottici sono i 3 Vangeli di Matteo, Marco e Luca; non si tratta dello stesso vangelo, raccontato in tre modi diversi, ma di tre vangeli diversi, con una propria indipendenza, con molte concordanze, ma anche molte discordanze; fin dall’antichità gli studiosi hanno cercato spiegazioni per concordanze e differenze. Le ipotesi fatte sono molteplici, ma alla fine sono 3 gli elementi in gioco (vedi critica delle fonti e critica delle forme): la dipendenza comune (es. fonte Q per Mt e Lc); l’interdipendenza (1 è più antico e gli altri 2 dipendono da esso); il fatto della tradizione orale (che precede). Su questi elementi si innestano alcune variabili, da tenere in considerazione: A - l’attività dei redattori, cioè Marco, Luca e Matteo; B - le forme stereotipate proprie della catechesi primitiva; C - il ruolo delle mnemotecniche; D - l’uso iniziale della lingua aramaica (giochi di parole, frasi fatte); E - l’uso della koinè, cioè di un greco comune, non classico, parlato tra cristiani. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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I Vangeli sinottici - segue
Di fatto: lo schema di Marco, che è il più breve, si ritrova anche in Matteo e Luca: in Luca con delle interruzioni e materiale proprio (cfr inizio del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, da 9,51 al cap. 19); in Matteo con cambiamento dell’ordine di alcuni episodi o di alcuni discorsi. la sequenza degli eventi che si trova in Marco è la stessa per tutti e 4 i Vangeli: 1 - inizio del ministero di Gesù in Galilea, a partire dal Battesimo di Giovanni 2 - la manifestazione in Giudea della sua identità di Figlio di Dio 3 - la morte sulla croce ad opera dei Giudei 4 - la sepoltura 5 - la resurrezione 6 - l’ascensione al cielo (non sempre) Alcune conclusioni ormai acquisite: All’origine dei Sinottici ci sono raggruppamenti testuali più o meno ampi, più o meno fissi, che esercitano un influsso reciproco. Maggior importanza, rispetto all’ipotesi di fonti rigide, della tradizione orale anche molteplice e di documenti scritti con funzione di fonte. Marco non rappresenta necessariamente la tradizione più antica né quella più originale. . 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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Il Vangelo di Marco L’autore. E’ un giudeo-cristiano bilingue, non cresciuto nella diaspora ma vissuto fuori della Palestina da lungo tempo. Un personaggio secondario, non appartenente alla cerchia dei discepoli ma ben conscio della tradizione su cui poggia il suo Vangelo (documenti basati su testimonianze oculari e tradizione orale). L’autore non compare in prima persona né viene fatto il suo nome: questo può significare che fosse noto ai destinatari (non si può escludere il collegamento con Pietro attraverso la comunità di Roma) ma siamo nel campo delle probabilità, Ambiente e comunità. La narrazione indica che la comunità per cui Marco scrive vive in condizioni di tribolazione e persecuzione (cfr cap. 13) ma non in Palestina (l’autore narra da lontano). Oltre ai pericoli provenienti dall’esterno essa è esposta ad un pericolo più grave: quello di non proclamare il vangelo per il timore dell’odio e della violenza. Per questi motivi è presente nel Vangelo una forte tensione escatologica e attesa della Parusia. Riferimenti storici plausibili: a Roma durante le persecuzioni di Nerone (64 d.C.) oppure in diaspora durante la guerra giudaica (67 d.C.). Localizzazione geografica e data di composizione. Varie proposte: la Galilea, la Decapoli, la Siria (poco consenso). L’ipotesi più valida è che Marco scriva per la comunità di Roma. A favore: latinismi, diffusione rapida e persistenza, prime citazioni in autori romani (Clemente). La datazione corrente è intorno (clima apocalittico) oppure poco dopo il 70 (accenno alla distruzione del Tempio). 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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Il Vangelo di Marco - segue
La struttura. Nel Vangelo di Marco è possibile, a livello strutturale, evidenziare 2 tappe, contrassegnate da 2 inclusioni importanti tra Mc 1,1 e 8,29b e tra Mc 1,1 e 15,39. L'intento teologico del redattore è teso a svelare l'identità profonda di Gesù che è riconosciuta prima da Pietro (8,29b) e poi dal centurione ai piedi della croce (15,39). Prima tappa: porta alla confessione di Pietro “Tu sei il Cristo” ed è la fase crescente della missione di Gesù, il suo messianismo però è frainteso dalle folle e dai discepoli. Seconda tappa: porta alla rivelazione e confessione di Gesù come “Figlio di Dio” da parte del centurione. E’ la fase discendente, ritmata dai 3 annunci della Passione che culmina con la morte di Gesù e la paura delle donne (finale breve). Ciascuna tappa è a sua volta suddivisibile, dal punto di vista narratologico, in diverse sezioni ulteriormente articolate. La “finale di Marco” (16,9-20): finale canonica, probabilmente è opera della comunità nella quale questo Vangelo fu predicato. Nei manoscritti più importanti (il Vaticano e il Sinaitico) il Vangelo termina con il v. 8. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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Il Vangelo di Matteo L’autore. Matteo è un “etnico-cristiano” oppure “giudeo-cristiano”, di seconda o terza generazione, che parla greco. Non appartiene alla cerchia ristretta dei discepoli di Gesù. Ha un ruolo importante nella chiesa dove il Vangelo è stato scritto (fondatore? Patrono?). Ambiente e comunità. Per il linguaggio e l’uso della Scrittura: ambiente culturale giudeo-cristiano di lingua greca, urbano, socialmente stratificato. Riguardo alla comunità ecclesiale di riferimento 3 ipotesi: 1) una comunità a predominanza di gentili/pagani, più o meno in polemica con il giudaismo; 2) una comunità in stretto rapporto col giudaismo, anche se dissidente per un naturale processo storico-teologico di evoluzione; 3) una comunità che ha rotto i ponti col giudaismo, in un distacco totale, istituzionale e teologico dalla sinagoga, con apertura alla missione verso tutti i popoli. Localizzazione geografica e data di composizione. Buon consenso su Antiochia di Siria. Altre ipotesi: Alessandria, Cesarea Marittima, Pella. La maggior parte degli studiosi datano Matteo dopo la caduta di Gerusalemme (cfr. Mt 22,7; 23,37-38) e prima del 105 (Ignazio di Antiochia cita Mt 3,15 nella lettera agli Smirnesi); la datazione più plausibile potrebbe essere verso la fine degli anni 80 d.C. Prof.ssa Marialaura Mino
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Il Vangelo di Matteo - segue
La struttura. Sono 3 le ipotesi più sostenute: 1) struttura a 5 cinque grandi discorsi, su base letteraria; 2) struttura su base cristologica; 3) struttura a blocchi narrativi ed eventi nodali, su base narrativa. La n.1 identifica 5 grandi discorsi: 1) capp. 5-7 (discorso della montagna); 2) cap. 10 (discorso apostolico); 3) cap. 13 (discorso parabolico); 4) cap. 18 (discorso ecclesiastico); 5) capp (discorso escatologico). La n. 2 è centrata sulla figura e l’opera di Gesù e sulla recezione o rifiuto di lui. Nella narrazione della vicenda storica di Gesù si configurano 3 fasi: la persona del Messia Gesù (capp. 1-4): figlio di Abramo, di Davide, Re e Figlio di Dio; la proclamazione di Gesù Messia (capp. 4-16): predicazione del Regno in parole ed opere, rifiuto di Israele, ritiro con i Discepoli; sofferenza, morte e risurrezione di Gesù Messia (capp ): tre annunci della Passione e l’orientamento a Gerusalemme. La n. 3 prende in considerazione la trama narrativa, individua la logica degli eventi con la sottolineatura di alcuni episodi (eventi nodali) che permettono alla trama di avanzare (punti di svolta) e sono completati da eventi satellite con funzione di ampliare ed espandere quanto avvenuto negli eventi nodali. 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli
Premessa. E’ ormai assodato che il terzo Vangelo e gli Atti sono opera dello stesso autore (motivazioni linguistiche, di stile, stesso destinatario). Il Vangelo ha la caratteristica di essere orientato (geograficamente e teologicamente) in direzione di Gerusalemme: il compimento della missione di Gesù coincide con la sua meta geografica. Gerusalemme è anche il punto di partenza degli Atti (Pentecoste). Gerusalemme è l’elemento che unifica Vangelo e Atti; è impossibile leggere Luca senza gli Atti e viceversa perché Luca scrive secondo un piano unitario. Nell’opera lucana c’è anche una centralità del ruolo dello Spirito Santo; la sua azione, sia nel Vangelo che negli Atti, si comprende unitariamente, non solo dal punto di vista letterario ma soprattutto teologico ed ecclesiale. Altri indizi di unitarietà sono l’inclusione tra Lc 3,6 e At 28,28, due racconti dell’Ascensione, il doppio prologo e alcune tematiche: il ruolo dei discepoli/testimoni, l’universalismo, la gioia dei tempi messianici. L’autore. Luca (secondo la tradizione vero nome dell’autore) è un cristiano proveniente dal paganesimo, abbastanza colto e sensibile alla mentalità ellenistica e attento alle chiese etnico-cristiane. Vive in una generazione successiva a quella di Paolo, non sembra averlo conosciuto ma ne ha una visione molto idealizzata (forse da Paolo ha avuto origine la comunità cui si rivolge Luca?). 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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L’opera lucana - Vangelo e Atti degli apostoli - segue
Ambiente e comunità. Luca scrive per i cristiani provenienti dal paganesimo la cui problematica principale è: la salvezza è solo per i giudei o anche per i pagani? Nelle prime comunità miste questi interrogativi suscitavano tensioni che dovevano essere notevolissime. Luca è impegnato su questo orizzonte e ridisegna nei suoi due libri un unico quadro della storia della salvezza: l’annuncio passa dal mondo giudaico al mondo senza più confini né restrizioni di sorta, non è importante la circoncisione o la non circoncisione perché ciò che fa la vera appartenenza ad Israele è riconoscere in Gesù il Messia; la Chiesa è il “vero Israele” (appartenenza non materiale ma in Spirito e Verità), lo Spirito Santo realizza ed è garante di continuità tra Cristo, i discepoli e tutti i credenti. Localizzazione geografica e data di composizione. Ipotesi più accreditate: in Acaia oppure a Roma, dove si concludono gli Atti con la prigionia di Paolo, in Antiochia di Siria per le motivazioni riguardo all’autore. Per quanto riguarda la datazione: tra 80 e 90 d.C. (già avvenuta la distruzione di Gerusalemme? cfr. 19,41-44; 21,20-24). L’autore conosce il Vangelo di Marco e scrive a una generazione successiva a quella di Paolo, nella situazione di conflitto fra le comunità cristiane e giudaiche. Ovviamente gli Atti degli Apostoli sono posteriori al Vangelo (se non in via temporale, almeno in concezione narrativa). 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli - segue
La struttura del Vangelo. Nella narrazione si possono delimitare 5 sezioni: Prima sezione (capp. 1-2): costituita dai vangeli dell’infanzia (con struttura binaria e parallelismo tra Giovanni Battista e Gesù) che contengono tutti gli elementi essenziali della storia che si realizza attraverso Vg. e At. Seconda sezione (3,1-4,13): preparazione del ministero di Gesù. Il Battista come ultimo dei profeti e precursore del Messia, gancio tra AT e NT. Terza sezione (4,14-9,50): missione di Gesù presso Israele. Quarta sezione (9,51-19,28): la più tipicamente lucana. E’ il viaggio verso Gerusalemme che dura 10 capitoli e contiene moltissimo materiale proprio di Luca con le tematiche del discepolato (Marta e Maria, Zaccheo), della preghiera (Padre nostro), della carità (samaritano, 3 parabole della misericordia), dell’uso dei beni. Quinta sezione (19,29 -24,53): ingresso a Gerusalemme e realizzazione di tutti gli eventi salvifici; il racconto della passione presenta anche in Luca Gesù come il giusto ingiustamente perseguitato, con tutte le caratteristiche di quel giusto che era atteso, preannunciato dalle Scritture, ma che i giudei non hanno voluto riconoscere (3 episodi pasquali di apparizione). Il racconto del commiato di Cristo e dell'ascensione, che conclude la vicenda terrena di Gesù, fa da cerniera con l’inizio degli Atti (Lc 24,50-53 e At 1,9-12). Prof.ssa Marialaura Mino
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli - segue
Il genere letterario degli Atti. Appartengono al tipo della storiografia antica che può essere definita “storiografia esemplare” (cfr libri dei Maccabei); in essa l’autore intende offrire esempi e modelli per la comunità, non descrizioni oggettive in senso storico positivo. La comunità esemplare è quella fondata su 4 capisaldi: ascolto dell’insegnamento degli Apostoli, frazione del pane, condivisione dei beni, preghiera ed i due grandi personaggi esemplari sono Pietro e Paolo, modelli dell’Apostolo, spendono la vita per il vangelo e la missione e sono sempre in ascolto dello Spirito. Il valore storico degli Atti. Riguardo alle contraddizioni degli Atti rispetto alle lettere di Paolo o agli episodi raccontati in modo diverso: Luca ha una prospettiva teologica precisa e forte, ingloba tutte le tradizioni e dà una direzione precisa, appropriandosi e rileggendo le fonti. In questo modo la figura di Paolo non perde assolutamente di valore storico ma acquista il valore esemplare tipico degli Atti (C. M. Martini: non ci si deve meravigliare delle differenze ma delle somiglianze). 2014 Prof.ssa Marialaura Mino
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