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אחד אחד [ akhàd akhàd ] (Uno alla volta)
Per imparare l’ebraico come in una tranquilla passeggiata: passo dopo passo … Un’idea del prof. Patrizio De Gregori ( יוסף בן פטריק [ patrìch ben yosèf ] ) – 2013
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Il programma della “passeggiata”
אחד אחד Il programma della “passeggiata” Un panorama delle lettere dell’alfabeto ebraico e delle loro pronuncie (lezz. 1-22). Un riepilogo dei suoni dell’ebraico e delle lettere corrispondenti (lezz ). Una presentazione del “tempo passato” dei principali verbi (lezz. ). Un metodo per originare l’ “infinito” di un verbo partendo dal suo “passato” (lezz. ). Un metodo per originare il “tempo presente (participio presente)” partendo dall’ “infinito” (lezz. ). Il tutto utilizzando strutture e lessico di “sopravvivenza”, con attività di ascolto di madrelingua israeliani e semplici programmi per la memorizzazione del vocabolario.
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N.B. L’ebraico si scrive (e si legge) da destra a sinistra.
1 – א La prima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama [ àlef ] si scrive א non si pronuncia ed ha il valore numerico: 1. La troviamo, per esempio, nel pronome maschile egli, lui : הוּא [ Hu ] [ H ] come nell’inglese house. Ricorda: lui > [ Hu ]. N.B. L’ebraico si scrive (e si legge) da destra a sinistra.
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2 – ב La seconda lettera dell’alfabeto ebraico si chiama [ bet ] o [ vet ] si scrive: ב si pronuncia in 2 modi diversi: [ v ] (come in vento) e [ b ] (come in bandiera) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino dentro: בּ . Ha valore numerico: 2. La troviamo, per esempio, nel passato del verbo richiedere, desiderare: בּיקֵש [ bichèsh ]. N.B. L’accento in ebraico cade sempre sull’ultima sillaba (come in francese). Lui ha desiderato / Lui ha richiesto... > … בּיקֵש הוּא [ Hu bichèsh ] [ sh ] come in scena.
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3 – ג La terza lettera dell’alfabeto ebraico si chiama [ ghìmel ] si scrive: ג si pronuncia: [ g(h) ] (come in gatto ) ed ha il valore numerico: 3. La troviamo, per esempio, nelle parole: signore, “tizio”, uomo (individuo di sesso maschile): גֵֿבֵר -[ ghèveR ] ; N.B. Il trattino (“provvisorio”) sopra la ghìmel indica l’accento tonico quando cade in una posizione diversa dal normale (l’ultima sillaba). grande: גַדוֹל - [ gadòl ]. (Un) signore grande ha richiesto …> …גֵֿבֵר–גַדוֹל–בּיקֵש [ ghèveR gadòl bichèsh ] N.B. Gli articoli indeterminativi (un, uno, una, ecc.) non si traducono.
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4 – ד La quarta lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ dàlet ].
Si scrive: ד ; si pronuncia: [ d ] (come in denaro ) ed ha il valore numerico: 4. La troviamo, per esempio, nel passato del verbo parlare: דיבֵר [ dibèR ] . (Un) signore grande ha parlato. > גֵֿבֵר–גַדוֹל–דיבֵר. [ ghèveR gadòl dibèR ] N.B. I verbi [ bichèsh ] e [ dibèr ] hanno in comune i suoni vocalici [ i ] e [ e ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “IE” (il loro nome tecnico è: verbi “piel”). Altri verbi “IE” sono: confermare: אישֵר -[ ishèR ] = (Egli) ha confermato ; annullare, cancellare: בּיטֵל - [ bitèl ] = (Egli) ha annullato / cancellato.
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5 – ה N.B. Generalmente, ה alla fine di una parola non si pronuncia.
La quinta lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ He ]. Si scrive: ה ; si pronuncia: [ H ] (come nell’inglese house) ed ha il valore numerico: 5. N.B. Generalmente, ה alla fine di una parola non si pronuncia. La troviamo, per esempio, nelle parole: lei, ella (pronome personale femminile): היא [ Hi ]; Ricorda: in inglese: she [ shi ] > in ebraico: [ Hi ]. il, lo, la, i, gli, le, l’ (gli articoli determinativi): הַ- [ Ha ]. N.B. L’articolo [ ha ] si attacca al nome che esso determina. Osserviamo: (Un) signore ha parlato. > גֵֿבֵר–דיבֵּר. [ ghèveR dibèR ] / Il signore ha parlato. > .הַגֵֿבֵר–דיבֵּר [ HaghèveR dibèR ]
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N.B. La congiunzione [ ve ] si attacca alla parola che la segue.
6 – ו La sesta lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ vav ]. Si scrive: ו ; si pronuncia in 3 modi diversi: meno spesso [ v ] (come in vento) NB. In questo caso talvolta si trova raddoppiata: וו ; talvolta [ u ] (come in umano) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino a fianco: וּ ; più spesso [ o ] (come in ordine) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino sopra: וֹ . Ha valore numerico: 6. La troviamo, per esempio, nelle congiunzioni: e : וֵ [ ve ]; o : אוֹ [ o ]. N.B. La congiunzione [ ve ] si attacca alla parola che la segue. Lei e lui. > וֵהוּא. היא [ Hi veHù ] / Lei o lui? > הוּא? אוֹ היא [ Hi o Hu ? ]
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7 – ז La settima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ zàin ]. Si scrive: ז ; si pronuncia: [ z ] (come in vaso) ed ha il valore numerico: 7. La troviamo, per esempio, nella parola questo : זֵה [ ze ]. Questo signore (è) grande. > .הַגֵֿבֵר–הַזֵה–גַדוֹל [ HaghèveR Hazè gadòl ] N.B. Il presente indicativo del verbo essere viene sottinteso. Spesso l’uso degli aggettivi questo, questi, ecc. richiede una speciale costruzione , che prevede anche l’uso dell’articolo determinativo הַ [ Ha ] (il, lo, la, ecc.). Per esempio, la frase precedente, tradotta letteralmente, sarebbe: *il-signore il-questo grande*.
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8 – ח L’ottava lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ khet ].
Si scrive: ח ; si pronuncia: [ kh ] (come nel nome tedesco Bach) ed ha il valore numerico: 8. La troviamo, per esempio, nel pronome personale noi : אַנַֿחנוּ [ anàkhnu ]. Osserviamo il passato del verbo parlare: Lui ha parlato. > .דיבֵּר הוּא [ Hu dibèR ] Noi abbiamo parlato. > דיבַּֿרנוּ. אַנַֿחנוּ [ anàkhnu dibàRnu ]. La 3° pers. sing. maschile (egli) è considerata la forma-base del verbo, alla quale si aggiungono le diverse desinenze verbali. Nel caso di noi אַנַֿחנוּ [ anàkhnu ], alla forma-base דיבֵּר [ dibèR ] si aggiunge נוּ [ nu ] (e si aggiusta la pronuncia dell’ultima vocale). Ricorda: [ anàkhnu ]> [ nu ].
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9 – ט La nona lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ tet ].
Si scrive: ט ; si pronuncia: [ t ] (come in terra) ed ha il valore numerico: 9. La troviamo, per esempio, nelle parole: Italia: איטַֿליַה [ itàlya ]; sbagliare, errare, avere torto (passato): טַעַה [ taà ]. N.B. Il verbo [ taà ] si costruisce sul suono vocalico [ a ] ripetuto 2 volte. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “AA” (il loro nome tecnico è: verbi “paal”). Osserviamo: Lui (è) in Italia. > בֵּאיטַֿליַה הוּא [ Hu beitàlya ] La preposizione in (compl. di stato in luogo) si esprime con la lettera בֵּ [ be ] attaccata al nome che la segue.
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10 – י La decima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ yod ].
Si scrive: י ; si pronuncia in 2 modi diversi: [ i ] (come in idea) ; [ y ] (come in ieri) NB. In questo caso spesso si trova raddoppiata: יי ; (Alcune volte la sua pronuncia è “facoltativa”, dipende cioè dalle abitudini linguistiche della persona che parla.) Ha valore numerico: 10. La troviamo, per esempio, nell’espressione c’è / ci sono : יֵש [ yesh ]. C’è (un) signore grande. > .גֵֿבֵר–גַדוֹל יֵש [ yesh ghèveR gadòl ] Che cosa c’è? > מַה–יֵש? [ ma yesh? ]
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11 – י“א L’undicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ khaf ] o [ chaf ]. Si scrive: כ all’inizio o all’interno di una parola e ך alla fine; si pronuncia in 2 modi diversi: più spesso [ kh ] (come nel nome tedesco Bach) ; talvolta [ ch ] (come in cane) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino dentro: כּ . Ha valore numerico: 20. La troviamo, per esempio, nella parola sì : כֵּן [ chen ]. “Lui ha sbagliato?” “Sì.” > ״הוּא–טַעַה?״–״ כֵּן.״ [ Hu taà ? chen ]
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12 – י“ב La dodicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ làmed ]. Si scrive: ל ; si pronuncia: [ l ] (come in limone) ed ha il valore numerico: 30. La troviamo, per esempio, nella parola no : לוֹא [ lo ]. “Lui (è) in Italia?” “No.” > ?״–״ לוֹא.״ בּאיטַֿליַה ״הוּא [ Hu beitàlya ? lo ] Osserviamo: Lui ha parlato a un signore. > .הוּא–דיבֵּר–לֵגֵֿבֵר [ Hu dibèR leghèveR ] La preposizione a (per il complemento di termine) si esprime con la lettera לֵ [ le ] attaccata al nome che la segue.
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13 – י“ג La tredicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ mem ]. Si scrive: מ all’inizio o all’interno di una parola e ם alla fine; si pronuncia: [ m ] (come in mela) ed ha il valore numerico: 40. La troviamo, per esempio, nel pronome loro (maschile), essi : הֵם [ Hem ]. Osserviamo: Lui (viene) dall’Italia. > . מאיטַֿליַה הוּא [ Hu meitàlya ] La preposizione da (per il complemento di moto da luogo) si esprime con la lettera מֵ [ me ] attaccata al nome che la segue.
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14 – י“ד La quattordicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ nun ]. Si scrive: נ all’inizio o all’interno di una parola e ן alla fine; si pronuncia: [ n ] (come in nave) ed ha il valore numerico: 50. La troviamo, per esempio, nei pronomi: io: אַני [ anì ]; loro (femminile), esse : הֵן [ Hen ]. Io (vengo) dall’Italia. > . מֵאיטַֿליַה אַני [ anì meitàlya ]
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15 – ט“ו La quindicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ sàmekh ]. Si scrive: ס ; si pronuncia: [ s ] (come in sole) ed ha il valore numerico: 60. La troviamo, per esempio, nel passato del verbo entrare: נכנס [ nikhnàs ]. N.B. Il verbo [ nikhnàs ] si costruisce sulla sillaba iniziale [ ni ] e sul suono vocalico [ a ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “NI-A” (il loro nome tecnico è: verbi “nifàl”). Lui è entrato in (una) casa. > הוּ–ניכנַֿס–לֵבֵֿית. [ Hu nikhnàs levè(i)t ] casa = בית [ bàyit ] o [ bè(i)t ] o [ vè(i)t ]. In ebraico la pronuncia dei suoni vocalici è influenzata fortemente dal contesto fonetico, cioè può cambiare a seconda dei suoni consonantici che li precedono o li seguono!
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16 – ט“ז La sedicesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ àin ]. Si scrive: ע ; non si pronuncia ed ha il valore numerico: 70. La troviamo, per esempio, nella parola ebraico (la lingua): עיברית [ ivRìt ]. (Un) signore ha parlato in ebraico. > בֵּעיברית. גֵֿבֵר–דיבֵּר [ ghèveR dibèR beivRìt ] ATTENZIONE: Approfitto delle parole עיברית e דיבֵּר per sottolineare un fatto importante. In ebraico, suoni vocalici identici possono essere scritti in modo diverso, oppure non essere affatto scritti! In questo metodo [ akhàd akhàd ], però, abbiamo deciso di uniformare (convenzionalmente e provvisoriamente) la grafia delle vocali. Per es. avendo deciso che, per noi, [ i ] = (sempre) י , lo usiamo in עיברית e דיבֵּר anche se, in verità, queste parole si dovrebbero scrivere: עברית e דבֵּר . Vedi più avanti per capire quali simboli abbiamo convenzionalmente e provvisoriamente assegnato agli altri suoni vocalici.
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17 – י“ז La diciassettesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ pe ] o [ fe ]. Si scrive: פ all’inizio o all’interno di una parola e ף alla fine; si pronuncia in 2 modi diversi: [ f ] (come in fidanzato) ; [ p ] (come in pizza) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino: פּ . Ha valore numerico: 80. La troviamo, per esempio, nel passato del verbo pregare: היתפַּלֵל [ Hitpalèl ]. N.B. Il verbo [ Hitpalèl ] si costruisce sulla sillaba iniziale [ Hit ] e sui suoni vocalici [ a ] e [ e ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “HIT-AE” (il loro nome tecnico è: verbi “hitpaèl”). Lui pregava in ebraico. > הוּא–היתפַּלֵל–בֵּעיברית.[ Hu Hitpalèl beivRìt ] N.B. Il passato ebraico traduce: passato prossimo, passato remoto e imperfetto italiani.
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מַה–יֵש–בַּצילוּם–הַזֵה? [ ma yesh batsilùm Hazè? ]
18 – י“ח La diciottesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ tsàde ]. Si scrive: צ all’inizio o all’interno di una parola e ץ alla fine; si pronuncia: [ ts ] (come in azione) ed ha il valore numerico: 90. La troviamo, per esempio, nella parola fotografia, immagine: צילוּם [ tsilùm ] Che cosa c’è in questa fotografia / immagine? > מַה–יֵש–בַּצילוּם–הַזֵה? [ ma yesh batsilùm Hazè? ] N.B.1 Non sempre il genere dei nomi è lo stesso in italiano ed in ebraico: per esempio fotografia è femminile, mentre צילוּם è maschile. N.B.2 Preposizione + articolo: [ be ] + [ ha ] = [ ba ] Esempio: nella (in + la) fotografia = בַצילוּם [ batsilùm ] .
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19 – י“ט La diciannovesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ chof ]. Si scrive: ק ; si pronuncia: [ c(h) ] (come in cane) ed ha il valore numerico: 100. La troviamo, per esempio, nell’espressione Buongiorno!: בֿוֹקֵר–טוֹב! [ bòcheR tov ] (lett: *giorno buono*) E anche nel passato del verbo essere stabilito: הוּקַם [ Hucàm ]. N.B. Il verbo [ Hucàm ] si costruisce sulla sillaba iniziale [ Hu ] e sul suono vocalico [ a ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “HU-A” (il loro nome tecnico è: verbi “hufàl”). e essere situato / essere collocato: מוּקַם [ mucàm ]. N.B. Il verbo [ mucàm ] si costruisce sui suoni vocalici [ u ] e [ a ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “UA” (il loro nome tecnico è: verbi “puàl”).
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הוּא–היכּיר–גֵֿבֵר–מֵתֵל–אַביב.
20 – כ La ventesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ Resh ]. Si scrive: ר ; si pronuncia: [ R ] (come nel francese Paris) ed ha il valore numerico: 200. La troviamo, per esempio, nel passato del verbo conoscere: היכּיר [ HichìR ]. N.B. Il verbo [ HichìR ] si costruisce sulla sillaba iniziale [ Hi ] e sul suono vocalico [ i ]. Chiameremo tutti i verbi che al passato hanno questa caratteristica: VERBI “HI-I” (il loro nome tecnico è: verbi “hifìl”). Lui ha conosciuto / conosceva un signore di Tel-Aviv. > הוּא–היכּיר–גֵֿבֵר–מֵתֵל–אַביב. [ Hu HichìR ghèveR metelavìv ]
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21 – כ“א שַלוֹם,–מַה–הַשֵם–שֵל–הַגֵֿבֵר–שֵהיתפַּלֵל–בֵּעיברית?
La ventunesima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ shin ] o [ sin ], si scrive: ש ; si pronuncia in 2 modi diversi: più spesso [ sh ] (come in scena) talvolta [ s ] (come in sole) NB. In questo caso la scriveremo con un puntino in alto a sinistra: שׂ . ed ha il valore numerico: 300. La troviamo, per esempio, nelle parole: che (congiunzione e pronome relativo) שֵ [ she ] (si attacca alla parola che la segue); di (preposizione) שֵל [ shel ] nome שֵם [ shem ]; ciao, pace שַלוֹם [ shalòm ]. Ciao! Qual (è) il nome del signore che pregava in ebraico? > שַלוֹם,–מַה–הַשֵם–שֵל–הַגֵֿבֵר–שֵהיתפַּלֵל–בֵּעיברית? [ shalòm , ma Hashem shel HaghèveR sheHitpalèl beivRìt? ]
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22 – כ“ב La ventiduesima e ultima lettera dell’alfabeto ebraico si chiama: [ tav ]. Si scrive: ת ; si pronuncia: [ t ] (come in terra) ed ha il valore numerico: 400. La troviamo, per esempio, nei pronomi personali: tu (maschile) אַתַה [ atà ]; tu (femminile) אַת [ at ]; voi (maschile) אַתֵם [ atèm ]; voi (femminile) אַתֵן [ atèn ].
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Attenzione! Non confondete le lettere dei seguenti gruppi: A) Gruppo “bi-enne”: ב כ ג נ ; B) Gruppo “di-erre”: ד ך ר ; C) Gruppo “vu-enne”: ו ז ן ; D) Gruppo “acca-ti”: ה ח ת ; E) Gruppo “emme-esse”: ם ס ; F) Gruppo “qu-elle”: ק ל ; G) Gruppo “ti-emme”: ט מ ; H) Gruppo “pe-fe”: פּ פ; I) Gruppo “shin-sin”: שׁ שׂ .
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Ricordate: nel metodo [ akhàd akhàd ]...
con le consonanti ricorriamo ai puntini soltanto per indicarne le varianti fonetiche (es: [ b ] , [ p ] , [ ch ] con la “khaf” , [ s ] con la “shin”); per trascrivere le vocali utilizziamo segni grafici convenzionali (vedi più avanti, ai singoli suoni) che non sempre corrispondono alle grafie in uso in ebraico moderno; quando non cade sull’ultima sillaba della parola (regola generale), segnaliamo l’accento con un trattino sōpra la sillaba interessata (segno convenzionale non utilizzato nell’ebraico moderno).
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23 – כ“ג bambino = יֵֿלֵד bambina = יַלדַה
Il suono [ a ] in ebraico non corrisponde a nessuna lettera. Convenzionalmente (e provvisoriamente), lo indicheremo con un trattino posto al di sotto della consonante che lo precede (esempio: אַ ) Alla fine di una parola, spesso ne indica la forma femminile. In questi casi, la parola finisce con una ה . Esempio: bambino = יֵֿלֵד bambina = יַלדַה Memorizziamo: אַבַל = ma (congiunzione), però
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N.B. La desinenza ים segnala normalmente un plurale maschile.
24 – כ“ד Il suono [ b ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ב ( בֵּת ) (nel sistema con i puntini: בּ ). Memorizziamo: בּישביל = per (complemento di vantaggio), a favore di, a vantaggio di בּיגלַל = per (complemento di causa), a causa di, per via di Esempio: Questo (è) per i bambini. = זֵה–בּישביל–הַיֵלַדים. N.B. La desinenza ים segnala normalmente un plurale maschile. bambino = יֵֿלֵד bambini = יֵלַדים
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25 – כ“ה Il suono [ c(h) ] in ebraico può essere scritto:
più spesso con ק ( ףוֹק ); meno frequentemente con כ ( ףכַּ ) (nel sistema con i puntini, כּ ). Memorizziamo: רַק = solo (avverbio), soltanto, solamente כַּֿמַה = quanto, quanti, quanta, quante (interrogativo) Esempio: Lui non parlava solo ebraico. = הוּא–דיבֵּר–לוֹא–רַק–עיברית. Quanti anni hai tu (m.) ? = בֵּן–כַּֿמַה–אַתַה?
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26 – כ“ו Il suono [ d ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ד ( דַֿלֵת ). Memorizziamo: עוֹד = ancòra (avverbio di tempo) כֵּדַֿאי = conviene... דַי = abbastanza כֵּדֵֿי = per (al fine di) Esempio: Lui non è ancora entrato. = .ניכנַס לוֹא עוֹד הוּא
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27 – כ“ז Il suono [ e ] in ebraico non corrisponde a nessuna lettera. Convenzionalmente (e provvisoriamente), lo indicheremo con due puntini contigui posti al di sotto della consonante che lo precede (esempio: אֵ ) In ebraico non è importante, per farsi capire, distinguere tra la è aperta e la é chiusa. Memorizziamo: אֵפשַר = (è) possibile, possiamo, si può אי–אֵפשַר = (è) impossibile (impossibilità momentanea), non si può, non possiamo (momentaneamente) Esempio: (E’) possibile parlare ebraico? = אֵפשַר–לֵדַבֵּר–עיברית? N.B. Il prefisso verbale לֵ spesso indica il modo infinito del verbo.
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28 – כ“ח Il suono [ f ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: פ ( פֵ ) (alla fine della parola: ף ). Memorizziamo: אֵֿיפוֹה = dove (avverbio interrogativo) Esempio: Dove lui ha visto questo? = אֵֿיפה–הוּא–רַאַה–אֵת–זֵה? Verbo vedere: רַאַה (verbo AA). Osserviamo: La preposizione אֵת non ha equivalenti in italiano: in ebraico serve per introdurre un complemento oggetto diretto determinato.
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29 – כ“ט Il suono [ g(h) ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ג ( גֿימֵל ). Memorizziamo: גַם = anche Esempio: Anche lui amava la mia donna. = גַם–הוּא–אַהַב–אֵת–הַאישַה–שֵלי. Verbo amare: אַהַב (verbo AA).
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30 – ל Il suono [ H ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ה ( הֵ). Alla fine di una parola non è quasi mai pronunciata. Memorizziamo: לֵהיתרַאוֹת = arrivederci Esempio: Lui ha detto: “Arrivederci!” = הוּא–אַמַר:“לֵהיתרַאוֹת!” Verbo dire: אַמַר (verbo AA).
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31 – ל“א Memorizziamo: יוֹם = giorno Esempi: oggi = הַיוֹם
Il suono [ i ] e il suono [ y ] in ebraico molto spesso corrispondono alla lettera: י ( יוֹד ). Talvolta, tuttavia, la yod viene sottintesa (cioè, non viene scritta) oppure viene scritta ma pronunciata facoltativamente (a seconda delle abitudini linguistiche di ciascun parlante). Convenzionalmente (e provvisoriamente), indicheremo questi suoni sempre con la lettera yod. Memorizziamo: יוֹם = giorno Esempi: oggi = הַיוֹם domenica = יוֹם–ריאשוֹן lunedì = יוֹם–שֵני martedì = יוֹם–שלישי mercoledì = יוֹם–רֵביעי giovedì = יוֹם–חַמישי venerdì = יוֹם–שישי sabato = יוֹם–שַבַּת
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32 – ל“ב Il suono [ kh ] in ebraico può essere scritto:
più spesso con ח ( חֵת ); talvolta con כ ( כַף ) (alla fine della parola: ך ). Memorizziamo: אֵיך = come (avverbio interrogativo) אֵין = non c’è, non ci sono Esempi: Come si dice in ebraico “...” ? = אֵיך–אוֹמרים–בֵּעיברית–“…”? Non ci sono problemi. = אֵין–בֵּעַיוֹת. Osserviamo: (un) problema = בֵּעַיַה / (dei) problemi = בֵּעַיוֹת . N.B. La desinenza וֹת spesso indica il plurale femminile di una parola ( בֵּעַיַה è femminile)
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33 – ל“ג Il suono [ l ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ל ( לַֿמֵד ). Memorizziamo: לַֿמַה = perché (avverbio interrogativo) Esempio: Perché ieri lui ha parlato sempre di politica? = לַֿמַה–אֵתמוֹל–הוּא–דיבֵּר–תַמיד–עַל–פּוֹליטיקַה? su, di (preposizione per compl. di argomento) = עַל sempre = תַמיד
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34 – ל“ד Memorizziamo: מַה = che cosa (pronome interrogativo)
Il suono [ m ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: מ ( מֵם ) (alla fine della parola: ם). Memorizziamo: מַה = che cosa (pronome interrogativo) מי = chi (pronome interrogativo) e i loro “derivati”: מַשֵהוּ = qualcosa מישֵהוּ = qualcuno Esempio: Che cosa è successo? = מַה–קַרַה? Verbo succedere, accadere : קַרַה (verbo AA). Con chi lui è andato al cinema? = עים–מי–הוּא–הַלַך–לֵקוֹלנוֹעַ? Verbo andare (a piedi): הַלַך (verbo AA). con (preposizione per compl. di compagnia) = עים a (preposizione per il complemento di moto a luogo) = לֵ (si attacca al nome che la segue)
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35 – ל“ה Memorizziamo: נוּ = allora?! (interiezione) Esempio:
Il suono [ n ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: נ ( נוּן )(alla fine della parola: ן ). Memorizziamo: נוּ = allora?! (interiezione) Esempio: Allora?! Ha già comprato un regalo? = נוּ,–הוּא–כּבַר–קַנַה–מַתַנַה? Verbo comprare, acquistare: קַנַה (verbo AA). già = כּבַר
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36 – ל“ו Il suono [ o ] in ebraico molto spesso corrisponde alla lettera: ו ( וַו ). Talvolta, tuttavia, la vav viene sottintesa. Convenzionalmente (e provvisoriamente), indicheremo questo suono sempre con la lettera vav e un puntino in alto: וֹ . In ebraico non è importante, per farsi capire, distinguere tra la ò aperta e la o chiusa. Memorizziamo: בּֿוֹקֵר = mattino Esempio: Buongiorno (al mattino)= בּֿוֹקֵר–טוֹב.
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37 – ל“ז I pronomi riflessivi ebraici presentano le seguenti forme:
Il suono [ p ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: פ ( פֵּ ). (alla fine della parola: ף ; nel sistema con i puntini: פּ ). Memorizziamo: פַּעַם = volta, un tempo, tempo fa Esempio: Una volta lui pensava solamente a se stesso. = פַּעַם–הוּא–חַשַב–רַק–עַל–עַצמוֹ. Verbo pensare: חַשַב (verbo AA). I pronomi riflessivi ebraici presentano le seguenti forme: עַצמי = me stesso, me stessa; עַצמֵֿנוּ = noi stessi, noi stesse; עַצמֵךַ = te stesso; עַצמֵכֵם = voi stessi; עַצמֵך = te stessa; עַצמֵכֵן = voi stesse; עַצמוֹ = se stesso; עַצמַם = loro stessi; עַצמַה= se stessa; עַצמַן = loro stesse.
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38 – ל“ח Il suono [ r ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ר ( רֵש ). Memorizziamo: יוֹתֵר = più Esempio: Lui parlò più di Giuseppe. = הוּא–דיבֵּר–יוֹתֵר–מֵיוֹסֵף. più ... di = יוֹתֵר–…–מֵ N.B. La preposizione מֵ si usa nelle frasi comparative per introdurre il secondo termine di paragone.
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39 – ל“ט Il suono [ s ] in ebraico può essere scritto:
più spesso con ס ( סַֿמֵך ); talvolta con ש ( שׂין ). Memorizziamo: סליחַה! = scusa! Esempio: Scusa, che cosa non va qui? = סליחַה,–מַה–פּוֹה–לוֹא–בֵּסֵֿדֵר? qui = פּוֹה ok, a posto, va bene = בֵּסֵֿדֵר
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40 – מ Il suono [ sh ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ש ( שין ). Un utile esempio di uso di questo suono si ha nell’espressione del possesso. In ebraico non esistono gli aggettivi possessivi (mio, tuo, suo, ecc.). Al loro posto, si usa la preposizione di + il pronome personale corrispondente al possessore. Cioè: שֵלי = di me = il mio, la mia, i miei, le mie (possessore maschile e femminile); שֵלךַ = di te = il tuo, la tua, i tuoi, le tue (possessore maschile); שֵלַך = di te = il tuo, la tua, i tuoi, le tue (possessore femminile); שֵלוֹ = di lui, di esso = il suo, la sua, i suoi, le sue (possessore maschile); שֵלַה = di lei = il suo, la sua, i suoi, le sue (possessore femminile); שֵלַֿנוּ = di noi = il nostro, la nostra, i nostri, le nostre (possessori m. e f.); שֵלַכֵם = di voi = il vostro, la vostra, i vostri, le vostre (possessori maschili); שֵלַכֵן = di voi = il vostro, la vostra, i vostri, le vostre (possessori femminili); שֵלַהֵם = di loro (m.), di essi = il loro, la loro, i loro, le loro (possessori maschili); שֵלַהֵן = di loro (f.), di esse = il loro, la loro, i loro, le loro (possessori femminili).
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41 – מ“א אוֹתי = me, mi (m. e f.); אֵתכֵם = vi (maschile);
Il suono [ t ] in ebraico può essere scritto: più spesso con ת ( תַו ); talvolta con ט ( טֵת ). Memorizziamo: מַתַֿי = quando (avverbio interrogativo) Esempio: Quando ci ha invitati? = מַתַֿי–הוּא–היזמין–אוֹתַֿנוּ? Verbo invitare: היזמין (verbo HI-I). Ricorda: La preposizione אֵת non ha equivalenti in italiano: in ebraico serve per introdurre un complemento oggetto diretto determinato. Nel caso dei pronomi personali, אֵת si unisce a specifici suffissi dando origine alle seguenti forme: אוֹתי = me, mi (m. e f.); אֵתכֵם = vi (maschile); אוֹתךַ = te, ti (maschile) אֵתכֵן = vi (femminile); אוֹתַך = te, ti (femminile); אוֹתַם = li; אוֹתוֹ = lo / אוֹתַה = la; אוֹתַן = le. אוֹתַֿנוּ = ci (m. e f.);
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42 – מ“ב הַחַבֵר–שֵלַֿנוּ–יַשַן–אֵֿצֵל–מישפַּחַת–רֿוֹסי–כּוֹל–הַשַבוּֿעַ.
Il suono [ ts ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: צ ( צַֿדֵה ). (alla fine della parola: ץ ). Memorizziamo: אֵֿצֵל = da, presso, a casa di Esempio: Il nostro amico ha dormito dalla (presso la) famiglia Rossi tutta la settimana. = הַחַבֵר–שֵלַֿנוּ–יַשַן–אֵֿצֵל–מישפַּחַת–רֿוֹסי–כּוֹל–הַשַבוּֿעַ. tutto, tutti, tutta, tutte = כּוֹל Verbo dormire: יַשַן (verbo AA).
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43 – מ“ג Il suono [ u ] in ebraico molto spesso corrisponde alla lettera: ו ( וַו ). Talvolta, tuttavia, la vav viene sottintesa. Convenzionalmente (e provvisoriamente), indicheremo questo suono sempre con la lettera vav e un puntino sul fianco sinistro: וּ . Memorizziamo: אוּלַֿי = forse Esempio: Forse lui è andato (con mezzi di trasporto) al mare. = אוּלַֿי–הוּא–נַסַע–לַיַם. Verbo andare (in auto, in treno, ecc.): נַסַע (verbo AA).
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Riepilogo dei segni vocalici convenzionali
Segno “convenzionale” Es. Suono corrispondente Un trattino, sotto. אַ [ a ] Due punti consecutivi, sotto. אֵ [ e ] Una yod. י [ i ] Una “vav”e un puntino, sopra. וֹ [ o ] Una“vav”e un puntino, a sinistra. וּ [ u ] N.B. Questi segni sono utilizzati nel metodo [ akhàd akhàd ] sempre e comunque, anche quando nell’ebraico moderno non sono presenti oppure sono presenti con forme diverse.
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44 – מ“ד בֵּבַקַשַה,–גַם–אַחי–הַיַה–בַּמסיבַּה?
Il suono [ v ] in ebraico può essere scritto: più spesso con ב ( בֵת ). talvolta con ו ( וַו ). Memorizziamo: בֵּבַקַשַה! = per favore! Esempio: Per favore, anche mio fratello era alla festa? = בֵּבַקַשַה,–גַם–אַחי–הַיַה–בַּמסיבַּה? Verbo essere: הַיַה (verbo AA). In ebraico il possesso si esprime anche con il metodo dei suffissi. Osserva: אַח = fratello / אַחי = mio fratello.
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45 – מ“ה Il suono [ z ] in ebraico corrisponde sempre alla lettera: ז ( זַֿין ). Memorizziamo: אֵיזֵה = quale, che (aggettivo e pronome interrogativo, maschile) אֵֿיזוֹ = quale, che (femminile) זֵה = questo (aggettivo dimostrativo) זוֹאת = questa (aggettivo dimostrativo) Esempio: Che scocciatore! = אֵיזֵה–נוּֿדניק! Questo signore ha sentito le notizie sullo sciopero. = הַגֵֿבֵר–הַזֵה–שַמַע–אֵח–הַחַדַשוֹת–עַל–שביתַה. Verbo sentire, ascoltare: שַמַע (verbo AA). Ricorda: la preposizione אֵת non ha equivalenti in italiano; in ebraico serve per introdurre un complemento oggetto diretto determinato.
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46 – מ“ו ז–צ–ג Ricorda: Un gelato per cena nel garage!
Il suono [ gi ] di gelato in ebraico non esisteva. Per scrivere le parole di origine straniera che contengono questo suono, gli Israeliani utilizzano due segni: ג׳ ( “ghimel” + apostrofo). Il suono [ ci ] di cena in ebraico non esisteva. Per scrivere le parole di origine straniera che contengono questo suono, gli Israeliani utilizzano due segni: צ׳ ( “tsade” + apostrofo). Il suono [ ji ] della parola francese garage in ebraico non esisteva. Per scrivere le parole di origine straniera che contengono questo suono, gli Israeliani utilizzano due segni: ז׳ ( “zain” + apostrofo). Ricorda: Un gelato per cena nel garage! (simboli fonetici in ordine alfabetico:) [ ghìmel – tsàde – zàin ] ז–צ–ג
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47 – מ“ז IL PASSATO DEI VERBI “AA”: TERZA SINGOLARE MASCHILE > FEMMINILE. Rivediamo i verbi “AA” incontrati finora soltanto alla 3° pers. sing. masch. [ הוּא ] (questa forma è considerata la radice, o forma-base di tutto il verbo). N.B. Quando il soggetto è femminile ( היא ), occorre aggiungere la vocale [ a ] e la desinenza ה alla radice (maschile) del passato. Esempi: Lui ha amato = אַהַב הוּא / Lei ha amato = היא–אַהבַה ; Lui ha dormito = הוּא–יַשַן / Lei ha dormito = היא–יַשנַה ( ן finale > נ dentro la parola) ; Lui ha pensato = הוּא–חַשַב / Lei ha pensato = היא–חַשבַה ; Lui ha detto = הוּא–אַמַר / Lei ha detto = היא–אַמרַה ; Lui è andato (a piedi) = הוּא–הַלַך / Lei è andata = היא–הַלכַה ( ך finale > כ dentro la parola) . N.B. Al passato non è obbligatorio l’uso del pronome personale soggetto.
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48 – מ“ח Casi particolari 1 (verbi la cui radice finisce già con una ה ): Lui è stato = הוּא–הַיַה / Lei è stata = היא–הַיתַה ; Lui ha visto = הוּא–רַאַה / Lei ha visto = רַאתַה–היא ; Lui ha sbagliato = הוּא–טַעַה / Lei ha sbagliato = היא–טַעתַה ; Lui ha comprato (acquistato) = הוּא–קַנַה / Lei ha comprato = היא–קַנתַה . N.B. In questo caso “entra in gioco” una [ t ] ( ת ) prima della seconda [ a ]. Casi particolari 2 (verbi la cui radice finisce con una ע ): Lui ha sentito (ascoltato) = הוּא–שַמַע / Lei ha sentito = שַמעַה–היא ; Lui è andato (in auto, in treno, ecc.) = הוּא–נַסַע / Lei è andata = היא–נַסעַה . N.B. In questo caso “entra in gioco” una breve pausa (un “muto” sospiro) prima della seconda [ a ] .
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49 – מ“ט Incominciate a produrre delle “flash cards”, ciascuna piegata nel mezzo in modo da formare 4 facciate. Sulla prima facciata scrivete l’infinito italiano di un verbo. Sulla quarta facciata scrivete la radice (forma-base) ebraica. La seconda e terza facciata per il momento rimarranno in bianco. Esempio: DORMIRE יַשַן Allenate la memoria traducendo dall’italiano all’ebraico, e viceversa, all’orale e allo scritto.
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50 – נ IL PASSATO DEI VERBI “AA”: TERZA SINGOLARE MASCHILE > FEMMINILE. ESERCIZIO n. 01 – Infinito italiano > Passato ebraico 3^ p.s.masch. > femminile. Amare היא–אַהבַה / אַהַב הוּא Dormire היא–יַשנַה / הוּא–יַשַן Pensare היא–חַשבַה / הוּא–חַשַב Dire היא–אַמרַה / הוּא–אַמַר Andare היא–הַלכַה / הוּא–הַלַך Per continuare questo esercizio imparando nuovi verbi, seleziona: ESERCIZIO n. 01.
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51 – נ“א IL PASSATO DEI VERBI “AA”: TERZE PLURALI. Le terze persone plurali maschile e femminile (essi, esse, loro = הֵם e הֵן ) hanno un’unica forma verbale, che si ottiene cambiando in [ u ] ( וּ ) la finale [ a ] della 3^ pers. sing. (femminile o maschile). Esempi: Lei ha amato = היא–אַהבַה Loro hanno amato = אַהבוּ ( הֵן \ הֵם ); Lei ha dormito = היא–יַשנַה Loro hanno dormito = יַשנוּ ( הֵן \ הֵם ); Lei ha pensato = היא–חַשבַה Loro hanno pensato = חַשבוּ ( הֵן \ הֵם ); Lei ha detto = היא–אַמרַה Loro hanno detto = אַמרוּ ( הֵן \ הֵם ); Lei è andata = היא–הַלכַה Loro sono andati/e = הַלכוּ ( הֵן \ הֵם ); Lui è stato = הוּא–הַיַה Loro sono stati/e = הַיוּ ( הֵן \ הֵם ); Lui ha sentito = הוּא–שַמַע Loro hanno sentito = שַמעוּ ( הֵן \ הֵם ). Per esercitarsi ripassando i verbi già incontrati, seleziona: ESERCIZIO n. 02.
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52 – נ“ב IL PASSATO DEI VERBI “AA”: PRIME PLURALI. Le prime persone plurali maschile e femminile (noi = אַנַֿחנוּ ) hanno un’unica forma verbale: essa si ottiene aggiungendo la sillaba finale del pronome [ nu ] ( נוּ ) alla radice (maschile) del verbo. Esempi: Lui ha amato = אַהַב הוּא / Noi abbiamo amato = אַהַֿבנוּ אַנַֿחנוּ ; Lui ha dormito = הוּא–יַשַן / Noi abbiamo dormito = אַנַֿחנוּ–יַשַֿננוּ ; Lui ha pensato = הוּא–חַשַב / Noi abbiamo pensato = אַנַֿחנוּ–חַשַֿבנוּ ; Lui ha detto = הוּא–אַמַר / Noi abbiamo detto = אַנַֿחנוּ–אַמַֿרנוּ ; Lui è andato = הוּא–הַלַך / Noi siamo andati/e = אַנַֿחנוּ–הַלַֿכנוּ ; Lui è stato = הוּא–הַיַה / Noi siamo stati/e = אַנַֿחנוּ–הַיַֿנוּ ; Lui ha sentito = הוּא–שַמַע / Noi abbiamo sentito = אַנַֿחנוּ–שַמַֿענוּ . Per esercitarsi ripassando i verbi già incontrati, seleziona: ESERCIZIO n. 03.
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53 – נ“ג אַהַב הַיַה שַמַע אַהַבתי הַיַתי שַמַעתי אַהַבתַה הַיַתַה
IL PASSATO DEI VERBI “AA”: LE ALTRE PERSONE. Con le altre persone ricordiamoci di aggiungere alla radice il suono [ t ] ( ת ) seguito dall’ultimo suono del pronome corrispondente. Esempi: Per esercitarsi ripassando i verbi già incontrati, seleziona: ESERCIZIO n. 04. PRONOME אַהַב הַיַה שַמַע io = אַני אַהַבתי הַיַתי שַמַעתי tu (masch.) = אַתַה אַהַבתַה הַיַתַה שַמַעתַה tu (femm.) = אַת אַהַבת הַיַת שַמַעת voi (masch.) = אַתֵם אַהַבתֵם הַיַתֵם שַמַעתֵם voi (femm.) = אַתֵן אַהַבתֵן הַיַתֵן שַמַעתֵן
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