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PubblicatoFilomena Bellucci Modificato 10 anni fa
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Il quadro per l’autovalutazione d’istituto: oltre la customer satisfaction 26.6.2014
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2013, n. 80 Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. (GU n.155 del 4-7-2013)
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1) analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall'Invalsi, oltre a ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola; 2) elaborazione di un rapporto di autovalutazione in formato elettronico, secondo un quadro di riferimento predisposto dall'Invalsi, e formulazione di un piano di migliorament0
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Avvio ( e conclusione ?) di Vales Riferimenti al CIPP Model Context -Input – Process - Product) nato negli anni 60 negli Stati Uniti per contribuire a sviluppare e a realizzare un sistema che permettesse di dar conto del proprio operato (accountability). Per approfondimenti sul modello CIPP, cfr. Stufflebeam, D. L. (1968). Evaluation as Enlightenment for Decision- Making, Paper, Ohio State Univ., Columbus. Evaluation Center.
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L’idea che sta alla base del modello è semplice: per una corretta valutazione dei risultati di un sistema(output), di un programma o di un progetto, è necessario collegare questi ultimi ad una preliminare valutazione degli input, delle risorse e dei processi attivati in un determinato contesto.
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Il quadro di riferimento tiene conto delle quattro dimensioni del modello CIPP: il contesto in cui le scuole operano (aspetti demografici, economici e socio-culturali nei quali confini la scuola si trova ad operare e che determinano la sua utenza); gli input, ossia le risorse di cui il sistema educativo e le singole unità scolastiche dispongono per offrire il proprio servizio (risorse umane – inclusi gli studenti, materiali, ed economiche a disposizione); i processi attuati, ossia le attività realizzate dalla scuola (l'offerta formativa, le scelte organizzative e didattiche, gli stili di direzione); i risultati ottenuti, sia immediati (percentuali di promossi, votazioni conseguite agli esami di stato, livelli di apprendimenti rilevati con prove standardizzate) sia a medio e lungo periodo (accesso all’università, al mondo del lavoro).
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