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PubblicatoFabrizia Arena Modificato 10 anni fa
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UN ERBORISTA CURIOSO, MA ALLE PRIME ARMI MORTE MISTERIOSA AL MUSEO DELLE SCIENZE LA GAZZETTA DEI METTIAMO LE MANI SUGLI INFUSI Distinguiamo alcuni fra i prodotti erboristici più utilizzati, cliccando su questo articolo... Che differenza c'è tra infuso, tisana e decotto? L'INFUSO DELLA SETTIMANA Continua la nostra carrellata fra gli infusi e le loro proprietà terapeutiche Scoprite questa nuova, importante essenza cliccando sull'articolo! Per approfondire la notizia, clicca sulla foto. Così viene descritto da colleghi ed amici Mario Palmieri, trovato morto l'altro ieri al Museo delle Scienze. Gli inquirenti hanno scoperto che Palmieri aveva recentemente frequentato un corso di erboristeria online su infusi, tisane e decotti. Potrebbe la vittima aver sbagliato qualcosa nella preparazione di una di queste applicazioni erboristiche?
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UN ERBORISTA CURIOSO, MA INESPERTO Gli inquirenti hanno redatto un elenco delle specie vegetali ritrovate in vasetti di vetro sul tavolo accanto al quale era il corpo di Palmieri. Le indagini sono ancora all'inizio, ma pare si tratti di specie vegetali che vengono comunemente utilizzate nella preparazione di infusi dalle proprietà terapeutiche, utili nel trattamento dei sintomi di alcuni disturbi. Ma andiamo con ordine. Si tratta di 4 specie differenti, alcune più note, altre meno: Verbena odorosa (Aloysia citrodora), Camomilla (Matricaria chamomilla), Karkadè (Hibiscus sabdariffa) e Cartamo (Carthamus tinctorius). Cerchiamo di capire meglio come sono fatte. La verbena odorosa viene usata in infuso o tisana per le sue proprietà digestive: le foglie hanno un caratteristico odore di limone, tanto da essere chiamata anche cedrina. La camomilla è conosciutissima: dai suoi fiori in infusione si ottiene una bevanda dagli effetti calmanti. Il karkadè si ottiene dal fiore di una particolare specie di ibiscus. Ha un colore caratteristico ed un sapore gradevole ed aspro. Il cartamo, infine, che non possiede attività terapeutiche ma dai cui fiori si ottiene un colorante usato nell'industria dei dolciumi. Può qualcuna di queste piante aver avuto un ruolo nella morte di Palmieri?
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L'INFUSO DELLA SETTIMANA Parliamo oggi nella nostra rubrica di uno degli infusi più utilizzati nelle nostre case. Il principio attivo presente nei capolini essiccati della pianta in questione è utilizzato per gli effetti antinfiammatori e rilassanti sulla muscolatura liscia del tratto digerente; è quindi indicato in caso di gastriti, enteriti, coliti, esofagiti ed ulcera peptica. Trova impiego anche come blando sedativo e sembra inoltre possedere proprietà cicatrizzanti, battericide ed antimicotiche. Per questi motivi, in quasi tutte le nostre case si utilizza l'infuso concentrato di capolini (un cucchiaio da minestra per tazza d'acqua). Una curiosità: mentre un'infusione breve a caldo dei capolini è utile per conciliare il sonno (azione sedativa), un'infusione a caldo prolungata (diversi minuti) può aggravare l'insonnia per il suo effetto stimolante.
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Facciamo innanzi tutto un po' di chiarezza: la tisana si ottiene utilizzando sia le parti tenere sia quelle legnose di diverse piante in acqua già bollente, lasciandola riposare per 5 minuti al massimo. Per preparare un infuso si utilizzano invece le sole parti tenere, come fiori e foglie, di una sola pianta, sulle quali viene versata dell'acqua bollente per poi filtrare il liquido dopo 5-10 minuti. Per il decotto si scelgono invece le parti più resistenti e dure, come radici e cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 5-10 minuti. Dopo il tempo di bollitura si lascia riposare per altri 10 minuti e infine si filtra il tutto. Nel recente caso di cronaca della misteriosa morte di Palmieri, si è forse arrivati a capire quale specie fosse stata usata per preparare l'ultimo infuso semplicemente distinguendo la parte della pianta usata (foglia o fiore), il colore delle parti usate ed il colore dell'infuso stesso. Provate a farlo anche voi!
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