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IL VUOTO.

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Presentazione sul tema: "IL VUOTO."— Transcript della presentazione:

1 IL VUOTO

2 Organizzazione puritana dello spazio: paradiso e pandemonium
Eden Inferno Vuoto assoluto Paradiso Pandemonium

3 Bill nel vuoto Volando in un rombo assordante, piombando in un budello nero e grondante rivestito di vecchie piastrelle in disfacimento ... per esplodere in uno spazio di tenebra assoluta, dove la tenebra era tutto, la tenebra era il cosmo e l’universo ... Ma c’era qualcos’altro. Bill ne avvertì la presenza ... una poderosa presenza nel buio ... Volò verso quella presenza e vide che era un’enorme tartaruga ... La tartaruga parlava nella mente di Bill e Bill intuiva l’esistenza di un Altro ancora e capiva che quell’Altro abitava un vuoto che si trovava oltre il vuoto in cui lui stava viaggiando. L’Altro era forse l’Entità definitiva, il creatore della Tartaruga, che soltanto guardava, e di It, che soltanto mangiava. L’Altro era una forza al di là dell’universo, un potere oltre tutti i poteri, l’autore di tutto ciò che era. A un tratto credette di aver capito: It intendeva spingerlo attraverso una parete alla fine dell’Universo per farlo piombare in qualche altro luogo ... dove It realmente viveva, dove It esisteva come un nucleo titanico e accecante che pure era forse non più che il minuscolo bruscolo nella mente dell’Altro

4 Il macroverso: Altro Macroverso
L’organizzazione dello spazio dell’ “Oltre” in It di S. King (1986) Pozzi oscuri Altro Tartaruga Universo Macroverso

5 Lovecraft: il vuoto dietro la parete
The dreams in the witch-house (1932) Trono di Azathoth Abissi crepuscolari I sogni di Gilman consistevano per lo più in tuffi dentro abissi crepuscolari che splendevano di sfumature indescrivibili, e risuonavano di suoni selvaggiamente distorti. Sulle proprietà spaziali e gravitazionali di tali abissi non riusciva a formulare neppure vaghe ipotesi, nè gli era chiaro se il suo corpo fosse partecipe di quelle proprietà, o obbedisse ancora alle leggi del mondo della veglia. Non camminava né si arrampicava, non volava e non nuotava, non strisciava e nemmeno procedeva carponi ... Gli abissi non erano affatto vuoti, anzi contenevano grandi quantità di una sostanza dal colore mai visto, ripiegata nei modi più strani

6 Paradise Lost, canto I Satana nel vuoto: Davanti ai loro occhi all’improvviso apparvero // i segreti dell’abisso incanutito, un oceano // illimitato e oscuro, senza confini e senza dimensione; // dove lunghezza, larghezza, altezza e tempo e spazio // sono perduti; dove la Notte più antica ed il Caos, che sono gli antenati della Natura, mantengono // un’eterna anarchia […] In questo abisso selvaggio, grembo della Natura e forse tomba, // che non ha mare né spiaggia, né aria né fuoco, // ma tutte queste cose frammiste e confuse […] in questo abisso selvaggio lo scaltro Avversario // si soffermò sull’orlo dell’inferno ad osservare, // e meditò sul viaggio […]

7 La fondazione dei padri pellegrini: gli archetipi tracciati direttamente nello spazio
William Bradford, Of Plimmoth Plantation (1630–1650) “Ma qui non posso non sostare e fare una pausa, e restare quasi sopraffatto dallo sbigottimento per la situazione di questa povera gente; e così ritengo che farà anche il lettore, quando abbia riflettuto su di essa. Avendo così superato il vasto oceano… essi non avevano ora amici per accoglierli, né locande per ospitare o ristorare i loro corpi provati dalle intemperie, né case o tanto meno città dove rifugiarsi, dove cercare aiuto. Riferiscono le scritture (Atti degli apostoli, 28. Paolo è in viaggio verso Roma, fa naufragio e viene accolto in modo ospitale dai selvaggi di un isola) come misericordia per l’apostolo e la sua compagnia naufraga, che i barbari mostrarono loro non poca gentilezza nel ristorarli, ma questi barbari selvaggi, quando essi li incontrarono (come apparirà più avanti) erano più disposti a riempir loro i fianchi di frecce che altro. E quanto alla stagione era inverno, e quelli che conoscono gli inverni di quel paese sanno che sono aspri e violenti, e soggetti a crudeli e furiose tempeste, pericolose per chi navighi in luoghi noti, molto più per chi esplori una costa ignota. Inoltre che cosa potevano scorgere se non un orrido e desolato deserto, pieno di bestie feroci e di uomini feroci? E quali moltitudini potevano esserci di questi essi non sapevano. Né potevano, per così dire, salire sulla cima del monte Pisgah (da dove Mosè guarda la terra promessa), per scorgere da questo deserto un più ospitale paese che alimentasse le loro speranze; poiché dovunque volgessero gli occhi (salvo che in alto verso il cielo) potevano avere poco conforto o soddisfazione riguardo a qualunque oggetto esterno. … Che cosa poteva ora dar loro sostegno se non lo spirito di Dio e la sua grazia? Non possono e non debbono forse i figli di questi padri dire a ragione: I nostri padri furono inglesi che attraversarono questo grande oceano, ed erano pronti a perire in questo deserto; ma essi invocarono il Signore, ed egli udì la loro voce, e volse lo sguardo alle loro sventure”

8 La metropoli americana
Mary Douglas, Purezza e pericolo (1970) (lavora sul rituale di distinzione tra purezza e contaminazione) Trattamenti rituali dell’anomalia 1.adeguamento al modello; 2.delimitazione dell’anomalia; 3.anomalia come eccezione che conferma il modello; 4.anomalia come luogo di pericolosità; 5.utilizzo dei simboli ambigui nel rito). Tipologie del pericolo: 1. preme sui confini esterni; (massimo pericolo: se è l’espulso che ritorna) 2. può derivare dalla trasgressione delle linee interne del sistema; 3. può essere presente nei margini delle linee; 4. può essere causato dalla contraddizione interna.

9 La metropoli europea-mediterranea

10 L’organizzazione cattolica dello spazio L’invenzione del Purgatorio (1150-1300)
Paradiso Mondo Purgatorio Inferno

11 Un effetto collaterale: la “dimensione parallela”ovvero il diavolo in giardino

12 Il nemico sopra le nostre teste

13 The Twilight Zone ( ) Nightmare at feet, andato in onda nel 1963

14 Orson Welles 30 di ottobre del 1938

15 L’isola

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17 M. Twain: l’isola dei pirati ovvero lo spazio dello “stallo”
Mark Twain ( ) Le avventure di Tom Sawyer (1876) Le avventure di Huckleberry Finn (1884)

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