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PubblicatoColombina Valenti Modificato 10 anni fa
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L’intervento educativo-psicologico nella prospettiva Biopsicosociale
Dott.ssa Valentina Pavino Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivista Esperta nella valutazione e trattamento dei disturbi emotivo-comportamentali acquisiti Lumsa 2014
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Come definire l’intervento ?
Chi attua l’intervento Prospettiva di intervento Su cosa si interviene Intervento Educativo-Psicologico
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Chi attua l’intervento
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Chi è lo psicologo ?
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…quello che ha a che fare con i matti
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È quello che ti ascolta sempre
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La Visione genitoriale del nostro futuro quando diciamo loro che vogliamo fare gli psicologi
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Atteggiamento costruttivo
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Un professionista del supporto psicologico
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Malgrado le difficoltà tenta di fare il suo mestiere
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A volte lo fa bene…
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Aiuto le persone a trovare la propria strada
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Che sa potenziare le risorse umane
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Che a volte sbaglia
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Ma che a volte non sa di sbagliare
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Il modello di intervento
Campo di applicazione L’intervento Educativo-Psicologico
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Mod. Biopsicosociale Neuroriabilitazione L’ intervento Educativo-Psicologico
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Attraverso quale modello teorico si attua l’intervento ?
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Il modello Biopsicosociale
Il paradigma biopsicosociale considera in modo unitario e interattivo i diversi aspetti che contraddistinguono ogni persona e che la rendono unica.
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Non sono trattati come entità discrete, distinte e separate
Fattore biologico Fattore psicologico Fattore sociale
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La genetica in sè e per sè non determina nulla tanto quanto l’ambiente in sè e per sè non specifica nulla: è nella relazione tra corredo genetico ed ambiente che nei sistemi biologici si costituiscono le condizioni organizzative responsabili delle funzioni dei sistemi stessi
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La mente è l’espressione della relazione
Sistema psicologico Sistema sociale Sistema biologico
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Riferendoci al sistema nervoso centrale…
La mente, in un’ottica naturalistica, è un’espressione, è il frutto della relazione che si costituisce tra il corredo genetico responsabile della formazione, del mantenimento e della modificazione della struttura cerebrale e l’ambiente con cui interagisce il sistema cerebrale.
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Perché il modello biopsicosociale ?
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Perché impostare l’intervento secondo il mod.Biopsicosociale ?
Un certo grado di indeterminatezza è presente in ogni dimensione della riabilitazione ciò rende difficile e inefficace la definizione dei percorsi riabilitativi precostituiti meccanicamente, che non possono essere programmati solo sulla base della conoscenza di una determinata lesione cerebrale o dell’età in cui compare
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Perché impostare l’intervento secondo il mod.Biopsicosociale ?
Perché può venirci in aiuto nella lettura di sistemi complessi come quello neuroriabilitativo poiché la prospettiva relazionale su cui si fonda supera i limiti semplicisti del riduzionismo presente nella prospettiva monista Perché supera il problema solo speculativo della relazione mente-corpo della prospettiva dualista
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Perché impostare l’intervento secondo il mod.Biopsicosociale ?
Perché nella costruzione di progetti riabilitativi individualizzati permette di contestualizzare i singoli casi attraverso gli aspetti di TEMPORALITà degli eventi, di GERARCHIA di funzioni più o meno compromesse e di RELAZIONE con l’ambiente a cui appartengono
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Perché impostare l’intervento secondo il mod.Biopsicosociale ?
Perché è un modello che potenzialmente può tenere insieme le diverse tecniche e metodiche secondo la logica dei bisogni di un singolo individuo
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Su cosa attuare l’intervento
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E sui loro familiari Su pz con menomazioni del snc
Che presentano disturbi emotivo-comportamentali acquisiti E sui loro familiari
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La neuroriabilitazione
È un campo vasto e articolato poiché i danni al SNC, che coordina le strutture di controllo dell’intero organismo, determinano alterazioni funzionali e disabilità che possono riguardare qualsiasi dominio del sentire,del pensare e dell’agire della persona.
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La neuroriabilitazione
Vasto e articolato Dim. verticale Dim. Delle strutture e figure coinvolte Dim. Degli ambiti di intervento Dim. orizzontale
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Strutture e fig. coinvolte
verticale Dim Spazia dall’età evolutiva all’età anziana Dim. orizzontale Spazia dalle malattie croniche, cicliche o degenerative alle lesioni improvvise Ambito di intervento Tiene conto dell’interazione della persona con l’ambiente Strutture e fig. coinvolte Comprende le figure professionali e non professionali
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Dimensione Verticale : età di insorgenza dell’alterazione neuropsichiatrica
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Menomazioni acquisite in età evolutiva
Alterazione della formazione delle strutture e delle funzioni cognitive L’interazione con l’ambiente non comune rispetto agli altri individui Permettono la costruzione di un progetto di vita ed una storia personale più lineare Menomazioni acquisite in età successive Interrompono bruscamente i progetti di vita obbligano a cambiamenti improvvisi
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Dimensione Orizzontale: Concerne la classificazione dei danni, le malattie o eventi eziopatogenetici che possono colpire il snc
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Le alterazioni si possono associare a :
Sindromi genetiche Lesioni cerebrali acquisite (traumi cranici, ictus, emorragie o ischemie, anossie) Demenze Patologie neuromotorie (sclerosi multipla, sindrome laterale amiotrofica, Parkinson) Tumori Uso di sostanze Intossicazioni Patologie metaboliche o da cardiopatia Patologie psichiatriche croniche
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Dimensione degli ambiti di intervento: chiarisce su cosa si interviene
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In campo neuroriabilitativo l’intervento può riguardare:
La struttura Le funzioni mentali Le attività di una persona Professioni mediche Prof. Neuropsicologiche e fisioterapiche Prof. Psicoterapeutiche, educative e di terapia occupazionale
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Dimensione delle strutture e delle figure professionali: Riguarda l’approccio e la tipologia di professionisti coinvolti nella cura che cambia in base alla fase di intervento in cui si inserisce la struttura
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Strutture riabilitative
Età evolutiva Fase acuta di intervento Fase post acuta di intervento Età adulta Fase di intervento degli esiti
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Figure professionali presenti nelle strutture riabilitative
Personale medico, infermieristico e assistenziale Psicologi Fig. della riabilitazione: fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, terapisti della neuromotricità, educatori professionali. Assistenti sociali
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La numerosità e la diversità delle fig
La numerosità e la diversità delle fig. professionali genera diverse criticità: l’utilizzo improprio di professionisti sovrapposizione di interventi consapevolezza dell’utilità del lavoro in team nella difficoltà di non sapere come fare
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Figure non professionali
I caregivers = Figure riabilitative a basso costo Risorsa/Problema
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L’ambiente. Tra sociale e culturale
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Secondo il modello biopsicosociale la persona cambia nel momento in cui cambiano le sue opportunità di relazionarsi con il mondo attorno a lei Diventa necessario conoscere e riconoscere le diverse modalità espressive del disagio personale che è strettamente legato anche al contesto culturale in cui prende forma
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Modello Biopsicosociale Modello Biopsicoculturale
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L’intervento educatvo-psicologico pone la sua ragion d’essere proprio all’interno della relazione tra le diverse variabili del modello che a loro volta devono essere sempre inserite in un contesto di cura che tenga presente anche l’ambiente culturale di appartenenza della persona
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Per prendersi cura della sofferenza umana bisogna considerare il contesto culturale in cui essa si esprime, poichè ogni individuo è costituito dalle esperienze relazionali che ha vissuto Ciò implica che ogni intervento terapeutico effettuato sul singolo individuo veicola processi trasformativi sulla cultura stessa di appartenenza della persona e viceversa.
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La variabile culturale
è un elemento caratterizzante la personalità di un individuo che, a partire da un ambiente familiare culturalmente definito, ne introietta dentro di se i modelli comportamentali. Questi modelli comportamentali daranno forma alle modalità che la persona utilizzerà per esprimere il suo disagio
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I modelli comportamentali
Daranno forma alle modalità che la persona utilizzerà per esprimere il suo disagio
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La personalità da un punto di vista transculturale
“Un sistema mentale capace di assimilare e trasmettere cultura e quindi operativamente articolato in pensieri ed azioni trasformabili sociologicamente in modelli di comportamento-risposta in un campo sociale” Menarini R. Neroni G. 2002
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Dal momento che la personalità (elemento dal quale l’intervento psicologico non può prescindere) viene a costituirsi anche su base culturale, il disagio psicologico delle persone con disturbi emotivo-comportamentali acquisiti interesserà la dimensione personologica sia a livello di tratto di personalità che a livello di tratto culturale
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Tratto culturale “ un tratto di personalità condiviso o modello costituito da tratti di personalità estremamente simili, riscontrabili in un contesto collettivo” Menarini R. Neroni G. 2006
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Capitolo Terzo. Cultura e Personalità
Disturbi di personalità Riferendoci all’espressione psicopatologica dei tratti di personalità Sidromi Etnioche In riferimento alla manifestazione psicopatologica dei tratti culturali
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