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Le emozioni nei bambini dalla ricerca alla clinica
Intervento centrato sulle emozioni in età evolutiva Emanuela Iacchia
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Obiettivo della presentazione
Dimostrare che la condivisione delle emozioni tra bambino, famiglia e terapeuta è alla base di una psicoterapia efficace
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Capisaldi della teoria evoluzionista sulle emozioni
Le reazioni emozionali di base (la paura, la gioia, la rabbia..) sono: caratteristiche di tutta la specie connesse con le parti più antiche del cervello indipendenti dalle differenze culturali presenti nella prima infanzia
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Funzioni delle emozioni umane
Comunicare agli “altri significativi” gli stati interni Promuovere la competenza esplorativa dell’ambiente Promuovere risposte adeguate alle situazioni di emergenza Promuovere legami sociali Le reazioni emozionali nel bambino comunicano il bisogno al caregiver le cui reciproche reazioni emozionali promuovono un accudimento efficace, quindi…
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La condivisione delle emozioni è il tessuto delle relazioni sociali umane
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Ad esempio il riso...strumento di relazione
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Lo sviluppo del riso nel bambino
a 3 mesi: “risposta sorriso” a 4 mesi: il riso può essere suscitato con costanza da stimoli intensi dopo i 6 mesi: il riso compare in risposta a stimoli sociali o a stimolazioni più lievi nel corso del primo anno: il sorriso diventa un comportamento squisitamente sociale
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Il riso ha un ruolo importante nello sviluppo della reciprocità
Funzione del riso …promuovere l’avvicinamento degli altri …comunicare benessere …promuovere la relazione intima con il caregiver Il riso ha un ruolo importante nello sviluppo della reciprocità ricompensa per il caregiver incoraggiamento alla ripetizione
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E poi… c’è interdipendenza fra memoria ed emozioni
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Interdipendenza fra memoria ed emozioni
Lo sviluppo della memoria (3-10 mesi) produce conseguenze sullo sviluppo emozionale Le immagini mentali possono avere infatti in sé un emozione positiva o negativa Bowlby argomentava “lo sviluppo precedente determina il corso dello sviluppo successivo” (1973) Le esperienze attuali sono interpretate all’interno di cornici createsi in precedenza (Modelli Operativi Interni)
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A secondo di come la figura d’attaccamento si rapporta con il piccolo…
Pattern d’attaccamento (Ainsworth,1982) Il bambino mostra… Attaccamento sicuro Curiosità, interesse per l’esplorazione, indipendenza, espressività emozionale Attaccamento ansioso-resistente Ansia, timore per l’esplorazione, dipendenza,difficoltà a rilassarsi e a calmarsi Attaccamento evitante Evitamento delle situazioni, difficoltà ad esprimere le emozioni Attaccamento disorientato-disorganizzato (M.Main,1986) Il bambino è confuso e indecifrabile alla separazione, disorientato al ricongiungimento
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A secondo dell’organizzazione cognitiva il bambino si sente…
Il bambino fobico Il bambino ossessivo Il bambino depresso Il bambino psicosomatico Si sente debole, evita le sensazioni nuove, nasconde la sua debolezza Si sente imperfetto, bisognoso di perfezione, dubita di tutto ed è incapace di esprimere le proprie emozioni Si sente solo, cattivo, incapace, indegno di amore e in colpa Si sente confuso, incapace di decodificare e riconoscere i suoi stati interni, sente un vuoto affettivo che scambia per fame
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Quando il terapeuta accoglie una famiglia
ascolta il silenzio , gli sguardi, le emozioni del bambino capisce le ansie dei genitori legge i propri segnali interiori
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Nello spazio della terapia si può dar voce alle proprie emozioni
E così comincia la storia vissuta insieme da…. …Marco, Luca, Anna, Serena, Alice, Alessio, Ivan, Lorenzo, Giacomo, Erica, Marta, Lucia, Manuel, Lisa, Giulia, Sandra, Leonardo, Michele, Fabio, Erika…. …dalle loro famiglie e dal terapeuta…
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Non esiste un’unica procedura, una linea di condotta prestabilita, il terapeuta si adatta ad ogni storia Il percorso terapeutico è davvero un’alleanza tra i genitori, lo psicoterapeuta e il bambino
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Tanti bambini, tante storie…
Mirco ha 10 anni ed è accompagnato in studio dai genitori perché manifesta disturbi del comportamento…….. Rita non riesce più ad andare a scuola, dovrebbe frequentare la prima media…….. Ivan fa la prima elementare e ha iniziato a balbettare…… Andrea ha solo 8 anni e tanti rituali prima di addormentarsi: deve ripetere ogni azione tre volte……. Chiara è chiusa nel suo silenzio, non parla, non ride, si batte la testa e urla……. Sara ha 12 anni mangia e vomita….
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Il sintomo è un mezzo che permette al bambino di esprimere il bisogno di cura della relazione con le sue figure d’attaccamento Il terapeuta lavora con il piccolo paziente e con la famiglia tenendo conto della complessità dei legami che vi sono tra di loro La scomparsa di un sintomo non determina necessariamente la fine della terapia Quando i sintomi più eclatanti scompaiono, rimane da capire quali siano le difficoltà all’origine della ferita, per curarla Il tempo necessario varia da bambino a bambino.
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Tante emozioni all’interno della terapia
Per i genitori affidare il figlio a un terapeuta è una decisione importante; se si insinuano la diffidenza e il dubbio, la terapia difficilmente sarà “terapeutica”. Per il bambino la terapia è il momento in cui esprimere se stesso; se si sente giudicato non può acquisire fiducia nelle proprie sensazioni; se viene volentieri significa che vi trova ciò di cui ha bisogno emotivamente…anche quando sembra che non faccia altro che giocare. Il terapeuta lascia riecheggiare dentro di sé le emozioni del bambino e della famiglia e le utilizza come chiave di comprensione di ciò che essi vivono interiormente.
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La storia di Stefano e della sua famiglia…
Bambini che hanno sperimentato un rifiuto cronico all’interno della loro primaria relazione d’attaccamento, esibiscono un dubbio generalizzato sulle disponibilità affettive degli altri e spesso attribuiscono a loro delle intenzioni malevole, anche se non presenti… La storia di Stefano e della sua famiglia… …la psicoterapia con Stefano mostra la dinamica di una cura, lo spazio che si è venuto a creare al suo interno ha permesso alle emozioni di manifestarsi…
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Presentazione del caso clinico
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