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Le origini del pensiero greco: i luoghi, il potere.
Dalla civiltà micenea alla nascita della polis
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Il mondo egeo tra III e II millennio a.C.
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Dalla civiltà minoica all’invasione dei Dori
Il mondo greco più antico, quale è evocato dalle tavolette micenee, per molti aspetti si apparenta ai regni del vicino Oriente che gli sono contemporanei. Uno stesso tipo di organizzazione sociale, un genere di vita analogo, un’umanità affine si rivelano negli scritti in lineare B di Cnosso, Pilo, Micene…
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… e negli archivi in cuneiforme trovati a Ugarit, Alakah, Mari o nell’ittita Hattusa. (J.P.Vernant, Le origini del pensiero greco) All’inizio del II millennio a.C., il mondo greco è collegato senza discontinuità all’Anatolia, alla Mesopotamia, all’Iran.
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Civiltà minoica (Creta, 2700-1450 a.C.):
civiltà «palaziale»; il palazzo è un centro amministrativo e raccolta di archivi; economia basata sul commercio («talassocrazia»); lingua scritta: lineare A (indecifrata); arti, tecnologie metallurgiche e architettoniche molto sviluppate; termina in modo violento e ancora oggi dibattuto (eruzione di Thera, ca, e conseguente tsunami)
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Civiltà micenea ( ca) i Micenei, o Achei, si sostituiscono ai Cretesi in tutto il Mediterraneo orientale (si stabiliscono anche nel palazzo di Cnosso a Creta fino al 1400); si espandono fino a Rodi, la Troade, Cipro, Siria, Mesopotamia, Egitto, Fenicia, Palestina…
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In tutta questa regione fu elaborata una civiltà comune cipro-micenea, in cui gli elementi minoici, micenei e asiatici erano intimamente fusi, e che disponeva di una scrittura derivata, come quella sillabica micenea – lineare B – dalla lineare A […] Così i Micenei apparivano strettamente associati alle grandi civiltà del Mediterraneo orientale, integrati in quel mondo del Vicino Oriente […] (J.P.Vernant, op.cit.)
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La civiltà micenea: struttura politica,
economica e sociale il wanax è il sovrano assoluto: egli concentra nella sua persona tutti gli elementi del potere, accentrati attorno e nel palazzo, la cui funzione è insieme politica, religiosa, militare, amministrativa, economica; la classe professionale degli scribi contabilizza negli archivi tutto ciò che concerne la vita economica, l’esercito, le funzioni religiose, etc; il lawagetas, capo dell’aristocrazia combattente;
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gli hetairoi, i capi delle varie unità militari che costituiscono l’esercito;
attorno al palazzo, nella campagna, i damoi, le comunità di villaggio, a capo delle quali c’era un basileus coadiuvato da una gherusia. Il Palazzo viveva grazie alle prestazioni degli appartenenti al damos, con cui la popolazione ripagava l’autorità centrale dei servizi di difesa e di pubblica utilità.
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Il mondo miceneo, insomma, era assai simile a quello feudale, con la sua contrapposizione tra la società di corte e quella contadina […] Un mondo, dunque, molto diverso da quello che sorgerà - alcuni secoli dopo la sua fine – nelle stesse terre ove esso era fiorito. Assai diverso, in altre parole, dal mondo di Omero e da quello delle prime poleis. (E.Cantarella, Itaca)
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Il «medioevo» ellenico (1150-850)
e Omero L’invasione dei Dori e dei «popoli del mare» pose fine alla civiltà micenea: vennero rotti i rapporti ormai secolari tra Grecia e Oriente: il mare cessa di essere una via di passaggio e diventa una barriera; la Grecia torna a una forma di economia puramente agricola; non esiste più una divisione del lavoro simile a quella micenea.
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Nella caduta dell’impero miceneo, il sistema palaziale crolla totalmente […] Il termine anax scompare dal vocabolario politico ed è sostituito dalla parola basileus, di cui abbiamo visto il valore strettamente locale […] e che designa una categoria di Grandi che si pongono alla sommità della gerarchia sociale. Abolito il regno dell’anax, non si trova più traccia di un controllo organizzato dal re, di un apparato amministrativo, di una classe di scribi. La stessa scrittura scompare […] (J.P.Vernant, op.cit.)
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I poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea, furono composti in quel momento fondamentale che fu, nella storia greca, l’VIII secolo a.C., quello in cui nacque la polis. In particolare, l’Itaca di Omero è caratterizzata da istituzioni pubbliche e rapporti sociali tipici di una comunità vissuta tra il X e l’VIII sec. a.C., per cui seguire le vicende di Itaca narrate da Omero significa assistere alla nascita della polis…
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Itaca: l’articolazione del potere
Itaca, Pilo, Sparta, Troia: le città omeriche sono governate da un basileus. Questo termine non indica solo il capo della comunità, ma anche i capi dei diversi oikoi (case, gruppi familiari), tra i quali, nel tempo, uno di essi ha acquisito un ruolo dominante che gli conferisce il titolo di basileus skeptuchos, il «re con lo scettro». Questo potere regale si basa sulla forza: fino a che il basileus è nel pieno dell’attività fisica e psichica continuerà a governare, nonostante l’età avanzata…
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L’assemblea: sia a Itaca che nell’esercito panacheo si tengono assemblee, sia pure temporanee. Nel breve periodo in cui si tengono, queste riunioni sono allargate a soldati semplici o a cittadini comuni e funzionano secondo un modello «politico»: i poteri del basileus erano sensibilmente limitati da quelli dell’assemblea, come appare chiaramente dall’episodio di Criseide.
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Il potere dell’assemblea consiste nella forza della pubblica opinione che in essa si esprime […] un potere molto forte. In mancanza di un diritto penale, l’assemblea è un organo in grado di imporre l’osservanza delle regole fondamentali del vivere associato. (E.Cantarella, op.cit.)
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Il Consiglio ristretto: è costituito dai basileis (nell’Iliade) e/o dagli anziani, gherontes. Questo organo, come l’assemblea, esprime pareri non vincolanti, le sue decisioni sono in realtà dei semplici pareri, dei «consigli», appunto, in ordine alle questioni discusse. E’ solo un momento di incontro dei membri più influenti della comunità, i suoi poteri variano di volta in volta a seconda dei delicati equilibri che si vengono a formare: il quadro istituzionale omerico è caratterizzato da una notevole fluidità…
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E ancora: nell’Odissea non c’è solo la vendetta di Odisseo nei confronti dei Proci; c’è anche un’amministrazione della giustizia domestica che distingue tra azione volontaria e involontaria e, dunque, si basa sul concetto di responsabilità morale.
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Sulla piazza vi è un gruppo di gente: e là è sorta contesa, due uomini altercano per il riscatto di un morto, e uno afferma di avere pagato, e pubblicamente lo dice, l’altro sostiene di non avere ricevuto […] E tutti e due vanno dal giudice [histor] per il giudizio. Siedono gli anziani su seggi di pietra liscia […] e tengono in mano gli scettri; con questi in mano si alzano e pronunciano, uno dopo l’altro, il giudizio […]
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La famosa scena processuale scolpita sullo Scudo di Achille (Iliade, XVIII) mostra una polis nascente, in cui vi è un luogo adibito alla risoluzione delle liti. Ad uno a ad uno, i gherontes si alzano e sentenziano a maggioranza sulla base delle indicazioni dell’histor (etimologicamente, «colui che ha visto», «colui che sa» quanto riscatto è stato effettivamente versato a fronte di un omicidio). Siamo, evidentemente, di fronte ad un fatto nuovo: il bisogno di una maggiore garanzia di pace sociale.
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E’ in questo contesto che, in Grecia,
La funzione giurisdizionale dei gherontes è chiaramente la risposta a un’esigenza nuova di giustizia, della quale il potere collettivo si fa carico, per la prima volta nel mondo greco postmiceneo. Siamo in un’epoca in cui a una consuetudine secolare […] si affiancano valori ispirati a un’etica cooperativa, e la corrispondente necessità, sempre più sentita, di garantire la pace sociale. (E.Cantarella, op.cit) E’ in questo contesto che, in Grecia, nasce la filosofia…
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