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LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON DEMENZA IN OSPEDALE
Presidio Ospedaliero di Conegliano “DISTURBI DEL COMPORTAMENTO E DELIRIUM” Dott. Orazio Piantanida
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I disturbi comportamentali e psichici (BPSD) in corso di demenza:
- spesso rappresentano una sfida che sovente richiede un'approccio multimodale (approccio non farmacologico, ambientale, farmacologico); - inoltre la scelta del tipo di trattamento farmacologico dipenderà dai diversi fattori clinici e socio-ambientali, quali: ● eziologia della demenza ● frequenza, gravità e persistenza dei BPSD ● rischi per il paziente ● grado di compromissione cognitiva e funzionale ● la comorbidità organica ed i trattamenti in atto ● il setting di cura (territorio, istituzione)
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gestione non farmacologica, quali ad esempio: adattamento
La decisione quindi di intraprendere un trattamento farmacologico dei sintomi psicotici e delle turbe comportamentali, deve far seguito al tentativo di una gestione non farmacologica, quali ad esempio: adattamento ambientale e strategie riabilitative. Se ci si indirizza verso l'applicazione di un trattamento farmacologico vi è indubbiamente la necessità di valutare il sintomo in rapporto alla responsività al trattamento farmacologico. Quali i sintomi più responsivi al trattamento farmacologico: ● agitazione ● aggressività ● ansia ● depressione ● insonnia ● sintomi psicotici (deliri e allucinazioni)
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Conseguentemente la scelta del farmaco deve essere guidata dal
c l u s t e r dei sintomi presentato dal paziente, tenendo presente oltre all’efficacia del farmaco, i potenziali effetti collaterali, che quasi sempre sono il principale elemento decisionale, perché ben sappiamo che gli AP tradizionali (tipici) sono spesso associati a numerosi effetti collaterali dipendenti dalle proprietà farmacodinamiche (antidopaminergiche, anticolinergiche, ed antistaminiche) come: ● actasia ● effetti anticolinergici periferici ● sintomi parkinsoniani ● dist. della conduzione del ritmo cardiaco ● sedazione ● sdr. maligna da antipsicotici ● confusione ● iperprolattinemia ● ipertensione ortostatica ● aumento ponderale
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Tenere presente che l’impiego concomitante
di farmaci ad azione anticolinergica per controbilanciare gli effetti extrapiramidali dei neurolettici, è controindicato nei pazienti dementi, perché può accentuare il deficit cognitivo.
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Elemento importante nella scelta del farmaco è quindi
il differente profilo di tollerabilità, specialmente nella popolazione anziana demente. L’uso degli AP atipici (di seconda generazione) nella demenza è un uso abbastanza recente nella pratica clinica, ed i dati ad essi relativi sono a tutt’oggi in aumento,senza però tralasciare le segnalazioni di una maggiore frequenza di eventi avversi (EA) di tipo cerebro-vascolare in pazienti anziani con psicosi correlata a demenza. Necessario quindi il monitoraggio clinico continuo del paziente, in tempi abbastanza brevi, fino alla stabilizzazione dei sintomi.
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Indicazioni al trattamento farmacologico dei
(BPSD) disturbi psichici e comportamentali della demenza. Osservazioni: • quasi sempre necessitano di farmaco-terapia • la terapia deve essere iniziata a basse dosi • la scelta deve essere individualizzata con particolare attenzione al rischio di sviluppare effetti collaterali (le dosi iniziali vanno frazionate) • modificare il trattamento dopo 4-8 settimane a dosi adeguate, se non vi è riduzione della severità dei sintomi.
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La scelta dell’antipsicotico nell’anziano: elementi per una scelta.
gli Antipsicotici Atipici causano molto meno EPS, rispetto agli antipsicotici classici, e spesso non ne causano affatto; gli APA riducono i sintomi negativi della schizofrenia, meglio degli antipsicotici classici (o meglio non peggiorano la situazione); gli APA riducono i sintomi affettivi negativi nella schizofrenia e nei disturbi correlati; è possibile che gli APA riducano i sintomi della perdita cognitiva nella schizofrenia e nei disturbi correlati, come la malattia di Alzheimer.
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Trattamento con Amisulpiride dei disturbi psichici e comportamentali (BPSD) della demenza
Paz.te sesso età diagnosi patologie associate p1. M 80 D. Alz. Sindrome ipotensiva. p2. M 79 D. Alz. Cardiop. degenerativa senile con turbe del ritmo, ipertrofia prostatica. p3. M 80 D. a corpi Cardiopatia ipertensiva in aritmia di Lewy ventricolare maligna, ipotiroidismo, BPCO. p4. F 84 D. Alz. Trauma cranico, bronchite cronica. p5. M 84 D. Alz. Neolasia prostatica, cardiopatia degenerativa senile, sindrome ipocinetica in parkinsonismo.
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DELIRIUM Fa parte delle sindromi mentali organiche, come un disturbo psicologico e comportamentale, associato ad una disfunzione cerebrale ad eziologia organica. Il Delirium o Stato confusionale acuto, si presenta come un disturbo cognitivo globale, ad insorgenza acuta e di durata transitoria, con alterazioni delle funzioni cognitive, quali l'attenzione la memoria, la percezione, il pensiero, sempre associato ad un disturbo metabolico diffuso.
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Criteri diagnostici: - difficoltà nel mantenere l'attenzione agli stimoli ambientali, quali ad esempio le domande, che pertanto dovranno essere ripetute più volte; - pensiero disorganizzato, come discorsi incoerenti, illogici; - riduzione del livello di coscienza,come anche la difficoltà nel rimanere sveglio durante la visita; - disturbi della percezione, come false interpretazioni, illusioni o allucinosi;
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- aumento o riduzione dell'attività psicomotoria;
- disorientamento nel tempo e nello spazio; - l'evidenza in base all'anamnesi, o esami di laboratorio, di uno specifico fattore organico, o di più fattori, che si ritengono eziologicamente in relazione al disturbo.
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Cause organiche di delirium
Tra queste le malattie primarie del SNC, quali le malattie degenative: morbo di Parkinson, sclerosi multipla e malattia di Alzheimer, ma più in generale, qualsiasi fattore in grado di interferire con il metabolismo cerebrale (come l'utilizzazione di glucosio e/o di ossigeno a livello neuronale), Il delirium non è quindi un disturbo patognomonico di una determinata causa, ma una manifestazione aspecifica di un disturbo cerebrale,
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quindi, ricordare sempre le variabili biologiche legate alla noxa patogenetica, le variabili biologiche legate all'ospite (che agiscono da fattori predisponenti), i fattori psicologici ed ambientali facilitanti, che spesso modulano l'insorgenza, la gravità e la durata del delirium (oltre al fatto che in uno stesso paziente possono concorrere più cause diverse).
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Malattie degenerative:
malattia di Alzheimer morbo di Parkinson sclerosi multipla - possono presentare nel corso della loro malattia episodi confusionali legati sia direttamente alla patologia cerebrale, che in associazione ad altri fattori, quali ad esempio le terapie farmacologiche.
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Delirium nel paziente geriatrico:
alta incidenza, sia al momento del ricovero, che durante il decorso ospedaliero; la presenza di un danno cerebrale degenerativo o strutturale, l'alta frequenza di effetti collaterali da farmaci, di malattie fisiche croniche con squilibri metabolici, la presenza di deficit uditivi e visivi, sono tutti fattori che contribuiscono ad una maggior incidenza di delirium nel soggetto anziano; insonnia, deprivazione sensoriale, stress psico- sociali, quali ad es. i lutti o cambiamenti d'ambiente, sono tutti fattori precipitanti;
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ma nell'anziano alcuni sintomi sono più frequenti:
- uno stato depressivo e forme ipoattive; - una demenza preesistente, spesso modifica il quadro e lo rende meno produttivo; - la presenza di sintomi fisici, quali: tremori, disartria, scarsa coordinazione motoria, incontinenza urinaria.
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Trattamento: terapia eziologica, rapida individuazione delle cause, quando possibile in tempi brevi, terapia sintomatica: - terapia sedativa - mantenimento dell'equilibrio idroelettolitico - mantenimento della nutrizione e del sonno - trattamento ambientale (informare i parenti e gli operatori che si tratta di una forma transitoria e reversibile
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cosa serve fare, - es. una buona illuminazione della stanza, luce attenuata di notte, spesso il paziente deve essere riorientato ed informato su quanto gli sta accadendo (soprattutto se spaventato dalle allucinazioni).
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