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Le prime fasi dello sviluppo infantile
lezione 15 Lino Rossi Lorena Lanzoni labirinti della MENTE Le prime fasi dello sviluppo infantile Moduli di psicologia Copyright © 2014 CLITT Roma Questo file è una estensione online del corso Rossi, Lanzoni, Labirinti della mente © CLITT 2014
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COME OGGETTO DI RICERCA
LO SVILUPPO COME OGGETTO DI RICERCA Piaget STADI Livelli di organizzazione del pensiero in grado di soddisfare le esigenze conoscitive di un bambino di una certa età. Ogni stadio viene superato quando non consente più di organizzare in modo soddisfacente le conoscenze, fino ad arrivare al livello del pensiero logico astratto, tipico dell’adulto. Freud FASI Momenti dello sviluppo psicoaffettivo del bambino, che non si succedono in modo rigido, ma possono sovrapporsi tra loro. Freud distingue la fase orale, anale, fallica, periodo di latenza, pubertà, corrispondenti a differenti età dello sviluppo. Copyright © 2014 CLITT Roma Questo file è una estensione online del corso Rossi, Lanzoni, Labirinti della mente © CLITT 2014
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LA VITA PRENATALE Una singolare corrispondenza si nota tra i caratteri comportamentali prima e dopo la nascita. Feti molto vitali, curiosi, esploratori dell’utero materno, vengono avvertiti dalla mamma come “attivi” fin dal quarto mese di gravidanza; una volta nato, il piccolo appare molto vigile, ha tempi di veglia prolungati, esplora l’ambiente ed entra presto in relazione con i genitori. Al contrario, feti poco vitali, a lungo fermi e depositati sul fondo uterino, perennemente sonnacchiosi, spesso incapaci di farsi percepire dall’esterno, risultano anche dopo la nascita poco interessati al mondo esterno, poco coinvolti e poco coinvolgenti. Si può dunque ipotizzare una sorta di dotazione di base di qualità psichiche che si mantengono stabili nel tempo.
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Il bambino e il trauma della nascita
Il "trauma della nascita", e cioè il trauma che il bambino subisce al momento del distacco dal ventre materno, rappresenta per Rank la sola esperienza reale decisiva, talmente decisiva da determinare l’intero futuro psichico dell’individuo Lettura p. 45
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Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo
Fase autistica normale; Fase simbiotica normale; Sottofase della differenziazione; Sottofase della sperimentazione; Sottofase del riavvicinamento. Fase della costanza dell’oggetto libidico. Separazione/ Individuazione
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Fase autistica normale: Durante le prime settimane di vita il neonato appare relativamente indifferente ad ogni tipo di stimolazione; I periodi di sonno superano quelli di veglia; Viene detta autistica poiché si ipotizza che il neonato stia funzionando come un sistema chiuso, lontano dal mondo esterno; La sua esperienza è limitata al mantenimento e rottura dell’ omeostasi fisiologica, ad una sequenza di frustrazioni e gratificazioni che possono essere tanto “reali” quanto allucinatorie.
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Fase simbiotica normale: A tre o quattro settimane (crisi di maturazione fisiologica) con l’accresciuta reattività il bambino ha una confusa consapevolezza della madre come oggetto esterno in grado di aiutarlo a ridurre la tensione. Presenza di risposta di sorriso al generico viso umano (Gestalt) Comincia ad organizzare l’esperienza classificandola in “buona/piacevole” e “cattiva/dolorosa”, grazie alla maturazione delle funzioni primarie dell’io quali ad esempio la memoria. Fase preoggettuale.
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SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE ha 4 sottofasi: DIFFERENZIAZIONE SPERIMENTAZIONE RIAVVICINAMENTO COSTANZA OGGETTUALE Segue due linee evolutive che si intersecano fra loro: Separazione: comprende la differenziazione, l’allontanamento, la formazione di un confine e lo sganciamento, in senso corporeo, dalla madre. Si riferisce all’emergere dalla fusione simbiotica con la madre; Individuazione: consiste nella conquista di autonomie intrapsichiche quali la percezione, la memoria, il pensiero e l’esame di realtà, ovvero quelle conquiste che segnalano la presa di possesso delle sue caratteristiche individuali.
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Sottofase della differenziazione: Da 4/5 mesi a 10 mesi: Incubazione → è la prima delle fasi di separazione-individuazione. L’iniziale tendenza a fondersi con la madre lascia il posto ad una posizione più attiva: Esplora la madre, le tira i capelli, abiti, occhiali; Più tardi scivola dal grembo materno fino al pavimento ma senza allontanarsi troppo, esplora il mondo esterno e torna a ritroso dalla madre per confrontarlo con lei. Distingue le sensazioni interne da quelle esterne, gli oggetti da sé e, più avanti, la madre dagli altri oggetti esterni.
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Sottofase della sperimentazione: comincia a 10 mesi con la capacità di camminare carponi. Si divide in due momenti. Sperimentazione iniziale: Il bambino è ora in grado di allontanarsi un po’ dalla madre, che resta comunque la “casa base” da cui ricevere “rifornimento emotivo”: Interesse rivolto anche verso gli oggetti inanimati, uno dei quali potrà diventare ciò che Winnicott chiama oggetto transizionale; Sviluppo della differenziazione corporea dalla madre e allo stesso tempo di uno specifico legame basato sulla capacità della madre di fornire rifornimento affettivo; Sviluppo delle capacità dell’io.
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Sottofase della sperimentazione: comincia a 10 mesi con la capacità di camminare carponi. Si divide in due momenti. Sperimentazione vera e propria: coincide con “la nascita psicologica” ovvero con l’acquisizione della deambulazione eretta. Il bambino si trova in “relazione amorosa con il mondo” ed il suo interesse è concentrato sulle sue crescenti capacità, che percepisce come onnipotenza; Fase di allegria legata anche alla possibilità di evadere dal coinvolgimento simbiotico con la madre; La madre deve permettere ed incoraggiare con gioia l’allontanamento per far si che lo sviluppo del bambino proceda in modo soddisfacente; La madre dovrà adattarsi al suo particolare bambino e rispondere a lui piuttosto che alle proprie idee preconcette su come il figlio dovrebbe essere.
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Sottofase del riavvicinamento: Dal 2° anno (tra 15 e 18 mesi) il bambino si rende conto che contrariamente al senso iniziale di onnipotenza, è in realtà una persona molto piccola in un mondo molto grande. Si ha un perdita del senso del sé con un ritorno dell’angoscia di separazione; La frustrazione viene sperimentata più frequentemente e la madre deve essere avvicinata ad un nuovo livello. Il bambino condivide con lei le scoperte del modo esterno, “corteggiandola” al fine di ottenere la partecipazione della madre al suo mondo.
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Sottofase del riavvicinamento: Dai 18 ai 24 mesi si verifica quella che l’autrice chiama “crisi di riavvicinamento”; Il bambino ha bisogno di aiuto esterno ed allo stesso tempo ha bisogno di negare che provenga da un’altra persona. E’ una fase ambivalente in cui si alternano manifestazioni affettive e conflitti aggressivi. Il bambino teme la perdita dell’amore materno, ma allo stesso tempo di essere nuovamente risucchiato nella sua orbita; La felice risoluzione della crisi di riavvicinamento è per la Mahler un requisito essenziale per evitare future psicopatologie gravi.
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Sottofase del riavvicinamento: Appartiene a questa fase il rapido sviluppo del linguaggio, la comparsa dell’esame di realtà e l’iniziale comprensione delle differenze anatomiche tra i sessi; Il riavvicinamento pone alla madre nuovi problemi, poiché quel bambino che pochi mesi prima sembrava indipendente appare ora bisognoso, ansioso ed esigente; Alcune madri accolgono con piacere questa fase soffocando la spinta verso la differenziazione; altre la rifiutano sottovalutando i bisogni del figlio;
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Fase della costanza dell’oggetto libidico: comincia durante il 3° anno e di norma è relativamente stabilizzata al termine dei 3 anni. Compiti di questo periodo sono: Formazione di un concetto stabile del sé, della propria individualità; Formazione di un concetto stabile dell’altro come presenza interna, investita positivamente. La costanza dell’oggetto libidico presuppone l’unificazione di rappresentazioni buone e cattive dell’oggetto, insieme con la fusione delle pulsioni libidiche e aggressive. La forza innata delle pulsioni e lo sviluppo delle precedenti sottofasi, influiscono in modo decisivo sugli eventi di questa fase. I fattori determinanti dello stabilirsi della costanza dell’oggetto emotivo sono: Lo sviluppo dell’esame di realtà e della tolleranza della frustrazione; Il senso di fiducia e sicurezza infuso dalla presenza fisica della madre e trasferito poi alla sua rappresentazione interna; Le acquisizioni cognitive.
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Margaret Mahler Contributi alla Psicoanalisi
L’autrice ha sottolineato la stretta relazione tra i cambiamenti nei bisogni del bambino e la capacità materna di sintonizzarsi con questi cambiamenti; Lo sviluppo del bambino è il risultato dell’interazione tra i suoi comportamenti specifici di ogni sottofase e le risposte della madre: La volontà materna iniziale ad essere disponibile a fare da cuscinetto tra il figlio ed il mondo esterno e funzionare come un io ausiliario e barriera agli stimoli; deve lasciare il posto alla volontà di rinunciare a tale intimità in favore di scambi caratterizzati da crescente autonomia del bambino.
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I PROCESSI IMITATIVI THOMAS G.R. BOWER
I processi mimetici implicano l’integrazione di schemi percettivi e motori, nonché azioni di tipo riflesso. Se la mamma mostra la lingua, il bambino la imita, ma per farlo deve agire sulla propria lingua, riconoscendola come propria. La funzione imitativa è molto importante per l’apprendimento. Copyright © 2014 CLITT Roma Questo file è una estensione online del corso Rossi, Lanzoni, Labirinti della mente © CLITT 2014
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I NEURONI SPECCHIO L'azione dei neuroni specchio entra in gioco non solo per sollecitare l’imitazione dei comportamenti, ponendosi alla base dei processi di apprendimento, ma soprattutto nell'ambito della relazione affettiva. La funzione mimetica si rivela infatti essenziale nella formazione di un legame stabile fra madre e bambino. Copyright © 2014 CLITT Roma Questo file è una estensione online del corso Rossi, Lanzoni, Labirinti della mente © CLITT 2014
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GLI ORGANIZZATORI PSICHICI
RENÉE SPITZ GLI ORGANIZZATORI PSICHICI Sono fenomeni che si presentano con regolarità in certi momenti dello sviluppo, segnando delle tappe utili a valutare se la crescita del bambino è normale. Spitz ha individuato tre organizzatori: 1. la comparsa del sorriso sociale, 2. l’angoscia dell’estraneo, 3. l’espressione del “No”. Rilevare alcune regolarità nello sviluppo cronologico ha pertanto consentito di elaborare delle tabelle di valutazione, strumenti utili per un controllo generale dello sviluppo psichico. Copyright © 2014 CLITT Roma Questo file è una estensione online del corso Rossi, Lanzoni, Labirinti della mente © CLITT 2014
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Donald Winnicott
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La madre sufficientemente buona
Ha il compito di favorire, senza interferire, la tendenza innata alla crescita del bambino Deve permettere inizialmente l’illusione di un ambiente protettivo quasi perfetto, per poi disilludere il bambino esponendolo gradualmente alle frustrazioni e difficoltà esterne, senza difenderlo da ciò che è in grado di affrontare da solo
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La preoccupazione materna primaria
E’ uno stato psicologico transitorio di devozione, di dipendenza e di regressione nel quale i bisogni del neonato vengono avvertiti come la cosa più importante Una madre sufficientemente buona (sufficientemente devota) è in grado di percepire empaticamente le esigenze del suo bambino (tramite l’identificazione proiettiva) e di viverle come proprie rispondendo in modo adeguato Per riuscire in questo compito la madre non ha bisogno di essere esperta o particolarmente intelligente o colta Si manifesta dalla fine della gravidanza ad alcuni mesi dopo il parto, se si presentasse in altri momenti corrisponderebbe a una condizione psichiatrica
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Le funzioni materne Holding : è la funzione di sostegno, il tenere il neonato in braccio e il contenerlo. Favorisce il passaggio dal non Io all’Io sono Handling : è il modo in cui il neonato è manipolato e accudito dal punto di vista fisico. Favorisce l’integrazione psicosomatica Object presenting : è la presentazione del mondo al bambino in modo da favorire l’illusione che gli oggetti siano creati da lui stesso (oggetti soggettivi)
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La disillusione Dopo un primo momento in cui ha favorito l’illusione di un ambiente protettivo quasi perfetto il compito della madre è quello di disilludere progressivamente il bambino esponendolo alle frustrazioni del mondo esterno Ha luogo con l’attenuarsi della preoccupazione materna primaria Dall’oggetto soggettivo (percepito come parte di Sé) si passa all’oggetto oggettivo (diverso da Sé) fondamento di una relazione vera e propria
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Il concetto di organizzazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno stato di non organizzazione ad uno di organizzazione Nello stato di non organizzazione è necessario un ambiente che lo protegga dai vissuti di vuoto, di frammentazione. La madre assolve questo ruolo attraverso la preoccupazione materna primaria
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Il concetto di integrazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno stato di non integrazione ad uno di integrazione psicosomatica Nello stato di non integrazione non possiede un unità corporea che gli permetta di riconoscere le sensazioni (se ha fame, lui è la fame) e non ha il senso del tempo. Sono fondamentali le funzioni materne di holding, di handling e di object presenting
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L’oggetto transizionale
Rappresenta, in modo simbolico, la relazione con la madre Difende dalle angosce depressive ed ha una funzione positiva perché aiuta ad elaborare la separazione dalla madre Può essere un oggetto (una coperta, uno straccio, un pupazzo, un cuscino, un gioco), ma anche una parola, un comportamento o un’abitudine Il rapporto con esso è ambivalente ed esclusivo Compare tra i 4 e i 12 mesi Viene utilizzato soprattutto quando il bambino è solo, lontano dalla madre o deve andare a dormire
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Le esperienze transizionali
Sono aree intermedie di esperienza tra realtà esterna e interna Nel bambino sono rappresentate dagli oggetti transizionali Nell’adulto sono legate alla consapevolezza di uno spazio potenziale di riposo dove lasciare fluttuare liberamente le idee e le fantasie: il gioco, il sogno, l’esperienza artistica, culturale e religiosa, il mentire, il rubare, il feticismo (oggetto feticcio ), i rituali ossessivi o superstiziosi (il talismano), l’alcool, la droga (oggetto tossico )
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Il gioco E’ un’esperienza transizionale, ma anche una vera e propria terapia Ogni psicoterapia presuppone l’instaurarsi di un gioco comune all’interno di un rapporto
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La capacità di essere solo
Stare solo senza sentirsi soli implica una reale maturità personale Nasce dall’esperienza della solitudine in presenza di un’altra persona (il neonato si abbandona a stati di non-integrazione, di quiete e di riposo in presenza della madre) Più tardi il bambino riuscirà a stare solo senza bisogno della presenza della madre o di un suo simbolo (oggetto transizionale) perché avrà introiettato il sostegno materno
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Il vero Sé Corrisponde al gesto spontaneo (è il vero Sé in azione)
Origina dalla vita corporea ed è allo stesso tempo fisico e psichico E’ strettamente legato al processo primario e, all’inizio, non è reattivo agli stimoli esterni E’ legato a un senso di esistenza nel proprio corpo Permette di essere creativi, di sentirsi autentici, reali e presenti, di provare piacere
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Il falso Sé E’ un’organizzazione difensiva della personalità che ha la funzione di proteggere come un involucro il vero Sé Deriva da un ambiente insufficiente ed è un ultima difesa verso la depressione E’ totalmente inconscio e può corrispondere a una vita apparentemente normale (anche se accompagnata da sentimenti di vuoto e di noia) Riguarda i bambini bravi e compiacenti, apprezzati da genitori e insegnanti (dei piccoli adulti) Nei momenti significativi della vita possono scompensarsi manifestando gravi disturbi psicologici o somatici
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Lo sviluppo sano Illusione infantile di onnipotenza Ambiente
sufficientemente buono Graduale disillusione Integrazione psicosomatica Spontaneità Creatività Piacere Adeguamento sociale Protezione Falso Sé Vero Sé Sé totale
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La condizione sana Il vero Sé si esprime adeguatamente consentendo la spontaneità, la creatività, la soddisfazione personale e permettendo di affrontare le frustrazioni e i cambiamenti Il falso Sé sostiene nel confronto con l’ambiente costituendo una base per un comportamento socialmente accettabile
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Lo sviluppo problematico
Illusione infantile di onnipotenza Ambiente insufficiente Disillusione traumatica Scissione psicosomatica Imitazione, compiacenza Intellettualizzazione Conformismo sociale Spontaneità Creatività Piacere Annullamento Falso Sé patologico Vero Sé
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Il falso Sé patologico E’ impedita un’espressione sufficiente del vero Sé Il falso Sé patologico agisce per motivi: Imitativi : scelta basata sull’imitazione di modelli, sulle aspettative altrui e sul conformismo Difensivi : per evitare l’angoscia e la depressione che si manifestano quando i propri bisogni più autentici emergono
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Il sintomo in età evolutiva
Il bambino e l’adolescente esprimono attraverso il sintomo il blocco del proprio sviluppo affettivo in modo che possa essere percepito dall’ambiente
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Le tendenze antisociali
I comportamenti antisociali e devianti (il furto, la bugia, la prepotenza) sono segnali emessi dal bambino per comunicare un vissuto interiore di deprivazione e sofferenza I genitori e la società non devono reagire né in modo indulgente, né colpevolizzante, ma cogliere quello che, all’inizio, è un segnale di speranza Più tardi si interviene sul disagio più queste tendenze si cronicizzano diventando egosintoniche (delinquenza, psicopatie)
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