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PubblicatoBettina Valle Modificato 10 anni fa
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Letteratura francese Lingua d’oïl: letteratura epica e narrativa Lingua d’oc: letteratura lirica Società CORTESE: cultura cavalleresca Rivalutazione della figura femminile, Rapporto di amore come atto di vassallaggio
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Generi letterari Destinati all’ascolto:
Poemetti di chierici e giullari (es. fablieaux) Narrazione epica: Chanson de geste: La Chanson de Roland (1080) Giullari di corte e trovatori Destinati alla lettura: Romanzi cavallereschi e cortesi Chrétien de Troyes Lancelot, Perceval, Erec et Enide, Yvain...
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Bertrand de Ventadorn (XII sec.) Quando vedo l’allodoletta muovere
I. Quando vedo l’allodoletta muovere per la gioia le sue ali contro il sole e svenire e lasciarsi cadere per la dolcezza che sente nel cuore, ah! così grande è l’invidia che provo di chiunque io veda gioire che mi meraviglio che in quel momento il cuore non mi si sciolga dal desiderio. II. Ahimè! tanto credevo di sapere dell’amore, e tanto poco ne so, perché non posso trattenermi dall’amare colei da cui non avrò mai ricompensa. Mi ha privato del mio cuore, di me, di se stessa e di tutto il mondo; e quando mi ha privato di sé non mi ha lasciato che desiderio e cuore bramoso. III. Non ho più avuto potere su me stesso né sono stato più mio dal momento in cui mi ha lasciato guardare nei suoi occhi, in uno specchio che mi piace molto. Specchio, da quando mi sono guardato in te mi hanno ucciso i sospiri dal fondo dell’animo, e mi sono perduto così come fece il bel Narciso nella fonte. IV. Nelle donne non ho più speranza e di loro non mi fiderò mai più; e così come ero solito difenderle, allo stesso modo ora le abbandonerò. Perché vedo che nessuna mi aiuta contro quella che mi distrugge e mi confonde, di tutte dubito e diffido, perché so bene che sono tutte uguali.
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Bertrand de Ventadorn Quando vedo l’allodoletta muovere
IV. In questo si rivela veramente femmina la mia dama, e io glielo rimprovero, perché non vuole ciò che si deve volere e fa ciò che le si vieta. Sono caduto in disgrazia e ho fatto proprio come il pazzo sul ponte; e non so perché mi capita questo, se non che ho mirato troppo in alto. VI. Pietà è veramente perduta, e io non l’ho mai saputo, se colei che più dovrebbe averne non ne ha affatto; e dove la cercherò? Ah! com’è triste, per chi la vede, che lei lasci morire e non soccorra questo infelice pieno di desiderio, che non avrà mai bene senza di lei. VII. Poiché con la mia signora non mi sono di aiuto né preghiera, né pietà, né il diritto che io ho, e a lei non piace che io l’ami, non glielo dirò mai più. Così mi allontano da lei e rinuncio; lei mi ha ucciso e io le rispondo come morto, e me ne vado, perché non mi trattiene, infelice, in esilio, non so dove. VIII. Tristano, nulla avrete da me, perché me ne vado, infelice, non so dove. Io rinuncio a cantare e smetto, e abbandono la gioia e l’amore."
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In Italia... La poesia lirica che i provenzali avevano legato alla vita e ai valori della corte feudale, in Italia si afferma alla corte di Federico II di Svevia, centro politico e culturale del’impero. ( ) Poeti Siciliani e Siculo-Toscani
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Letteratura religiosa
XIII secolo. Epoca di forte rinnovamento religioso. Nascita degli ordini mendicanti: domenicani e francescani. I frati, diversamente, dai monaci, che si dedicavano alla vita contemplativa, si mescolavano alla vita attiva predicando (specialmente) nelle città. ORDINE DOMENICANO (fondato da Domenico di Guzmàn e riconosciuto attorno al 1216… Maestri della dottrina, specializzati nelle prediche ORDINE FRANCESCANO (fondato da San Francesco e accettato dalla Chiesa nel 1223). F. CARDINI, Francesco d’Assisi, Mondadori, Milano, 1997. F. ZEFFIRELLI, Fratello Sole, Sorella Luna, 1973. XIII secolo. La letteratura tende a farsi religiosa. Genere in voga in questo secolo: Lauda (da laus, lode). Epicentro: Umbria Epoca: tende a fissarsi a livello di scrittura nella seconda metà del secolo. Struttura: si ha l’alternanza tra la voce del solista e il coro dei fedeli. Caratteristiche: Inizialmente, con San Francesco, ha carattere lirico, poi assumerà col tempo un carattere drammatico. Pubblico: pubblico popolare (diremmo oggi di massa), specialmente cittadino. San Francesco: Laudes Creaturarum o Cantico di Frate Sole (primo testo artistico della letteratura italiana in volgare). Jacopone da Todi: Donna de Paradiso
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La letteratura religiosa
PUNTI DI RIFERIMENTO: San Francesco d’Assisi e Jacopone da Todi Capostipite della letteratura religiosa del centro Italia si può considerare lo stesso S. Francesco d'Assisi ( ): col suo Cantico delle creature egli affermò infatti la legittimità di una poesia devota in volgare, comprensibile anche agli indotti, e non più solo in latino. Il Cantico rappresenta dunque un'iniziativa di notevole rilievo culturale: d'altronde, nonostante il disprezzo della sapienza mondana che viene attribuito a S. Francesco sino dalle prime biografie, la sua "povertà" anche nel campo intellettuale è evidentemente una leggenda. Era esperto invece di lingua latina, nella quale redasse alcune epistole e la «regola», nonché probabilmente di lingua d'oc e d'oil. Il Cantico fu composto forse nel 1224 e destinato alla recita comune e al canto, ma la musica non ci è pervenuta. Dal movimento francescano nacque il genere letterario più tipico di questa produzione devota in volgare: la lauda o laude. Si tratta di un adattamento della ballata o canzone a ballo profana, di cui venne utilizzata in senso liturgico la bipartizione in stanze (destinate al solista) e riprese (di spettanza del coro).
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San Francesco d’Assisi
San Francesco: Laudes Creaturarum o Cantico di Frate Sole (primo testo artistico della letteratura italiana in volgare). Dicotomia: Aspetto sereno del creato; rapporto umano con Dio, valorizzare gli aspetti terreni e celesti. Questa idea si scontra con le concezioni apocalittiche del mondo medievale. Francesco = XI canto del paradiso Sintassi: semplice (paratassi), struttura lineare come quella biblica
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Salmo 148 – Invito alla lode cosmica
Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati. Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà. Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti, abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua parola, monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e voi tutti, cedri, voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.
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Jacopone da Todi: Donna de Paradiso
Differenze sostanziali con San Francesco. Lotta tragica e sfiduciata con la natura umana. Rifiuta tutti i valori umani, compresa la cultura. Letteratura ricca di eccessi, variazioni di ritmo, contrasti. Prima di farsi frate laico viaggia per oltre dieci anni in giro per l’Italia
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Jacopone da Todi: Donna de Paradiso
Caratteristiche: umiltà dell’uomo. Esaltazione di Dio, ricordo della Passione di Cristo, Madonna ripresa nel suo dolore. Ella è comunque luce, purezza e candore assoluto. Nichilismo. Terra (è nulla rispetto alla divinità) e Dio (infinita e irrecuperabile distanza dalla limitatezza umana). Dicotomia luce/tenebra Società: vista come peccaminosa Struttura: sintassi spezzata con asindeti, ellissi, cambiamenti di soggetto. Frequenti personalizzazioni. Tendenza alla drammatizzazione. Ricorso al dialogo. Struttura a catalogo (la narrazione sembra un elenco).
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Jacopone da Todi – altre caratteristiche
La scelta umile del dialetto umbro popolare nelle laudi, è accompagnata comunque dal bagaglio intellettuale del poeta. Nella sua opera troviamo termini attinti dal latino ecclesiastico, dal gergo giuridico, e dalla lirica d'amore. C’è una forte tendenza alla drammatizzazione. L’ABISSO TRAGICO TRA DIO E L’UOMO L'interesse negli studi teologici è in apparente contraddizione con la polemica tipica degli Spirituali dell'ordine francescano nei confronti della scienza: in realtà l'oggetto della contestazione non è l'istruzione in sé, ma il desiderio di gloria legato alla fama di cultura. Quindi la critica di Iacopone si concentra contro tutto ciò che cancella l'umiltà, pilastro della vita dei francescani anche nell'ambito dello studio.
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Per la vita di San Francesco leggere i Fioretti
Per la vita di San Francesco leggere i Fioretti. Un florilegio è una raccolta di testi tratti da diversi autori, che possono essere di epoche diverse.
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