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Le fasi del pensiero e della poesia di Leopardi
Prima “conversione”: dall’erudizione al bello. Leopardi abbandona lo studio “matto e disperatissimo” e decide di tradurre in poesia le sue emozioni, facendo tesoro però del bagaglio di bellezza stilistica e di immagini che aveva preso dall’arte classica. Siamo nella fase del pessimismo storico: studiando i Classici Leopardi si è fatto l’idea che essi vivessero in armonia con la Natura, proprio perché non cercavano di cambiare le sue leggi. Essa a sua volta è madre benigna che produce nell’uomo, soprattutto il più colto, grandi illusioni. Gli uomini poi, con l’evolversi della società, si sono allontanati dalle leggi di natura, il progresso e gli egoismi hanno rovinato il rapporto di armonia che esisteva con essa. Ne nasce una poesia soggettiva (Piccoli Idilli) ed esistenziale che spesso trae spunto da quadretti paesaggistici. Al centro c’è la poetica del “vago” e dell’ “indistinto”. Domina il motivo del ricordo, della “rimembranza”
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1823-1827 (Roma, Bologna, Firenze)
Seconda “conversione”: dal Bello al Vero: Leopardi abbandona momentaneamente la poesia per indagare con la ragione le cause dell’infelicità dell’uomo. In un mondo così abbruttito e abbrutito non è possibile fare poesia. E’ la stagione delle Operette morali, prose in cui si susseguono dialoghi e situazioni surreali che additano la Natura come responsabile dell’infelicità umana e si parla dell’impossibilità totale per l’uomo di raggiungere a pieno la sua felicità. Tale opera narrativa si affianca allo Zibaldone (diario filosofico) e a I Pensieri, aforismi sulle meschinità del vivere sociale Siamo nella fase del pessimismo cosmico: l’infelicità è un dato costitutivo dell’uomo, soprattutto di chi ha maggiori aspirazioni. E’ la finitezza dell’essere umano che fa sì che esso non raggiunga mai soddisfazione e la Natura, da parte sua, non fa che illudere malvagiamente l’uomo senza rendere ciò che ha promesso. La poesia si fa filosofica e argomentativa
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1828-1837 (Pisa, Firenze, Napoli)
Leopardi ha una nuova ispirazione poetica e torna alla poesia (Grandi idilli) E’ ancora nella fase del pessimismo cosmico, ma vuole lasciare un messaggio di speranza: gli uomini possono farsi coraggio gli uni con gli altri e resistere uniti contro la malignità di natura, rinunciando ai loro egoismi. Emblema di tale pensiero è la ginestra che cresce alle pendici del Vesuvio e osa sfidare la mostruosità della Natura ogni giorno.
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