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Teorie relative all’intelligenza umana Prof
Teorie relative all’intelligenza umana Prof. Edoardo Virgili Unilit- Cagli a.a
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Definizione di intelligenza
Il costrutto di intelligenza è molto complesso, esistono diverse teorie relative all’intelligenza, pertanto la definizione di intelligenza non è univoca, esistono tantissime definizioni provenienti dal senso comune, da medici e psicologi, dagli studiosi di intelligenza artificiale. Queste definizioni si diversificano sulla base degli aspetti che vengono evidenziati, sulla base delle teorie di riferimento Etimologicamente la parola intelligenza deriva dall'avverbio latino intus = dentro, associato al verbo latino legere = leggere. Quindi intelligenza significa leggere dentro, comprendere la realtà in profondità
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A Collection of Definitions of Intelligence (2007)
Shane Legg e Marcus Hutter In questo breve articolo questi due autori hanno cercato di individuare gli elementi comuni rilevati in circa 70 definizioni di intelligenza, elaborando questa definizione: “Intelligence measures an agent’s ability to achieve goals in a wide range of environments.” L'intelligenza è la misura della capacità di un agente di raggiungere obiettivi in una varietà ampia di ambienti.
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Definizione L’intelligenza è la capacità di attuare un comportamento che permetta di risolvere con successo le sfide (soluzione di problemi) proposte dall’ambiente (adattamento) e di raggiungere gli scopi prefissati (definizione di obiettivi).
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Intelligenza e rendimento
L’attitudine può essere intesa quindi come la capacità potenziale e misurabile di eseguire una determinata attività, sia mentale che fisica (intelligenza potenziale) Il rendimento è una misura della prestazione effettivamente messa in atto, ovvero il livello di successo conseguito nell’esecuzione di un compito (intelligenza reale). L’ intelligenza comprende sia l’intelligenza potenziale (espressa dal QI, che risulta essere l’indice quantitativo dell’attitudine o abilità) sia l’intelligenza adattiva ciò che un soggetto ha realmente fatto: il rendimento: rendimento scolastico, rendimento sul lavoro, scoperte effettuate in diversi settori,ecc.).
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Le ricerche hanno dimostrato che soggetti che presentano lo stesso punteggio nel QI (attitudine o intelligenza potenziale) possono avere un diverso rendimento (intelligenza reale): ad esempio rendimento scolastico o lavorativo (Di Fabio, 1998). L’intelligenza potenziale e quella reale possono non coincidere: due persone con la stessa intelligenza potenziale (QI), possono avere una intelligenza reale, cioè un rendimento diverso: a scuola, sul lavoro,ecc. Questo può dipendere da tanti fattori: motivazione, impegno, creatività, specificità di un ambito, ecc.
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Teorie relative all’intelligenza umana
Teorie implicite: legate al senso comune delle persone. Teorie scientifiche esplicite, baste sulle risposte fornite dai soggetti a determinati compiti o domande (test) specifiche, finalizzati a rilevare un comportamento intelligente.: Teorie differenziali, Teorie Cognitive, Teorie funzionali, Teorie recenti
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Questa è una pagella di Einstein, che ancora oggi è conservata presso l’Università di Gerusalemme:
Tedesco Geometria Francese Geometria descrittiva Fisica Storia ……………. 6 Chimica Geografia …………....4 Algebra Disegno artistico …4 Disegno tecnico
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Teorie legate al senso comune.
La gente comune include nel concetto di intelligenza: Capacità di risolvere problemi Capacità verbale Competenza sociale
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Teorie scientifiche esplicite
Teorie cognitive, Teorie differenziali, Teorie recenti
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Teorie Cognitive Le teorie cognitive (o dell’elaborazione dell’informazione) tentano di comprendere i processi mentali che contribuiscono all’esecuzione di un compito cognitivo. Cercano di identificare i fattori cognitivi che sottostanno all’intelligenza. Modello di Kyllonen (Psicologo USA) è un modello che considera l’intelligenza come un processo di elaborazione di informazioni basato su 4 componenti: Capacità della memoria di lavoro. Velocità di elaborazione delle informazioni. (motoria – percettiva – cognitiva) Ampiezza delle conoscenze dichiarative Ampiezza delle conoscenze procedurali
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Teorie differenziali Le teorie differenziali studiano le differenze tra gli individui e il loro scopo è quello di individuare le capacità intrinseche o fattori specifici dell’intelligenza (ad esempio abilità verbale, capacità di ragionamento, etc.) che possono essere isolati attraverso la tecnica dell’analisi fattoriale. L'analisi fattoriale è una tecnica statistica che permette di ottenere una riduzione della complessità del numero di fattori che spiegano un fenomeno. Esempio si somministrano a dei soggetti diverse prove (test): verbali, matematici, percettivi, motori, mnestici, ecc. Quindi lo sperimentatore osserva direttamente tante variabili quante sono le tipologie di test somministrati (competenza verbale, competenza matematica, capacità di memoria, velocità percettiva, ecc), l’analisi fattoriale permette di individuare i fattori sottostanti a tutte le prestazioni, i fattori latenti, che possono essere uno, due o più, comunque meno delle variabili osservabili.
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Teorie unitarie: teoria di Sperman, teoria di Piaget.
Teorie multiple: Teoria di Thurstone, Vernon, Guilford, Cattel.
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Teoria di Sperman -1927 (psicologo e statistico inglese)
L’analisi fattoriale permise a Spearman la formulazione di una teoria sintetica dell’intelligenza organizzata in una struttura unitaria gerarchica. Secondo Sperman le prestazioni fornite ad una serie di test di abilità sono riconducibili in primis ad un unico fattore generale d’intelligenza (fattore g) e secondariamente da una serie di capacità specifiche (fattori s). Il risultato in un problema di matematica dipende in primis da una fattore di intelligenza generale (fattore g) e in modo subalterno da fattore specifico di competenza matematica (fattore s).
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Teoria di Thurstone-1938 (psicologo e statistico statunitense)
Thurstone ha proposto un modello multidimensionale dell’intelligenza: modello dei fattori multipli; secondo questo modello l’intelligenza non dipende da un unico fattore generale (g), ma da 7 fattori che rivestono la stessa importanza, che chiamò 7 abilità mentali primarie. Però alla fine della sua carriera arrivò alla conclusione che esisteva un fattore generale di ordine superiore alle 7 abilità mentali primarie.
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1. Comprensione verbale: che può essere misurata da prove che prevedono la comprensione di testi scritti e da prove di vocabolario (come i sinonimi e i contrari). 2. Scioltezza verbale (facilità o fluidità di parole): misurata da test che richiedono un’ampia produzione di parole. 3. Numeri (attitudine matematica): misurata da problemi aritmetici presentati con enunciati verbali nei quali hanno importanza il calcolo e il ragionamento e meno l’ampiezza delle conoscenze precedentemente acquisite. 4. Visualizzazione spaziale (attitudine spaziale): misurata da prove che richiedono la manipolazione mentale di simboli e figure geometriche (come ad esempio la manipolazione di figure geometriche ruotate). 5. Memoria: misurata da test di riproduzione mnemonica di parole e frasi, oppure di riproduzioni di nomi associati all’immagine di persone. 6. Ragionamento (induttivo, corrispondente all’abilità astratta): corrisponde alla capacità di individuare una regola o un principio ed applicarlo alla soluzione di un problema. Il ragionamento induttivo può esser misurato da prove che prevedono analogie astratte o serie da completare. 7. Velocità di percezione: questa abilità può essere misurata da prove che richiedono un rapido riconoscimento di simboli.
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(psicologo inglese naturalizzato statunitense)
Teoria di Cattel ( ) (psicologo inglese naturalizzato statunitense) Cattel è d’accordo con Sperman sull’esistenza di un fattore generale di intelligenza (fattore g) che può essere distinto in due diversi componenti, chiamate: intelligenza fluida. intelligenza cristallizzata.
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Intelligenza fluida E’ quella componente dell’intelligenza determinata biologicamente che è indipendente dalla cultura, che permette di risolvere problemi nuovi, mai incontrati. Tale componente dell’intelligenza decresce con l’età. Viene misurata da prove di ragionamento astratto (analogie astratte, classificazioni, completamento di serie, etc.)
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Intelligenza cristallizzata
L’intelligenza cristallizzata invece non decresce nell’arco di vita, non dipende dalla biologia ed è determinata dalle influenze ambientali: sociali, culturali e scolastiche. Viene misurata da test che valutano competenze legate alla cultura e alla scolarizzazione: ricchezza lessicale, comprensione verbale, conoscenze generali .
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Teorie recenti (critiche verso le concezione di intelligenza misurabile con il QI)
Teorie triarchica di Sternberg Teorie delle intelligenze multiple di Gardner Teorie dell’intelligenza emotiva di Goleman
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Teoria triarchica di Sternberg (Robert Sternberg: psicologo statunitense nato nel 1949, insegna psicologia nella Yale University) Sternberg, R. J. (1985). Beyond IQ: A triarchic theory of human intelligence. New York: Cambridge University Press.
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Rappresenta uno dei massimi esperti di psicologia cognitiva, è lo studioso attualmente più importante in tema di intelligenza, di stili cognitivi. La sua concezione di intelligenza e di misura dell’intelligenza è completamente nuova, risente anche della sua teoria dell’autogoverno mentale, relativa a 3 stili cognitivi: esecutivo, legislativo, giudiziario. Secondo Sternberg l’intelligenza è legata all’ambiente in cui il comportamento si verifica, è un processo di comprensione dell’ambiente, di selezione delle caratteristiche salienti, di adattamento all’ambiente. Una persona che ha successo nel proprio campo potrebbe non avere particolari abilità, ma piuttosto una capacità di ordine superiore di capitalizzare tutte le abilità che servono nel proprio campo e ridurre al minimo le conseguenze derivate dalle proprie carenze.
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Teoria tripartita dell’intelligenza (Sternberg, 1985)
Analizza- confronta-valuta analitica pratica creativa Applica-usa-utilizza Crea-progetta -inventa
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Sternberg afferma che l'intelligenza si esprime attraverso tre forma fondamentali (la cosa innovativa è l’introduzione dell’intelligenza pratica): L'intelligenza pratica comprende invece la capacità di fare praticamente le cose, utilizzare strumenti, applicare procedure e porre in atto progetti, ecc. L'intelligenza analitica comprende la capacità di analizzare, scendendo nei dettagli, di valutare, di esprimere giudizi, operare confronti tra elementi diversi. L'intelligenza creativa, legata all'intuizione, si realizza nella capacità di inventare, di scoprire, di immaginare, di affrontare con successo situazioni nuove per le quali le conoscenze e le abilità esistenti si mostrano inadeguate (pensiero divergente).
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Teorie delle intelligenze multiple di Gardner (Howard Gardner: psicologo e docente presso la Harvard University ) Pubblica la sua teoria nel libro: Frames of mind (1983), tradotto in italiano in Formae mentis (1983), nel libro aveva identificato 7 tipologie di intelligenza.
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Basandosi su ricerche, studi storici, studi di biografie, studi su soggetti affetti da disturbi neuropsicologici e neurologici, ha identificato progressivamente 10 tipologie intelligenza,ognuna riferita ad ambiti diversi dell'attività umana. Intelligenza logico-matematica Intelligenza linguistica Intelligenza spaziale Intelligenza musicale Intelligenza cinestetica o procedurale Intelligenza interpersonale Intelligenza intrapersonale
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Successivamente ne ha introdotto altre 3 tipologie
8. intelligenza naturalistica 9. intelligenza etica 10. intelligenza filosofico-esistenziale
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L’intelligenza emotiva di Goleman (Daniel Goleman: psicologo, scrittore e giornalista statunitense)
“L’Intelligenza emotiva”, Milano, Rizzoli 1997; nel 2009 è uscita in Italia la sua ultima opera: "Intelligenza ecologica".
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Intelligenza emotiva L'intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza che consiste nella capacità di riconoscere, capire e gestire le emozioni proprie e altrui. Tale tipo di intelligenza è fondamentale per condurre una vita felice e per avere successo nella propria attività. Alcune persone sono dotate di una maggiore intelligenza emotiva, ma è possibile svilupparla. Ci sono dei test per valutarla e della attività per migliorarla. Un test è l’Emotional Intelligence Test (MSCEIT), sviluppato da Mayer et al.(2003). Mayer, J.D., Salovey, P., Caruso, D.R., & Sitarenios, G. (2003). Measuring emotional intelligence with the MSCEIT V2.0. Emotion, 3,
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Le 5 componenti fondamentali dell’intelligenza emotiva:
Conoscere le proprie emozioni: la consapevolezza delle proprie emozioni, delle manifestazioni cognitive, fisiche delle emozioni, conoscere la vulnerabilità a certe emozioni. Controllare le emozioni: dominio di sé, cioè la capacità di controllare le emozioni di non farsi travolgere da esse. Sapersi motivare (meta-motivazione), la capacità di utilizzare le emozioni per raggiungere i propri obbiettivi: resistere alla frustrazioni, ritardare la gratificazione, superare gli scoraggiamenti, trovare nuove motivazioni. Empatia, la capacità di capire le emozioni altrui, di entrare in contatto con gli altri, di mettersi nei panni degli altri, di capire i bisogni degli altri. Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri, di interagire produttivamente con gli altri.
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J. D. Mayer è un psicologo dell’University of New Hampshire, classifica diverse categorie di persone dal modo in cui percepiscono e gestiscono le proprie emozioni: autoconsapevoli: sono attenti alla propria vita interiore, ciò gli aiuta a controllare le emozioni. Sono individui autonomi che godono di una buona salute psicologica i sopraffatti: sono spesso sommersi dalle proprie emozioni e incapaci di sfuggir loro. Sono volubili e non pienamente consapevoli dei propri sentimenti. i rassegnati: sebbene abbiano spesso idee chiare sui propri sentimenti tendono ad accettarli senza cercare di modificarli (persone depresse)
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Misurare l’intelligenza
L’intelligenza non osservabile direttamente, quindi per misurarla è necessario fare riferimento a comportamenti osservabili che permettono di quantificare l’intelligenza. Chiaramente questi comportamenti vengono osservati in risposta a situazioni create ad hoc che non sono altro che i test, gli strumenti più diffusi per misurare l’intelligenza. Esistono tanti strumenti per valutare l’intelligenza, tali strumenti sono stati creati in relazione alle teorie di riferimento relative all’intelligenza. Vi presenterò brevemente 2 strumenti che sono i più utilizzati: Le scale di intelligenza Wechsler Le matrici di Raven
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Il Quoziente di Intelligenza (Q.I.)
Il quoziente d'intelligenza o QI è un punteggio, ottenuto tramite uno dei molti test standardizzati, con lo scopo di misurare l'intelligenza ovvero lo sviluppo intellettivo dell'individuo. Nel 1905 lo psicologo francese Alfred Binet pubblicò il primo test di intelligenza moderno, la Scala Binet-Simon. Il suo scopo principale era di identificare gli alunni che avevano bisogno di un particolare aiuto nelle materie scolastiche.. Nel 1912 lo psicologo tedesco William Louis Stern coniò il termine I.Q. (abbreviazione di "Intelligence Quotient“,) e lo definì come la risultante della formula (età mentale/età biologica *100)
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La formula per calcolare il QI è la seguente QI = EM / EC x 100
Se un bambino di 10 anni (EC) fa un test di intelligenza e realizza un punteggi pari a quello medio dei bambini di 10 anni (EC) Il suo QI è= 10/10 x100= 100 un punteggi pari a quello medio dei bambini di 7 anni (EC) Il suo QI è= 7/10 x100= 70 un punteggi pari a quello medio dei bambini di 12 anni (EC) Il suo QI è = 12/10 x100= 120
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Poiché i quozienti basati sull'età erano applicabili solo ai bambini, infatti nei bambini le prestazioni crescono di anno in anno, negli adulti tale sistema non poteva essere usato perche negli adulti le prestazioni tendono a livellarsi, non è possibile avere un’età mentale diversa a 30, 31,32 anni perché sono uguali. Wechsler basò la sua scala di intelligenza su una distribuzione basata sulla curva gaussiana con un valore medio di 100 (il Pertanto le persone con un QI compreso tra e – 15 (da 85 a 115) sono persone con una intelligenza nella norma. Le persone con un punteggio inferiore a 100 di 2 d.s. cioè -30, avranno un QI di o < 70 (sono considerati con disabilità intellettiva lieve), quelli con un QI < a 55 hanno una disabilità intellettiva grave. Le persone con un QI superiore alla media di 2 dev. Stan. =130, hanno un’intelligenza superiore. Una volta si usava una terminologia medica che poi è purtroppo entrata nel linguaggio comune: QI< 70 (debole di mente); QI< 50 (imbecille); QI< 30 (idiota)
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Distribuzione Gaussiana dei QI nella popolazione umana.
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Il 95% della popolazione ha un QI tra 70 e 130
E’ considerato normale un QI = Normale ottuso : QI =80-90 Borderline: QI=70-80 Deficit cognitivo: <70
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IL MENSA E’ un'associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere membri le persone che abbiano raggiunto o superato il 98º percentile del QI, cioè bisogna rientrare nel 2% delle popolazione che ha il QI più alto. Per diventare un "Mensano" (così si definisce un membro del Mensa). Significa che bisogna avere un QI di 130 nel test di Wechsler , di 148 nel test di Cattell. Di norma, comunque, per misurare il QI degli aspiranti Mensani si utilizzano le Matrici di Raven. Mensa deriva dal vocabolo latino mensa, cioè tavola e si riferisce al concetto di tavola rotonda di Re Artù, per il quale tutti i membri sono uguali tra loro.
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Le persone con il più alto Q.I.
Jason Betts, medico e ricercatore australiano, ha costruito un sito The World Genius Directory, ed è una sorta di elenco in continua evoluzione degli uomini più intelligenti del pianeta.
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Tra quelli che fino ad oggi hanno scelto di farsi stilare nella classifica di Betts.
1° Evangelos Katsioulis, psichiatra greco che vanta un QI di 198, vanta diverse lauree: psicofarmacologia, filosofia, ricerca medica, psichiatria. 2° Rick Roesner, americano, QI di 192, autore di alcuni programmi televisivi (tra cui "Chi vuol essere milionario?"), ma anche spogliarellista, barista e modello. 3° Misla Predavec, croato, QI di 192: professore di matematica a Zagabria Il primo italiano della lista è 18°, Gaetano Morelli, QI di 169, Ingegnere in è anche autore di un saggio che approfondisce la Teoria della Relatività di Albert Einstein. A proposito: il fisico tedesco, celebre anche per i suoi fallimenti scolastici, avrebbe totalizzato un QI di 160 punti.
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Gli uomini più intelligenti
L'organizzazione Super Scholar ha stilato la classifica dei 10 uomini più intelligenti del mondo, in base al loro quoziente intellettivo, ma anche e soprattutto a ciò che hanno combinato lungo l'arco della loro vita. 1° Stephen Hawking. Grande astrofisico, il suo QI è di 160, ha 70 anni, ha vinto più di 14 premi e ha scritto sette libri
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2° Kim Ung-Yong, fisico coreano di 50 anni, si tratta di un bambino prodigio che ha iniziato a parlare a 6 mesi e in tre anni è stato in grado di parlare quattro lingue, all'età di 16 anni aveva un dottorato in fisica presso l'Università del Colorado (USA). Nel suo curriculum annovera collaborazioni con la NASA. E’ ufficialmente riconosciuto dal Guinness dei primati come l'uomo con il più alto quoziente d'intelligenza del mondo, dopo aver ottenuto nei test un di QI 210.
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3° Paul Allen, co-fondatore della Microsoft insieme a Bill Gates, Q. I
3° Paul Allen, co-fondatore della Microsoft insieme a Bill Gates, Q.I. di 170, oltre ad essere uno dei più intelligenti del mondo, è tra i 50 uomini più ricchi.
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5° Gary Kasparov, è il numero uno di scacchi russo, nonché attivista politico. Il suo quoziente intellettivo è pari a 190.
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6° Andrew Wiles (170 IQ), matematico di Priceton che nel 1995 ha risolto il celeberrimo teorema di Fermat (formulato nel 1637), Fermat affermò (senza dimostralo) che non esistono soluzioni intere positive all'equazione:
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10° James Wood, attore americano, inaspettato nome della classifica (perché non fa parte del mondo della scienza)
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William James Sidis (1898 – 1944), nato a New York, da una famiglia di immigrati russi, fu un bambino prodigio con straordinarie doti matematiche e linguistiche. A sei anni aveva la padronanza, orale e scritta, di 7 lingue: inglese, francese, russo, tedesco, ebraico, turco ed armeno, conosceva anche il latino e il greco. Famosissimo per la sua precocità, in seguito criticato per la sua eccentricità e riservatezza. In tarda età abbandonò del tutto la matematica per scrivere saggi relativi ad altre materie ma cambiando spesso pseudonimo. Secondo un test svolto nel 1933, il suo QI equivarrebbe a 254.
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I test di misura dell’intelligenza: la scala Wechsler
La Wechsler Adult Intelligence Scale (o WAIS) è il più noto test d'intelligenza utilizzato in età adulta applicabile dal sedicesimo anno di età (16-90 anni). Pubblicata nel 1955, è. Nel 1981, è stta pubblicata un'ulteriore revisione, la "Wechsler Adult Intelligence Scale - Revised" (o WAIS-R), in cui sono eliminati item ormai obsoleti, è modificato l'ordine di somministrazione dei subtest ed è adattata l'attribuzione dei punteggi nei subtest. Successivamente sono create altre due versioni del test: nel 1997 è pubblicata la WAIS-III e nel 2008 la WAIS-IV. Le modifiche apportate da queste nuove versioni riguardano l'introduzione di nuovi subtest e la possibilità di ricavare ulteriori Indici oltre ai classici Quozienti Intellettivi (QI). Fino alla pubblicazione della WAIS-IV (2008, tr. it. 2013) i subtest erano raggruppati in due Scale: la Scala Verbale e la Scala di Performance
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WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children)
WPPSI (Wechsler Preschool and Prymary scale of intelligence) Le scale Wechsler permettono di valutare il QI, cioè l’intelligenza generale (fattore g), ma sono costituite da 2 sottoscale: il Q.I.V. e il Q.I.P. Il Q.I.V. misura l’intelligenza linguistico-verbale che è legata alla cultura, corrisponde più all’intelligenza cristallizzata di Cattel, è mediata prevalentemente dall’emisfero cerebrale sinistro. Il Q.I.P, misura l’intelligenza visuo-spaziale, che è meno legata alla cultura, coincide più con l’intelligenza fluida, è mediata prevalentemente dall’emisfero cerebrale destro.
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Test Verbali Test di Performance 1) Informazioni 1) Compl. di figure
Il Q.I. è dato in pratica dalla somma del Q.V. e del Q.P. Per valuare questi 2 Q.I: bisogna somministrare al soggetto 10 o 12 subtest. Test Verbali Test di Performance 1) Informazioni ) Compl. di figure 2) Somiglianze ) Storie figurate 3) Aritmetica ) Disegno con cubi 4) Vocabolario )Ricostruzione oggetti 5) Comprensione ) Labirinti 6)Memoria di cifre ) Cifrario
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Esempi Informazioni: da che parte tramonta il sole?
Chi ha scoperto l’america? Che cos’è il barometro? Chi era C.Darwin? Da che cosa si ricava la trementina? 2) Vocabolario: ombrello,contagioso,dilatorio 3) Memoria di cifre: 2,5; ; ; ………
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Esempi 1) Ricostruzione di oggetti 2) Labirinti 3) Disegno con cubi
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Disegno con cubi(vedere esempi)
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Matrici di Raven Le matrici di Raven definite anche come matrici progressive sono un test molto utilizzato per la misurazione dell'intelligenza non verbale. In ogni scheda viene richiesto di completare una serie di figure con quella mancante. Le schede diventano sempre sempre difficili, richiedono una sempre più elevata capacità di analisi, interpretazione e comprensione degli item. Le matrici di Raven sono considerate il test elettivo per misurare l'intelligenza fluida, cioè non legata alla cultura, su base più biologica. Matrici Progressive colorate (Bambini da 5 a 11 anni e gruppi speciali) Matrici Progressive Standard (Adolescenti e adulti da 12 a 80 anni) Matrici Progressive Avanzate (Adolescenti e adulti con abilità superiori)
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Vedere esempi di Matrici di Raven
L’intelligenza fluida decresce con l’età Punteggio massimo Matrici Raven = 36 età = 32 età 4 =11 età = 27 età 5 = 14 età = 24 età 6 = 17 età = 21 età 7 = 19 età = 17 età 8 = 23 età =16 età 11= 29
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Basi neurali dell’intelligenza
Diversi studi condotti con tecniche di neuroimmagine (PET, FMI,ecc) e su soggetti con lesioni cerebrali hanno evidenziato che effettivamente esistono alcune strutture cerebrali specifiche che sono alla base dell’intelligenza generale (fattore g). Questi studi quindi sono più in linea con l’esistenza di una intelligenza generale, di fattore unico di intelligenza, che con le varie teorie di diverse tipologie di intelligenza.
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An integrative architecture for general intelligence and executive function revealed by lesion mapping Aron K. Barbey, Roberto Colom, Jeffrey Solomon, Frank Krueger, Chad Forbes and Jordan Grafman. Brain 2012: 135; 1154–1164. A 182 soggetti con lesioni cerebrali (guerra, incidenti, ecc.) sono stati somministrati diversi test di intelligenza e si è visto che il loro QI era legato a lesioni solo in alcune parti del cervello, cioè lesioni in certe aree del cervello non determinavano cadute nel QI, mentre solo le lesioni in alcune aree determinavano in QI basso. Questo studio ha permesso di individuare una rete di strutture cerebrali che sono alla base dell’intelligenza generale. Tale struttura comprendono sia materia grigia che materia bianca: aree della regione frontale del cervello, aree della regione parietale e il fascicolo arcuato, cioè il fascio di nervi (materia bianca) che collega le aree parietali con le aree frontali.
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Figure 5 An integrative architecture for general intelligence and executive function. Illustration of Brodmann areas (numbers on figure) involved in general intelligence and executive function, as ell as the arcuate fasciculus and the major white matter association tract that connects the involved brain regions.
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Fluid intelligence loss linked to restricted regions of damage within frontal and parietal cortex Alexandra Woolgara,, Alice Parra, Rhodri Cusacka, Russell Thompsona, Ian Nimmo-Smitha, Teresa Torralvab, Maria Rocab, Nagui Antounc, Facundo Manesb, and John Duncana. PNAS, 2010.
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grazie
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