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Guida per un'integrazione scolastica consapevole

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Presentazione sul tema: "Guida per un'integrazione scolastica consapevole"— Transcript della presentazione:

1 Guida per un'integrazione scolastica consapevole

2 I SOGGETTI DELL'INTEGRAZIONE
FAMIGLIA EQUIPE MEDICA TERZO SETTORE ENTE LOCALE SCUOLA

3 PER UN'INTEGRAZIONE EFFICACE
Adeguata rete di comunicazione e di relazioni positive tra i protagonisti dei vari contesti professionali. Costruzione di un efficace ambiente educativo. Pianificazione sistematica degli interventi.

4 INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Il processo di inclusione scolastica di alunni con disabilità, richiede  l'intervento congiunto, per competenza, di diversi soggetti ¹, al fine di adempiere in maniera ottimale e tempestiva a tutte le funzioni previste ² e assicurare così un percorso adeguato agli alunni presi in carico. Per tale scopo, sorge la necessità di predisporre e formalizzare le attività di raccordo e di coordinamento tra i vari soggetti coinvolti,  attraverso  uno specifico strumento giuridico, l'ACCORDO DI PROGRAMMA. 1. (U.L.S.S., Scuola, Comuni, Province, Organizzazioni del Terzo settore, ecc.) 2. Formulazione delle diagnosi funzionali, del P.E.I., accesso ai servizi socio-sanitari ed alle attività extrascolastiche, ecc.

5 ACCORDO DI PROGRAMMA Un accordo tra enti locali ed altri soggetti pubblici e privati per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune, funzionalmente collegati. Un impegno in forma scritta, giuridicamente vincolante. Indispensabile qualora un determinato programma di interventi  richiede, per competenza, la partecipazione di differenti enti ed organizzazioni.

6 Addetti all'assistenza
GRUPPO INTERPROFESSIONALE OPERATIVO (G.I.O.) art. 15, comma 2, della L. 104/ 92 COMPOSIZIONE:¹ Dirigente Scolastico e/o docente referente di Istituto per le problematiche degli alunni con disabilità C. d. C. Operatori socio-sanitari dei Servizi territoriali dell'ULSS o dei servizi accreditati Genitori dell'alunno Addetti all'assistenza 1. Il gruppo può essere integrato, su richiesta della famiglia, con gli addetti alla comunicazione di alunni con minorazione visiva o uditiva. Sempre su richiesta della famiglia, possono essere invitati a partecipare a titolo consultivo esperti che, svolgono attività in favore della persona disabile

7 RUOLO E COMPETENZE DEL G.I.O.
Predispone il P.D.F. e il P.E.I., ne verifica l'efficacia, opera aggiustamenti e modifiche. Ipotizza un progetto di vita compatibile con le potenzialità e le difficoltà proprie del soggetto, coinvolgendo persone, Enti, Associazioni. Opera nel segno della continuità scolastica, sociale, lavorativa del soggetto, identificando prospettive di sviluppo realizzabili dentro/fuori/oltre la scuola.

8 Il ruolo del Consiglio di Classe
Tutti i docenti della classe sono responsabili del percorso educativo e formativo dell'alunno con disabilità, così come di ogni altro allievo.  Essi concorrono a promuovere il processo formativo dell'alunno, sia in presenza che in  assenza del docente di sostegno, con il quale progettano, realizzano e verificano il percorso di inclusione. Il contributo dei docenti curriculari all'integrazione è un "dovere deontologico" (D.M.27 GIUGNO 1995, n.226).

9 Il ruolo del docente per il sostegno
E' un insegnante specializzato (L. 517/1977, L. 270/82,  C.M. 262/1988, L.104/1992), contitolare della classe, con competenze mirate a promuovere, predisporre e garantire adeguati percorsi di integrazione dell'alunno sulla base dei progetti personalizzati, in collaborazione con i docenti curricolari, le famiglie e le strutture sanitarie del territorio (C.M.  n. 184 del   ). Ha un ruolo determinante nel processo di integrazione come risorsa competente e mediatrice. La sua attività è rivolta all'intera classe, con funzioni di “facilitatore” della comunicazione e della relazione tra i docenti, l'alunno con disabilità, gli alunni della classe e gli altri soggetti che interagiscono nel processo.

10 Il ruolo del docente per il sostegno 2
Funzioni e competenze: Il docente di sostegno ed i docenti contitolari assumono collegialmente l'impegno di collaborare nell'impostazione e nell'attuazione del P.E.I., nell'attività educativa e didattica e nella più complessiva inclusione dell'alunno con disabilità. ¹ Collabora con l'insegnante curricolare affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza. A tal fine è necessaria la continua formazione in servizio di tutti i docenti, in relazione alle crescenti esigenze dell'individualizzazione dell'insegnamento e all'apprendimento, nel pieno rispetto delle varie forme di "diversità" nella scuola  (D.M. 27 giugno 1995 n.226). Pianifica con i colleghi l'attività d'insegnamento per tutta la classe assumendosi, in rapporto alle sue specifiche competenze didattiche, alcune responsabilità d'insegnamento per i diversi alunni. In collaborazione con gli altri docenti partecipa alla programmazione del “quotidiano insegnamento”, contribuisce alla scelta di strategie di insegnamento utilizzabili con tutta la classe e collabora alla predisposizione dei materiali e dei supporti didattici facilitanti l'apprendimento dei diversi alunni. 1. 1.È improprio delegare all'insegnante per il sostegno la stesura e l'attuazione del PEI. Il C.D.C. deve farsi carico della progettazione, dell'attuazione e verifica degli interventi didattico-educativi previsti dal PEI.

11 ACCOGLIENZA ALUNNI CERTIFICATI
E' auspicabile che il D. S., con il Coordinatore del sostegno (docente Funzione strumentale), organizzi un incontro di predisposizione all'accoglienza, affinché i genitori possano illustrare la situazione del figlio/a.  La famiglia può farsi assistere da un esperto dell'associazione di cui fa eventualmente parte e, nel caso, dall'operatore che sta seguendo l'eventuale riabilitazione.

12 RICHIESTA E ASSEGNAZIONE DELL'INSEGNANTE PER IL SOSTEGNO
Il D.S., sulla base della Certificazione di handicap e della Diagnosi Funzionale, inoltra all'Ufficio Scolastico Regionale, per il tramite dell'U.S.P.,  l'istanza per le ore di sostegno necessarie ¹. In base ai propri docenti di sostegno in organico ed alle necessità certificate per gli alunni con disabilità frequentanti, il D.S. assegna le ore di attività di sostegno per ogni singolo alunno. Attenzione: la Legge 662/1996, all'articolo 1, comma 75, sottolinea il principio della continuità didattica degli insegnanti per il sostegno, aspetto che spesso conferisce qualità al percorso di integrazione. ² La Legge finanziaria per il 2008, all'art. 2, comma 413, stabilisce che, per l'assegnazione dei docenti di sostegno, si tiene conto di un rapporto medio nazionale di un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Nella prassi tale continuità, purtroppo, rimane inapplicata.

13 Formazione delle classi
Il D. S., anche sulla base delle proposte del Collegio dei docenti, individua la classe più idonea per l'accoglienza e l'inclusione dell'alunno con disabilità (DLgs. 297/1994, art. 7, lett. b). Le classi in cui è presente un alunno con disabilità non possono superare il numero di 25 alunni. Il D.S. può richiedere all'Ufficio Scolastico Regionale  la formazione di classi con un numero non superiore a 20 alunni a condizione che dal progetto articolato di integrazione formulato dal Consiglio di classe risultino, in rapporto alle esigenze formative dell'alunno, le ragioni del minor numero di allievi, le finalità che si intendono perseguire e le metodologie didattiche che si intendono attivare (DM 141/1999 abrogato dal DPR 81/2009).

14 Assistenza specialistica per l'autonomia e la comunicazione
E' previsto l'aiuto da parte di operatori educativi nel caso in cui l'alunno con disabilità non sia in grado di autogestirsi o qualora la situazione di  disabilità lo richieda per affrontare problemi di autonomia e/o comunicazione (L. 104/1992, art. 13, comma 3). E' necessario che tali necessità siano espresse  nella Diagnosi Funzionale.   Chi la richiede? Il Dirigente Scolastico ne fa richiesta all'Ente locale competente ¹ sulla scorta della esigenza riportata nella Diagnosi Funzionale. Quando? Prima dell'inizio delle attività didattiche. 1. Al Comune per le scuole di infanzia, primarie e medie, alla Provincia per le scuole superiori - art. 139  DLgs. 112/1998.

15 ASSISTENZA DI BASE Ogni singola scuola, sulla base delle necessità certificate, è tenuta ad organizzare un servizio di assistenza agli alunni con disabilità, affidando l'incarico a personale non docente in servizio. Comprende: l'assistenza materiale all'ingresso ed all'uscita dalla scuola, nell'accompagnamento dell'alunno all'interno della scuola e negli spostamenti nelle aree di pertinenza. l'assistenza ai servizi igienici e la cura dell'igiene personale (Nota MIUR n del 30 novembre 2001  Dipartimento per i servizi nel territorio, Direzione generale per l'organizzazione dei servizi nel territorio). Chi la svolge? I collaboratori scolastici, i quali per tale assistenza materiale hanno diritto ad una incentivazione retributiva e ad una specifica formazione (C.C.N.L. Comparto Scuola 2006/09). Di chi la responsabilità? Il Dirigente Scolastico deve garantire il diritto all'assistenza, sulla base della certificazione emessa dalla A.S.L. Attenzione: La famiglia può chiedere che a prestare servizio di assistenza igienica sia un collaboratore dello stesso sesso dell'alunno/a.

16 DIAGNOSI FUNZIONALE Consiste in una descrizione della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno. Evidenzia potenzialità, capacità e difficoltà dell'alunno Chi la redige? I competenti servizi delle Aziende U.L.S.S. Viene aggiornata quando se ne ravvisino i presupposti e comunque viene rinnovata ad ogni passaggio di grado scolastico dell'alunno interessato. La diagnosi funzionale è consegnata alla famiglia dell'alunno che provvederà a consegnarla alla scuola entro il 1 settembre.

17 Profilo Dinamico funzionale (P.D.F.):
E' un documento, redatto successivamente alla Diagnosi Funzionale che raccoglie la sintesi conoscitiva, riferita al singolo alunno, relativamente alle osservazioni compiute sullo stesso in contesti diversi, da parte di tutti i differenti operatori che interagiscono con lui: famiglia, scuola, servizi. Ha lo scopo di integrare le diverse informazioni già acquisite e indicare, dopo il primo inserimento scolastico “il prevedibile livello di sviluppo che l'allievo potrà raggiungere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni)” (DPR ).

18 Profilo Dinamico funzionale 2
Scuola Secondaria di secondo grado Il P.D.F. sarà prodotto all'inizio del primo anno e aggiornato alla fine del terzo, e comunque rivisto alla fine di ogni anno scolastico. Chi lo redige? Congiuntamente i competenti servizi dell'azienda ULSS. e la scuola, con la collaborazione della famiglia. Quando? Il profilo dinamico funzionale sarà elaborato entro il 15 novembre.

19 Piano Educativo Individualizzato (P.E.I):
E' un documento redatto sulla base della D.F. e del P.D.F.  per la “presa in carico” attiva  dell'alunno.  Non è una programmazione didattica, ma un vero e proprio “progetto di vita” per l'alunno con disabilità, con obiettivi a breve – medio – lungo termine e prospettive della vita adulta, seppur  modificabili nel tempo, in cui vengono definite analiticamente tipologie, modalità, risorse e tempi degli interventi, delle attività scolastiche ed extrascolastiche (DPR , Art. 5 comma 4), organizzate funzionalmente, integrate e coordinate fra loro a garanzia del diritto all'apprendimento, ma finalizzate all'auto-realizzazione, alla socializzazione ed alla piena inclusione.¹ E' evidente che un P.E.I. adeguatamente calibrato ed accurato, condiviso con la famiglia, diventa un impegno di collaborazione fra gli operatori dell'integrazione e strumento efficace nel percorso di inclusione, oltre che di verifica per i genitori e per tutti coloro che, per le diverse competenze e funzioni, hanno in carico l'alunno.

20 Piano Educativo Individualizzato 2
Può prevedere un Piano di Studi Personalizzato : “semplificato”, il cui svolgimento positivo dà diritto, al temine del percorso scolastico, al rilascio del titolo legale di studio. “differenziato”, che permette di conseguire un attestato con la certificazione dei crediti formativi maturati, valido per i successivi percorsi lavorativi o di inclusione sociale. 

21 Piano Educativo Individualizzato 3
Chi lo redige? E' elaborato collegialmente dall'insegnante di sostegno, dagli insegnanti curricolari, dagli operatori sanitari, in collaborazione con i genitori dell'alunno .² Il Consiglio di classe ha il compito di redigere un'ipotesi di progetto sull'assegnazione delle ore di sostegno necessarie (D.M. 331/1998, art. 41). Il progetto deve essere formulato dall'intero Consiglio di classe e non può essere delegato al solo insegnante di sostegno (Nota Ministeriale 8 agosto 2002). Quando? Di norma, entro i primi due mesi di scuola. 2. Ogni soggetto si impegna a programmare gli interventi secondo quanto condiviso nel Piano Educativo Individualizzato. Il raggiungimento degli obiettivi dichiarati nel Piano Educativo Individualizzato va verificato e valutato dal Gruppo Interprofessionale Operativo e va elaborata una specifica relazione.

22 Piano di Studi Personalizzato (P.S.P.):
Sulla base della diagnosi funzionale, del P.D.F. e del P.E.I.,Consiglio di classe può optare tra tre tipi di piani di studio (ex percorsi didattici), a seconda delle capacità e potenzialità dell'alunno con disabilità: ordinario (conforme alla classe) semplificato o equipollente, con la riduzione dei contenuti programmatici di alcune o di tutte le discipline, che dà diritto, al termine del superamento, al legale titolo di studio. differenziato, con contenuti particolarmente ridotti o differenti da quello ordinario, che dà diritto al rilascio di un attestato con la certificazione dei crediti formativi maturati.

23 Piano di Studi Personalizzato 2
Il P.S.P.  deve contenere per ogni disciplina: gli obiettivi didattici che si intende raggiungere le strategie didattiche da seguire;¹ i criteri per la valutazione dei risultati realizzati rispetto agli obiettivi ipotizzati. Quando?  Va predisposto annualmente dopo la formulazione del P.E.I. ad inizio dell'anno scolastico. Attenzione: la definizione del piano di studio personalizzato e la scelta del percorso è vincolata  al parere dei genitori. 1. Fondamentale l'adozione di  strategie e metodologie favorenti il raggiungimento degli obiettivi, quali l'apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l'apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l'utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici, la predisposizione dei materiali di studio e per i compiti a casa in formato elettronico per gli alunni che utilizzano ausili e computer.


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