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BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI Uno sguardo speciale e sognante sui

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Presentazione sul tema: "BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI Uno sguardo speciale e sognante sui"— Transcript della presentazione:

1 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI Uno sguardo speciale e sognante sui
Andrea Prandin Uno sguardo speciale e sognante sui Bisogni Educativi Speciali Ovvero BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI 1

2 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO - DANILO DOLCI - C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.

3 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
“Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali vivono una situazione particolare, che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo: questa situazione negativa può essere a livello organico, biologico, oppure familiare, sociale, ambientale, contestuale o in combinazioni di queste. […] Queste difficoltà possono essere globali e pervasive (si pensi all’autismo) oppure più specifiche (ad esempio nella dislessia), settoriali (disturbi del linguaggio, disturbi psicologici d’ansia, ad esempio); gravi o leggere, permanenti o (speriamo) transitorie. In questi casi i normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno (bisogno di sviluppare competenze, bisogno di appartenenza, di identità, di valorizzazione, di accettazione, solo per citarne alcuni) si «arricchiscono» di qualcosa di particolare, di «speciale».” D. Ianes, La didattica per i Bisogni Educativi Speciali

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“Il concetto di BES non ha alcun valore clinico ma “politico” e dunque dovrebbe agire nei contesti di riconoscimento dei diritti”. D. Ianes, La didattica per i Bisogni Educativi Speciali

5 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Il concetto di Bes utile per riaffermare la natura democratica della scuola. La scuola deve rendersi disponibile nei confronti del nuovo e dell’inconsueto, deve essere capace di facilitare il rapporto tra le tante diversità attraverso uno spirito critico e di ricerca, generatore di costruttivi confronti con gli attuali problemi sociali e culturali.

6 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Attualmente la scuola pare essere investita da un nuovo 'tormentone': le espressioni “Bisogni Educativi Speciali” e “Inclusione” occupano le pagine principali di tutte le riviste per insegnati e operatori del settore educativo, così come emergono all'interno degli strumenti messi a punto dagli editori scolastici. L'impressione potrebbe essere quella di una 'moda' del settore educativo e didattico che va ad aggiungersi alle tante in corso o già tramontate. Ciò che sottolinea però l'importanza delle tematiche sottostanti le etichette “BES” e “Inclusione”, e che vincola tutti i docenti a prendere in considerazione seriamente i concetti sopra citati, è la normativa emessa in tempi recenti dal MIUR, che invita tutta la comunità educante a un vero e proprio cambiamento di prospettiva.

7 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali è fondata su un modello di analisi della persona di tipo sistemico, pertanto multifattoriale, che vede ogni caratteristica dell'individuo come necessariamente 'in relazione' con aspetti contestuali, relazionali.

8 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Tale modello, detto modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e Salute (International Classification of Functioning, disability and health) ed emesso dall'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) abbandona analisi di tipo eziologico-nosografico (orientate cioè alla diagnosi di disturbi e malattie, come da tradizione di tipo medico) e sceglie un approccio 'salutogenico', cioè orientato prima di tutto alla rilevazione di ciò che funziona e di ciò che la persona può realizzare con le proprie risorse.

9 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
In quest'ottica le difficoltà che rientrano sotto l'accezione di “BES” non sono solo quelle dovute a situazione di disabilità o disturbi specifici dell'apprendimento, ma anche difficoltà di tipo emotivo o comportamentale, situazioni di fragilità anche temporanee, svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

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Il concetto dei BES – ratificato dalla normativa – non invita naturalmente a ignorare le problematiche che richiedono diagnosi clinica, certificazione e misure e risorse specifiche, anzi comprende al suo interno queste realtà, ma estende la necessità di un'attenzione individualizzata a tutti quei percorsi di apprendimento in qualche modo difficili, problematici per chi apprende e vive la scuola, al di là di certificazioni di tipo sanitario.

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Il rischio a questo punto potrebbe essere di considerare BES anche ciò che non lo è, ovvero una fisiologica difficoltà all'interno dell'iter formativo. Allora quali criteri ci possono orientare?

12 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Dario Ianes ci parla di tre criteri osservabili per confermare l'eventuale presenza di un BES: la presenza di un danno (di tipo fisico, psicologico o relazionale) vissuto dall'alunno o prodotto su altri: vi è una situazione realmente problematica se il funzionamento dell'alunno lo danneggia direttamente o causa danno a chi si relaziona con lui; la presenza di un ostacolo allo sviluppo futuro dell'alunno il cui funzionamento può porlo in una situazione di svantaggio rispetto ai suoi progressi nel percorso educativo-apprenditivo; la presenza di un funzionamento educativo-apprenditivo anomalo che è causa di stigma sociale per l'allievo e quindi ne compromette l'immagine e le relazioni, presenti o future. (D. Ianes, La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson)

13 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Dario Ianes ci parla di tre criteri osservabili per confermare l'eventuale presenza di un BES: la presenza di un danno (di tipo fisico, psicologico o relazionale) vissuto dall'alunno o prodotto su altri: vi è una situazione realmente problematica se il funzionamento dell'alunno lo danneggia direttamente o causa danno a chi si relaziona con lui; (D. Ianes, La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson)

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la presenza di un ostacolo allo sviluppo futuro dell'alunno il cui funzionamento può porlo in una situazione di svantaggio rispetto ai suoi progressi nel percorso educativo-apprenditivo; la presenza di un funzionamento educativo-apprenditivo anomalo che è causa di stigma sociale per l'allievo e quindi ne compromette l'immagine e le relazioni, presenti o future. (D. Ianes, La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson)

15 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Attenzione a non derubricare come malattia ogni comportamento infantile che disturba in qualche modo gli adulti!

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Attenzione a non trasformare un bambino vivace in un bambino “speciale”. Rischio di una velata discriminazione ?

17 BI-SOGNI EDUCATIVI SPECIALI
La parola Speciale deriva dal latino SPECIES, che significa ASPETTO, FIGURA, FORMA VISIBILE. Anche nel verbo Osservare-guardare deriva dal latino SPECIES (Spectare) Speciale è quindi ciò che si fa osservare per il suo particolare aspetto. Il termine “specie” è molto usato in biologia per indicare una unità fondamentale di un sistema di classificazione all’interno della quale si colloca qualcosa di straordinario-eccezionale che appunto si rende particolarmente visibile all’occhio dell’osservatore.Quindi lo speciale così inteso ha a che fare con ciò che si contrappone dallo standard della normalità. Questo scostamento richiede una particolare attenzione per questo oggetto che diviene appunto “speciale”.

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Il contrario dell’urgenza classificatoria è la capacità di convivere con il disagio dell’incertezza, di sopportare l’esplorazione prolungata e paziente e di rendersi disponibili, anche, a divertirsi.”

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Di fronte a fenomeni che non capiamo/conosciamo/condividiamo la risposta più utile non è quella di “puntare i piedi” ma di liberarsi a una “spanna da terra”. Come a dire: non è utile diventare più pesanti, ma più leggeri!.”

20 Ciò che noi osserviamo non è la natura delle cose in sé, ma la natura esposta al modo in cui noi poniamo domande Werner Heisenberg Il ricorso da parte degli insegnanti alle espressioni “avanti” e “indietro” come indicatori del raggiungimento di determinati obiettivi, fa in modo che la scuola assomigli a una sorta di competizione (una corsa a premi). Tutti partono dalla stessa linea di partenza (la stessa età) e si muovono tutti lungo lo stesso percorso lineare (le stesse classi da superare).


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