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PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO
Modulo del Laboratorio di Riqualificazione Urbanistica e Manutenzione Urbana prof. arch. Giuseppe Guida
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Il territorio contemporaneo
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La città e il territorio contemporanei sono l’esito del superamento della struttura fordista dello spazio urbano, attorno alla quale era organizzata la città moderna. A cominciare dagli anni ’70 sono mutati tempi, modi e forme di crescita delle città: frammentazione, autocostruzione, inefficacia di piani e progetti, abusivismo, nuove dinamiche del mercato immobiliare, stili di vita individuali e dispersione insediativa, ecc., sono i materiali con i quali si confronta il progetto contemporaneo della città e del territorio.
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Mentre, fino alla fine degli anni ’70 la città è stata caratterizzata dall’espansione, per successive addizioni (ampliamenti dei tessuti storici, nuovi quartieri borghesi, rioni popolari, centri direzionali), a partire dagli anni ’80 si innesca un processo, di tipo economico, sociale, culturale, che porta all’“esplosione” della città sul territorio, mentre nella vecchia città consolidata si avviano processi di trasformazione (riconversioni industriali, riqualificazione aree residenziali popolari, riutilizzo di spazi residuali marginali, ecc.).
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Città diffusa Exopolis Città diramata Edge city Post-suburia Terrains vagues Post-metropolis Frammento Technoburb La città esplosa Rururbanizzazione Periurbanizzazione Metapolis Ipercittà
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IL TERRITORIO CONTEMPORANEO: MATERIALI E FORME
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Infrastrutture
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Spazi residuali
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Nodi
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Dispersione
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SGUARDI ZENITALI
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2000 1980 1955
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L’URBANISTICA
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Dal punto di vista dell’urbanista e dell’urbanistica il territorio va esaminato sotto due aspetti:
come insieme di risorse fisiche come sede di attività antropiche L’operazione a cui è finalizzata l’urbanistica è sostanzialmente la ricerca di coerenza tra questi due aspetti. Questa coerenza può essere correttamente perseguita utilizzando diversi parametri qualificanti: la sostenibilità degli interventi, la perequazione (controllo della rendita fondiaria), qualità del disegno urbano, l’ascolto di cittadini e “attori”, il corretto dimensionamento degli standard, ecc.
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Crisi del modello attuale di piano
INNOVAZIONE E LEGISLAZIONI REGIONALI Crisi del modello attuale di piano Carattere “generale” del piano; dall’espansione alla “trasformazione” della città rigidità (difficoltà di varianti, prescrittivo, poca partecipazione e concertazione nella sua formazione, utilizzo della tecnica dello zoning, ecc.); pensato con un modello “espropriativo” per acquisire la aree necessarie per i servizi pubblici e per l’espansione della città; iniquo. In particolare per quanto riguarda il cosidetto “doppio regime dei suoli”, tra aree da destinare ad uso pubblico (penalizzate) e aree da destinare ad uso privato. Con la sentenza 55/1968 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della durata illimitata dei vincoli urbanistici, il cui termine fu fissato in cinque anni da un legge successiva.
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Le tre vie del piano: INNOVAZIONE E LEGISLAZIONI REGIONALI
piani che si pongono nel solco della tradizione e fanno riferimento alla legge 1150/42; piani di “riforma” redatti in base ad alcune leggi regionali che hanno fatto propri gli assunti avanzati dall’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e che fanno riferimento anche ad altre, e più mature, esperienze europee; la via della sostituzione dei piani o della deroga con altri strumenti e “programmi”.
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Bibliografia Edoardo Salzano (1998) Fondamenti di urbanistica, Laterza, Bari Mirko Zardini (a cura di) (1999) Paesaggi ibridi. Highway, Multiplicity, Skira, Milano Peppe Lanzetta (1993) Figli di un Bronx minore, Feltrinelli, Milano
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