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PubblicatoBeatrice Spinelli Modificato 9 anni fa
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Considerazioni sulla recente riforma del mercato del lavoro Pietro Reichlin LUISS G. Carli 20 Gennaio, 2015
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COME AIUTARE LA CRESCITA SENZA RIDURRE LE TUTELE Il problema da risolvere:
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Mercato e Tecnologia Intensificazione dei processi di ristrutturazione produttiva Necessità di maggiore flessibilità interna o funzionale (orari, funzioni) Nuove competenze e capitale umano: lavoratori anziani meno istruiti necessità di adeguare i profili retributivi e mansioni
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I problemi italiani Distribuzione asimmetrica delle tutele (molte per alcuni, poche per altri) Uso improprio della cassa integrazione pochi incentivi alla ricollocazione del lavoratore Necessità di elevare la partecipazione alla forza lavoro (giovani, donne, anziani)
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ITA
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Effetti riforme Treu + Art. 18 Aumento dell’occupazione, ma.. Incidenza contratti atipici squilibrata verso giovani e primo impiego Licenziamenti concentrati su lavoratori con contratti atipici Riduzione incentivi alla formazione (da parte dei lavoratori e delle imprese) Rischi per il sistema previdenziale (pochi contributi, evasione contributiva)
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INCIDENZA CONTRATTI A TERMINE ALL’ASSUNZIONE
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Premio salariale per chi ha un diploma universitario rispetto a chi ha un diploma di scuola secondaria
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DISOCCUPAZIONE GIOVANILE (15-24) ITALIA
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Tasso di rimpiazzo tra primo anno di pensione e ultima retrib. annua Lav. parasubordinati, con contratto a termine, tutti gli altri (Stime ISFOL) TUTTI CONTR. A TERMINE PARASUBORDINATI
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Il Job Act è la risposta giusta?
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Finalità Incentivi assunzioni a tempo indeterminato Estensione ammortizz. a lavoratori atipici Ridurre uso improprio della cassa integrazione Più flessibilità interna (demansionamento) Centralizzazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro
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Art. 18: una frattura ideologica? Punto di vista A (diritto al lavoro?) La rottura del rapporto di lavoro è un evento a cui si può arrivare solo per grave crisi aziendale o grave inadempienza del lavoratore Punto di vista B (diritto all’att. di impresa?) Il datore di lavoro deve poter interrompere il rapporto di lavoro a sua discrezione, fatti salvi il rispetto dei termini contrattuali e l’assenza di motivi discriminatori
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Quando prevale A su B? Il giudice stabilisce il reintegro quando il motivo del licenziamento NON è: Né discriminatorio Né causato da una crisi aziendale (la sopravvivenza del posto è incompatibile con la sopravvivenza dell’impresa) Zona Intermedia: rottura rapporto di fiducia, necessità di incrementare i profitti, sostituzione con un lavoratore più competente, cambio specializzazione produttiva, ecc.
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Punto di vista A: 2 obiezioni Un modo inefficace per raggiungere un obiettivo sociale Conseguenze non volute
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Inefficacia dell’obiettivo sociale Proteggere il lavoratore più che il posto di lavoro Difendere l’occupazione totale, non il singolo posto di lavoro (obiettivi non equivalenti) (mercato USA genera + posti e - tutele) Dare più chances agli “outsiders”
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Conseguenze non volute Freno alle ristrutturazioni Più incertezza per le imprese Più contratti atipici Minore occupazione per lavoratori marginali: donne, giovani
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Punto di vista B? Il mercato non offre una sufficiente copertura contro i rischi di impiego Ricollocazione e riqualificazione del lavoratore sono processi costosi
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Flex-Security: una terza via? Governo e imprese contribuiscono ad assicurare il lavoratore contro i rischi di impiego RISCHI: 1.Più licenziamenti --> Più spesa sociale (cf. Danimarca) 2.Lavoratori anziani + a rischio
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Rischio 1 Le imprese devono pagare un compenso ad ogni lavoratore licenziato E’ necessario perché le imprese internalizzino il costo sociale dei licenziamenti Ma come quantificare questo costo?
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Il problema dell’esternalità Il lavoratore riceve assicurazione dalle imprese (buonuscite, liquidaz.) e dallo Stato (sussidi) + ass. dallo Stato - ass. dalle imprese + licenziamenti Le imprese non “internalizzano” il costo x lo Stato dei licenziamenti assicurazione diventa troppo costosa
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Rischio 2 Quando il Job Act sarà a regime, e se persiste un profilo decrescente delle competenze e grado di istruzione per classi di età, i lavoratori anziani potrebbero: fronteggiare maggiori rischi di licenziamento o accettare demansionamenti o minori salari
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INCREMENTO RELATIVO DELLA DISOCCUPAZIONE DAL MINIMO NAZIONALE AL 2012Q3 (PERIODO ‘07-’12) DANIMARCA ITALIA
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