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SKANDALOPETRA STORIA E TECNICHE
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LA SKANTALOPETRA La Skandalopetra è un pietrone, di solito di marmo o di granito di un peso tra gli 8 e i 14 kili, con gli angoli arrotondati e una forma idrodinamica. Per secoli è stata l’unico strumento ausiliario degli apneisti e il suo uso risale all’epoca di Alessandro Magno. L’immersione con la scandalopetra è stata praticata, nelle isole del Mar Egeo, specialmente nell’isola di Kalymnos, fino al 1960 ed è stata sostituita da scafandro, narghilè e bombole. .
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Un immersione con skantalopetra, nota agli Italiani e quella di Giorgio Hazzi-Stathis che il 14 Luglio 1913 nella baia di Pigadia, nell’ isola di Scarpanto, (l’ attuale Karpathos) recupero l’ ancora persa dalla nave della Marina Militare, “Regina Margherita”, alla profondita di 83 m.
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LA SKANTALOPETRA L’apneista–pescatore, nudo, aveva la mano legata alla pietra tramite una piccola funicella. La scandalopetra stessa era legata con una corda alla superficie (barca), rappresentando cosi una sorta di cordone ombelicale. Questo «legame» pietra–pescatore-barca ha dato sicurezza per secoli a questo tipo di immersioni. Si ritiene che sia il modo più sicuro di immergersi.
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SKANTALOPETRA Foto: anni 1920
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Skantalopetra con Fernez
Foto: anni 1934
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LA SKANTALOPETRA
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Skantalopetra: Perche era sicura
Lo stavano “pescando” L’ immersione con la “petra” non si faceva mai da soli. C’ era sempre qualcuno che ti dava la “petra” e la cima (colauzeris) Il “colauzeris” poteva fermare per qualsiasi problema la “petra” Il pescatore poteva lasciare la petra e tornare
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Skantalopetra: Perche era sicura
Era legato con la cima e la “petra” tramite una funicella Aveva il minimo consumo di ossigeno per mancanza dei timpani (xemixiasma), metodo crudele e molto doloroso per la rottura dei timpani La risalita: appoggiando i piedi sulla “petra”e attaccarsi alla cima o tirandosi sul cavo mentre il “colauzeris” recuperava il pescatore, la petra e il pescato
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Al livello agonistico E consentito l’ uso del tappanaso
L’ atleta non lavora sul fondo (non ha dispendio di energia) Deve solo tuffarsi ed al ritorno appoggiarsi sulla “petra” Deve solo affrontare il termoclino e la visione ad occhio nudo
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Al livello agonistico I giudici di superficie, del mezz’ acqua e del fondo possono interompere o sospendere qualsiasi instante ( se c’ e problema) l’ immersione La cima ogni 5 o 10 metri e segnata, cosi si conosce ogni instante la profondita del apneista Misure di sicurezza
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INCIDENTI La bibliografia non riporta nessun icidente mortale a causa del immersione Riporta solo incidenti mortali a causa dei pesci predatori Anche la nostra esperienza non riporta gli ultimi dieci anni e dopo innumerovoli immersioni durante gli allenamenti o le gare nessun incidente
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SKANTALOPETRA Triantafilos Giorgio o Latari
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LA TECNICA L’ immersione con la “petra” e facile ed e molto tecnica
Richiede di conoscere le capacita e le proprieta della “pietra” Richiede la sinergia della squadra (tuffatore – assistente)
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IL TUFFO L’ atleta si concentra, seduto alle ginocchia, respira, si alza e si tuffa
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SKANTALOPETRA Foto: anni 1932
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IL TUFFO Tuffo di testa La “petra” va tenuta saldamente con le due braccia diritte ed estese Avendo il polso molle puoi sbagliare l’ entrata e il tuffo Tuffo piu verticale possibile, puntare direttamente verso la profondita
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SKANTALOPETRA Foto:anni 1934
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Le proprieta della “petra”
Tenendo la “petra” davanti, nei primi metri d’ immersione, acquisti una velocita bassa Tenendola a meta, hai una velocita media Tenendo sul di dietro, hai una velocità alta. Durante l’ immersione non va tenuta dalla cima, pericolo per motivi di correnti di avere una discesa a modo turbolente
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SKANTALOPETRA
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Le proprieta della “petra”
Come freno, per ovviare a problemi di compensazione, di visibilità o altro Ruotando la pietra verso l'alto la velocità si riduce Come timone, manovrandola appositamente a destra o sinistra ci si sposta in qualsiasi direzione Come zavorra, tenendola sotto braccio puoi rimanere sul fondo, ed anche camminarci
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La sinergia della squadra
L’ assistente lascia la cima Ogni istante deve sapere la profondita del apneista “Sente” quando l’ apneista rallenta per compensare Quando lascia la petra Quando arriva al fondo Quando e il momento giusto per salpare la petra
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La sinergia della squadra
L’ apneista da il segno al assistente di lasciare la petra Tuffo con la testa, verticale, diritto verso la profondita Sapere le proprieta della petra Arrivando alla profondita prefissata, da il segno (2-3 strappi alla cima) al assistente per il suo recupero
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RICORDATE PER QUEST’ ANNO IL “ SKANDALOPETRA CUP”
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GRAZIE A TUTTI!!!!!!
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