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La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni

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Presentazione sul tema: "La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni"— Transcript della presentazione:

1 La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni
Percorso di formazione della rete degli istituti comprensivi del distretto faentino Luigi Bosi Giscel ER

2 Che immagine abbiamo della lingua verbale?
Cosa intendiamo per riflessione sulla lingua? Perché e come aiutare gli alunni a passare da un uso inconsapevole della lingua ad una riflessione consapevole su di essa? La riflessione sulla lingua Tre domande fondamentali Luigi Bosi Giscel ER

3 Che idea abbiamo della lingua?
«Io credo che la grammatica sia una via d’accesso alla bellezza della lingua» M.Barbery, in «L’eleganza del riccio» «Bisogna abbandonare l’idea di lingua come un monolito in cui tutto si tiene e si tiene ad un sol modo» T. De Mauro in «A che serve la grammatica?» (2009) Luigi Bosi Giscel ER

4 L’idea di lingua nelle «Nuove Indicazioni» e nel QdR Invalsi
«La lingua è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere, per rendere via via più complesso e meglio definito, il proprio pensiero» (N.I.p.27) «Il sistema della lingua viene comunemente descritto secondo diversi livelli di osservazione ,che hanno una loro autonomia nella ricerca e nella pratica didattica, anche se nella comunicazione operano congiuntamente. Si tratta dei livelli pragmatico-testuale, logico-semantico, morfosintattico, lessicale e fonologico-grafico»(QdR p.10) «Gli oggetti della riflessione sulla lingua sono: le strutture sintattiche delle frasi semplici e complesse (per la descrizione delle quali l’insegnante sceglierà il modello grammaticale di riferimento che gli sembra più adeguato ed efficace); le parti del discorso, o categorie lessicali; gli elementi di coesione che servono a mettere in rapporto le diverse parti della frase e del testo (connettivi di vario tipo, pronomi, segni di interpunzione); il lessico e la sua organizzazione; le varietà dell’italiano più diffuse.» (N.I.p.39) Luigi Bosi Giscel ER

5 Proprietà delle lingue verbali
Biplanarità Arbitrarietà dei segni Doppia articolazione(Ia morfemi >IIa fonemi) * Combinatorietà illimitata Onnipotenza semantica>creatività illim.>ricorsività* Riflessività >metalinguaggio* Trasponibilità di mezzo (parlato e scritto) Linearità Complessità sintattica>alta elaborazione strutturale Equivocità* Luigi Bosi Giscel ER

6 I livelli della lingua verbale
Fonetica e fonologia Morfologia Sintassi Semantica Pragmatica Testualità Luigi Bosi Giscel ER

7 L’idea di riflessione sulla lingua nelle «Nuove Indicazioni»
«Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di formulare frasi ben formate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, soggetto, ecc…sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo verso forme di «grammatica esplicita»(N.I.p.38) >Riflessione come atteggiamento e percorso di ricerca Luigi Bosi Giscel ER

8 L’idea di riflessione sulla lingua nel QdR Invalsi
La padronanza linguistica richiede competenze fonologiche e ortografiche, morfosintattiche, lessicali, testuali e anche: • conoscenze e abilità di riflessione metalinguistica, funzionali sia al controllo consapevole della comprensione dei testi orali e scritti sia alla descrizione del funzionamento del sistema linguistico; • la consapevolezza che una stessa lingua si realizza in forme diverse in relazione alla natura del messaggio, allo scopo della comunicazione e al contesto (varietà linguistiche). (p.4) La competenza grammaticale … intesa in due modi diversi: una “grammatica implicita”.. una “grammatica esplicita”(p.7) «Nella formulazione dei quesiti di grammatica si mira, più che a misurare la capacità di memorizzare, riconoscere e denominare classi e sotto-classi di elementi, ovvero di operare una categorizzazione astratta e fine a se stessa, a privilegiare la capacità di operare analisi di tipo funzionale e formale»(p.10) Luigi Bosi Giscel ER

9 Le «Indicazioni»sul metodo
«La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni. Essa, inoltre, si intreccia con la riflessione sulle altre lingue del repertorio dell’allievo, in una prospettiva plurilingue e interculturale. Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico.»(p.39) Luigi Bosi Giscel ER

10 Come appassionare alla riflessione sulla lingua
Come appassionare alla riflessione sulla lingua? (come superare lo «spread» fra grammatica implicita ed esplicita) Facendo vedere la lingua come un meccanismo o un organismo di cui si può scoprire il funzionamento Il problema: per far vedere la lingua come un meccanismo bisogna farla vedere in modo svincolato rispetto alle situazioni concrete in cui la si usa, cioè come un sistema simbolico distinto dalle cose che rappresenta, mentre la tendenza naturale del bambino e del ragazzo è di guardare più alle cose di cui parlano le parole che alle parole con cui parliamo delle cose. bisogna quindi sviluppare la riflessione metalinguistica Luigi Bosi Giscel ER

11 Staccare le parole dalle cose
A sei anni un bambino a cui si chiede di dire una parola lunga probabilmente risponde «treno» M.Donaldson in «Come ragionano i bambini» racconta di un esploratore che aveva chiesto a un indios di tradurre nella sua lingua la frase «L’uomo bianco ha ucciso 6 orsi oggi» e visto che questi si rfiutava alla successiva richiesta di spiegazioni ebbe questa risposta: «non posso tradurla perché nessun uomo bianco potrebbe uccidere 6 orsi in un giorno» «Raccontami le storie che escono dalla bocca» Luigi Bosi Giscel ER

12 Come sviluppare la riflessione metalinguistica
La riflessività linguistica è la proprietà costitutiva, delle sole lingue verbali, di riflettere su se stesse, quindi essa « preesiste ad ogni istruzione, ad ogni attività conscia sulla lingua, ed emerge anche in modi inconsapevoli»(S.Ferreri,2014>A. Culioli J.Gombert). La didattica deve rilevare e valorizzare queste attività riflessive inconsapevoli seguendone il naturale sviluppo e innestando su di esse le riflessioni consce. La didattica deve esercitare la riflessione partendo dagli aspetti più «visibili» del sistema linguistico Luigi Bosi Giscel ER

13 Forme di riflessione linguistica inconsapevole
citazioni: Guglielmo 3,5 sul film E.T.: lui diceva: casa, telefono costruzioni presentative (es. che cos’è questo? quetto? ma per sapere il nome di una cosa) costruzioni appellative e spiegazioni es. ballo di due gemelline> A.3,11 - Non farmi così sennò muoio C.3,11 – Cos’è muoio? A.3,11 – E’ un tipo di esperienza che uno muore. Si può dire anche muoro Da BONNET-GARDES(1985), Quand l’enfant parle du langage. Bruxelles:Pierre Mardaga Editeur Luigi Bosi Giscel ER

14 Come sviluppare la riflessione inconsapevole
Nella nominazione : dare il nome alle cose e rafforzare i rapporti fra le parole e le cose del mondo del bambino («come hai detto? puoi ripetere? che cosa vuoi dire? come si scrive?») > potenziare la riflessione inconscia Nei significati: strutturare le reti di relazioni fra parole a partire da quelle già presenti in memoria (parafrasi, definizioni, citazioni) > riflessione consapevole Nel parlare dei testi : acquisire l’ apparato descrittivo tradizionale delle parti del discorso e delle funzioni logiche per controllare la lettura e la scrittura >riflessione consapevole più sistematica La parola scritta favorisce di più la riflessione>mostrare subito il rapporto non biunivoco suono lettera Il diluvio universale Luigi Bosi Giscel ER

15 Luigi Bosi Giscel ER

16 Il metodo «noi ci interessiamo alle cose in cui riusciamo bene» J
Il metodo «noi ci interessiamo alle cose in cui riusciamo bene» J.Bruner Metodo induttivo e attivo (competenze implicite ed esplicite> far scoprire ciò che si sa > motivazione ) Collegare la riflessione alle altre attività linguistiche Partire da un problema sentito da risolvere insieme Sviluppare la competenza interrogativa (evitare l’interrogazione totale da parte del docente) Schemi possibili degli itinerari Curiosità>domanda>ipotesi>verifica>risposta Osservazione >induzione>formulazione Luigi Bosi Giscel ER

17 Quali «Indicazioni» per il curricolo?
Obiettivi di apprendimento al termine della quinta primaria Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici derivate, composte). Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo. Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali; Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo. Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico). Obiettivi di apprendimento al termine della terza media Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole: derivazione, composizione. Riconoscere l’organizzazione logico- sintattica della frase semplice. Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali. Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua. Riconoscere le principali relazioni fra significati delle parole (sinonimia, opposizione, inclusione); conoscere l’organizzazione del lessico in campi semantici e famiglie lessicali.


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