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JUDICIAL INTERCULTURAL COMMUNICATION IN FAMILY MEDIATION Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 Mediation and its phases 30 th June - 3 rd July 2014 Cluj-Napoca,

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Presentazione sul tema: "JUDICIAL INTERCULTURAL COMMUNICATION IN FAMILY MEDIATION Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 Mediation and its phases 30 th June - 3 rd July 2014 Cluj-Napoca,"— Transcript della presentazione:

1 JUDICIAL INTERCULTURAL COMMUNICATION IN FAMILY MEDIATION Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 Mediation and its phases 30 th June - 3 rd July 2014 Cluj-Napoca, ROMANIA Avv. Alessandro Bruni Founder, CONCILIA LLC. Professor of Mediation & Conciliation, International Academy of Sciences of Peace, Rome Mediator & Mediation Trainer accredited by the Ministry of Justice President of Mediators Beyond Borders International, Italy Professional Chapter 1

2 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 2 Le fasi della mediazione

3 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 3 Mediatore Breve discorso introduttivo. -il mediatore ringrazia le parti per la disponibilità; -presenta se stesso e l’organismo di mediazione; -spiega i fondamenti e le caratteristiche salienti del procedimento di mediazione (iter, non è un giudizio, informalità, riservatezza); -spiega il suo ruolo di facilitatore ma senza potere; -fornisce alle parti eventuali chiarimenti Prima fase

4 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 4 Prima fase

5 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 5 Mediatore -Invita le parti ad esporre i fatti. -Blocca eventuali interruzioni. -Smorza toni eccessivamente accesi. -Limita le divagazioni o/e le interruzioni. Poi: PARAFRASI DEL MEDIATORE (riformulare quanto ascoltato per maggior chiarezza) Seconda fase

6 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 6 Percezione iniziale: Studio della posizione di ciascuna parte: - informazioni (contesto/vincoli; bisogni/interessi; risorse/potere) - ipotesi su obiettivi (irrinunciabili, trattabili, rinunciabili) - analisi sul soggetto (comportamenti, punti forti o deboli, personalità) Seconda fase

7 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 7 Seconda fase Percezione iniziale: Definizione della tattica e capire i soggetti: - apertura - ampiezza negoziale - distanza negoziale - relazioni interpersonali - stili di comportamento

8 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 8 Terza fase Mediatore Suggerisce incontri riservati e separati tra le parti (prima con l’una parte poi con l’altra parte): CAUCUS. Nei CAUCUS il mediatore: -aiuta la parte a distinguere tra ciò che vuole e ciò di cui ha bisogno; -stimola le reali alternative e le conseguenze di un mancato accordo negoziato.; -fa da «navetta» tra gli interessi/bisogni della parti: «shuttle mediation»

9 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 9 Terza fase Sviluppo fatti concreti e parametrabili Sviluppo di un buon rapporto sulla credibilità

10 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 10 Terza fase Concentrarsi sugli interessi, non sulle posizioni

11 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 11 Terza fase Riconoscimento reciproco - verifica della reciproca comprensione - espressione e ricezione delle emozioni - riconsiderazione dei bisogni

12 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 12 Il metodo di negoziazione cooperativa dell’Università di Harvard Cinque “passi”: 1)non fermarsi sulle proprie posizioni, 2)identificare e dare priorità agli interessi, 3)prendere le decisioni in conformità a criteri oggettivi, 4)generare opzioni, 5)identificare quale (ove esista, eventualmente) sia la miglior alternativa all’accordo negoziato (B.A.T.N.A.).

13 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 13 B.A.T.N.A. e W.A.T.N.A. (migliore e peggiore alternativa all’accordo negoziato) B.A.T.N.A. (Best Alternative To a Negotiated Agreement), significa la migliore soluzione per ciascuna delle parti ai fini della soluzione della controversia, senza l’ausilio dell’altra. In antitesi, W.A.T.N.A. (Worst Alternative To a Negotiated Agreement) è la soluzione peggiore. Per poter capire quale siano rispettivamente la B.A.T.N.A. e la W.A.T.N.A. di ciascuna delle parti in una controversia si deve fare riferimento alla soluzione ideale ed a quella peggiore che entrambe le parti possono potenzialmente configurarsi nel caso in cui non vi fosse possibilità di conciliazione.

14 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 14 Quarta fase Mediatore Tornare ad incontrarsi congiuntamente o procedere a nuovi incontri separati Possibile soluzione Accordo impossibile

15 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 15 Quinta fase Mediatore Lavora con le parti (ed eventuali loro consulenti) per definire un accordo di mediazione da inserire all’interno di un verbale

16 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 16 Che tipo di accordo? Vasta gamma Minimo… a metà strada dalle richieste estreme delle parti Massimo… soluzioni più creative improntate alla cooperazione Approccio distributivo Approccio cooperativo

17 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 17 CARATTERISTICHE DI UN BUON ACCORDO 1- EQUITÀ (TRA LE PARTI) 2- EFFICIENZA (RISORSE: TEMPO,…) 3- SAGGEZZA (INCLUDE CONOSCENZE DISPONIBILI) 4- STABILITÀ (NEL TEMPO)

18 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 18 VALORE DELL’ ACCORDO 1- VALORE MORALE TRA LE PARTI 2 – VALORE LEGALE: TITOLO ESECUTIVO (in Italia: D. Lgs. 28/2010, art. 12: 1. Ove tutte le parti aderenti alla mediazione siano assistite da un avvocato, l'accordo che sia stato sottoscritto dalle parti e dagli stessi avvocati costituisce titolo esecutivo per l'espropriazione forzata, l'esecuzione per consegna e rilascio, l'esecuzione degli obblighi di fare e non fare, nonché per l'iscrizione di ipoteca giudiziale. Gli avvocati attestano e certificano la conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico. In tutti gli altri casi l'accordo allegato al verbale è omologato, su istanza di parte, con decreto del presidente del tribunale, previo accertamento della regolarità formale e del rispetto delle norme imperative e dell'ordine pubblico. Nelle controversie transfrontaliere di cui all'articolo 2 della direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, il verbale è omologato dal Presidente del tribunale nel cui circondario l'accordo deve avere esecuzione.

19 Project JUST/2013/JCIV/AG/4628 19


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