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PubblicatoIlario Mazzei Modificato 9 anni fa
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CATECHESI e nuovi processi formativi dai corsi ai percorsi
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Ho un Cristo sopra il mio cuscino
E un Budda sereno sopra il comodino Conosco a memoria il Cantico delle Creature Grandissimo rispetto per le mille sure del Corano C’ho pure un talismano che me l’ha regalato un mio fratello africano Lorenzo Jovanotti – questa è la mia casa
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E’ Dio che ci ha voluti così, è Dio che ci ha creati così, che ci ha messi nell’esistenza in questo particolare tempo, in questo particolare luogo e momento. Possiamo supporre che la creazione sia come un immenso specchio in cui Dio si guarda. I connotati del volto di Dio siamo noi, sono tutte le creature, tutti gli esseri che, presi insieme nella loro bellezza e nella loro grandezza, ricompongono qui sulla terra, come un’opera di mosaico finissimo, il volto di Dio. Mettiamoci di fronte all’altro, proviamo a guardarlo. Dentro di lui c’è Dio. E’ l’essere più adorabile o il più insignificante, è il più divertente o il più noioso, ha idee che condividiamo o che detestiamo. Dio ci parla attraverso di lui. Quella persona contiene un messaggio che viene dal mondo dell’invisibile. Se noi alziamo un velo di incomunicabilità con questa persona, se le sbattiamo la porta in faccia, se proviamo a plagiarla, a trasformarla in qualcosa che la rende più simile a noi, noi alteriamo l’opera di Dio. Se invece proviamo ad aprirci a questa persona, se siamo liberanti per lei, se accogliamo la sua diversità, noi accresciamo la nostra luce, dilatiamo il nostro cuore, siamo ancora più in sintonia con l’universo… Invece di fare progetti astratti sull’amore, accorciamo le distanze, stringiamo nelle mani il volto del sofferente, senza chiedere perché è li, da dove viene, che fede professa. G. Vannucci
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la categoria del passaggio
la categoria del passaggio. L’Iniziazione Cristiana è il risultato di un passaggio, di una rottura, che apre ad una rinascita. Nel cristianesimo il passaggio è un simbolismo centrale. La categoria dell’impegno. Il cristianesimo non è una conoscenza intellettuale, ma una vita. La fede non si insegna si vive e si confessa. ‘Quando Dio volle fare catechismo agli uomini, scrisse e fece una storia: si mise dentro la storia.’ J. Colomb La categoria della filiazione. Nessuno può farsi figlio. Prima di fare bisogna ricevere. La categoria della fraternità. Dobbiamo imparare con i nostri bambini-ragazzi che la fraternità ristabilita dall’unigenito, cioè da Gesù, ci impegna a rivedere tutti i nostri legami fondamentali. Essere fratelli significa per esempio non avere paura che l’altro mi tolga ciò che mi spetta di diritto. Gesù ci rassicura… ha preparato molti posti per tutti noi nel suo Regno.
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La vocazione formativa delle comunità
Offrire una risposta adatta alla persona che presenta il suo desiderio, significa porla in rapporto ad un accompagnatore e a un piccolo gruppo. Chi domanda, sperimenta, in questo momento della comunicazione, il primo fondamento della fede. A partire da questa fiducia iniziale tutto il resto si genera: offerta di relazione, apertura, estensione dello spazio spirituale, fraternità nell’ascolto comune della Parola, pratica esperimentata del fare chiesa Padre Rinaldo Paganelli Possiamo immaginare l’attività di evangelizzazione come un’impresa che dovrebbe, si suppone, dare risultati. Si fa come se una miglior guida pastorale o delle migliori strategie evangelizzatrici potessero dare i risultati sperati. Ma questa maniera di immaginare l’attività pastorale deriva da un certo presupposto, spesso inconscio,di potere e indirizzo. Con la nostra attività, infatti, noi vogliamo produrre, o riprodurre, un mondo evangelizzato come ce lo sogniamo o immaginiamo, cioè, alla lettera, a immagine della nostra esperienza e comprensione del Vangelo. A. Fossion
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Fede adulta (equilibrio fra atto, contenuto, atteggiamento)
Personalizzazione – dalla contrattazione domanda-offerta alla relazionalità Gradualità – dall’unico itinerario ai molteplici dinamismi della fede Narrazione – far entrare l’annuncio nell’area calda del personale Accompagnamento – come atteggiamento credente e stile Accoglienza – VS soggettivismo, isolamento, distrazione Metodo laboratoriale – per evitare una a-storicità del credere
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BISOGNI FORMATIVI Bisogno di accompagnamento Iniziale Occasionale Continuo Bisogno di preparazione Spirituale Biblica Psicopedagogica Relazionale Metodologica Bisogno di sostegno Spirituale Culturale Metodologico
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CHI HA SPOSTATO IL MIO FORMAGGIO
CHI HA SPOSTATO IL MIO FORMAGGIO? Cambiare se stessi in un mondo che cambia – Spencer Johnson Formazione Rottura Ricomposizione
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Verso… Una formazione attenta al soggetto da formare per l’annuncio Una formazione adeguata al nuovo contesto ecclesiale e culturale Una formazione che alterni teoria e prassi Una formazione che innesti processi di cambiamento e di trasformazione L’apprendimento adulto Una scelta che alimenta l’autoformazione e la formazione continua La rottura del quadro cognitivo precedente per ricomporlo in modo nuovo Una modalità dinamica e differenziata Un modo di apprendere creativo e flessibile
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ESPERIENZE FORMATIVE IN EVOLUZIONE PRIMA ORA Episodica Permanente
Centralizzata Differenziata Statica Dinamica Iniziale Continua Strutturata Diversificata Contenutistica Comunicativa
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Le leggi dell’apprendimento adulto
Legge sulla riorganizzazione Legge dello sviluppo Legge del globalismo Legge della motivazione Legge della totalità
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Gli elementi del processo di formazione
Mobilitazione di energie Posizione del soggetto Componente emozionale Fattore relazionale
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Fase produttivo innovativa
Fase realistico produttiva Fase realistico depressiva Fase euforico realistica Fasi del gruppo di apprendimento
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LABORATORIO Luogo di ricerca e sperimentazione per tutti gli attori implicati: formatori e formati Luogo di ricerca e sperimentazione (riferimenti etimologici) Dal punto di vista teologico L’essere di ciascuno come credente viene messo al centro Dal punto di vista pedagogico Informazione: accumulo di conoscenze Addestramento; saper fare funzionale Trasformazione (laboratorio): intervento sulla persona nella sua globalità
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Prevede sul piano didattico
Una fase dell’espressione del vissuto Una fase dell’approfondimento con accesso alle fonti Una fase della riappropriazione o riespressione
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I CINQUE INGREDIENTI DEL LABORATORIO DA DOSARE CON EQUILIBRIO
PRIMO – L’AVVENTURA Come avanzamento in un territorio sconosciuto in cui l’apprendimento deriva dal contatto con una realtà nuova
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SECONDO - LA METAFORA Che lega l’azione richiesta in situazione di laboratorio con un apprendimento da trasferire nella realtà quotidiana
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TERZO – IL COINVOLGIMENTO EMOTIVO
Che le situazioni proposte generano non solo sul piano intellettuale, ma anche su quello relazionale e fisico
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QUARTO – L’OSSERVAZIONE
Che rappresenta un momento privilegiato della metodologia: prevede l’autosservazione, l’osservazione del comportamento degli altri partecipanti e la riflessione sui comportamenti messi in atto
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QUINTO – LA CONCRETEZZA
Che permette di fare affidamento sulle risorse dei partecipanti. Il successo o il fallimento di un’azione produce conseguenze immediate
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RISCHI E VANTAGGI DI UN TIPO DI APPRENDIMENTO
La dimensione dell’azione non deve schiacciare quella della riflessione Se le persone sono molto ansiose è necessario una graduale progressione nelle difficoltà Non vanno proposte esperienze troppo difficili per non creare paure e fughe I partecipanti devono essere liberi di aderire all’esperienza perché una situazione obbligata porta ad una mancanza di fiducia Interdipendenza positiva Interazione positiva faccia a faccia Responsabilità individuale Insegnamento-apprendimento di uso di competenze sociali Revisione e controllo del comportamento di gruppo
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