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Le parole del dialogo
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Spesso usciamo da una discussione, da una conversazione, da una riunione di lavoro con un sapore amaro in bocca.
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Quante volte lunghi discorsi si sono dimostrati utili e fruttuosi
Quante volte lunghi discorsi si sono dimostrati utili e fruttuosi? Non sarebbe stato meglio che alcune parole fossero rimaste inespresse?
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Noi parliamo degli eventi del mondo, ma quante volte riusciamo davvero a modificare in meglio le cose?
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Parliamo delle persone e delle loro faccende, ma quante volte le nostre parole sono di qualche utilità a loro e a noi?
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Parliamo delle nostre idee e sentimenti come se tutti fossero interessati ad esse, ma quante volte ci sentiamo veramente compresi?
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Facciamo un gran parlare di Dio e della religione, ma quante volte questo nostro parlare fa intuire qualcosa di più, a noi e agli altri, di queste realtà?
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Dialogo = l’arte di pensare insieme
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Dialogos dia = attraverso logos = parola
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Dialogo = non è dibattito, discussione, disputa, controversia, contestazione, polemica
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Dis-cussione = separare le cose Come giocare a tennis: le persone lanciano le idee e l’obiettivo è vincere, segnare dei punti
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Dialogo = l’arte di pensare insieme, colloquio cordiale, sospensione di giudizi, espressione rispettosa delle proprie idee. L’obiettivo non è vincere ma comunicare
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Dialogo = io vinco, tu vinci. Discussione = io vinco, tu perdi
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Spesso siamo tentati di:
- etichettare ogni cosa - esercitare una percezione selettiva - trascurare il lavoro di sradicare false convinzioni
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Ascolto finto Ascolto "a tratti" , lasciandosi catturare da distrazioni, dall'immaginazione e comunque fidandosi dell'intuito che precocemente cattura le cose "importanti" tralasciando quelle meno importanti. Ascolto quindi passivo, senza reazioni, vissuto solo come opportunità per poter parlare. Ascolto logico Ci si sente già soddisfatti quando ci si scopre ad ascoltare applicando un efficace controllo del significato logico di quello che ci viene detto. L'attenzione sarà concentrata sul contenuto di ciò che viene espresso ed anche l'interlocutore potrebbe avere l'errata convinzione di essere stato capito. Ascolto attivo empatico Ci si mette in condizione di "ascolto efficace " provando a mettersi "nei panni dell' altro ", cercando di entrare nel punto di vista del nostro interlocutore e comunque condividendo, per quello che è umanamente possibile, le sensazioni che manifesta. Attenzione: da questa modalità è escluso il giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del "dover darsi da fare" per risolvere il problema.
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Quanto si è disposti a credere che quest'ultima modalità possa allargare le conoscenze, facilitare i rapporti, evitare errori, risparmiare tempo, aumentare la fiducia Può valer la pena di fare dei tentativi?
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L’ascolto e’ il primo passo nella relazione
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riduce le incomprensioni induce l'interlocutore ad esprimersi meglio
Applicare una più efficiente modalità di ascolto avrà diversi vantaggi : riduce le incomprensioni induce l'interlocutore ad esprimersi meglio
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Le tecniche non possono assolutamente sostituire la presenza, la consapevolezza nella relazione.
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Consapevolezza significa. contatto e comunicazione con se stesso,
Consapevolezza significa contatto e comunicazione con se stesso, riconoscimento delle proprie risorse e delle proprie difficoltà, apertura all’ascolto, disponibilità a prendersi cura di un proprio spazio interno dedicato all’ascolto.
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Il modo in cui vediamo le cose dipende dalla posizione nella quale ci poniamo, dunque dal punto di vista.
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Il punto di vista è una prospettiva parziale di una realtà più ampia
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Il punto di vista non è la realtà dei fatti ma una interpretazione soggettiva
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La capacità di dialogo richiede di saper vedere le cose da angolazioni diverse
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Quindi, avviare un dialogo significa innanzitutto entrare nel punto di vista dell’altro
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Invece di dire: voglio spiegare,
iniziare a dire: voglio capire
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Sostenere la propria tesi senza trascurare il momento della ricerca che è, alla fine, ciò che conta e ciò che unisce (ponte)
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ascolto
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dialogo Parola, lingua, discorso incontrarsi, riunione
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Le parole spesso lasciano in noi un senso di vuoto interiore.
Spesso ci fanno dimenticare che noi siamo pellegrini.
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Il silenzio, invece, ci insegna a parlare
Non è strano che ci siano persone che dicono molte parole ma nelle quali il fuoco dello Spirito di Dio è morto. Il silenzio, invece, ci insegna a parlare
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Una parola che non è radicata nel silenzio è inefficace e impotente
Una parola che porta frutto è una parola che emerge dal silenzio e ad esso ritorna. Una parola che non è radicata nel silenzio è inefficace e impotente
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Le parole sono per la comunione.
Non appena cominciamo ad appigliarci l’uno all’altro con le nostre parole e a usarle per difenderci o per offendere, la parola non parla più del silenzio.
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Una parola che porta frutto è fatta di:
Ascolto Empatia rispetto accoglienza sincerità fiducia responsabilità
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Le parole che io dico non le dico da me , ma il Padre che è in me compie le sue opere (Gv 14,10)
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