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Baruch Spinoza
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Biografia 1631. Nasce ad Amsterdam da una famiglia di origini spagnole e di cultura ebraica Frequenta e studia presso la comunità ebraica di Amsterdam Studia la Bibbia, il Talmud e l’ebraico 1651. Incontra Francesco van den Enden Studia il latino, legge i classci greci e latini legge Cartesio, Hobbes e Bacone 1653. Iniziano i contrasti con i teologi della sinagoga le sue posizioni si scontrano con l’ortodossia ebraica 1653 muore il padre
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Biografia 1655. Scomunicato e bandito dalla sinagoga
abbandonato dalla famiglia in causa per l’eredità paterna Lavora come intagliatore di lenti Accolto in circoli cristiani pro tolleranza religiosa 1672. Gli viene offerta una cattedra all’università di Heidelberg la rifiuta perché teme per la sua libertà di pensiero 1676. Muore all’Aia di tubercolosi (44 anni)
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I Senhores della ma’amad [l’assemblea governativa laica alla guida della congregazione] da lungo tempo a conoscenza delle opinioni e delle azioni malvagie di Baruch de Spinoza, hanno cercato in vari modi e con diverse promesse di farlo tornare sulla retta via. Ma non essendo riusciti a correggerlo in alcun modo e continuando viceversa a ricevere quotidianamente informazioni fondate sulle abominevoli eresie che egli ha compiuto e insegnato, nonché sui suoi atti mostruosi, [i rabbini hanno deciso] che il suddetto Espinoza sia scomunicato ed espulso dal popolo di Israele. Con il giudizio degli angeli e la sentenza dei santi, noi dichiariamo Baruch de Spinoza scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso, con l'assenso di tutta la sacra comunità [...]. Sia maledetto di giorno e maledetto di notte; sia maledetto quando si corica e maledetto quando si alza; maledetto nell'uscire e maledetto nell'entrare. Possa il Signore mai piú perdonarlo; possano l'ira e la collera del Signore ardere, d'ora innanzi, quest'uomo, far pesare su di lui tutte le maledizioni scritte nel Libro della Legge, e cancellare il suo nome dal cielo; possa il Signore separarlo, per la sua malvagità, da tutte le tribú d'Israele, opprimerlo con tutte le maledizioni del cielo contenute nel Libro della Legge [...]. Siete tutti ammoniti, che d'ora innanzi nessuno deve parlare con lui a voce, né comunicare con lui per iscritto; che nessuno deve prestargli servizio, né dormire sotto il suo stesso tetto, nessuno avvicinarsi a lui oltre i quattro cubiti [circa due metri], e nessuno leggere alcunché dettato da lui o scritto di suo pugno”. Amsterdam, 17 luglio 1656, Sinagoga dell’Houtgracht
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Opere Breve trattato si Dio, l’uomo e la sua felicità (1659)
Tractatus de intellectus emandatione (1660) - incompiuto - postumo Ethica. More geometrico demonstrata ( ) Tractatus Theologicuo-politicus (1669) Trattato politico (1676) - postumo Lettere (1676) - postume
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Trattato sull’emendazione dell’intelletto
“Discorso sul metodo” spinoziano finalità programmatica andamento autobiografico Finalità etiche Quale verità può dare un senso all’esistenza umana?
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Dopo che l'esperienza mi ebbe insegnato che tutto ciò che accade nella vita comune è vano e futile; e vedendo che tutto ciò che era per me causa e oggetto di timore non aveva in sé nulla né di bene né di male, se non in quanto l'animo ne fosse turbato, decisi finalmente di indagare se si desse qualcosa che fosse un bene vero e partecipabile, dal quale soltanto, respinti tutti gli altri beni, l'animo fosse affetto; soprattutto se si desse qualche bene che, trovato e acquisito, godessi in eterno di una continua e somma letizia” (Tractatus de intellectus emendatione, par. 1)
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Ethica Classico della letteratura filosofica
Unicum: per genere letterario e per metodo L’opera: divisa in 5 parti corredata da testi discorsivi di piccola e media ampiezza (scolii - commenti spiegazioni al testo) il resto è una rigorosa catena di proposizioni, dimostrazioni, fondate su assiomi e definizioni nessun riferimento all’esperienza
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Spinoza come Euclide L’esposizione ricalca lo stile degli Elementi di Euclide si parte da Assiomi e Definizioni, si derivano le tesi filosofiche, presentate come teoremi che risultano “dimostrate” a partire da assiomi, definizioni e teoremi lo scopo è dedurre proposizioni filosofiche con lo stesso grado di certezza della geometria
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http://www.ethicadb.org/plan.php?lanid=4&l g=it
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Dio Dio è il Tutto: la totalità dell’essere.
Non un ente accanto agli altri (universo, uomini)
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Solo Il Tutto è concepito in sé ed è sostanza
“ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un’altra cosa, da cui debba essere formato” (Def. 3) Solo Il Tutto è concepito in sé ed è sostanza
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Dimostrazione Dio è il tutto, assolutamente infinito
Ogni ente per esistere ha bisogno di un altro ente Per conoscere questo ente occorre conoscere anche l’altro ente da cui dipende Nessun ente diverso dal Tutto (che non ha nulla fuori di sé) soddusa la definizione di sostanza Dio è il tutto, assolutamente infinito
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L’esistenza di Dio Dio deve essere pensato come esistente, infatti, è logicamente contraddittorio pensare il contrario DIMOSTRAZIONE Se qualcosa esiste, esiste come parte del tutto E qualcosa esiste, per il fatto che stiamo pensando (dunque almeno noi esistiamo) Se c’è qualcosa allora Dio esiste
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Deus sive natura DIO = SOSTANZA = NATURA Dio in quanto infinito coincide con il tutto (l’intero Universo o Natura) che è l’unica Sostanza Non è un Dio antropomorfico, ma una sorta di forma, di energia immanente in tutte le cose, che da lui procedono necessariamente come i teoremi procedono dall’essenza delle figura geometriche.
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Natura Naturans Natura Naturata
Dio è Natura naturante (Causa necessaria) il Mondo Natura naturata (effetto)
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ATTRIBUTI MODI singoli pensieri, idee singoli oggetti SOSTANZA
ESTENSIONE PENSIERO ATTRIBUTI ciò che costituisce in modo essenziale una sostanza sono gli unici due che possiamo conoscere sono infiniti singoli oggetti singoli pensieri, idee MODI modi di essere degli attributi della Sostanza che non possono concepirsi se non per mezzo della Sostanza
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Necessità universale Ogni corpo e ogni idea è collegata in una rete inestricabile di rapporti (ognuno al suo livello di essere) causali, che esprime la vita del Tutto Ciò che accade nel modo lo fa secondo una rigida necessità Nulla avviene a caso, c’è una ragione per tutto
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Nulla è bene Nulla è male
Ogni cosa ed evento sono ciò che sono in ragione di una legge universale che Spinoza chiama potenza della natura Realtà e perfezione coincidono se guardate sub specie aeternitatis Speranze e timori sono alimentate solo dalla nostra ignoranza Negazione del libero arbitrio
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I gradi della conoscenza
Spinoza ne distingue tre: “Conoscenza di primo genere, opinione o immaginazione” 1° tipo: esperienza vaga, idee incomplete e confuse 2° tipo: conoscenza per sentito dire “Ragione” (conoscenza scientifica) “Sapere intuitivo”
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Conoscenza immaginativa
1° tipo: quella dell’uomo che forma “nozioni universali” a partire da ciò che percepiamo con i sensi e dalle idee che vi corrispondono Conoscenza inadeguata: l’uomo si limita a cogliere le sensazioni che l’oggetto produce su di lui ma non le cause 2° tipo: conoscenza “per sentito dire”, cose lette o udite che ci fanno ricordare le cose (inadeguata perché priva di verifiche)
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Conoscenza della Ragione
È la conoscenza discorsiva (matematica, geometria, fisica) che partendo da “nozioni comuni” a tutti i corpi (estensione, moto, quiete ecc.) forma leggi universalmente valide Essa coglie le cause delle cose e la catena della cause (necessità)
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Conoscenza intuitiva E’ la conoscenza che muove dalla conoscenza più universale possibile: l’idea dell’essenza di Dio per dedurre, a partire da essa, l’essenza delle cose singole Ciò è possibile perché conoscere è conoscere le cause e Dio è causa della loro essenza ed esistenza
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L’errore (conoscenza inadeguata)
Nasce dal primo genere di conoscenza Le altre due forme non possono mai essere fonte di falsità
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Sub specie aeternitiatis Sotto una certa specie di eternità
La prima forma di conoscenza considera le cose come “contingenti” La seconda e la terza, invece, considerano le cose come “necessarie”, in quanto procedenti dalla assoluta necessità dell’essenza di Dio Considerare le cose come necessarie è considerarle “sub specie aeternitatis”
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Analisi geometrica delle passioni
Spinoza applica metodo geometrico all’analisi delle passioni Fine descrittivo non prescrittivo né moralistico Passioni non male da evitare ma da comprendere Le passioni procedono con necessità, su di esse non esercitiamo controllo volontario Tassonomia o ordine generale delle passioni
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La deduzione degli affetti
Spinoza deduce gli affetti umani a partire da una legge universale di natura: la tendenza universale all’autoconservazione
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Un’etica della gioia Bene e male non sono comandamenti divini, entità oggettive o qualità oggettive delle cose, ma nozioni soggettive, relative a prospettiva di chi giudica e al momento in cui giudica Unico criterio oggettivo: l’utile (che produce gioia, che persegue l’autoconservazione) Spinoza condanna affetti collegati alla tristezza (che nasce dal depotenziamento dell’uomo) - Crudeltà, invidia, umiltà, pentimento.
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L’inspiegabile presenza del male
Il male porta tristezza perché allora gli uomini lo compiono? Il male nasce dall’impotenza a dominare le passioni, gli affetti (schiavitù) L’uomo soggetto a pluralità di cause esterne alcune delle quali lo spingono verso piacere immediato con forza superiore a quella del timore delle conseguenze nocive più lontane
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Come liberarci? È impossibile liberarci dalle passioni, ma possiamo indirizzarle verso il nostro utile Per far questo occorre conoscerle in modo adeguato per controllarle Per S. essere causa (adeguata e attiva) di qualcosa equivale ad averne un’idea adeguata Quanto più sappiamo che le cose accadono per necessità, e non è possibile cambiarle, tanto più riusciamo a controllare le nostre passioni ciò che accade naturalmente e necessariamente non può suscitare tristezza per non essere trascinati dalla forza delle passioni occorre conoscerne le possibili conseguenze e indirizzarle verso il proprio meglio Fra cui lo stare assieme agli altri)
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La libertà suprema Tanto si è più liberi quanto più si conosce
Massima libertà = massima virtù = massima conoscenza = conoscenza (e amore) di Dio : Amor Dei intellectualis “L’amore intellettuale di Dio è la visione di tutte le cose sotto il segno della necessità e l’accettazione gioiosa di tutto ciò che accade, appunto perché tutto ciò che accade dipende dalla divina necessità”
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