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GENOCIDIO IN RUANDA 1994.

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Presentazione sul tema: "GENOCIDIO IN RUANDA 1994."— Transcript della presentazione:

1 GENOCIDIO IN RUANDA 1994

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3 Papaoutai

4 Traduzione PAPAOUTAI Saremo detestabili? Saremo ammirabili?
Ditemi da dove lui venga,  alla fine io sarò dove andrò  Mamma dice che quando si cerca il bene  si finisce sempre per trovarlo.  Lei dice che lui non è mai troppo lontano,  che va molto spesso a lavorare.  Mamma dice che è un bene lavorare,  è molto meglio che essere male accompagnati  Non è così?  Dov’è tuo padre?  Dimmi dov’è tuo padre!  Anche senza dovergli parlare,  lui sa cosa non va.  Ah, santo papà!  Dimmi, dove sei nascosto?  Devi farlo, fallo almeno prima che conti le dita  altre mille volte.  Dove sei? Dove sei papà?  Perchè, che ci crediamo o no  ci sarà un giorno in cui ci crederemo eccome,  un giorno o l’altro saremo tutti papà  e da un giorno all’altro saremo tutti andati.  Saremo detestabili? Saremo ammirabili? Dei genitori o dei geni?  Dimmi chi è che dava  responsabilità senza preoccupazioni?  Sì, spiegateci la diarrea,  tutti sanno come si fanno i bambini,  ma nessuno sa come si fanno i papà.  Mio caro "signore io so tutto"  l’ho ereditato, è così.  Troppo succhiare il pollice o cosa?  Dimmi dove si è nascosto,  Devi farlo, fallo almeno prima che conti le dita  altre mille volte.  Dove sei? Dove sei papà?  Dov’è tuo padre?  Dimmi dov’è tuo padre!  Anche senza dovergli parlare,  lui sa cosa non va.  Ah, santo papà!  Dimmi, dove sei nascosto?  Devi farlo, fallo almeno prima che conti le dita  altre mille volte.  Dove sei? Dove sei papà?

5 La canzone riguarda i problemi autobiografici di Stromae.
Infatti nella canzone più volte è ripetuta la frase “Dove sei? Papa deve sei?”, questo perché il cantautore ha dichiarato di aver visto il padre solo una dozzina di volte. E possiamo collegare la canzone al genocidio del Ruanda perché il padre del cantautore, che era un architetto ruandese, è morto nell’ aprile del 1994 in Ruanda, proprio negli anni del genocidio.

6 Il video della canzone è una sorta di interpretazione della sua infanzia vissuta in mancanza del padre ucciso nel genocidio del Ruanda. Secondo una prima interpretazione il papà del bambino protagonista è rappresentato da un manichino senza vita, quindi è presente fisicamente, ma non a livello emotivo, infatti il bambino vede che tutti i genitori fanno qualcosa insieme ai figli mentre il suo rimane sempre immobile. Nella seconda parte il bambino rimprovera il padre con le parole della canzone su come si dovrebbe crescere un figlio e dopo si impegna per coinvolgere il padre nel ballo, come avevano fatto le coppie genitori-figli che aveva visto. Prima il bambino balla davanti al padre in casa, poi si vedono entrambi ballare in piazza, ma è solo l’immaginazione del figlio che in realtà sta ballando da solo mentre il padre è rimasto fermo in macchina. Alla fine il bambino si arrende e diventa anche lui un manichino vuoto come il padre, essendo l’unica cosa che gli ha insegnato. Se si analizza il video pensando all’esperienza personale di Stromae, il padre/manichino potrebbe rappresentare solo il ricordo del padre, che nonostante se ne sia andato, risulta essere una costante presenza/mancanza nella vita del figlio. Quindi il padre è inanimato proprio perché ormai è lontano e non può più aiutare il figlio che però continua a cercarlo, fino a quando alla fine il bambino si arrende all’evidenza e decide di non provare più emozioni e di smettere di cercarlo.

7 Maria Laura Gatto Marta Marinelli Maria Sofia Tedoldi


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