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PubblicatoRuggiero Cristina Modificato 9 anni fa
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Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento di Architettura Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea Paesaggio e identità urbana nell'area metropolitana di Napoli Massimo Visone Le due città. Metropoli e identità mutanti Laboratorio – Università degli Studi di Napoli L’Orientale Napoli, 24 novembre 2014
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Carta dei dintorni di Napoli 1837-48 Istituto Geografico Militare 1936
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Carta dei dintorni di Napoli 1837-48 Centri storici all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Napoli 2007
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- Campi Flegrei
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- Costa vesuviana
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-Campi Flegrei - Costa vesuviana - Area vesuviana interna
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-Campi Flegrei - Costa vesuviana - Area vesuviana interna - Penisola sorrentina
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-Campi Flegrei - Costa vesuviana - Area vesuviana interna - Penisola sorrentina - Agro nolano
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-Campi Flegrei - Costa vesuviana - Area vesuviana interna - Penisola sorrentina - Agro nolano - Hinterland
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Napoli 1936 ab. 865.000 ca. 2014 ab. 989.000 ca. superficie 117,27 Kmq densità 8.436 ab/Kmq Provincia di Napoli 2011 ab. 3.127.000 sup. 1.171 Kmq densità 2.670 ab/Kmq Portici la più popolosa città d’Italia 2013 ab. 56.000 ca. sup. 4,52 Kmq densità 12.000 ab/Kmq
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2014 1985
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1) Manila (2010): 42.857 ab/kmq 15) Delhi (2011): 25.535 ab/kmq 36) Macao (2013): 19.796 ab/kmq - Manhattan (2013): 18.124 ab/kmq 44) Il Cairo (2011): 18.071 ab/kmq 48) Seoul (2013): 17.255 ab/kmq - Portici (2013): 12.000 ab/kmq
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Pier Paolo Pasolini, La forma della città (1974) Con chiunque tu parli, è immediatamente d'accordo con te nel dover difendere [...] un rudere il cui valore storico è ormai assodato, ma nessuno si rende conto che quello che va difeso è proprio [...] questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare ovvero il rapporto fra la forma della città e la natura. Ora il problema della forma della città e il problema della salvezza della natura che circonda la città, sono un problema unico
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Pier Paolo Pasolini, La forma della città (1974) il regime fascista non è stato altro […] che un gruppo di criminali al potere [che] non ha potuto fare niente, non è riuscito ad incidere, nemmeno a scalfire lontanamente la realtà dell'Italia. Ora, invece, succede il contrario. Il regime è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi, cioè il potere della società dei consumi, invece, riesce a ottenere perfettamente. [...] Il vero fascismo è proprio questo potere della civiltà dei consumi che sta distruggendo l'Italia, e questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che non ce ne siamo resi conto, è avvenuta in questi ultimi cinque, sei, sette, dieci anni... è stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l'Italia intorno a noi distruggersi, sparire. Adesso, risvegliandoci, forse, da questo incubo, e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c'è più niente da fare
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CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO, FIRENZE 20 OTTOBRE 2000 Capitolo I. Disposizioni generali Articolo 1. Definizioni ai fini della presente Convenzione: a. “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni
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Giovan Battista Lusieri, Napoli da Pizzofalcone, 1791
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Giovan Battista Lusieri, Golfo di Baia, 1780 ca.
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Pietro Fabris, View of Campi Phlegrei from Ischia, 1776 in W. Hamilton, Campi Phlegrei. Observations on the Volcanos of two Sicilies
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Jakob Philipp Hackert, Campi Flegrei dai Camaldoli, 1797
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Foto Pezzini, Campi Flegrei dai Camaldoli (Touring Club Italiano, 1936)
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Foto Pezzini, Bagnoli e i Campi Flegrei da Posillipo (Touring Club Italiano, 1936)
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Antonio Joli, Baia e i templi di Diana e Venere, metà XVIII secolo
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Carlo Bonavia, Baia e il tempio di Diana, metà XVIII secolo
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L’arte moderna non è nata per via evolutiva dall’arte dell’Ottocento; al contrario è nata da una rottura dei valori ottocenteschi. Ma non si è trattato di una semplice rottura estetica. Cercare una spiegazione delle avanguardie artistiche europee indagando solo sui mutamenti del gusto è un’impresa che non può avere fortuna: a un’indagine del genere infatti sfuggirebbero inevitabilmente le cause che hanno generato il fenomeno dell’arte moderna. M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento, Milano 1986 Claude Monet, Impression du Soleil levant, 1872William-Adolphe Bouguereau, La nascita di Venere, 1879
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« È importante ricordare che l’impatto maggiore e più durevole dei regimi ispirati dalla Rivoluzione d’Ottobre fu quello di accelerare potentemente la modernizzazione di paesi agricoli arretrati. I loro più grandi risultati si verificarono in coincidenza con l’Età dell’oro del capitalismo. Non c’è bisogno di osservare qui quanto siano state efficaci le opposte strategie di capitalismo e comunismo nel seppellire il mondo dei nostri antenati, e neppure quanto coscientemente siano state orientate a tale scopo Eric J. Hobsbawm (1917-2012) Age of extremes. The short twentieth century 1914-1991 London 1994 trad. it. Il secolo breve, Milano 1997
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L’esplosione del concetto di periodo storico, per come è stato tradizionalmente praticato dalle storiografie che si occupano di architettura e di spazio, propone, forse impone, a queste storiografie un ripensamento radicale del proprio status, persino del proprio linguaggio. Periodi che vivono, per la storiografia architettonica, di convenzioni sempre più deboli e meno condivise (…). Questa tematizzazione della rottura (…) non è che un esempio, forse il più strutturante, nel formarsi di una storiografia che ha fatto dell’azione individuale e del rifiuto della storicità dei suoi strumenti di lavoro i propri fondamenti: nascondendo gli attori e i giochi che strutturano il racconto di un’opera o di uno spazio Carlo Olmo (1944) in Architettura e Novecento. Diritti, conflitti, valori, Roma 2010
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Nei centoquarant’anni fra l’unificazione dell’Italia e oggi, cambiano contemporaneamente i prodotti del lavoro architettonico […] e le valutazioni mentali di questo scenario: gli Italiani perdono confidenza nell’ambiente fisico in cui vivono, collocano altrove i loro interessi materiali e spirituali, e la cultura architettonica diventa gradualmente un campo delimitato, dove si confrontano gli addetti e alcuni interlocutori specializzati. Un resoconto interno degli avvenimenti in questo campo […] diventa deludente per il passato prossimo […] con valutazioni non persuasive perché non spiegano gli esiti principali: la degradazione del paesaggio ereditato dalla storia passata, l’incapacità di regolare complessivamente le trasformazioni in corso, e soprattutto la reazione mancata o tardiva dell’opinione comune per ciò che avviene […]. Se una nuova identità italiana si è formata in questo periodo, sembra aver perduto i rapporti con lo scenario spaziale. Le capacità inventive agiscono in altri campi. I fattori unificanti dell’esperienza quotidiana e dell’esperienza specializzata, se esistono, sono di altro genere. Leonardo Benevolo (1923) L’architettura nell’Italia contemporanea, Roma-Bari 1998
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Gaspar van Wittel (1652-1736)
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Autostrada del Sole Milano-Napoli 1956- 1964 Dino Risi, Il sorpasso, 1962 Federico Fellini, La dolce vita, 1960 Luchino Visconti, Rocco e i suoi fratelli, 1960 Michelangelo Antonioni, Deserto Rosso, 1964
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Gli insediamenti più caratteristici della Terra di Lavoro sono quelli che s’incontrano lungo le vie che da Napoli si irradiano, tra le alture di Capodimonte ed il Vesuvio, verso Capua o Caserta, verso Cancello o verso Nocera. Pochi per, relativamente, sono attraversati dalle strade principali; gli altri si oltrepassano, da una parte o dall’altra; e rimangono nascosti dal folto della vegetazione dei campi. Certo, soltanto sorvolando la pianura credo che si avrebbe una idea della loro fittezza, non solo, ma anche delle loro dimensioni. Giotto Dainelli, In Terra di Lavoro, in “Le Vie d’Italia”, XXXI, 11, novembre 1925
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A nord di Napoli, si entra nella zona della tipica coltura campana, molto alberata, con viti distese a festone da albero ad albero, e dall’intensissimo sfruttamento del terreno, stupendamente lavorato lungo gli argini dei regi lagni tutta la zona bonificata è a mirabile coltura intensiva. Il piano, diviso in una serie di appezzamenti, offre in certe stagioni dell’anno, a chi l’osserva dall’alto, per esempio dalla ferrovia Maddaloni Superiore-Caserta […], un bellissimo spettacolo, assomigliando a una scacchiera variopinta di verde (erbai vari, canapa), di rosso (trifoglio incarnato), di celeste (lino), di giallo (crocifere e graminacee), di marrone (terreno arato e non ancora seminato) Guida d’Italia del Touring Club Italiano Itália Meridionale, Milano 1928, vol. III
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Presso Casavatore bonifica delle paludi di Napoli […] fecero scomparire la malaria e assicurarono alla città 3 mila ettari di meravigliosi orti che, concimati dalle immondizie di Napoli e di quando in quando dalle ceneri del Vesuvio, danno 5 raccolti l’anno, grazie anche alla ricchezza di acque date dalla falda superficiale, […] che si ammirano da tutte le ferrovie di arrivo a Napoli il territorio è estremamente fertile e ben coltivato; la fitta vegetazione arborea toglie pressoché ogni vista, sì che pare di trovarsi in un interminabile bosco regolare Mentre a Casoria, le opere di Guida d’Italia del Touring Club Italiano Itália Meridionale, Milano 1928, vol. III
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Jakob Philipp Hackert Coltivazione della canapa nella Campania felix, 1787 La coltivazione della canapa a Frattamaggiore Touring Club Italiano, 1936
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Napoli, in fatto di edilizia è la più disgraziata d’Italia […] Qui non esiste un piano regolatore; qui non si rispettano i regolamenti municipali e le autorità che dovrebbero farli osservare hanno, spesso e volentieri, chiuso gli occhi. Così sono sorte case dagli aspetti più strani, nei luoghi più impensati; e sistemazioni logiche e necessarie vennero impedite dal capriccio dei privati che costruirono seguendo criteri di utilità immediata e personale. La storia dell’edilizia napoletana di quest’ultimi cinquant’anni ha pagine penose di disinteressamento, di impotenza, di sopraffazione, di cecità Gustavo Giovannoni (1873-1947) Un concorso dei cultori di Napoli in “Architettura e arti decorative”, 1925
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a Napoli c’è una malinconia commemorativa. Non si sente parlare che del passato. Il presente non esiste e i napoletani sono già sospettosi, pieni di sé o dubitanti di sé, non tollerano la verità. E sono capaci di dirla crudissima scherzando. La menzogna è la lusinga, di cui sono convinti per primi, è la veste con cui coprono la verità. Sono amari e delusi prima del tempo. Giovani, sono già vecchi di esperienza, a causa della crudeltà della loro vita sociale Corrado Alvaro (1895-1956) Quasi una vita, Milano 1950 Roberto Rossellini, Paisà (1946)
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Anna Maria Ortese (1914-1998) Il mare non bagna Napoli, Torino 1953 Napoli è “una città involontaria”
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sottolinea che quell’insieme di usanze, di credenze, di atteggiamenti, detto folclore napoletano, sarebbe […] entrato in fase critica Guido Piovene (1907-1974) Viaggio in Italia, Milano 1953
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quell’insieme di usanze, di credenze, di atteggiamenti, detto folclore napoletano, sarebbe […] entrato in fase critica Guido Piovene (1907-1974) Viaggio in Italia, Milano 1953
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quell’insieme di usanze, di credenze, di atteggiamenti, detto folclore napoletano, sarebbe […] entrato in fase critica Guido Piovene (1907-1974) Viaggio in Italia, Milano 1953
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R. Steiger (Achille Lauro) in Le mani sulla città, 1963 Alvaro
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Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006 venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro
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Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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venendo da Napoli questi paesi spuntano d’improvviso, ficcati nella terra uno accanto all’altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una retta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità Casavatore, Caivano, Sant’Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano. Grovigli di strade. Paesi senza differenze che sembrano un’unica grande città. Strade che per metà sono un paese e per l’altra metà ne sono un altro Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006
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Una immensa espansione edilizia […] avvenuta, come tutto a Napoli, in parte con la legge, in parte con l’autorità del fatto compiuto Guido Piovene (1907-1974) Viaggio in Italia, Milano 1953 Gabriele Basilico (1944) Napoli, 2005
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Altan (1942), Termitaio, in «La Repubblica» (2002)
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Mimmo Jodice (1934), Viaggio in Italia
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Luciano Ferrara (1950), Ponticelli
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Libero De Cunzo (1960), Salerno, 2009
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Raffaela Mariniello (1961), Caivano, 2003
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Alessandro Cimmino (1969), Napoli. 60 km/h, 1997
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Alessandro Cimmino (1969), Matrix
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Mario Ferrara (1972), Ponticelli, 2007
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Christian Leperino (1979) La notte delle ombre, 2005
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Sven Krêter e Rocco Senatore Basile et Bertrand giocano nel cortile, 2012
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Matteo Garrone (1968) L’Imbalsamatore, 2002
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Aniello Barone (1965), La mia metropoli, 2007
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Il napoletano vanta di essere L’uomo più indipendente del mondo, anche di fronte ai regolamenti e alla legge Guido Piovene (1907-1974) Viaggio in Italia, Milano 1953
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Le zone dell’hinterland sono … vere e proprie isole autarchiche ogni paese è affetto da ‘sporogenesi’ produce cioè materiale a partire da una stessa matrice. Succede allora che una casa generi un’altra casa. O meglio, in particolare: il tetto non è mai la vetta, ma una base di appoggio per strutture successive. Così, quando un figlio si sposa, il proprietario della casa chiama qualche suo amico muratore, oppure una ditta di sua conoscenza e, insieme a loro, nel tempo libero, comincia a portare sul tetto i mattoni, poi spiana il tetto con il cemento e da un giorno all’altro solleva i muri Antonio Pascale (1966) La città distratta, Napoli 1999 Raffaela Mariniello (1961), Cardito, 2003
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Roberto Saviano (1979) Gomorra, Milano 2006 Sembra, piuttosto, che un quartiere, una paccottiglia di cemento, verande di alluminio che si gonfiano come bubboni su ogni balcone. Sembra uno di quei posti che l’architetto ha progettato ispirandosi alle costruzioni di sabbia, come se avesse pensato quei palazzi come le torri di sabbia che vengono fuori rovesciando il secchiello. Palazzi essenziali, bigi Raffaela Mariniello (1961), Caivano, 2003
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Dalla moderna industria edilizia il paesaggio è considerato soltanto come qualche cosa che si ha il diritto di sfruttare per un migliore investimento del capitale; in altre parole esso ha ragione di esistere solo per chi lo contempla dalla casa e non per l’anonimo passante che guarda dalla strada Roberto Pane (1897-1987) Napoli imprevista, Torino 1949
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In generale, si tratta di una nazione da formare, che non è l’opera né di un solo giorno né di un solo regno Marchese de Sade, Voyage en Italie, 1776
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