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PubblicatoBenedetta Marchetti Modificato 9 anni fa
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Università Roma Tre Corso di laurea magistrale CINEMA TELEVISIONE E PRODUZIONE MULTIMEDIALE Corso “Media digitali: Televisione, video, Internet” Docente: Enrico Menduni Settima lezione Il Web 2.0 - Prima parte Martedì 9 dicembre 2014 © Enrico Menduni 2014
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La crisi dell’11 settembre 2001
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L’11 settembre 2001 ha messo in crisi e quasi bloccato lo sviluppo di Internet.
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E’ stato sostenuto che il Web aveva aiutato i terroristi a reperire informazioni e a mantenersi in contatto.
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Le esigenze di sicurezza (trasporti, telecomunicazioni, navigazione) sono cresciute esponenzialmente.
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Le nuove esigenze di controllo privilegiano la sicurezza, non più la velocità. E’ cambiato il clima: è caduto del tutto l’ottimismo tecnologico.
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Ottimismo tecnologico Legge 20 marzo 2001, n. 66, art. 2 bis, comma 5: “Le trasmissioni televisive dei programmi e dei servizi multimediali su frequenze terrestri devono essere irradiate esclusivamente in tecnica digitale entro l'anno 2006.” (approvata quasi all’unanimità)
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Finisce l’idea che, dopo il crollo del muro di Berlino, il mondo fosse entrato in una fase di pace e di cooperazione tecnologica.
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Nel 1989 crolla il muro di Berlino. Si spera nel superamento delle ideologie e in un mondo pacifico connesso da Internet.
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Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, 1992
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ALCUNI SOPRAVVIVONO, ALTRI NO
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Protagonisti del Web 2.0 sono soprattutto i siti che stabiliscono un rapporto di fiducia e protagonismo con gli utenti
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eBay è un sito di commercio elettronico che dà ampio spazio alle valutazioni dei clienti sul venditore
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Compriamo su eBay un oggetto che non abbiamo mai visto dal vero, da un venditore sconosciuto, perché ci fidiamo di eBay
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Amazon comincia vendendo libri (ora vende di tutto) e ospitando le recensioni spontaneamente inviate dai lettori-utenti.
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eBay e Amazon vendono non oggetti, ma reputazione. Essa è fornita, gratuitamente, dai loro clienti che valutano prodotti e venditori.
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E’ un Web nuovo, che invita i clienti- utenti a partecipare, non si limita a erogare servizi.
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Un venditore online fa di tutto per mantenere la reputazione. Altrimenti nessuno compra più da lui.
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L’economia del dono
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Economia del dono è l’insieme dei rapporti sociali generati da atti spontanei offerti alla comunità, prevalentemente per ragioni etiche.
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Scrivendo una recensione su Amazon non guadagno niente ma ho la sensazione di fare qualcosa di utile.
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Wikipedia, enciclopedia on line gratuita e collaborativa, è oggi la forma prevalente per acquisire informazioni rapide sostituendo: enciclopedie di carta Vocabolari dizionari
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Come è possibile che una enciclopedia volontaria come Wikipedia sia più efficace e popolare di autorevoli enciclopedie cartacee? Perché ad essa collaborano centinaia di migliaia di persone in centinaia di lingue diverse; Perché i prodotti della loro collaborazione sono sottoposti a continue verifiche da parte degli altri utenti;
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Come è possibile che una enciclopedia volontaria come Wikipedia sia più efficace e popolare di autorevoli enciclopedie cartacee? Perché l’aggiornamento è rapidissimo e non deve aspettare una nuova edizione o im aggiornamento, come per le enciclopedie a stampa: Perché le voci nelle lingue più “ricche” vengono immediatamente adattate alle altre; Perché chiunque può proporre e editare nuove voci.
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“Wiki” in lingua hawaiana significa “rapido”. Questa parola è stata scelta per denominare Wikipedia.
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Recensire on line un acquisto, scrivere una voce di enciclopedia, creare software libero, sono tutte forme di economia del dono.
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I BLOG
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Abbreviazione di Weblog, Blog significa “diario di bordo”. E’ un sito Internet personale e semplificato.
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Realizzato su piattaforme gratuite (qui ne vediamo due) il blog è una successione di commenti personali (post), generalmente a tema.
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E’ possibile sottoscrivere un blog e commentare i vari post. Generalmente i commenti sono filtrati dal proprietario del blog.
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Anche i blog rientrano nell’economia del dono: offro i miei pensieri al mondo e chiamo gli altri a commentarli.
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I blog sono forme di editoria partecipativa dal basso. Ma il vero rischio è l’irrilevanza.
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I siti che abbiamo descritto sono i battistrada di centinaia di varianti, emulazioni, sviluppi.
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I blog sono forme di editoria partecipativa dal basso. Ma il vero rischio è l’irrilevanza.
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Il vero rischio è l’irrilevanza…
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Internet nella sua nuova forma sarà presto chiamata Web 2.0.
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