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Il Metabolismo dei Lipidi e le Dislipidemie

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Presentazione sul tema: "Il Metabolismo dei Lipidi e le Dislipidemie"— Transcript della presentazione:

1 Il Metabolismo dei Lipidi e le Dislipidemie
Con il termine Dislipidemie si intende, quasi sempre, un aumento di una o più frazioni lipidiche normalmente presenti nel plasma e più raramente una diminuzione.

2 La funzione di lipidi nell'organismo umano
I lipidi hanno varie funzioni nell'organismo umano come elementi strutturali, funzionali e come riserve energetiche:                       elemento strutturale (di costruzione): di membrane cellulari in genere: fosfolipidi, colesterolo di tessuti nervosi e cervellari in grandi quantità: sfingolipidi (legati a zuccheri, proteine, fosfati) di tessuti lipidici strutturali come termoregolatori elemento funzionale come: ormoni steroidei per la biosintesi di acidi biliari, colesterolo ecc. nel fegato per la biosintesi di vitamina D3 in fegato e reni riserva energetica nel tessuto lipidico bianco, maggiormente costituito di trigliceridi formati da acidi grassi

3 I lipidi più importanti nell’organismo umano sono:
Acidi grassi Trigliceridi Colesterolo Lecitine

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6 STRUTTURA DEL COLESTEROLO

7 Il colesterolo non è libero nel sangue, ma è legato a particolari proteine formando strutture complesse dette lipoproteine; il colesterolo totale si divide perciò in colesterolo VLDL (a bassissima densità), LDL (a bassa densità) e HDL (ad alta densità). Le lipoproteine a bassa densità (LDL) veicolano tra il 60% e l'80% del colesterolo sierico. Presentando molta affinità con le cellule dell'endotelio delle arterie, liberano il colesterolo sulla parete dei vasi (costituisce la placca ateromatosa nell'aterosclerosi, anche se non è ancora chiaro se rappresenti il fattore eziologico della malattia); viceversa le lipoproteine ad alta densità (HDL) svolgono la funzione opposta, rimuovendo il colesterolo dalle arterie e riportandolo al fegato.

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9 Il colesterolo è un ingrediente essenziale della membrana cellulare di tutte le cellule animali: si inserisce fra i due strati di fosfolipidi orientandosi con i gruppi -OH vicini alle teste polari dei fosfolipidi, diminuendo così la fluidità del mosaico ma aumentando la stabilità meccanica e la flessibilità delle cellule. Così facendo però diminuisce la permeabilità a piccole cellule idrosolubili. Assieme con molecole proteiche il colesterolo regola lo scambio di sostanze messaggere tramite la membrana cellulare. Crescita e divisione cellulare non sono possibili senza colesterolo.

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11 Il colesterolo è la sostanza base per la sintesi degli ormoni steroidei come aldosterone, cortisone, testosterone, estradiolo ecc. . Il colesterolo prodotto nel fegato viene impiegato in buona parte per la produzione di bile, una sostanza secreta nel duodeno che serve a emulsionare i lipidi alimentari per renderli assorbibili dall'intestino tenue.

12 La produzione non controllata di colesterolo può provocare malattie molto gravi come l'aterosclerosi, in quanto il colesterolo in eccesso si accumula nei vasi sanguigni portando alla formazione di placche aterosclerotiche che potrebbero provocare l'occlusione dei vasi e dunque la morte del paziente nel caso i vasi occlusi siano fondamentali per la sopravvivenza (es. arterie coronarie ). L’ aterosclerosi è la complicanza più importante delle iperlipidemie. E’ causata dal deposito dei lipidi a livello dell’intima vasale.

13 Trasporto del colesterolo
Il colesterolo, come tutti i grassi, non è solubile nel sangue, per il trasporto ematico deve essere "imballato" in complessi aggregati sferiche di trasporto (lipoproteine). Questi aggregati consistono essenzialmente di: un involucro a singolo strato di fosfolipidi; apolipoproteine e colesterolo non esterificato intercalati nell'involucro di fosfolipidi; un nucleo di acidi grassi, trigliceridi e colesterolo esterificato;

14 Questi aggregati vengono "assemblati" nell'epitelio intestinale durante la fase prandiale sotto forma di chilomicroni, mentre durante il digiuno vengono prodotti soprattutto nel fegato come VLDL, le quali vengono rilasciate nella circolazione sanguigna. Nel microcircolo, le VLDL sono idrolizzate dalla lipoprotein-lipasi presente sulla superficie delle cellule endoteliali, rilasciando gran parte del loro contenuto di trigliceridi (che diffondono nei tessuti) e trasformandosi in IDL o particelle rimanenti (lipoproteine a densità intermedia). Le IDL sono quindi idrolizzate a livello epatico e convertite in LDL (low density lipoproteins). Le LDL fuoriescono dalla circolazione e, dopo aver attraversato la matrice fondamentale del tessuto connettivo, raggiungono le cellule parenchimatiche, alla cui superficie si legano tramite l'interazione con i recettori cellulari per le apoB-proteine e vengono trasportate nell'interno delle cellule epatiche, cedendo cosí il loro carico di colesterolo.

15 Assorbimento dei grassi alimentari
Trigliceridi Bile emulsione Lipasi Fegato scinde epitelio intestinale Mono- Di-glic. Colest. Tessuti lipoproteine FFA albumina

16 LIPIDI CIRCOLANTI Trigliceridi Colesterolo Fosfolipidi
Forma di immagazzinamento degli acidi grassi I trigliceridi consistono di tre molecole di acidi grassi esterificati ed una di glicerolo I trigliceridi con una o due molecole di acidi grassi sono chiamati monogliceridi e digliceridi Trigliceridi Ottimale ≤ 150mg/dL E’ composto da quattro anelli a struttura ciclica e da una catena laterale di 8 atomi di carbonio E’ un componente di struttura della membrana cellulare ed è un precursore degli ormoni steroidei e degli acidi biliari Nel sangue i due terzi del colesterolo è esterificato ad un acido grasso mediante il residuo idrossilico in posizione 3 Colesterolo Totale : < 200 LDL : < 100 Quasi ottimale HDL : basso < 40; alto ≥ 60 Sono composti da due acidi grassi ed un fosfato esterificati al glicerolo Tipicamente nei tessuti l’acido fosfatidico è esterificato ad un gruppo idrossile di una molecola come la colina, la serina o la etanolamina La combinazione della struttura di questa molecola, che è sia idrofobica che idrofilica (amfipatica), permette di funzionare come interfaccia fra l’acqua e i lipidi Fosfolipidi

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18 RUOLO FISIOLOGICO DEI LIPIDI
I lipidi sono localizzati principalmente nella membrana citoplasmatica e ne preservano l’integrità Permettono la compartimentalizzazione del citoplasma in specifici organelli con caratteristiche e funzioni differenti Sono i maggiori depositi di nutrienti immagazzinati nell’organismo (nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi) Sono i precursori degli acidi biliari e degli ormoni steroidei Sono messaggeri intracellulari e intercellulari (prostaglandine e fosfatidilinositolo).

19 I lipidi sono molecole organiche insolubili o scarsamente solubili in acqua a causa della loro natura idrofobica La classe principali di lipidi presente nell’organismo sono gli acidi grassi Gli acidi grassi si differenziano in base alla lunghezza della molecola (numero di atomi C nella catena principale) e alla posizione e al numero di doppi legami fra gli atomi C Gli acidi grassi che non hanno doppi legami sono chiamati saturi; quelli che hanno uno o più doppi legami sono detti monoinsaturi o poliinsaturi Gli acidi grassi saturi più abbondanti sono quegli a 16 e a 18 atomi di carbonio e sono chiamati rispettivamente acidi Palmitico e stearico Gli acidi grassi non saturi più comuni hanno da 1 a tre doppi legami e 18 atomi di Carbonio; un esempio è l’acido linoleico che ha tre doppi legami e 18 atomi di carbonio Gli acidi grassi sono legati all’albumina e servono sia come molecole disponibili per la produzione di energia che come substrato per la biosintesi di lipoproteine

20 Le lipoproteine più conosciute sono quelle del plasma, deputate al trasporto dei lipidi dall’intestino al fegato e dal fegato ai diversi tessuti.

21 Le lipoproteine sono strutture complesse dotate di una porzione proteica ed una lipidica.
Al microscopio elettronico appaiono come particelle sferiche nelle quali i trigliceridi e gli esteri del colesterolo rappresentano il core e i fosfolipidi ed il colesterolo libero si trovano sulla superficie

22 CHILOMICRONI VLDL IDL LDL HDL 5 10 20 40 60 80 1000 0,95 Densità g/ml
1,006 IDL 1,02 LDL 1,06 HDL 1,10 1,20 Diametro nm 5 10 20 40 60 80 1000

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24 Le categorie di lipoproteine, elencate in ordine dalla più grande e meno densa (più grasso che proteina) alla più piccola e più densa (più proteina e meno grasso): Chilomicroni, le meno dense, raccolgono soprattutto trigliceridi a livello dell'intestino tenue introdotti con la dieta e sono dirette ai tessuti muscolare e adiposo prima di essere catturati dal fegato; VLDL - trasportano il triacilglicerolo appena sintetizzato dal fegato al tessuto adiposo. Lipoproteine a densità intermedia o IDL (Intermediate density lipoprotein) - sono intermedie tra le VLDL e le LDL. Non sono normalmente riscontrabili nel sangue. Lipoproteine a bassa densità o LDL (Low density lipoprotein) - trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule del corpo. Talvolta sono riferite come le lipoproteine del "colesterolo cattivo" . Lipoproteine ad alta densità o HDL (High density lipoprotein) - recuperano il colesterolo dal corpo e lo ritrasportano al fegato. Sono note come le lipoproteine del "colesterolo buono".

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26 Apoproteina: è la parte proteica di un complesso lipoproteico
Apoproteina: è la parte proteica di un complesso lipoproteico. Le apoproteine sono composti idrofili costituiti da lunghe catene di aminoacidi (i costituenti delle proteine). Finora ne sono state identificate più di 10, ognuna con una differente composizione di aminoacidi. Le apoproteine sono classificate in diverse categorie: A, B, C, D ed E. Sono anche l’elemento che consente alle cellule di riconoscere che tipo di lipoproteina si sta avvicinando. Colesterolo ed esteri del colesterolo: il colesterolo è piuttosto idrofobo. Quando si lega a un acido grasso (formando in tali modo i cosiddetti esteri del colesterolo) diventa più facilmente solubile in acqua. Trigliceridi: si tratta di grassi idrofobi, con una struttura semplice; sono i costituenti principali dei depositi di grasso nel corpo. Sono formati da tre molecole di acido grasso unite a un alcool, il glicerolo. Fosfolipidi: i fosfolipidi, che contengono fosforo, hanno alcune componenti parzialmente idrosolubili e alcune liposolubili. Questa solubilità combinata ne permette il trasporto nel sangue. I fosfolipidi agiscono da rivestimento idrofilo per le lipoproteine, aiutando a proteggere il colesterolo e i trigliceridi idrofobi dall’ambiente acquoso del sangue.

27 Qui di seguito sono indicate le classi di lipoproteine, dalla meno densa alla più densa. La densità è inversamente proporzionale alle dimensioni: i chilomicroni sono le particelle più grandi e meno dense, mentre le lipoproteine ad alta densità (HDL) sono le più piccole e le più dense. Chilomicroni: sono le meno dense fra le lipoproteine, contengono molti trigliceridi e una piccola percentuale di colesterolo. Poiché i loro trigliceridi provengono da ciò che si mangia, i chilomicroni aumentano nel sangue dopo i pasti. I chilomicroni trasportano il colesterolo e i trigliceridi assorbiti nell’intestino verso i tessuti periferici. Lipoproteine a bassissima densità (VLDL): contengono anch’esse molti trigliceridi, ma del tipo sintetizzato nel fegato (endogeni), e non provenienti dal pasto come per i chilomicroni. Anche il colesterolo contenuto nelle VLDL è di tipo endogeno, e costituisce il 5-10 per cento delle particelle VLDL, che lo trasportano ai tessuti periferici.

28 Lipoproteine a densità intermedia (IDL): hanno una minore quantità di trigliceridi rispetto ai chilomicroni o alle VLDL, e un contenuto percentuale relativamente elevato di colesterolo. Le IDL si formano quando le VLDL perdono i propri trigliceridi durante il passaggio nel sangue. Come le VLDL, le IDL rappresentano un elemento di passaggio nel trasporto del colesterolo ai tessuti periferici e nel suo ritorno al fegato. Lipoproteine a bassa densità (LDL): contengono ancora meno trigliceridi rispetto alle VLDL o alle IDL, ma la più elevata concentrazione di colesterolo tra tutte le lipoproteine. Le LDL trasportano direttamente il colesterolo ai tessuti periferici e al fegato. Per questa ragione costituiscono quello che comunenemente viene chiamato “colesterolo cattivo”, ovvero la forma più dannosa in cui il colesterolo si trova nel corpo umano. HDL: sono costituite principalmente da fosfolipidi e proteine, con piccolissime quantità di trigliceridi (5%) e modiche quantità di colesterolo (25%). Le HDL rappresentano circa il 25 per cento del colesterolo nel sangue. La loro funzione è quella di raccogliere il colesterolo libero e di riciclarlo. Sono anche fonte di colesterolo per i tessuti endocrini, che lo utilizzano per sintetizzare gli ormoni. Per questa ragione le HDL sono comunemente definite “colesterolo buono”, in quanto eliminano dalla circolazione il colesterolo in eccesso e lo indirizzano verso i tessuti che sono in grado di metabolizzarlo (vengono infatti anche chiamate lipoproteine spazzino).

29 Lipoproteine Chilomicroni VLDL LDL HDL Densità (g/ml) 0.93 Diametro Å* 216 74-100 Composizione:      proteine %      lipidi % <2 98 8 92 22 78 50 Lipide maggiore Trigliceridi Colesterolo Funzione principale Trasporto trigliceridi esogeni (assunti con gli alimenti) Trasporto trigliceridi endogeni (sintetizzati dall'organismo) Trasporto colesterolo ai tessuti periferici Trasporto colesterolo dai tessuti periferici al fegato Origine Intestino Fegato Metabolismo delle VLDL

30 Oltre a questi, che sono i più conosciuti, esiste un quinto tipo di lipoproteine plasmatiche, che tuttavia non raggiunge concentrazioni significative a causa del suo rapido ricambio. Si tratta delle IDL, o lipoproteine a densità intermedia, che, prodotte per effetto della degradazione dei chilomicroni e delle VLDL (contengono, dunque, trigliceridi e colesterolo in parti quasi uguali), sono conosciute anche come "remnants", cioè "rimanenti" dalla degradazione delle altre lipoproteine.

31                                 CHILOMICRONI: lipoproteine costituite da un cuore lipidico (formato da trigliceridi, fosfolipidi, colesterolo e vitamine liposolubili), circondato da molecole proteiche. Questa sorta di mantello, grazie all'idrosolubilità conferitagli dalle proteine, aumenta il grado di solubilità del chilomicrone nel mezzo acquoso. Queste macromolecole vengono prodotte negli enterociti (cellule intestinali), dai quali fuoriescono per entrare nel circolo linfatico e, successivamente, in quello ematico. Dopo aver distribuito il loro contenuto lipidico ai vari tessuti, i chilomicroni vengono convogliati al fegato, che provvede a distruggere il loro involucro proteico e a riciclare i residui lipidici racchiusi al loro interno. Le VLDL (lipoproteine a bassissima densità) sono sintetizzate dagli epatociti. Trasportano trigliceridi dal fegato (dove sono stati sintetizzati, per esempio, a partire dal glucosio) ad altri tessuti (soprattutto quello adiposo e muscolare). Le LDL (lipoproteine a bassa densità) derivano dalle VLDL, per progressivo impoverimento del loro contenuto in trigliceridi. Sono cariche di colesterolo che trasportano e distribuiscono ai tessuti periferici. Le HDL (lipoproteine ad alta densità) sono secrete nel sangue da fegato e intestino. Sono quindi deputate al trasporto del colesterolo dai tessuti periferici al fegato (attuano il cosiddetto trasporto inverso del colesterolo).

32 Le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizzato, mentre le HDL hanno la funzione opposta, in quanto prelevano il colesterolo dai tessuti e lo riportano al fegato. Le LDL sono pericolose in quanto tendono a depositare il colesterolo sulla parete delle arterie, favorendo la formazione delle placche aterosclerotiche. Al contrario, le HDL tendono a rimuovere il colesterolo ostacolando la formazione delle placche. Il colesterolo "cattivo", quindi, è quello trasportato dalle LDL, mentre quello buono è quello trasportato dalle HDL. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle lipoproteine LDL e nelle HDL, e quindi non è un dato che determina in modo assoluto il rischio cardiovascolare, quello che conta è il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5 per la donna. Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha un indice di rischio pari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un soggetto con colesterolo totale a 250 e HDL a 40 ha un indice pari a 5 (a rischio).

33 Rischio cardiovascolare
INDICE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE SECONDO IL RAPPORTO COLESTEROLO TOTALE / COLESTEROLO HDL Rischio cardiovascolare Il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5 per la donna. Colesterolo HDL Indice di rischio Valutazione 190 30 6,33 NO - Preoccupante 220 40 5,5 250 45 5,55 235 70 3,36 OK 195 50 3,9 300 6,67 245 85 2,88 210 35 6

34 Le classi delle lipoproteine
CHIL VLDL IDL LDL HDL Trigliceridi 90-95% 50-65% 25-40% 5-6% 7% Esteri del colesterolo 2-4% 8-14% 20-35% 35-45% 10-20% Fosfolipidi 2-6% 12-16% 20% 22-26% 25% Colest. Libero 1% 4-7% 10% 6-15% 5% Proteine 1-2% 5-10% 45% % Apoprot AI AII B48 B100 C E 31 <1 5-8 - 32 10 30-40 40-50 10-15 60-80 10-20 >95 65 10-23 5-15 1-3

35 Struttura di una lipoproteina
TRIGL. EST. COL. colesterolo apoproteina fosfolipide

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37 Lipoproteine ricche in trigliceridi
Esteri Colesterolo Fosfolipidi Colesterolo Libero Proteine CHILOMICRONI nm VLDL 12-16% 8-14% 2-4% 50-65% 95% 2-6% 5-10% 4-7% 1% 30-80 nm 1-2%

38 Lipoproteine ricche in colesterolo
Trigliceridi Esteri Colesterolo Fosfolipidi Colesterolo Libero Proteine HDL 8-13 nm 10-20% 7% 25% 5% 45% LDL 20-25 nm 22-26% 6-15% 5-6% 35-45%

39 IPERLIPEMIA AUMENTO DELLE CONCENTRAZIONI CIRCOLANTI DI ALCUNE LIPOPROTEINE. LA CLASSIFICAZIONE FENOTIPICA SI BASA SUL TIPO DI LIPOPROTEINA AUMENTATA IN CIRCOLO E SI DISTINGUE IN CINQUE CLASSI DI IPERLIPEMIA FACILMENTE DIFFERENZIABILI TRA LORO IN RELAZIONE ALL’AUMENTO OSSERVATO DI TRIGLICERIDI, COLESTEROLO O ENTRAMBI.

40 IPERLIPIDEMIE Aumento Colesterolo e/o Trigliceridi al di sopra dei livelli desiderabili
CLASSIFICAZIONE PRIMARIE SECONDARIE

41 Iperlipidemie Primarie
(aumento di una o più frazioni lipidiche dovuta ad alterazioni dirette del metabolismo lipidico) Ipercolesterolemia: elevati livelli di colesterolo LDL (base <200 mg/dL; 40% CD) Lieve (>200; <240) rischio cardiovascolare >2-4 volte. Grave (>240) rischio cardiovascolare > 4 volte Assunzione di elevate quantità di grassi, iperproduzione epatica di Apo-B a causa di sovraccarico epatico, diminuzione dei recettori LDL Ipercolesterolemia familiare (alterazione genetica del recettore LDL) (xantomi) Ipercolesterolemia poligenica (alterazioni nel metabolismo LDL, nell’assorbimento intestinale, nella produzione degli acidi biliari, nei recettori LDL) predispone alle complicanze aterosclerotiche. Ipercolesterolemia da alterata Apo-B (diminuzione del catabolismo di LDL)

42 Iperlipidemia mista: molto variabile, aumento delle VLDL, delle LDL, del colesterolo e dei trigliceridi Ipertrigliceridemia (difetto spesso poligenetico) aumento dei livelli VLDL Chilomicronemia: elevata presenza di chilomicroni a causa di diminuita attività della Lipasi

43 Ipercolesterolemie: livelli sierici elevati di colesterolo LDL
COLESTEROLEMIA TOTALE IDEALE: non superiore a 200mg/dl Con colesterolo LDL < 130mg/dl Più bassi sono la colesterolemia e i valori di LDL, minore è il rischio di patologie cardiovascolari

44 Classificazione di Fredrickson Iperlipidemie Primarie
Tipo I IIa IIb III IV V Proteine elvate Chilomicroni LDL VLDL + LDL Remnants β-VLDL VLDL Chilomicroni + VLDL Esempio Insufficienza LPL Ipercolesterolemia Familiare Iperlipidemia Combinata Familiare Tipo III Iperlipoproteinemia Ipertrigliceridemia Familiare Insufficienza Apo-CII

45 Fattori di rischio per malattia cardiovascolare in aggiunta
ai valori di LDL Valori di HDL colesterolo < a 35 mg/dl Ipertensione Fumo di sigaretta Diabete Storia familiare di infarto o morte improvvisa Maschio di 45 anni Donna di 55 anni o di età maggiore o con insorgenza prematura di menopausa che non è in terapia sostitutiva

46 Valori delle Low-Density Lipoprotein in mg/dL
Terapia Dieta Farmaci (Oltre la dieta) ≥ 130 Si in presenza di cardiopatia ≥ 160 Si in presenza di due o più fattori di rischio ≥ 190 Si

47 IPERLIPEMIA SECONDARIE
SINDROME DA INSULINO RESISTENZA DIABETE DI TIPO II IPOTIROIDISMO ALCOLISMO NEFROPATIE EPATOPATIE

48 Con il termine di iperlipidemie secondarie si intendono elevati livelli sierici di colesterolo e trigliceridi dovuti a malattie che non riguardano direttamente il metabolismo lipidico. Comportano le stesse conseguenze delle forme primarie

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52 Uno xantoma è una degenerazione della pelle di colore giallastro, dovuto ad accumulo di lipidi. Si riscontra in particolare nei soggetti con elevati livelli ematici di colesterolo e di trigliceridi. Gli xantomi possono essere localizzati anche a livello dei tendini

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55 DIAGNOSI DELLE IPERLIPIDEMIE
Dosaggio del colesterolo totale, delle HDL e dei trigliceridi

56 TERAPIA DELLE IPERLIPIDEMIE
Si basa nella maggior parte dei casi su: Dieta Esercizio fisico Terapia Farmacologica ipolipidemizzante

57 Obesità ed esercizio fisico
E’ noto come la riduzione nell’introduzione di calorie sia la terapia più comune per perdere peso Tuttavia l’associazione con esercizio fisico consente effetti più rapidi e soprattutto duraturi Inoltre, nei soggetti non adulti, la restrizione dietetica può interferire con lo sviluppo

58 Un celebre studio dell'università di Harvard (poi ripreso in tutto il mondo e ormai universalmente accettato) su allievi seguiti dal 1916 al 1950 ha mostrato come la curva di rischio cardiovascolare diminuisca all'aumentare dell'esercizio fisico praticato fino ad avere un minimo con 6-8 ore settimanali

59 Sport indicati per combattere il colesterolo.
Trekking. E� un ottimo esercizio brucia-grassi. Jogging. E� un’�attività di resistenza che fortifica il cuore e l’�apparato vascolare. Nuoto. E� uno sport che aiuta a bruciare le calorie e ad allontanare il pericolo di soprappeso e obesità. Va praticato perlomeno un�’ ora al giorno, due volte a settimana. Bicicletta o cyclette. Attività che richiedono uno sforzo protratto nel tempo, non intenso, che potenzia il cuore senza spossarlo. Per ottenere risultati, l’ideale � pedalare 30 minuti al giorno. In generale per ridurre i livelli di colesterolo vanno bene tutti gli sport aerobici. Perchè i benefici durino nel tempo, �è importante dedicarsi all’attività fisica regolarmente. L’�esercizio andrebbe fatto tre volte alla settimana, in sedute di minuti Attenzione! Prima di cominciare qualsiasi attività fisica �sottoporsi ad un check-up completo per non correre rischi.

60 Come aumentare il colesterolo buono
L'attività fisica aerobica aumenta la frazione di colesterolo buono (ATTENZIONE: NON RIDUCE QUELLO CATTIVO E QUINDI NEMMENO QUELLO TOTALE CHE ANZI AUMENTA PERCHÉ AUMENTA QUELLO BUONO, ma si riduce l'indice di rischio cardiovascolare). Perché l'attività fisica produca gli effetti desiderati occorre che sia aerobica (corsa, ciclismo, sci di fondo ecc.) e sia a media intensità (l'allenamento a bassa intensità è praticamente inutile). Per dare un'idea il colesterolo HDL non si muove significativamente per attività dell'ordine delle due ore settimanali. Per ogni ora in più si può stimare un aumento medio del colesterolo HDL di 10 mg/dl. Da rilevare che il fumo abbassa i livelli di colesterolo HDL.

61 Cuore: Protezione cardiovascolare è sicuramente l'azione indiretta più importante. Lo sport aumenta il colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo buono (in contrapposizione all'LDL); chi ha problemi di colesterolo, probabilmente non li risolverà con lo sport, ma aumentando il colesterolo buono ridurrà l'indice di rischio. La diminuzione dei grassi circolanti nel sangue (trigliceridi) riconduce a un rischio minore di coronaropatia; grazie allo sport si possono ridurre gli effetti di un'alimentazione scorretta, nell'attesa che lo sportivo si educhi verso una migliore qualità della vita, mangiando in modo più sano e razionale.

62 Cancro : Difese immunitarie :
La sport agisce indirettamente su alcune delle principali cause di cancro: limita il sovrappeso, innalza le difese immunitarie, abbassa i livelli di insulina nel sangue, attiva il colon, riduce il livello degli ormoni che sono fattori di rischio tumorale (come estrogeni e testosterone). Difese immunitarie : Chi corre potenzia le proprie difese immunitarie Stress - L'azione calmante dell'attività sportiva (soprattutto quella lunga e lenta) . È noto che durante l'attività fisica vengono secrete delle sostanze (endorfine) che agiscono come vere e proprie droghe naturali, stimolando l'organismo e predisponendolo a reagire positivamente a situazioni di stress.

63 Terapia farmacologica:
Fibrati Acido nicotinico Statine

64 Acido Nicotinico Riduce i TG

65 Riducono I trigliceridi del 30-40% e il colesterolo del 15-25%
Fibrati Riducono I trigliceridi del 30-40% e il colesterolo del 15-25% Aumentano la rimozione delle lipoproteine ricche di TG e riducono la produzione Epatica delle VLDL

66 HmgCoA R B-idrossi-B metil glutaril Coa. Mevalonato Colesterolo STATINE Le statine sono farmaci che inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno agendo sull'enzima 3 idrossi3metilglutarilCoA reduttasi, enzima che converte la molecola del 3-idrossi 3-metilglutarilCoA in Acido Mevalonico, un precursore del colesterolo.

67 Alcuni farmaci (le statine) ed il riso rosso fermentato agiscono come inibitori competitivi dell'HMG-CoA riduttasi e come tali diminuiscono il ritmo di sintesi del colesterolo. Di conseguenza, il fegato attinge maggiormente al colesterolo ematico contenuto nelle LDL, aumentando il numero di recettori per queste proteine e diminuendo la concentrazione di LDL nel plasma. Il blocco della sintesi non è comunque totale e ciò assicura alle cellule sufficienti quantità di colesterolo per mantenere l'integrità delle membrane plasmatiche e sintetizzare ormoni steroidei.

68 L'interazione fra statine e fibrati è particolarmente importante, dal momento che pazienti con ipercolesterolemia sono spesso trattati con più farmaci ipolipemizzanti. Oltre a diverse segnalazioni di tossicità del muscolo scheletrico manifestatasi come miopatia con o senza rabdomiolisi associata sia a derivati dell'acido fibrico sia alle statine da sole, ci sono state diverse segnalazioni di tale condizione come risultato della terapia combinata, suggerendo che tali effetti possono essere additivi.

69 Le statine (assumibili in maniera naturale con il Riso Rosso Fermentato), inibiscono la produzione di ulteriore colesterolo nel fegato che avviene durante la digestione dei cibi grassi, riportando il tasso complessivo a livelli normali. L'approccio tradizionale è talora criticato perché agirebbe sui sintomi, e non sulla causa della malattia, laddove i cibi grassi introdotti con la dieta sarebbero metabolizzati in altro modo. I grassi saturi, in particolar modo l'acido miristico, aumentano il livello di LDL, mentre i trans-saturi inibiscono l'assorbimento degli omega 3, i quali aumentano le HDL .

70 Conclusioni Il Colesterolo è un fattore di rischio
Le Statine hanno un ruolo protettivo nella prevenzione degli eventi cardio e cerebrovascolari del paziente ad alto rischio La riduzione di eventi è direttamente correlata alla riduzione di LDL Trattamento Identificare e Trattare i soggetti con HLP familiare (oltre a quelli ad alto rischio) Raggiungere il goal (LDL<100 mg/dl) Trattare in maniera continuativa

71 IPOLIPIDEMIE QUESTE SONO DISLIPIDEMIE DA DIMINUZIONE DEI LIPIDI: Primarie (alterazione del metabolismo lipidico) Sono causate da malattie genetiche rare Secondarie (altre malattie o farmaci tossici) ipertiroidismo, malnutrizione, malassorbimento, dieta vegetariana, anemie, malattie neoplastiche)


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