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Corso di Psicologia Dinamica

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Presentazione sul tema: "Corso di Psicologia Dinamica"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Psicologia Dinamica
La teoria dell’attaccamento Franco Baldoni Facoltà di Psicologia - Università di Bologna

2 John Bowlby Nasce a Londra il 26 febbraio 1907
Psichiatra infantile e psicoanalista, in analisi con Joan Riviere e in supervisione con Melanie Klein Nel 1949 conduce una ricerca per l’OMS sulla salute mentale dei bambini senza famiglia Dal 1956 al 1961 è vicepresidente della Società Psicoanalitica Britannica (con presidente Donald Winnicott) Dal 1946 al 1972 è vicedirettore della Tavistock Clinic di Londra dove dirige il dipartimento bambini e genitori Sviluppa la Teoria dell’attaccamento Muore a Londra il 2 settembre 1990

3 La deprivazione materna
Ricerche commissionate nel 1949 dall’OMS supportate dai documenti filmati di René Spitz e di James Robertson sui bambini deprivati, istituzionalizzati e ospedalizzati (Depressione anaclitica, Ospedalismo) I bambini necessitano di “un rapporto caldo, intimo e ininterrotto con la madre (o con un sostituto materno permanente) nei quali entrambi possano trovare soddisfazione e godimento” La deprivazione prolungata di cure materne subita da un bambino può avere gravi effetti sul suo carattere e comportare lo sviluppo di disturbi psicologici e di comportamenti antisociali che permangono nell’età adulta (Cure materne e igiene mentale del fanciullo, 1951)

4 Dorothy Burlingham e Anna Freud (1942-43)
Prime osservazioni compiute nei nidi residenziali d’infanzia di Hampstead (Inghilterra) durante la seconda guerra mondiale Ricerche pionieristiche basate su resoconti non sistematici di bambini sani (da 0 a 4 anni) separati dai genitori e assistiti nelle migliori condizioni possibili in tempo di guerra I bambini deprivati di cure materne, specialmente se cresciuti in istituzioni da un’età inferiore a 7 anni, possono manifestare carenze dello sviluppo psicofisico e sociale

5 René Arpad Spitz Nasce a Vienna nel 1887
Pediatra e psicoanalista (analizzato da Freud) Dal 1938 a New York, poi a Chicago Nell’ambito della Psicologia dell’Io utilizza un approccio multidisciplinare (psicoanalisi, etologia, psicologia sociale, cognitivismo) basato sull’osservazione diretta. Conduce ricerche con Katherine Wolf Descrive come organizzatori della psiche la reazione del sorriso, l’angoscia dell’estraneo con i suoi derivati patologici (Depressione anaclitica e Ospedalismo) e la risposta del No Opere principali: Il no e il si (1957); Il primo anno di vita del bambino (1958) Muore a Denver, Colorado, nel 1974

6 La sindrome da ospedalizzazione (Ospedalismo) (Spitz 1945)
Grave ritardo dello sviluppo psicomotorio che insorge nei bambini che non hanno mai goduto della madre inseriti nei primi 18 mesi di vita in ospedale o in istituto (brefotrofio, orfanotrofio) in condizioni di totale privazione affettiva Si manifesta con ritardo della crescita, della capacità di manipolazione e di esplorazione, del linguaggio, della percezione affettiva e dell’adattamento all’ambiente (Renè Spitz e Katherine Wolf 1949)

7 La depressione anaclitica (Spitz e Wolf 1946)
Depressione gravissima che colpisce il bambino separati dalla madre a 6-18 mesi (dopo averne goduto) e posti in ambiente sfavorevole: all’inizio: apprensione, tristezza, piagnucola, non dorme, non si nutre, contrae malattie, si isola, apparente indifferenza fino a 3 mesi : se riunito alla madre i disturbi regrediscono dopo il 3° mese: accentuato rallentamento psicomotorio con eventuali comportamenti regressivi e autoaggressivi, disperazione, grave dimagrimento che può giungere fino alla morte per deperimento organico (marasma) Descritta per la prima volta in figli di donne carcerate (Spitz e Wolf 1946), si manifesta nei bambini in stato di abbandono affettivo o istituzionalizzati.

8 L’angoscia dell’ottavo mese (Angoscia dell’estraneo) (Spitz 1950)
Rappresenta il secondo organizzatore della vita psichica (stadio dell’oggetto libidico) E’ una reazione angosciosa che si manifesta in presenza di estranei verso il sesto-ottavo mese di vita (8-15 mesi) Non è una fuga da qualcosa che fa paura perché il bambino non ha motivo di temere l’estraneo E’ una forma di angoscia di separazione: il bambino reagisce al fatto che l’estraneo non è la madre E’ la testimonianza che il bambino comincia a differenziare la madre e a sviluppare un vero rapporto oggettuale

9 Critica di Bowlby all’angoscia dell’estraneo
L’estraneità è di per sé stessa causa di paura La paura degli estranei è una reazione ben distinta dall’angoscia di separazione (anche quando la madre è in vista il bambino continua ad avere paura dell’estraneo) Un bambino è in grado di distinguere le persone note molto prima di manifestare paura degli estranei (il comportamento di attaccamento si manifesta prima degli otto mesi) (Attaccamento e perdita, vol.1, L’attaccamento alla madre 1969)

10 James Robertson Obiettore di coscienza che aveva lavorato come addetto alle caldaie nel nido infantile residenziale di Anna Freud a Hampstead Con Bowlby nel 1952 realizzò il famoso film A two-year-old goes to hospital sull’angoscia di una bambina separata dalla madre (che contribuì a liberalizzare gli orari di visita negli ospedali) Divenne psicoanalista e regista cinematografico

11 La critica femminista all’idea della deprivazione materna
Bowlby esagera perché ha studiato solo bambini sottoposti a deprivazione materna quasi totale. Un bambino può essere affidato a un sostituto senza soffrirne (nonni, asilo, kibbutz) La valorizzazione della relazione madre-bambino è la conseguenza di una un clima culturale post-bellico di riparazione. Queste tesi poteva essere sfruttata dal governo per evitare l’assistenza per l’infanzia e chiudere gli asili nido (Winnicott scrisse a Bowlby) Si vuole relegare le donne in casa e giustificare i padri assenti. Il vero problema di oggi è la deprivazione paterna

12 La separazione dalla madre
Protesta Angoscia di separazione Disperazione Depressione, lutto Distacco Difese ( Attaccamento e perdita, vol.2., La separazione dalla madre, 1973)

13 Il pianto Nel bambino ha il significato di richiamare attenzione e aiuto da parte della madre assente (Bowlby) Le espressioni di dolore dell’adulto esprimono la tendenza a piangere e l’inibizione del pianto (Darwin 1872) La lacrimazione e i concomitanti affetti spiacevoli sono evocati da un evento che sconvolge, di solito una perdita reale, fantasticata o simbolica Funzioni fisiologiche : pulire i condotti lacrimali e inumidire la cornea. Altre sconosciute. Interpretazioni psicoanalitiche : 1) espressione simbolica delle pulsioni fallico-uretrali; 2) scaricare energie aggressive per espellere simbolicamente oggetti interni cattivi; 3) funzioni comunicative; 4) funzioni autoconsolatorie; 5) funzioni difensive e ostili-aggressive

14 Le fasi del lutto (perdita del coniuge) Bowlby 1980
Fase di stordimento (da alcune ore ad alcuni giorni) incredulità, calma innaturale Fase di ricerca e struggimento per la figura perduta (da alcuni mesi a qualche anno) : collera, pianto, dolore, angoscia, insonnia, irrequietezza, pensiero ossessivo sul defunto, sogni, eventuale prolungamento in lutto patologico. Fase di disorganizzazione e disperazione disperazione, depressione, apatia, senso di solitudine, riconoscimento che la perdita è definitiva Fase di riorganizzazione Ridefinizione del Sé e della situazione, nuovi ruoli e nuove capacità

15 Le fasi del lutto (perdita di un figlio) Bowlby 1980
Fase di stordimento Fase dell’incredulità e tentativo di negazione dell’esito finale Fase di disorganizzazione e disperazione Fase di riorganizzazione (Attaccamento e perdita, Vol.3. La perdita della madre, 1980)

16 Fasi del lutto (Engel 1962) Stadio dello shock e dell’incredulità rifiuto (diniego) sbigottimento e incredulità, può esserci accettazione razionale con tentativi di confortare gli altri Stadio della crescente consapevolezza tristezza acuta, senso di vuoto, collera, pianto, ambivalenza (incapacità di piangere) Fase di restituzione (lavoro del lutto) rituali funebri, riconoscimento del bisogno di aiuto, pensiero centrato sul defunto, idealizzazione, identificazione, riemergere di nuovi interessi, eventuale maturazione

17 La teoria dell’attaccamento
L’essere umano manifesta una predisposizione innata a sviluppare relazioni di attaccamento con figure genitoriali primarie Tali relazioni svolgono una funzione di protezione E’ una teoria spaziale : quando sono vicino a chi amo mi sento bene, quando sono lontano sono ansioso, triste e solo Integra teorie psicoanalitiche, etologiche, evoluzioniste, cognitiviste e sistemiche

18 I bisogni fondamentali
Protezione dai pericoli Paura Affetti Cibo Cure corporee Riproduzione Desiderio

19 (protezione dai pericoli)
I sistemi comportamentali Attaccamento (protezione dai pericoli) Sicurezza Affetti Accudimento (cibo, cure corporee) Sessualità (riproduzione) Piacere

20 Aspetti psicoanalitici
L’attaccamento è la motivazione primaria (un bisogno). L’importanza della gratificazione orale e delle pulsioni sessuali è ridimensionata La relazione madre-bambino è il centro di interesse Si studiano l’angoscia di separazione, le esperienze di perdita, il lavoro del lutto, le rappresentazioni interne delle relazioni e le difese inconsce

21 Relazioni oggettuali e teoria dell’attaccamento
Mondo interno Pulsioni Oggetto primario Amore Odio Nosologia Patologia Rappresentazioni, fantasie Eros, Thanatos Seno, volto Sessualità Invidia Posizione schizo-paranoide e posizione depressiva Distruttività, perversione, narcisismo Modelli operativi interni Attaccamento Base sicura, evitamento pericolo, risposta alla protesta Vicinanza Protesta per la separazione Sicuro (B), insicuro (A,C, D) Attaccamenti inadeguati, fallimento dell’autoconsolazione (Holmes 1999, modificato)

22 Influenze teoriche Etologia Teoria dell’evoluzione
Osservazione diretta in condizioni naturali Fenomeno dell’Imprinting (Konrad Lorenz 1935, 1949) Studi sulle scimmie Rhesus (Harry F. Harlow 1958) Teoria dell’evoluzione Visione in termini di adattamento all’ambiente Teoria generale dei sistemi e cibernetica Relazione d’attaccamento come sistema Valorizzazione delle retroazioni (feedback) Cognitivismo Valutazione dei sistemi di memoria (Piaget, Tulving)

23 La relazione d’attaccamento
E’ definita dalla presenza di tre caratteristiche: Ricerca della vicinanza di una figura preferita (proximity seeking) (analogia con l’imprinting) Effetto base sicura (secure base) Protesta per la separazione (separation protest ) (Weiss 1982)

24 Le caratteristiche chiave
Ricerca della vicinanza Protesta per la separazione Attaccamento Base sicura

25 L’attaccamento E’ un termine generale che si riferisce allo stato attuale degli attaccamenti dell’individuo Può essere: sicuro : sentirsi sicuri e protetti insicuro: nei confronti delle figure di attaccamento si sperimenta un misto di emozioni ambivalenti (amore, rabbia, ansia, dipendenza, paura dell’abbandono) oppure distanzianti (diffidenza, evitamento, controllo)

26 Il comportamento di attaccamento
Ogni forma di comportamento finalizzato ad ottenere o mantenere la vicinanza di un individuo preferito E’ innescato dalla separazione o dalla minaccia di separazione dalla figura d’attaccamento Diminuisce o cessa quando si ottiene una vicinanza soddisfacente

27 Il sistema dei comportamenti di attaccamento
E’ un modello del mondo in cui vengono rappresentati il Sé, gli altri significativi e le loro interrelazioni Considera le relazioni e le retroazioni (prospettiva sistemica e cibernetica) Codifica il particolare pattern di attaccamento mostrato da un individuo in funzione delle risposte della figura d’attaccamento

28 Il sistema comportamentale di attaccamento
La figura d’attaccamento è sufficientemente vicina, sintonica e sensibile? Sicurezza, amore, fiducia in se stessi Giocoso, sorridente, esplorativo, socievole Si No Evitamento, diffidenza Comportamenti di attaccamento: ricerca visiva, segnali di bisogno, suppliche, aggrapparsi Paura angoscia Difese Ambivalenza, aggrapparsi rabbia (Holmes 1993)

29 I modelli operativi interni (Internal Working Models )
Rappresentazioni interne di se stessi, delle proprie figure d’attaccamento e del mondo, nonché delle relazioni che li legano (Modelli di se stesso e degli altri basati su pattern ripetuti di esperienze interattive) Si costituiscono durante lo sviluppo e tendono a persistere relativamente stabili in età adulta Vengono generalizzati e utilizzati per predire il mondo e mettersi in relazione con esso Sono complementari a quelli delle figure d’attaccamento Sono alla base dei processi di transfert Indicano il mondo interno descritto dalla psicoanalisi tenendo conto del cognitivismo

30 Lo sviluppo della teoria
1a fase ( ): osservazione diretta su deprivazione materna, separazione e lutto (Bowlby) 2a fase ( ): valutazione dell’attaccamento infantile, Strange Situation (Ainsworth) 3a fase (dal 1980): valutazione dell’attaccamento nell’adulto, Adult Attachment Interview e questionari (Main, Crittenden, Fonagy, Bretherton, Hazan, Bartholomew)

31 Lo sviluppo della teoria

32 La valutazione dell’attaccamento
Nel bambino Strange Situation (SS) (Mary Ainsworth) mesi CARE Index (Patricia Crittenden) 0-24 mesi Nell’adulto Adult Attachment Interview (AAI) (Mary Main) Questionari autovalutativi (self-report) Adult Attachment Style Questionnaire (Hazan e Shaver) Relationship Questionnaire (Bartholomew e Horowitz) Attachment Style Questionnaire (Feeney, Noller, Hanrahan)

33 Mary D. Salter Ainsworth
Nasce nel e si laurea a Toronto Nel 1950 sposa Leonard Ainsworth e si trasferisce a Londra dove collabora con Bowlby E’ considerata la coautrice della teoria dell’attaccamento Propone il concetto di base sicura Inventa la tecnica della Strange Situation attraverso la quale classifica per la prima volta i pattern d’attaccamento

34 La base sicura E’ l’atmosfera creata dalla figura d’attaccamento per la persona che le si attacca Fornire una base sicura è la caratteristica più importante dell’essere genitori Consiste nell’essere disponibili a rispondere, quando chiamati in causa, per incoraggiare e dare assistenza, ma intervenendo attivamente solo se necessario In questo modo è possibile avventurarsi nel mondo esterno e ritornare sicuri di essere accolti, nutriti sul piano fisico ed emotivo, confortati se tristi, rassicurati se spaventati

35 La Strange Situation Una seduta di circa 20 minuti (divisa in 8 episodi di 3 minuti) nella quale un genitore e il suo bambino di un anno vengono introdotti in una stanza assieme ad un estraneo ed esposti a momenti di separazione e riunione Si utilizza con bambini di mesi (anche oltre) La procedura è videoregistrata (attraverso un specchio unidirezionale) Viene codificato il comportamento del bambino nei confronti della figura d’attaccamento e conduce alla classificazione del suo pattern d’attaccamento

36 Procedura della Strange Situation (Ainsworth et al. 1978)
1- una madre e il suo bambino vengono introdotti in una stanza sconosciuta 2- vengono lasciati soli, il bambino è libero di giocare (3 minuti) 3- entra un estraneo (lo sperimentatore) che parla con la madre e si avvicina al bambino iniziando a giocare con lui (totale 3 minuti) 4- la madre lascia la stanza per 3 minuti, l’estraneo continua per un po’ a giocare con il bambino poi si siede 5- la madre ritorna e si rivolge al bambino eventualmente confortandolo, l’estraneo esce (3 minuti) 6- la madre esce di nuovo lasciando il bambino solo nella stanza per 3 minuti (a meno che non sia troppo sconvolto) 7- l’estraneo rientra ed eventualmente consola il bambino (3 minuti) 8- la madre e il bambino si riuniscono (almeno 3 minuti)

37 I pattern di attaccamento (alla Strange Situation)
Sicuro (B) Insicuro-evitante (A) Insicuro-ambivalente (Insicuro-resistente) (C) Insicuro-disorganizzato (D) (Mary Main)

38 L’attaccamento sicuro (B)
Sono in genere angosciati (ma non troppo) dalla separazione Al momento della riunione salutano contenti il genitore, si avvicinano, ricevono conforto e poi tornano a giocare tranquilli e soddisfatti Il bambino mostra fiducia nella disponibilità e sensibilità della figura d’attaccamento vivendola come “base sicura” Le loro madri sono “sensibili e comprensive”, rispondono in modo pronto e adeguato al pianto, all’interazione faccia a faccia e al contatto corporeo

39 L’attaccamento insicuro-evitante (A)
Mostrano scarsi segni di angoscia alla separazione, oppure indifferenza Al momento della riunione non sembrano prestare attenzione alla madre e continuano a giocare Minimizzano i propri bisogni perché si aspettano di venire rifiutati, pur rimanendo in contatto distante con la figura d’attaccamento. I propri bisogni ed il rifiuto vengono esclusi dalla coscienza (esclusione difensiva ) Le loro madri si contraddistinguono per mancanza di affetto e di tenerezza, soprattutto quando tengono il bambino in braccio (non sono sensibili e comprensive)

40 L’attaccamento insicuro-ambivalente (C)
E’ chiamato anche Insicuro-resistente Sono fortemente angosciati dalla separazione e non si tranquillizzano facilmente al momento della riunione Cercano fortemente il contatto, ma resistono con calci, pugni, urlando, scappando, strapazzando o buttando i giocattoli, alternando stati di rabbia a momenti in cui si stringono alla madre. Il gioco è inibito La loro madre è contraddittoria e imprevedibile, spesso ignora i segnali del bambino o offre contatto quando non è ricercato, può essere intrusiva (sono sensibili e comprensive, ma in modo non costante)

41 L’attaccamento insicuro-disorganizzato (D)
Descritto per la prima volta da Mary Main e Judith Salomon (Main e Salomon 1986) Il bambino manifesta un repertorio di comportamenti contraddittori (ricerca di contatto accompagnata da evitamento), confusi e disorientati (è immobile o rallentato, inibito, rimane come paralizzato, ha movimenti stereotipati con posture anomale) E’ associato a psicopatologie gravi La figura d’attaccamento può essere abusante e, in seguito a traumi o perdite non elaborati, si comporta in modo spaventato e spaventante disorientando il bambino

42 Mary Main Docente presso l’Università di Berkeley, California
Si è occupata dello studio della trasmissione dell’attaccamento da una generazione all’altra (ipotesi transgenerazionale) Ha individuato la categoria di attaccamento disorganizzato-disorientato (D) Ha inventato, assieme a Carol George, la Adult Attachment Interview descrivendo per la prima volta i pattern d’attaccamento negli adulti

43 L’Adult Attachment Interview (AAI)
Ideata da Carol George, Nancy Kaplan e Mary Main nel 1986 E’ un’intervista semistrutturata composta da una serie di domande aperte che riguardano il rapporto della persona con le sue figure d’attaccamento L’intervista dura dai 45 ai 90 minuti ed è simile a un colloquio clinico L’intero colloquio viene registrato, trascritto in modo preciso (compresi gli aspetti non verbali) e codificato

44 Scopi dell’AAI Identificare il pattern di attaccamento nell’adulto
Non interessa la storia dettagliata dell’infanzia del soggetto, ma piuttosto la configurazione del pensiero sulle relazioni d’attaccamento (Modelli operativi interni) Si induce una quantità progressiva, ma moderata, di stress in modo da attivare il sistema d’attaccamento (“è un tentativo di sorprendere l’inconscio”) E’ nata per verificare l’ipotesi transgenerazionale, ma ora ha un uso più ampio

45 Le domande dell’AAI Parte I- La famiglia durante l’infanzia
Parte II - Le relazioni con le figure d’attaccamento (descritte da 5 parole) Parte III - Eventi normali in cui i bambini non si sentono sicuri Parte IV - Esperienze potenzialmente pericolose Parte V - Lutto Parte VI-VII - Domande integrative sull’infanzia e sull’età adulta (genitori, partner, figli)

46 AAI - Sistema di codifica della Main (Main e Goldwin 1986)
Ainsworth ( SS, bambino) Main e Goldwyn (AAI, adulto) B - Sicuro A - Evitante C - Resistente-ambivalente D - Disorganizzato- disorientato F - (Free) Libero-autonomo Ds - (Dismissing) Distanziante E - (Entangled) Preoccupato-invischiato U - (Unresolved) Irrisolto Corrispondenza 70-75%

47 F - (Free ) Libero-autonomo
Facile accesso ai ricordi Raccontano in modo coerente ed equilibrato la propria infanzia Se vi sono state esperienze negative, traspare un senso di dolore provato e superato Tendono ad avere figli sicuri (B)

48 Ds - (Dismissing ) Distanziante
Forniscono resoconti brevi e incompleti (sostengono di avere pochi ricordi) Sminuiscono i propri bisogni d’attaccamento passati ed attuali Tendono a idealizzare i genitori e le esperienze passate (in contraddizione con i ricordi autobiografici) Tendono ad avere figli evitanti (A)

49 E - (Entangled ) Preoccupato-invischiato
Scarsa capacità di sintesi Narrazioni caotiche e contraddittorie Appaiono eccessivamente coinvolti in conflitti e difficoltà legati al passato Tendono ad avere figli resistenti-ambivalenti (C)

50 U - (Unresolved ) Irrisolto
A volte forniscono resoconti apparentemente coerenti, che non reggono a un esame più attento Spesso esposti durante l’infanzia ad eventi traumatici (deprivazioni, maltrattamenti, abusi, perdite) non ancora elaborati Tendono ad avere figli disorientati-disorganizzati (D)

51 La trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento
I genitori tendono a trasmettere il proprio modello d’attaccameno ai figli (tramite i propri modelli operativi interni) E’ un’ipotesi avanzata da Mary Main e sottoposta a verifica tramite il confronto tra Strange Situation e Adult Attachment Interview La corrispondenza è maggiore tra madre e figlio (73-80%), minore tra padre e figlio (50-82%)

52 Corrispondenza tra AAI e SS

53 Peter Fonagy Somministrando l’AAI alle madri è riuscito a predire i risultati della Strange Situation (con un accuratezza del 73-80%). Anche i pattern dei padri sono risultati predittivi (50-82%), ma in modo minore Ha rilevato una correlazione generica tra attaccamento e condizioni psicopatologiche (Fonagy et al. 1996): Preoccupate (E): sintomatologia percepita soggettivamente come stato d’ansia o di malessere (attacchi di panico, disturbi d’ansia, disturbi borderline e istrionici) Distanzianti (Ds): sintomatologia non riconosciuta come un problema (disturbi antisociali e narcisistici, abuso di sostanze, sindromi psicosomatiche, rallentamenti psicomotori) La maggior parte e dei soggetti a rischio si inquadrano nella sola configurazione preoccupato (E) e in particolare nel sottotipo U/E3

54 Marinus H. van IJzendoorn
Meta-analisi della letteratura (18 studi) del 1995 Confermata l’elevata correlazione tra le AAI delle madri e le Strange Situation dei figli distinzione sicuri-insicuri: 75% distinzione sicuri-distanzianti-preoccupati: 70% Le correlazioni con le AAI dei padri sono decisamente minori

55 Attaccamento e rischio psicosociale
Le prime ricerche sulla trasmissione dell’attaccamento sono basate su campioni appartenenti a famiglie di classe media a basso rischio psicosociale Per le famiglie ad alto rischio le correlazioni sono minori e si assiste ad una maggiore discontinuità dell’attaccamento durante il corso della vita e tra generazioni differenti

56 Patricia M. Crittenden Ha studiato con Mary Ainsworth sotto la cui guida si è specializzata in ecologia sociale e sviluppo della famiglia Ha svolto ricerche sulle famiglie ad alto rischio, in particolare quelle maltrattanti Ha sviluppato un Approccio Dinamico Maturativo allo studio e classificazione delle relazioni d’attaccamento Ha inventato il CARE Index ed elaborato un proprio metodo di valutazione dell’AAI

57 L’approccio Dinamico-Maturativo
La maturazione è in interazione dinamica con l’esperienza creando delle possibilità di cambiamento dell’attaccamento nel corso della vita (riorganizzazioni ) Il pericolo è l’elemento fondamentale per l’evoluzione La cognitività e l’affettività sono considerate le due forme principali di informazione. Viene considerata la sessualità Ogni configurazione comporta aspetti adattativi e non adattativi. Anche i pattern insicuri possono essere adattativi in ambienti ad alto rischio scarsamente affidabili Tiene in considerazione il contributo della psicologia dell’età evolutiva, della psicologia cognitiva e delle neuroscienze

58 I sistemi di memoria (Endel Tulving 1972)
Memoria procedurale : regola il comportamento in condizioni ordinarie. E’ basata su schemi sensomotori preconsci (riflessi o appresi) che rispecchiano ciò che abbiamo imparato per mantenerci al sicuro Memoria per immagini : è un’elaborazione dell’affettività. Consiste in informazioni sensoriali (visione, suono, odore, tatto, gusto) associate a sentimenti suscitati da esperienze passate pericolose o sicure, sessualmente frustranti o soddisfacenti (condizionamento classico). Memoria semantica : è una forma linguistica di informazione cognitiva. Consiste in affermazioni verbali su come sono le cose e sulle condizioni in cui possono cambiare. Fornisce predizioni cognitive generalizzate importanti per mantenersi al sicuro. Tende a riflettere i punti i vista altrui. Memoria episodica : rappresenta un’integrazione sofisticata di affettività e cognitività. Consiste in ripetizioni mentali di eventi che usualmente chiamiamo “ricordi”.

59 Il CARE Index (Crittenden 1999) (Care-Adult Relationship Experimental Index)
E’ una procedura videoregistrata della durata di 3-5 minuti per l’analisi di un’interazione di gioco tra adulto e bambino dalla nascita ai 24 mesi Si chiede all’adulto di giocare come è solito fare con il suo bambino E’ stata sviluppata per la ricerca, ma può essere utilizzato per fare uno sceening nelle condizioni di rischio, guidare l’intervento e valutare i risultati di un trattamento Richiede codificatori molto esperti

60 Codifica del CARE-Index
Aspetti del comportamento valutati : (per ognuno tre items descrittori adulti e quattro infantili) 1) Espressione del volto; 2) Espressione vocale; 3) Posizione e contatto corporeo, 4) Espressione dell’affetto, 5) Successione dei turni; 6) Controllo; 7) Scelta dell’attività La sensibilità adulta è considerata qualunque configurazione del comportamento che faccia piacere al bambino, aumenti il suo benessere e riduca il suo disagio. Il temperamento del bambino è considerato in funzione della sensibilità adulta Scala di sensibilità: sensibile (14-11), adeguata (10-7), marginalmente adeguata (6-5, area di intervento), a rischio (4-0, area di tutela)

61 AAI - Sistema di codifica di Patricia Crittenden (1999)
Nasce dall’analisi di interviste di adulti appartenenti a molte culture e in diverse condizioni di vita (compresi soggetti deprivati, maltrattati e affetti da malattie psichiatriche) Si basa su tre fonti di informazione: storia ed eventi dell’infanzia discorso e sistemi di memoria associati (procedurale, per immagini, semantica, episodica, di lavoro) caratteristiche del discorso (marcatori linguistici) Mantiene le configurazioni di Ainsworth e Main con numerose integrazioni ed espansioni

62 La codifica dell’attaccamento
Ainsworth ( SS) Main e Goldwyn (AAI) Crittenden (AAI) B - Sicuro A - Evitante C - Resistente-ambivalente D - Disorganizzato- disorientato F - (Free) Libero-autonomo Ds - (Dismissing) Distanziante E - (Entangled) Preoccupato- invischiato U - (Unresolved) Irrisolto B - Equilibrato A - Distanziante a basso indice (A1-2) ad alto indice (A3-6) C - Preoccupato a basso indice (C1-2) ad alto indice (C3-8) A/C - Dist/Preocc AC - Psicopatia Bambino Adulto

63 I questionari self-report
Adult Attachment Questionnaire (AAQ) di Hazan e Shaver (1987) Relationship Questionnaire (RQ) di Bartholomew e Horowitz (1991) Attachment Style Questionnaire (ASQ) di Feeney, Noller e Hanrahan (1994) Questionario sull’Attaccamento Attuale di Lorenzini, Mancini e Sassaroli (1985) Parental Bonding Instrument (PBI) di Parker, Tupling e Brown (1978)

64 Adult Attachment Questionnaire (AAQ) di Cindy Hazan e Phillip Shaver (1987)
Quale delle seguenti frasi descrive meglio i suoi sentimenti? (scala da 1 a 7) 1. Trovo relativamente facile stabilire delle relazioni intime con altri e mi sento a mio agio nel dipendere da loro. Non mi capita spesso di temere di essere abbandonato/a o che qualcuno si leghi fortemente a me. (SICURO) 2. Qualche volta mi sento a disagio quando sto con gli altri; trovo difficile avere completa fiducia in loro, mostrarmi dipendente da essi. Divento nervoso/a se qualcuno diventa eccessivamente intimo e, spesso, il/la mio/a partner vorrebbe che stabilissimo un’intimità superiore a quella che mi fa sentire a mio agio. (EVITANTE) 3. Trovo che gli altri siano riluttanti a stabilire con me quell’intimità che desiderei raggiungere con loro. Spesso temo che il/la mio/a partner non sia realmente innamorato/a o che non voglia stare con me. Desidero un rapporto molto stretto con il/la mio/a partner e questo, qualche volta, fa fuggire le persone. (ANSIOSO-AMBIVALENTE)

65 Il modello a 4 categorie di Kim Bartholomew (1990)
SCHEMA DEL SE’ SCHEMA DEGLI ALTRI

66 Relationship Questionnaire (RQ) di Kim Bartholomew e Leonard Horowitz (1991)
SCHEMA DEL SE’ SCHEMA DEGLI ALTRI

67 Attachment Style Questionnaire (ASQ) di Judith Feeney, Patricia Noller e Mary Hanrahan (1994)
E’ un questionario self-report di 40 items con risposte su una scala a sei punti (da totalmente in disaccordo a totalmente d’accordo) Valuta cinque dimensioni che vanno a costituire altrettante sottoscale (Fiducia, Bisogno di approvazione, Preoccupazione per i rapporti stretti, Disagio nei confronti dell’intimità, Rapporto sentimentale considerato come secondario) La classificazione è basata sul modello a quattro categorie di Bartholomew

68 Parental Bonding Instrument (PBI) di Parker, Tupling, Brown (1979)
E’ un questionario self-report di 25 items con risposte su una scala a 4 punti (da molto vero a molto falso) Valuta nell’adulto il legame con i propri genitori durante i primi 16 anni di vita Si basa su due dimensioni: Cura (affettuosità, calore, empatia e confidenza contro freddezza, incomprensione, negligenza) Iperprotezione (controllo, intrusione, inibizione della autonomia contro stimolazione all’indipendenza e all’esplorazione)

69 La teoria dell’attaccamento Bibliografia essenziale
Bowlby J. (1951) Cure materne e igiene mentale del fanciullo. Giunti- Barbera, Firenze, 1957 Bowlby J ( ): Attaccamento e perdita (Voll.1-3). Boringhieri, Torino, Bowlby J. (1977): Costruzione e rottura dei legami affettivi. Raffaello Cortina, Milano, 1982 Bowlby J. (1988): Una base sicura. Raffaello Cortina, Milano Holmes J. (1993): La teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina, Milano, 1994 Crittenden P.M. (1999): Attaccamento in età adulta. Raffaello Cortina, Milano Fonagy P. (2002): Psicoanalisi e teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina, Milano. Loriedo C., Picardi A. (2000): Dalla teoria generale dei sistemi alla teoria dell’attaccamento. Franco Angeli, Milano Cassidy J., Shaver P.R. (a cura di) (1999): Manuale dell’attaccamento, Giovanni Fioriti, Roma, 2002  Letture consigliate


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