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PubblicatoPancrazio Perri Modificato 9 anni fa
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COME LAVORARE BENE Nel gruppo di lavoro è necessario che ognuno possa soddisfare, almeno in parte, i propri bisogni primari e trovare piacere e gioia nel lavoro, perché ciò rappresenta uno dei motivi per essere vittima di conflitti interpersonali.
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Efficacia ed efficienza Se le persone sono svogliate e demotivate non c’è alcuna soluzione tecnica o ri-organizzativa che possa sostituire l’efficienza individuale ed aziendale, né affrontare con efficacia conflitti lavorativi.
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PULSIONI DI BASE Il primo bisogno è quello di esistere, cioè la pulsione alla sopravvivenza, che è insita in ogni essere umano. Inoltre vengono prese in considerazione altre tre esigenze: Appartenere Divenire Realizzare se stessi
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APPARTENERE Espressioni naturali istintiveEtà approssimativa in cui si manifestano Richiedere vicinanza fisica e coccole. Farsi sentire e notare. Cercare protezione 0 - 1 anno Giocare con gli altri. Chiedere attenzione 1 - 3 anni Voler stare insieme agli altri. Farsi benvolere 3 - 5 anni Cercare amici fuori la famiglia. Esprimere i propri sentimenti ad altri. Cercare intimità 5 – 10 anni Identificarsi nei valori di gruppo. Condividere valori e modelli 10 - 15 anni
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CRESCERE E DIVENIRE Espressioni naturali istintiveEtà approssimativa in cui si manifestano Curiosare, scrutare l’ambiente. esplorare 0 - 1 anno Chiedere perché e cos’è. Essere intraprendente. Fantasticare, inventare 1 - 3 anni Costruire, disegnare, pasticciare3 - 5 anni Parlare con tutti, esprimere le proprie opinioni 5 – 10 anni Cercare persone e gruppi diversi. Riflettere. Voler andar via 10 - 17 anni
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AUTOAFFEMARSI Espressioni naturali istintiveEtà approssimativa in cui si manifestano. Farsi vedere. Prendere iniziative 0 - 1 anno Dire di no ed opporsi all’adulto,manifestare i propri gusti e desideri. Impuntarsi. Scegliere oggetti ed appropriarsene 1 - 5 anni Voler primeggiare. Discutere le decisioni. Dire bugie. Difendere le proprie cose 5 - 10 anni Stare da solo. Fare le cose a modo proprio. Avere atteggiamenti provocatori 10 – 15 anni
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Cosa accade quando le pulsioni di base non vengono soddisfatte?
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APPARTENENZA Solitudine Mancanza d’amore Distorsioni dell’immagine del sé (grandiosità o svalutazione)
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AUTOAFFERMAZIONE Frustrazione Spersonalizzazione Disistima Anonimia e insoddisfazione
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CRESCITA Perdita di senso Noia Superficialità
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Come si fa a favorire il senso di appartenenza al lavoro? dando senso e significato al lavoro coinvolgendo favorendo il lavoro in un gruppo accogliente
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…. e l’autoaffermazione? consentendo la scelta delle attività da svolgere identificando le attività e dare responsabilità favorendo la manifestazione delle abilità stimolando l’autonomia
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…… e la crescita? Variando le capacità richieste delegando dando riconoscimenti
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Il potere e la scuola Le nuove generazioni si contrappongono agli insegnanti per cause evolutive, ma …………
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questo non è l’unico motivo.
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La contrapposizione è soprattutto rivolta al POTERE, a prescindere da come viene gestito dall’insegnante.
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Un insegnante ha potere in classe quando gli studenti si trovano in una condizione di bisogno, di necessità, di mancanza, di dipendenza. A volte la compiacenza dell’alunno nasce dall’autorità esercitata dall’insegnante mediante ricompense e punizioni.
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L’insegnante di scuola elementare ha molti modi per gratificare e punire i propri alunni, mentre uno studente delle scuole superiori ha molte più soddisfazioni in ciò che fa (sport, amicizie, hobbies, viaggi, ecc.) Ecco perché gli insegnanti si lamentano dei loro alunni man mano che diventano grandi.
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Voti e punizioni L’unico metodo che ha l’insegnante di gratificare è (forse) il voto. Gli adolescenti rifiutano il metodo del controllo mediante il potere attraverso il rifiuto e l’aggressività
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Reazioni al potere e all’autorità SENTIMENTIMECCANISMI DI DIFESA Risentimento, rabbia, ostilità, frustrazioneRibellarsi, resistere, sfidare Contestare, fare ritorsioni e dispetti Odio Vergogna, imbarazzo Paura, ansia, disagio Mentire, fare la spia e l’ipocrita, incolpare gli altri, spettegolare Imbrogliare, plagiare Fare il prepotente, comandare, infierire sugli altri Infelicità, tristezza, depressione Amarezza, vendetta Impotenza, inerzia Desiderio di vincere, odio per la sconfitta Organizzarsi, allearsi Sottomettersi, mostrarsi remissivi e servili Ostinazione Competitività Umiliazione, apatia Adulare, lusingare Adeguarsi, non correre rischi Fuggire (ritirarsi, fantasticare, regredire, scappare)
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STRATEGIE PER INFLUENZARE GLI ALTRI Strategie Creare legami con gli altri Mettere le carte in tavola Parlare la stessa lingua Affrontare le obiezioni Ascolto ed empatia Offrire delle soluzioni e non dei problemi Dare dei feedback
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CREARE LEGAMI CON GLI ALTRI Comunicare riconoscendo la diversità dell’altro. Darsi la possibilità di porsi nelle condizioni di avvicinarsi agli altri mediante comportamenti propositivi, che non siano però di facciata o finalizzati ad un obiettivo opportunistico
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METTERE LE CARTE IN TAVOLA Esprimere chiaramente l’esigenza di dire sinceramente agli altri quello che vorremmo realizzare ed incoraggiarli a fare altrettanto nei nostri confronti. Anche in situazioni di conflitto si potrebbe circoscrivere i motivi per cui si è in disaccordo senza perdere di vista l’obiettivo comune.
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OFFRIRE DELLE SOLUZIONI E NON DEI PROBLEMI Quando ci troviamo in situazioni di empasse, provare a proporre soluzioni più che la lamentela per un determinato problema. Tale approccio ha molte più probabilità di influenzare le azioni delle persone con cui ci confrontiamo
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DARE DEI FEEDBACK Il feedback positivo si ha quando mostriamo di approvare il comportamento di qualcuno o che diamo prove di apprezzarlo. Si ha un feedback negativo quando esprimiamo la nostra preoccupazione nei confronti di qualcuno o di qualcosa. Per rendere efficace il feedback negativo va proposto in modo costruttivo ed appropriato (compito non facile!) e non soltanto criticare
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PARLARE LA STESSA LINGUA Parlare la stessa lingua vuol significare sostanzialmente sintonizzare il nostro registro linguistico in rapporto alla situazione (impiegare uno stile formale in situazioni formali e uno stile informale in una situazione informale).
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AFFRONTARE LE OBIEZIONI (Lambert, 1996) Per affrontare le obiezioni bisogna innanzitutto riconoscerle e capire di cosa si tratta. Se proviamo ad ignorarle non saremo in grado di affrontarle. Se ad esempio l’altra persona è preoccupata ed ha delle riserve sulla nostra proposta, è bene esplicitare il problema e rassicurare la persona trovando soluzioni o compromessi.
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ASCOLTO ED EMPATIA L’utilizzo dell’ascolto attivo è fondamentale per un’efficace comunicazione ma anche per influenzare le persone. Ascoltare non significa solo comprendere il contenuto; serve anche mettersi nei panni dell’altro per godere di rispetto e credibilità
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