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“Dio ha creato l’uomo perché ama le storie” E.Wiesel
Mito ed epica “Dio ha creato l’uomo perché ama le storie” E.Wiesel
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GLI UOMINI DI FRONTE ALLA NATURA
“Tutti gli uomini naturalmente desiderano conoscere” Aristotele Uomini antichi di fronte alla natura: stupore e meraviglia davanti a fenomeni misteriosi nasce una domanda: perché è così? Chi lo ha fatto? il mondo deriva ed è governato da esseri sovrannaturali, gli dei. Grotta delle mani, Patagonia
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La dea egizia Mut rappresenta il cielo
IL MITO “Mythos”: parola greca che significa racconto Ha lo scopo di dare una spiegazione della realtà. Temi: origine del mondo, dei fenomeni naturali, delle istituzioni; imprese di eroi. I primi miti sono stati tramandati oralmente. La dea egizia Mut rappresenta il cielo
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L’IMPORTANZA DEL MITO Miti: trasmettono tradizioni religiose, valori morali, esempi da seguire senso di identità di un popolo. Tutti i popoli hanno una propria mitologia, alcuni racconti sono inaspettatamente simili. I miti ci permettono di capire molte cose sulla storia e sulla vita di un popolo, ma ci permettono anche di capire qualcosa in più su noi stessi l’uomo è l’unico animale capace di raccontare storie. “Creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivato perché siamo stati creati; e non soltanto creati, ma fatti a immagine e somiglianza di un Creatore” (J.R.R. Tolkien)
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Mitologia degli dei e mitologia degli eroi
Racconti degli dei: - spazio senza tempo - spesso legati all’origine del mondo Eracle Racconti degli eroi - tempo storico (molto antico) - fondazione città/ nascita popoli - imprese straordinarie - lotta con mostri Lotta tra un centauro e un Lapita
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Le imprese di Gilgamesh, eroe mesopotamico
L’EPICA Epos: termine greco che significa “parola” Epica = narrazione di gesta eroiche narra, solitamente in versi, il mito è la prima forma di testo narrativo (prima orale, poi messo per iscritto) Molte civiltà hanno prodotto opere epiche. Epica classica = epica greca e latina. Caratteristiche dell’epica: l’eroe come protagonista continuo intervento degli dei nelle vicende umane le imprese esprimono i valori morali e sociali dell’epoca carattere celebrativo Le imprese di Gilgamesh, eroe mesopotamico
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Epica greca Epica romana
Attribuita a Omero ILIADE: narra la guerra di Troia ODISSEA: narra le vicende di Odisseo (= Ulisse) al ritorno da Troia Achille e Patroclo Odisseo nell’Ade Epica romana ENEIDE di Virgilio Narra le vicende di Enea che fugge da Troia e fonda una nuova città nel Lazio
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LA QUESTIONE OMERICA Omero: poeta misterioso
Nessuna notizia certa, neanche sulla sua città natale. Secondo la tradizione, era un aedo cieco vissuto nel 9° sec. a.C. Alcuni studiosi hanno messo in dubbio che Iliade e Odissea siano state composte da un unico poeta (l’Iliade riflette una mentalità più “antica”). Oggi si ritiene che siano opera dello stesso autore, che ha rielaborato molti materiali tramandati oralmente.
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L’ILIADE È un poema ( = lungo racconti in versi) in 24 libri.
Tempo: 50 giorni durante il 10° anno della guerra tra Achei e Troiani. Ambientazione: Ilio (= Troia) basato sulla verità storica: vera guerra combattuta nel 1250 a. C circa tra gli abitanti di Troia, che controllavano il passaggio per l’Ellesponto, e i principi delle città greche, discendenti dei Micenei (o Achei). Realtà trasfigurata nella leggenda: nel mondo eroico dei guerrieri i greci della polis trovavano i valori fondanti per l’educazione dei cittadini.
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LA SCOPERTA DI TROIA 1871: il tedesco Heinrich Schliemann trova i resti dell’antica Ilio. Appassionato dei poemi omerici fin da bambino, per le sue ricerche si basa sulle informazioni ricavate dall’Iliade. Trova anche molti gioielli e oggetti d’oro (il “tesoro di Priamo”). Le ricerche archeologiche successive hanno rivelato che il sito scavato da Schliemann presenta in realtà 9 strati successivi. La città dell’Iliade dovrebbe essere al 7° strato.
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La moglie di Schliemann indossa alcuni gioielli del “tesoro di Priamo”
Troia e le città achee La moglie di Schliemann indossa alcuni gioielli del “tesoro di Priamo” Gli strati della città di Troia
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Vincenzo Monti in un ritratto di Andrea Appiani (1809)
IL TRADUTTORE Iliade scritta in greco antico. Nel Medioevo è letta in traduzioni latine. Quando i Turchi conquistano Costantinopoli (15° sec. d. C.), molti studiosi fuggono in Occidente e vi portano le opere classiche scritte in greco. Vincenzo Monti in un ritratto di Andrea Appiani (1809) Tra fine ‘700 e inizio ‘800 il poeta Vincenzo Monti traduce l’Iliade dal greco all’italiano. Rende il verso originale, l’esametro, con l’endecasillabo, riuscendo a mantenerne la musicalità.
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L ‘ANTEFATTO Nozze tra la dea Teti e il mortale Peleo.
Eris, la dea della Discordia, non è invitata si vendica gettando nel luogo del banchetto una mela d’oro con scritto “alla più bella”. Disputa tra Era (Giunone), Atena (Minerva) e Afrodite (Venere) giudizio di Paride. Giunone gli offre la potenza, Minerva la sapienza, Venere l’amore della donna più bella del mondo. Vince Venere. Paride, figlio del re di Troia Priamo, si innamora di Elena, moglie del re di Sparta Menelao, e la conduce a Troia Menelao, aiutato dal fratello Agamennone, gli muove guerra.
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