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PubblicatoEulalia De santis Modificato 9 anni fa
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1 ORDINE ASSISTENTI SOCIALI DELLA BASILICATA 2° incontro 16 - 17 GENNAIO 2015 LA SUPERVISIONE: STRUMENTO PER DEFINIRE LA METODOLOGIA ED ELABORARE LA CONOSCENZA SPECIFICA INPS LA SUPERVISIONE: STRUMENTO PER DEFINIRE LA METODOLOGIA ED ELABORARE LA CONOSCENZA SPECIFICA Assistente Sociale spec. Annalisa Spinaci Centro Studi di Servizio SocialeVia Gandusio N.10 40128 – Bologn a Tel./Fax. 051 253204 e– mail cesdiss@virgilio.i t sito web www.cesdiss.org
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2 cesdiss La supervisione può essere uno dei canali della teorizzazione del sapere di Servizio Sociale. Questa constatazione è l’aspetto nuovo e forte individuato dal Centro Studi di Servizio Sociale di Bologna, evidenziando la metodologia della ricerca di ricerca di Servizio Sociale Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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3 cesdiss Entro quale campo di azione e con quale motivazione alla base dell’azione si sviluppa la teorizzazione del sapere specifico? Nel processo di socializzazione dell’uomo cittadino con le regole sociali nella vita quotidiana Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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4 cesdiss Il professionista Assistente Sociale,nel percorso di crescita professionale, deve imparare a ragionare sulla metodologia di lavoro,sulle regole deontologiche, a rielaborare la propria esperienza per costruire sapere e conoscenza. Deve imparare a documentare in modo scientifico, specie nei momenti di riorganizzazione. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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5 cesdiss Quindi l’approfondimento metodologico ci porta a dire che la supervisione mette in luce la capacità del professionista di elaborare la propria esperienza e di arricchire il sapere scientifico specifico. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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6 cesdiss Ne consegue immediatamente che la supervisione deve agevolare la gestione ed organizzazione del servizio nel quale il professionista opera. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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7 cesdiss La supervisione in rapporto ai principi ed i valori della professione. Gli elementi di valore della supervisione,in quanto ambito dell’attività professionale, derivano dall’etica e dalla deontologia dell’Assistente Sociale Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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8 cesdiss L’Assistente Sociale,in qualità di professionista che svolge azione di aiuto alla persona cittadino in difficoltà nella sua relazione con le regole sociali, ha come valore principale il riabilitare o educare la stessa persona al vivere sociale ed a gestire responsabilmente il proprio ruolo sociale ( art.1 comma 1 legge 84/93 ). Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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9 cesdiss La metodologia dell’intervento del Supervisore sarà orientata dai principi chiave della professione,che danno luogo alle regole comportamentali della supervisione. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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10 cesdiss I principi della supervisione a) Il professionista o i professionisti in supervisione devono essere portati ad assumere in modo preciso l’approccio teorico professionale e la metodologia che ne consegue, b) Il codice deontologico deve essere un riferimento costante nell’intervento, c) Il contesto operativo e le regole organizzative vanno studiate,chiarite e costantemente aggiornate, Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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11 cesdiss d) Il contesto di vita con gli utenti o la comunità cui essi appartengono vanno documentati e vanno sostenute azioni di intervento preventivo, e) I supervisionati vanno responsabilizzati a sostenere i soggetti in difficoltà con promozione di azioni di aiuto collettivo, f) gli obiettivi dell’istituzione,per chi opera in regime di lavoro subordinato, vanno verificate e va verificata la loro efficacia Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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12 cesdiss g) la domanda di supervisione deve essere condivisa e partecipata da tutti i soggetti che direttamente seguono il processo di supervisione e vanno coinvolti anche i soggetti che hanno un rapporto indiretto, quali per esempio i responsabili del servizio in cui si svolge la supervisione, h) La supervisione non deve ledere l’autonomia tecnica del professionista in supervisione ma cercare di rafforzarla. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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13 cesdiss in sintesi possiamo dire che: la supervisione deve mantenere l’attenzione agli aspetti della relazione e degli elementi affettivi,ma deve sempre più strutturarsi sugli elementi cognitivi,non solo per produrre una crescita del supervisionato ma per aiutarlo ad acquisire: abilità documentative del lavoro e delle esperienze, processi di sintesi e teorizzazioni del sapere. Samory rivista la professione sociale n°17/1999
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14 cesdiss L’iter metodologico Si può dire che i supervisionati sono in una situazione di disagio – bisogno,perché non riescono a trovare nel loro sapere,nel contesto organizzativo e nella relazione con l’utente gli elementi che aiutano a fare chiarezza sullo stato reale del sapere,del sapere essere e del sapere fare. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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15 cesdiss A differenza di altre professioni intellettuali che hanno come soggetto la persona e utilizzano prevalentemente gli strumenti della comunicazione, la supervisione comprende molti elementi che ne determinano la complessità Samory rivista la professione sociale n°17 /1999.
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16 cesdiss Per seguire correttamente l’iter metodologico, il supervisore deve diventare esperto ed abile nell’utilizzo della tipologia di strumenti necessari che sono: a) La documentazione professionale perché riguarda la gestione della conoscenza/sapere b) La ricerca di Servizio Sociale perché riguarda la gestione delle competenze e delle responsabilità Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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17 cesdiss Perché queste 2 tipologie di strumenti? Perché la supervisione di Servizio Sociale si fonda sulla lettura meticolosa del comportamento professionale a partire dalla documentazione prodotta dall’Assistente Sociale, analizzata con l’ottica del ricercatore/studioso. Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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18 cesdiss Infatti la domanda di supervisione va ben evidenziata ed identificata con tutti i possibili indicatori e variabili connessi, da cui la costruzione delle ipotesi sulle quali si sviluppa il processo vero e proprio di supervisione,che dà luogo a conoscenza. ( si veda la griglia metodologica “di che si tratta” consegnata dalla collega dott.ssa Michela De Santi). Samory rivista la professione sociale n°17 /1999
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19 cesdiss La documentazione di Servizio: strumento fondamentale per meglio identificare il campo ed il sapere dell’intervento. Editoriale Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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20 cesdiss La documentazione nell’operatività è spesso limitata a fini pratici,vincolata ad esigenze immediate di informazione per affrontare la situazione problema,conoscendo gli elementi che la caratterizzano Editoriale Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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21 cesdiss Il fatto che gli Assistenti Sociali siano prevalentemente occupati in Enti in cui devono organizzare e raccogliere dati e informazioni da riportare all’interno di modelli amministrativi di tipo burocratico, condiziona molto la costruzione di strumenti professionali. Editoriale Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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22 cesdiss Sotto il profilo della crescita professionale in termini di conoscenza ed efficienza, è necessario che gli Assistenti Sociali utilizzino modalità costanti di documentazione dell’esperienza, che siano omogenee e verificabili,confrontabili per settori ed ambiti, ossia scientifiche. Editoriale Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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23 cesdiss il Ce.Sdi S.S. ritiene che proprio nel nodo della documentazione si collochi la difficoltà di maggior spessore del proprio sapere e la fatica a darsi uno statuto scientifico. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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24 cesdiss Perché l’enfasi sullo statuto scientifico della professione mentre si sta parlando di documentazione professionale e quindi di operatività? Noi qui richiamiamo il rapporto TEORIA- PRASSI-TEORIA,ossia che una disciplina scientifica applicata come il Servizio Sociale, Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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25 cesdiss trae dalla documentazione l’accumulazione e la sistematizzazione dell’esperienza, la ricerca sul campo, l’elaborazione del sapere. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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26 cesdiss Per farne cosa? a)Per l’approfondimento e l’analisi degli effetti dell’assistenza e dei processi di aiuto sulla “psicologia” della persona, b) per studiare ogni condizione che, sia un servizio o un’offerta professionale in senso stretto, si dimostri in grado di rafforzare le capacità di autonomo e maturo funzionamento sociale delle persone. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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27 cesdiss Ritorniamo allora alla metodologia:per costruire documentazione scientificamente valida e confrontabile,dobbiamo attenerci ad un modo di procedere razionale,ad una sequenza di azioni teorico-pratiche al fine di risolvere, nel modo possibile, il caso concreto Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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28 cesdiss Dobbiamo pensare all’intervento professionale come ad una sequenza logica di fasi, che non solo non mortifica la creatività e l’intuizione,ma valorizza la capacità del professionista nel trovare soluzioni personalizzate. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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29 cesdiss Le fasi metodologiche nel modello olistico di Samory sono le seguenti : 1)Fase di analisi 2)Fase di valutazione 3)Fase di progetto,programma di intervento o piano di lavoro, 4)Fase di verifica o piano di intervento e verifica 5)Dimensione collettiva e dell’azione preventiva o di promozione sociale del soggetto o del problema Manuale della scienza di servizio sociale vol.2°
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30 cesdiss La fase di maggiore impegno è la raccolta dati,perché alla base dello studio del caso,della domanda/problema e costituisce la fase preliminare dell’intervento vero e proprio. E’ in questa fase in cui si fa uso della metodologia della ricerca e successivamente si prendono le decisioni e si valutano le strade percorribili. Manuale della scienza di servizio sociale vol.2 °
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31 cesdiss I tipi di documentazione: a) Documentazione di base dell’agire:che riguarda le informazioni da raccogliere e trasmettere su aspetti generali del proprio lavoro( leggi, rendiconti sull’attività svolta), b) Documentazione operativa:utile per lavorare ogni giorno attraverso attività amministrative che aiutano l’ente a prendere decisioni di governo ( qui si collocano i sistemi informativi), Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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32 cesdiss c) Documentazione tecnico – professionale: serve all’Assistente Sociale per condurre il proprio lavoro nel modo più corretto funzionale,nei confronti dalle’utenza ( individui,famiglie, gruppi,comunità), basandosi su dati oggettivi, per fini di studio, ricerca,supervisione. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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33 cesdiss Rispetto all’efficienza del servizio,la documentazione: a) garantisce continuità del servizio tra professionisti, b) aiuta a controllare la qualità del servizio prestato,(specie in caso di supervisione o confronto tra colleghi), c) serve a raggiungere i fini del Servizio Sociale,(specie nei confronti di utenti da rieducare), Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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34 cesdiss d) è indispensabile per ottenere le prestazioni necessarie all’utente,( accesso a risorse tramite prassi amministrative che richiedono documentazione ordinata), e) serve a documentare l’attività svolta dal Servizio Sociale in un determinato arco di tempo, (sia a fini statistici che di programmazione dei servizi). Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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35 cesdiss Quale il rischio in atto Che la documentazione professionale specifica vada scomparendo, in quanto inglobata nella documentazione generale del servizio. Perché succede? a) per un eccessivo carico di lavoro,si tende a ridurre la documentazione professionale, b) per una carenza di personale amministrativo per cui l’Assistente Sociale svolge il doppio ruolo Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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36 cesdiss c) per una carente messa a fuoco del mandato professionale, d) per un carente approfondimento del codice deontologico. Samory rivista la professione sociale n°24/2002
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37 cesdiss Griglia di riflessione 1 in quale modello teorico operativo mi identifico e perché 2 che metodologia adotto ( indicare le fasi) 3)quali strumenti professionali utilizzo nel lavoro professionale 4)quali sezioni del codice deontologico mi sono più utili
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38 cesdiss 5)quali principi operativi di Servizio Sociale riesco ad applicare e quali no 6)come documento l’attività professionale ( indicare materiale cartaceo ed informatizzato) 7) quale utilità ne ricavo nell’organizzazione del lavoro con le persone 8) Quale utilità ne ricavo nell’organizzazione del lavoro con l’ente
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39 cesdiss 9) Ritengo di aver prevalentemente bisogno di aggiornamento/formazione professionale nell’area del: a) Sapere specifico b) Metodologia professionale c) Documentazione
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40 cesdiss 10) Ritengo che la supervisione di Servizio Sociale possa rinforzare in particolare l’area del: a) Sapere specifico b) Metodologia professionale c) documentazione.
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41 cesdiss 11) In che cosa ritengo che la supervisione professionale non mi possa essere di aiuto: ________________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________
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42 cesdiss 12) Cosa penso della tesi Ce.S.di S. S. che sostiene la necessità di elaborare il sapere specifico attraverso la documentazione professionale____________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________ ______________________________________
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