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IL CICLO DI VITA E I MODELLI DI SVILUPPO DELLE AZIENDE

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Presentazione sul tema: "IL CICLO DI VITA E I MODELLI DI SVILUPPO DELLE AZIENDE"— Transcript della presentazione:

1 IL CICLO DI VITA E I MODELLI DI SVILUPPO DELLE AZIENDE
Corso di Economia Aziendale

2 Il ciclo di vita dell'azienda
Il concetto di durata nel tempo e di ciclo vitale è dunque insito nella natura stessa dell’azienda. Tuttavia, ciò che non è definibile a priori è quanto tempo possa durare il ciclo vitale di una azienda e, tanto meno, quale possa essere l’estensione delle diverse fasi in cui tale ciclo si articola. Corso di Economia Aziendale

3 Caratteristiche comuni alle aziende plurisecolari
sensibilità ai cambiamenti ambientali e relativa capacità di adattamento; coesione e identità aziendale; tolleranza e decentramento  capacità di porre in essere costruttive relazioni con le altre entità; avversione alle operazioni finanziarie ad alto rischio  capacità di governare con equilibrio il proprio sviluppo. Corso di Economia Aziendale

4 Ridotta durata PMI a causa di:
fase di crisi che si genera nel passaggio generazionale; scarsa capacità del piccolo imprenditore nella individuazione dei segnali premonitori di una crisi (é troppo impegnato nella gestione corrente e ha scarsa attitudine alla lettura e interpretazione degli indicatori utili a comprendere e prevenire la crisi). Corso di Economia Aziendale

5 Ciclo di vita dell'azienda
Nascita Sviluppo Maturità Declino Corso di Economia Aziendale

6 Corso di Economia Aziendale
La nascita fase più breve (mesi e poco più di un anno). si iniziano a definire la missione e le strategie di fondo dell’impresa; spirito di identificazione nell’idea imprenditoriale e motivazione alti; clima organizzativo dinamico e creativo; formalizzazione delle procedure nulla o minima. Corso di Economia Aziendale

7 Corso di Economia Aziendale
Lo sviluppo crescita più o meno rapida anche in relazione al modello di sviluppo adottato (per via interna o esterna); l’organico incomincia a crescere per soddisfare la maggiore domanda e si consolida la redditività. Corso di Economia Aziendale

8 Corso di Economia Aziendale
La maturità Si raggiungono i massimi risultati economico-finanziari. L’impresa è nota e affermata sul mercato, ma: non si avvertono più l’energia e la dinamicità delle fasi precedenti; l’impresa “va bene” ed è invalsa la convinzione che ciò possa continuare ancora per molto; la creatività e lo spirito di iniziativa hanno lasciato il posto all’esecuzione formale di compiti definiti, l’organizzazione è diventata più rigida e burocratizzata; la motivazione del personale si va riducendo; si nota un generale calo di tensione nella capacità di innovazione. Corso di Economia Aziendale

9 Corso di Economia Aziendale
Il declino Fase terminale, con indicatori economico-finanziari che segnalano il peggiorato “stato di salute” dell’azienda, effetto di condizioni negative quali: riduzione dello slancio e dell’energia; perdita di clientela; senso di sfiducia; elevato turn-over del personale, con la perdita dei collaboratori migliori; elevata conflittualità con il personale; perdita di visione strategica nel management, che si limita a gestire il quotidiano; know-how che dà segni di obsolescenza. Corso di Economia Aziendale

10 La dimensione dell’impresa
Accezione priva di una valenza assoluta: essa ha un significato solo se rapportata ad adeguati termini di paragone, di validità limitata ai contesti in cui l’azienda si trova ad operare Il concetto di dimensione ha dunque implicito quello di relazione: necessaria la ricerca di dati comparabili Corso di Economia Aziendale

11 La dimensione dell’impresa
Apprezzamento della dimensione in relazione a: Differenziata complessità coordinazioni interne Caratteri settore di appartenenza Corso di Economia Aziendale

12 Corso di Economia Aziendale
Non è soddisfacente la considerazione di singoli parametri di tipo economico-tecnico, finanziario o di mercato: Economico-tecnico (numero dei dipendenti, volume degli impianti): non hanno un significato univoco nei diversi comparti, non sono adeguati ad esprimere e comparare le dimensioni di aziende bancarie o assicurative. Finanziario (entità del capitale proprio o di quello investito): non sempre attendibili, considerato che il fabbisogno di mezzi monetari è decisamente diverso da settore a settore. Mercato (quota posseduta o fatturato): hanno valore relativo, essendo legati alle differenziate condizioni di ambiente (capacità assorbimento, modo formazione prezzo). Corso di Economia Aziendale

13 Corso di Economia Aziendale
Necessario utilizzo coordinato dei parametri più significativi in relazione allo specifico settore di appartenenza. Corso di Economia Aziendale

14 Corso di Economia Aziendale
Opportuno basare apprezzamento dimensione per la comparazione tra realtà quanto più omogenee sull’utilizzo congiunto di: - un parametro economico-tecnico (n. medio dipendenti); - un parametro finanziario (totale investimenti); - un parametro di mercato (fatturato), con l’individuazione di un indice relativizzato di dimensione: dove: x = generica azienda per la quale si calcola l’indice I = totale investimenti D = numero medio dipendenti F = fatturato Corso di Economia Aziendale

15 Corso di Economia Aziendale
Se diverso rilievo parametri nel settore di appartenenza  media ponderata: dove: Pi = ponderazione attribuita al parametro I Pd = ponderazione attribuita al parametro D Pf = ponderazione attribuita al parametro F I pesi Pi, Pd e Pf sono tutti compresi tra 0 e 1 e la loro somma restituisce un valore pari all’unità Corso di Economia Aziendale

16 Lo studio della dimensione dell’impresa serve a:
Corretta valutazione della dimensione di economia normale Scegliere dimensione che consenta di raggiungere e migliorare posizioni di equilibrio economico e finanziario Avviare un processo di mutamento dimensionale Corso di Economia Aziendale

17 Corso di Economia Aziendale
La variazione della dimensione aziendale è, per sua natura, connessa ad inevitabili mutamenti nella struttura dell’impresa oggetto di attenta pianificazione in cui esplicitare gli obiettivi, ponderati in ragione delle prevedibili economie e diseconomie di scala revisione più o meno profonda della coordinazione economica preesistente Corso di Economia Aziendale

18 Le economie di scala sono riconducibili a:
indivisibilità di alcuni fattori della produzione; crescita meno che proporzionale del costo per attrezzature, impianti, macchinari, ecc., rispetto all’aumento della capacità produttiva; aumento meno che proporzionale di alcune risorse, come il personale di manutenzione o il numero di pezzi di ricambio, rispetto al “parco macchine”; utilizzo di attrezzature e impianti specializzati; più spinta divisione del lavoro e specializzazione; maggiore efficienza in termini di consumi di energia e di materie prime grazie a impianti o attrezzature di grandi dimensioni. Corso di Economia Aziendale

19 Queste diverse cause di economie di scala …
… consentono un risparmio di risorse con una riduzione dei costi unitari di prodotto. Si ha, invece, un risparmio in termini di acquisizione dei fattori poichè l’impresa di grandi dimensioni gode di benefici per maggiore potere contrattuale. Corso di Economia Aziendale

20 Quindi, le economie di scala sono:
Interne, grazie alla più contenuta incidenza dei costi costanti sulla maggiore produzione; Esterne, per effetto delle migliori condizioni di acquisizione dei fattori sul mercato Corso di Economia Aziendale

21 Le diseconomie di scala…
… sono dovute ad effetti negativi della maggiore dimensione sull’impresa: notevoli elementi di rigidità; difficoltà più accentuate nel controllo e nella gestione del processo economico-produttivo. Corso di Economia Aziendale

22 Valutare la misura di economie e diseconomie di scala non è agevole:
l’errore può consistere nel ponderare l’opportunità di un ampliamento sulla base del confronto tra ricavi e costi suppletivi Corso di Economia Aziendale

23 Corso di Economia Aziendale
L’incremento dimensionale porta alla mutazione delle coordinazioni economiche preesistenti Basare le scelte sul confronto tra costi e ricavi totali originari e costi e ricavi totali prevedibili a seguito della variazione dimensionale Corso di Economia Aziendale

24 I modelli di sviluppo dimensionale delle imprese
Premesso che le imprese possono tendere a conseguire maggiori dimensioni per beneficiare di economie di scala, resta da chiedersi quali strade possano percorrere per lo sviluppo. È possibile ricondurre a due grandi categorie i modelli di sviluppo dimensionale distinguendo tra: espansione dall’interno; espansione dall’esterno. Corso di Economia Aziendale

25 Espansione dall’interno
Si procede alla realizzazione di una maggiore capacità produttiva mediante l’acquisizione di nuovi impianti e macchinari o l’ampliamento di quelli esistenti. I processi di espansione dall’interno non pongono, in genere, problemi di ordine tecnico. Si tratta di una strada di crescita in cui le incognite sono limitate ed i rischi individuabili e contenibili (il principale è quello di incorrere in un eccesso di capacità produttiva). Corso di Economia Aziendale

26 Espansione dall’esterno
Si acquisisce un complesso aziendale funzionante, integrandolo con le proprie strutture Proprio questa circostanza depone a favore della attuazione di un processo di espansione dall’esterno, mediante il quale si acquisisce in tempi brevi non solo capacità produttiva aggiuntiva ma anche la clientela dell’impresa acquisita (più ampia quota di mercato). Corso di Economia Aziendale

27 Espansione dall’esterno
Non sempre l’acquisizione di un o più aziende operanti nello stesso settore permette di creare un unico complesso di dimensioni pari alla somma delle unità che lo compongono (cause: duplicazioni e sovrapposizioni). I processi di espansione dall’esterno da perseguire con maggiore convinzione sono quelli che consentono anche una maggiore diversificazione nell’offerta (ampliamento gamma prodotti o entrata in altro settore). Corso di Economia Aziendale

28 Grazie per l’attenzione!
Corso di Economia Aziendale


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