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LA SICUREZZA PARTECIPATA IL PATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANA DI UN QUARTIERE Circolo S.E.L. di Monza – 2 dicembre 2014.

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Presentazione sul tema: "LA SICUREZZA PARTECIPATA IL PATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANA DI UN QUARTIERE Circolo S.E.L. di Monza – 2 dicembre 2014."— Transcript della presentazione:

1 LA SICUREZZA PARTECIPATA IL PATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANA DI UN QUARTIERE Circolo S.E.L. di Monza – 2 dicembre 2014

2 QUALI POLITICHE DI SICUREZZA? le politiche di sicurezza riguardano l’intera popolazione, la qualità delle relazioni sociali e interpersonali, la qualità dell’ambiente urbano la Polizia Locale come regolatore della vita sociale le politiche criminali riguardano solo la prevenzione o la repressione di determinati comportamenti personali qualificati come reati, penalmente perseguibili (furti, rapine, droghe e prostituzione) le Forze dell’ordine come responsabili istituzionali

3 QUALE SICUREZZA PARTECIPATA? UN CITTADINO SICURO È COLUI CHE SI FA CARICO DEL LUOGO IN CUI VIVE PERCEZIONE DI SICUREZZA E RESPONSABILITÀ due principi alla base delle politiche locali di sicurezza urbana del Comune di Cremona

4 Ovvero ….. passare da una comunità passiva/rivendicativa ad una comunità responsabile, vivace, attiva, che recuperi il senso di appartenenza al proprio contesto sociale. Come? sviluppando una rete attiva e integrata, che coinvolga ogni realtà, pubblica o privata, presente sul territorio, in grado di prendersi autonomamente cura dei problemi di sicurezza, aggregativi, partecipativi e sociali del territorio. stimolando la partecipazione alla vita della comunità, sollecitare negli abitanti il senso d’appartenenza al proprio territorio creando occasioni e strumenti di coinvolgimento, diretti a conoscere ed affrontare le problematiche che caratterizzano i territori urbani.

5 Progetto “Periferie al Centro” e istituzione dell’Ufficio Periferie per …… promuovere il protagonismo nelle comunità delle periferie e formare cittadini attivi e responsabili; facilitare i rapporti con le periferie urbane e rendere più vive, accoglienti e vivibili le zone periferiche della città; Progetto “Coordinare le politiche per la sicurezza in ambito urbano” e l’istituzione dell’Ufficio sicurezza urbana per …. sviluppare, attraverso la cooprogettazione, la trasversalità, la partecipazione attiva dei cittadini, politiche integrate di sicurezza urbana e ……. Il percorso del Comune di Cremona

6 SICUREZZA&PARTECIPAZIONE lavorare sulle relazioni, confrontarsi con i cittadini, ascoltarli e dare loro rispose rassicuranti è un percorso complesso che non sempre è stato riconosciuto e apprezzato perché “lavorare a tavolino” è meno faticoso; l’attività di prossimità attuata dalla Polizia Municipale e il ruolo di facilitatore dell’Ufficio Periferie hanno rafforzato sul territorio alcune realtà di cittadinanza attiva con le quali sono stati avviati percorsi “privilegiati”. si tratta di “comitati spontanei”, di “garanti del verde”, di “circoli parrocchiali”, di “consulte di zona”, di “agenzie educative”, di gruppi di volontariato, ecc.

7 SICUREZZA&PARTECIPAZIONE con questi soggetti, pur tra tante difficoltà, si sono consolidati nei territori reciproci e quotidiani scambi di informazione e sono state costruite reti di relazione e di fiducia tra le persone. sono cittadini che ben conoscono il territorio dove abitano e le persone che lì vivono o lavorano. Cittadini diventati in questi anni interlocutori privilegiati dei diversi settori di questa amministrazione.

8 CONTRATTO DI QUARTIERE A BORGO LORETO E PATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANA A BORGO LORETO strumento previsto all’art. 32 della Legge Regionale 4/2003; accordo promosso dal Sindaco, quale Autorità di Polizia Locale; sottoscritto da soggetti istituzionali e agenzie sociali del territorio finalità ……. migliorare le condizioni di vivibilità di una porzione di territorio urbano attraverso l’implementazione di politiche integrate di sicurezza

9 Per rispondere a un disagio sociale dovuto a problematiche legate alla sicurezza e al contesto ubanistico (quartiere chiuso tra la tangenziale, il cimitero, due pssaggi a livello e un corso d’acqua): fattori sociali (elevata presenza di persone anziane sole, forte conflittualità tra residenti di origine cremonese e famiglie immigrate, tra persone anziane e gruppi di giovani); degrado fisico (marciapiedi sconnessi, degrado degli edifici di edilizia residenziale pubblica, spazi pubblici scarsamente curati e illuminati nelle ore notturne, un’area industriale dismessa); frequenti violazioni di leggi e regolamenti (presenza di cani liberi, danneggiamenti agli arredi urbani, scritte sui muri, cattivo stato e cattivo uso dei contenitori della raccolta differenziata). Perché il Patto locale di sicurezza urbana nel quartiere Borgo Loreto

10 QUARTIERE BORGO LORETO UN ESEMPIO DI POLITICHE E INTERVENTI INTEGRATI PER LA SICUREZZA CONTRATTO DI QUARTIERECONTRATTO DI QUARTIERE Intervento di riqualificazione urbana diretto a valorizzare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ex condomini esuli istriani, parco insicuro, marciapiedi sconnessi) PAS – PIANO DI ACCOMPAGNAMENTO SOCIALEPAS – PIANO DI ACCOMPAGNAMENTO SOCIALE azioni di accompagnamento individuale e sociale PATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANAPATTO LOCALE DI SICUREZZA URBANA strumento previsto dalla Legge Regionale 4/2003 azioni dirette a migliorare le condizioni di vivibilità e sicurezza del quartiere

11 GLI OBIETTIVI DEL PATTO LOCALE DI SICUREZZA DI BORGO LORETO consolidare forme di collaborazione consolidare forme di collaborazione già con soggetti interni ed esterni all’amministrazione pubblica concertando azioni sempre più legate alle problematiche sociali emergenti nel quartiere; stimolare la partecipazione stimolare la partecipazione dei cittadini all’individuazione delle problematiche di sicurezza svolgendo una efficace azione di rassicurazione attraverso una maggiore e più visibile presenza nel quartiere; l’integrazione nel tessuto sociale. favorire la predisposizione di un clima sociale favorevole all’accoglienza di nuove famiglie determinandone l’integrazione nel tessuto sociale.

12 Patto Locale di Sicurezza Urbana all’interno del CONTRATTO DI QUARTIERE GLI ATTORI: INTERNI ALL’AMMINISTRAZIONE 1.Polizia Locale 2.Ufficio Sicurezza Urbana 3.Affari Sociali 4.Ufficio Stranieri 5.Centro per le Famiglie 6.Ufficio Alloggi 7.Politiche Educative 8.Politiche per le periferie 9.Ufficio Periferie 10.Ufficio Comunicazione ESTERNI ALL’AMMINISTRAZIONE 1.C.I.S.V.O.L 2.Polizia di Stato 3.Centro Sociale Anziani Pinoni 4.Ass. Città dell’Uomo 5.Parrocchia S.Genesio 6.Centro Interculturale Mondoinsieme 7.Comitato Immigrati di Cremona 8.Scuola Materna A.Gallina 9.Scuola Elementare A.Stradivari 10.Agenzia Lombarda Edilizia Res.le

13 IL PROGRAMMA: agevolare la partecipazione attiva dei residenti per conoscere il territorio e chi lo abita; far emergere nei residenti il senso di appartenenza al territorio affinché si prendano cura del territorio stesso e creare ambienti urbani sicuri; ottimizzare il presidio del territorio da parte delle Forze di Polizia promuovere l’integrazione tra Forze di Polizia, Comune di Cremona, le agenzie sociali del territorio e i residenti; sviluppare la concertazione degli interventi attinenti alla sicurezza con tutti gli attori presenti sul territorio; migliorare il livello di integrazione tra abitanti italiani e stranieri; diminuire il livello di conflittualità tra le persone che vivono nel quartiere;

14 OBIETTIVI INTEGRATI TRA L’UFFICIO PERIFERIE E LA POLIZIA MUNICIPALE condividere con i cittadini delle periferie le difficoltà e i problemi “antichi” presenti nello loro zone, introducendo fantasia e creatività per la loro soluzione (reperire personale e qualificarlo), ma anche responsabilizzandoli e informandoli sulle priorità da dare alle diverse questioni aperte sull’intera città; riconoscere la Periferia quale parte integrante della città: le iniziative fatte in centro, le grandi opere strutturali o i grandi eventi culturali sono rivolte alla totalità dei cittadini, del centro come delle periferie; costruire reti di solidarietà sul territorio; reti dentro le strutture amministrative; reti nella politica e tra le istituzioni: trasformare la periferia in “uno strano oggetto del desiderio”, incuriosire, attrarre interesse, considerare vantaggioso coprogettare; conquistarsi la fiducia.

15 il “savair faire” degli operatori/ci: mediatori tra il protagonismo dei cittadini e le diffidenze di alcuni referenti istituzionali – facilitatori di partecipazione – ammortizzatori di insicurezze; riconoscere il valore della Partecipazione ha significato sapersi mettere in discussione, sapersi evolvere, cambiare il proprio punto di vista e accettare anche quello di chi normalmente non viene consultato o ritenuto marginale; il passaggio da “Ufficio Reclami” a luogo di alleanze, di dialogo, di convivenza, di relazione, di condivisione delle decisioni e di reciprocità delle informazioni.

16 polizia di prossimità (vigili di quartiere, pattuglie della Polizia Locale, presenza costante del presidio mobile della Polizia Locale); progettazione partecipata degli interventi di riqualificazione urbana (Contratto di quartiere e Piano di accompagnamento sociale); accompagnamento e mediazione culturale per gli stranieri residenti; mediazione sociale per la costruzione di rapporti di buon vicinato (Laboratorio di quartiere); incontri tematici con la popolazione anziana su raggiri e truffe, codice della strada; educazione stradale nelle scuole del quartiere; osservazione ed ascolto dei giovani promuovendone la partecipazione alla vita di comunità attraverso iniziative di sviluppo sociale, culturale ed interculturale; riunioni periodiche con i rappresentanti del Comitato di quartiere; riunioni periodiche del tavolo di lavoro del Patto Locale, coordinato dalla Polizia Locale composto da rappresentanze istituzionali e territoriali, per scambiare opinioni in merito all’andamento dei differenti fenomeni all’interno del quartiere e per discutere delle azioni intraprese o di eventuali attività da implementare. GLI INTERVENTI ATTUATI


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