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PubblicatoAgata Antonelli Modificato 9 anni fa
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OTTICA Ottica geometrica Ottica fisica Progetto Lauree Scientifiche
Si ignora il carattere ondulatorio della luce e si parla di raggi luminosi che si propagano in linea retta. Fenomeni descritti dall’ottica geometrica: riflessione e rifrazione Si occupa della natura ondulatoria della luce. Fenomeni interpretabili solo in termine di ottica ondulatoria: interferenza, diffrazione e polarizzazione Progetto Lauree Scientifiche 19 gennaio 2011
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Quando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d’onda incidente gli effetti non sono spiegabili con l’ottica geometrica ma solo con l’ottica ondulatoria di cui l’ottica geometrica è un caso particolare. Limite dell’ottica geometrica (raggi luminosi) Condizioni per l’ottica ondulatoria In analogia con
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Luce come fenomeno ondulatorio
La teoria ondulatoria della luce interpreta il fenomeno della luce come un’onda elettromagnetica, ossia come una variazione periodica dei campi elettrico e magnetico nello spazio e nel tempo Luce come fenomeno ondulatorio E = cos (ωt - k x + ϕ) = cos (ω t -2 x / λ + ϕ) lunghezza d’onda
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radiazioni ionizzanti
radiazioni non ionizzanti visibile energia lunghezza d’onda
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Il primo a dimostrare sperimentalmente la teoria ondulatoria della luce fu Tomas Young nel 1801 e ne misurò la lunghezza d’onda In generale si ha interferenza quando due o più onde dello stesso tipo e stessa lunghezza d’onda, con una differenza di fase costante tra di loro, attraversano la stessa regione dello spazio nello stesso istante Sullo schermo si osservano massimi di intensità intervallati da minimi di intensità
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Esperienza di Young
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Interferenza Il fenomeno dell’interferenza si osserva in vari campi della Fisica: onde acustiche, onde meccaniche sulla superficie di un liquido, onde luminose etc. Il fenomeno è consequenza della sovrapposizione in un punto dello spazio di due o più onde.
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Due onde della stessa natura che si incontrano nello stesso punto dello spazio interagiscono e generano una perturbazione di ampiezza pari alla somma delle loro ampiezze
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Supponiamo di avere due onde ciascuna con lunghezza d’onda l e fase f
In generale si può avere una sovrapposizione di 2 onde con l uguali o differenti e con Df costante o non costante. La somma di queste onde produce un campo elettrico Nella sovrapposizione di due onde luminose, quello che si vede su uno schermo è l'energia media che arriva; pertanto quello che interessa è una quantità proporzionale al quadrato del campo. Se f2 - f1 varia rapidamente, l'occhio umano vede un valore medio nullo. Condizione per osservare interferenza differenza di fase costante Si osservano figure di interferenza con con l uguali sorgenti monocromatiche con Df costante sorgenti coerenti
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Interferenza tra due onde elettromagnetiche
Le due onde giungono schermo con una differenza di fase dovuta alla differenza di cammino percorso. – Se la differenza di fase è un multiplo pari di π, ovvero se la differenza di cammino ottico è pari a ml, le onde si sommano (interferenza costruttiva). – Se la differenza di fase è un multiplo dispari di π, ovvero se la differenza di cammino ottico è pari a (ml+1/2), le onde si sottraggono (interferenza distruttiva). sorgenti coerenti che emettono onde elettromagnetiche
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Interferenza della luce
Analisi delle figure di interferenza mediante l’interferometro di Michelson La luce proveniente da una sorgente incide sulla lastra di vetro AB inclinata ad angolo di 45° rispetto al fascio di luce in arrivo. La lastra è leggermente argentata sulla superficie posteriore, cosicchè giunta a questa facciata della lastra circa metà della luce viene inviata allo specchio S1 mentre l'altra metà viene riflessa verso lo specchio S2. La luce che arriva su S1 viene riflessa indietro e incontra la lastra AB dove, in parte, viene riflessa in direzione dell’osservatore; il fascio 2 che ritorna da S2 viene trasmesso da AB e raggiunge anch'esso l’osservatore. Al variare della distanza tra AB e S1 si verifica interferenza costruttiva o distruttiva secondo che la differenza tra i cammini ottici dei fasci 1 e 2 sia un multiplo intero o semintero della lunghezza d’onda.
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La radiazione laser è monocromatica e coerente
Per sorgenti di tipo termico la radiazione emessa è la somma di tanti eventi indipendenti. La radiazione laser è monocromatica e coerente Esempi di treni d’onda di una lampadina ad incandescenza laser
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laser
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S Sorgente reale S1 Immagine virtuale di S generata da M1 S2 Immagine virtuale di S generata da M2 M1 Specchio fisso M2 Specchio mobile O Osservatore Δx Lettura dell’escursione di M2 sulla vite micrometrica Δl Differenza di cammino ottico, con Δl =Δx/5 Δn Variazione delle frange di interferenza corrispondenti ad una variazione Δl del cammino ottico
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Leggi dell’interferenza e della diffrazione:
analisi delle figure di diffrazione prodotte da fenditure e reticoli La diffrazione si manifesta quando un raggio luminoso incontra una fenditura più piccola della sua lunghezza d’onda. Quando un raggio di luce attraversa una piccola apertura, si osservano delle frange alternate di luce o buio, piuttosto che una macchia luminosa. Questo comportamento indica che la luce, attraversata l’apertura, si diffonde in varie direzioni penetrando in zone in cui, se la luce si propagasse in linea retta, ci si aspetterebbe ombra.
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Diffrazione da una singola fenditura
immagine di diffrazione sorgente - laser Quando la luce passa attraverso una fenditura le cui dimensioni sono dello stesso ordine di grandezza della sua lunghezza d’onda, si osserva una figura d’interferenza piuttosto che una macchia luminosa netta proiettata dall’apertura. Questo fenomeno viene detta DIFFRAZIONE. Se le onde luminose non si diffondessero dopo essere passate attraverso le fenditure, non si avrebbe interferenza. Le onde luminose nel diffondersi si sovrappongono producendo frange di interferenza. La luce devia da un percorso rettilineo ed entra nella zona che altrimenti sarebbe in ombra. In generale, si ha diffrazione quando le onde passano attraversopiccole aperture, intorno ad ostacoli o nei pressi di spigoli vivi. Consideriamo il seguente esempio di diffrazione. Quando una stretta fenditura è posta tra una sorgente puntiforme di luce ed uno schermo, il confine tra la zona in ombra e quella illuminata dello schermo non è netto. La zona non in ombra contiene fasce chiare e scure che si alternano. La figura consiste di una banda centrale larga e intensa, il massimo centrale, affiancato da una serie di bande secondarie più strette e meno intense (chiamate massimi secondari) e da una serie di bande oscure, o minimi. Ciò non si può spiegare nel riferimento dell'ottica geometrica, la quale afferma che andando i raggi di luce in linea retta dovrebbero dar luogo a una immagine netta della fenditura sullo schermo. Quando i raggi che arrivano su un punto sono approssimativamenteparalleli. (sperimentalmente ciò si ottiene ponendo lo schermo lontano dalla fenditura oppure usando una lente convergente per focalizzare i raggi sullo schermo), si osserva una frangia chiara sull’asse a θ= 0, con frange chiare e scure che si alternano su entrambi i lati della frangia centrale. fenditura di larghezza a
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Y=distanza del k-esimo minimo rispetto al massimo centrale
L=distanza fenditura-schermo a=ampiezza della fenditura =lunghezza d’onda della luce Distribuzione dell’intensita’ delle frange di interferenza prodotte da una fenditura
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La figura di diffrazione si allarga man mano che la fenditura si stringe mentre si verifica che se l’apertura è abbastanza grande, allora l’intensità luminosa è concentrata intorno al massimo centrale. Cio’ vuol dire essenzialmente che la maggior parte della radiazione prosegue con la stessa direzione che aveva prima di incontrare la fenditura: in pratica, viene giustificata l’ottica geometrica! Man mano che la fenditura si rimpicciolisce, la diffrazione acquista importanza e sempre più radiazione viene deviata ad angoli diversi.
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Figura di diffrazione da apertura circolare
Prima frangia scura
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La diffrazione pone un serio limite al
potere risolutivo degli strumenti ottici ed il criterio di Rayleigh fornisce un limite inferiore al potere risolutivo di un obiettivo: due punti vengono visti separati se la loro distanza angolare risulta maggiore di 1.22 l /D. Si può aumentare la risoluzione delle immagini diminuendo l. Per questo motivo sono stati inventati i microscpi a raggi X e i microscopi elettronici Per l’occhio umano, D vale circa 4 mm, e per l ≈ 560 nm, il potere risolutivo è circa 0.2 mrad
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Diffrazione da un filo La figura di diffrazione di un filo è identica a quella che si ha nella fenditura (principio di Babinet o degli schermi complementari: se ritaglio da uno schermo un foro di forma arbitraria, il foro e il pezzo ritagliato producono la stessa figura di diffrazione)
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Diffrazione da due fenditure
sorgente - laser fenditure di larghezza a distanti h immagine di diffrazione e interferenza
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Distribuzione dell’intensita’ delle frange di interferenza prodotte da due fenditure parallele
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Distribuzione dell’intensita’ delle frange di interferenza prodotte da due fenditure parallele
l=distanza del n-esimo massimo di interferenza rispetto al massimo centrale Y=distanza del k-esimo minimo di diffrazione rispetto al massimo centrale L=distanza fenditure-schermo a=ampiezza delle fenditure h=separazione fra le fenditure =lunghezza d’onda della luce
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Diffrazione da un reticolo
sorgente - laser immagine di diffrazione e interferenza fenditure di larghezza a distanti h (passo reticolare) Distribuzione dell’intensita’ l=distanza del n-esimo massimo rispetto al massimo centrale L=distanza fenditura-schermo =lunghezza d’onda della luce
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