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Mio Dio, mio Dio, per celebrare il Natale noi alziamo i nostri abeti più alti dei nostri monumenti… Appendiamo sempre più in alto le nostre luci e le nostre stelle al neon.
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È la scalata allo straordinario, all’eccezionale nelle idee dei regali, alle follie.
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Prepariamo le tavole e le liste dei pranzi. Ci alziamo sulla punta dei piedi davanti alle vetrine illuminate, nelle file di attesa… Ci serve un Natale su misura per le nostre ambizioni… La povertà è divenuta la festa dei ricchi. Il silenzio della notte la festa del rumore.
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Abbiamo fatto di Natale la festa delle stelle e delle luci, mentre il tuo Natale non si trova che a condizione di abbassarsi tanto da mettersi in ginocchio. Mio Dio, mio Dio, noi abbiamo fatto di Natale una scalata, un’ascesa sociale, mentre il tuo Natale si raccoglie per terra, come terreno freddo e paglia di una stalla.
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dagli scritti di don Andrea Santoro missionario ucciso in Turchia il 5 febbraio 2006, colpito alle spalle, mentre pregava inginocchiato, con la Bibbia nelle mani elaborazione: angelamagnoni@libero.it
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