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Introduzione a Collegialità e primato -La Costituzione gerarchica delle Chiesa è per istituzione divina fondata sul Collegio episcopale e sul Primato del.

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Presentazione sul tema: "Introduzione a Collegialità e primato -La Costituzione gerarchica delle Chiesa è per istituzione divina fondata sul Collegio episcopale e sul Primato del."— Transcript della presentazione:

1 Introduzione a Collegialità e primato -La Costituzione gerarchica delle Chiesa è per istituzione divina fondata sul Collegio episcopale e sul Primato del Pontefice romano -Nel Collegio dei Vescovi si attua la Successione Apostolica (all’originario Collegio apostolico) -Nell’Ufficio Petrino si attua invece una successione personale quella del 1° degli Apostoli -Il rapporto tra Collegialità e Primato costituisce l’asse portante del sistema della Chiesa

2 1. Sintesi sul Primato del Pontefice nel 1° millennio -Centralità di Pietro nei Vangeli (il 1° tra gli Apostoli) e riconoscimento dell’autorità di Pietro (lettera di Paolo) -Primi secoli (II-III-IV sc.)/ consistente prassi sinodale -A partire dal II- III sec. comincia a consoldarsi progressivamente l’autorità del Pontefice Romano, soprattutto in Occidente - Ruolo della Chiesa di Roma all’inizio del 3° secolo: a) Primato d’onore del Romano Pontefice b) Ruolo attivo come custode della fede (liturgia – disciplina ecclesiastica – materia matrimoniale) c) Mediazione nelle controversie

3 2. ( segue) Sintesi sul Primato del Pontefice nel 1° millennio -La 1° organica formulazione dottrinale del primato del Vescovo di Roma è del 5° secolo con papa Leone I (Concilio di Calcedonia) - Fine 5° secolo, conferma del primato del Vescovo di Roma da parte di papa Gelasio I (lettera) all’imperatore d’Oriente - Il primato del Pontefice Romano sulla Chiesa universale fu ribadito da diversi pontefici e in particolare da Gregorio Magno (VI-VII sec.) e da Niccolò I (IX sec.) - Il principio del Primato è ormai consolidato in Occidente alla fine del 1° millennio

4 3. Primato e collegialità tra l’XI e il XV secolo 1. DICTATUS PAPAE attribuito a papa Gregorio VII (XI sec.): 27 proposizioni riguardanti: - le prerogative della Sede romana; - la potestas pontificia in materia legislativa; - i rapporti tra Pontefice e Imperatore; l’estensione del Primato pontificio oltre l’ambito ecclesiale (plenitudo potestatis). I passi fondamentali del Dictatus verranno riportati – con delle attenuazioni circa la plenitudo potestatis– nel Decretum di Graziano (XII sec.) 2. UNAM SANCTAM di papa Bonifacio VIII (fine XIII sec.) Nel corso dei secoli XII-XIII si perverrà alle più ardite affermazioni sulla supremazia del potere spirituale su quello temporale attraverso le tesi di S. Bernardo di Chiaravalle e di papa Innocenzo III, fino a giungere con papa Bonifacio VIII alla bolla UNAM SANCTAM, che rappresenta il documento più esplicito e più impressionante della ierocrazia della Chiesa medioevale Nella bolla UNAM SANCTAM, viene ribadita l’unicità della Chiesa cattolica e del suo Capo, in quanto “esiste una sola Chiesa, con un solo Pastore a cui Cristo affidò il suo Gregge”.

5 4. Primato e collegialità dal XV al XX secolo - Scisma di Occidente (1354-1418) crisi che investe la massima carica istituzionale della Chiesa - Concilio di Costanza (1414-1418) per porre fine alla crisi (elezione di papa Martino V); ridimensionamento del ruolo del Pontefice e affermazione della supremazia del Concilio. Tale ridimensionamento resterà un fatto isolato ; con papa Eugenio IV viene ribadita la supremazia del Pontefice sul Concilio. - Dopo la riforma protestante (XVI sec.) con il Concilio di Trento la Chiesa accentra sempre più il potere di governo in capo al Pontefice - Concilio Vaticano I (1870) e la promulgazione della costituzione Pastor Aeternus sul primato del Pontefice (primi tre capitoli) e sull’infallibilità del Pontefice (quarto capitolo) - Concilio Vaticano II (1962-1965) e la cost. Lumen Gentium che ripropone la dottrina dell’istituzione, della perpetuità e del valore del Sacro Primato del Pontefice Romano e del suo infallibile magistero e al tempo stesso pone le premesse per una maggiore corresponsabilità dell’episcopato mondiale nel governo della Chiesa.


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