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Addetti all’attività di prevenzione incendio D.M. 10 Marzo 1998

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Presentazione sul tema: "Addetti all’attività di prevenzione incendio D.M. 10 Marzo 1998"— Transcript della presentazione:

1 Addetti all’attività di prevenzione incendio D.M. 10 Marzo 1998
CORSO ANTINCENDIO Addetti all’attività di prevenzione incendio D.M. 10 Marzo 1998 Corso di Formazione Moretta, Ottobre 2004

2 “Rischio da agenti fisici”
D.Lgs. 626/94 OBIETTIVO TUTELA DELLA SALUTE E  DELL’INCOLUMITÀ DEI LAVORATORI Decreti applicativi D.M “Antincendio” D.M. 388/03 “Pronto soccorso” D.Lgs. 195/03 “Formazione R.S.P.P.” D.Lgs. 25/02 “Rischio Chimico” L. 422/00 “Videoterminali” D.Lgs. 66/00 “Agenti cancerogeni” D.Lgs. 359/99 “Attrezzature” D.Lgs. 195/06 “Rischio da agenti fisici”

3 IL FUOCO IL COMBUSTIBILE
Il fuoco è la manifestazione visibile di una reazione chimica (combustione) che avviene tra due sostanze diverse (combustibile + comburente) con emissione di energia sensibile (calore e luce). IL COMBUSTIBILE Il combustibile è la sostanza in grado di bruciare. In condizioni normali di ambiente può essere allo stato solido (legno, carbone), liquido (benzina, gasolio), o gassoso (metano, idrogeno). Perché la reazione chimica avvenga, di norma il combustibile deve trovarsi allo stato gassoso.

4 TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ
IL COMBURENTE Il comburente è la sostanza che permette al combustibile di bruciare. Generalmente si tratta dell’ossigeno contenuto nell’aria. TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ La temperatura di infiammabilità è, per tutti i combustibili che partecipano alla reazione come emettitori di gas, la minima temperatura alla quale il combustibile emette vapori in quantità tale da formare con il comburente una miscela incendiabile.

5 COMBUSTIBILE TEMPERATURA COMBURENTE

6 Combustibile + Comburente
COMBUSTIONE Prodotti della combustione Energia Gas Fumi Ceneri Calore Luce Piccole particelle solide (aerosol) Vapori condensati Liquidi (nebbie) CO – CO2 – H2O H2S – NH3 – HCl COCl2 – H2SO4

7 Effetti dei Gas di combustione sull’uomo
Ossido di carbonio Si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno. Negli incendi risulta il più pericoloso tra i tossici del sangue sia per l'elevato livello di tossicità, sia per i notevoli quantitativi generalmente sviluppati. Anidride carbonica E' un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici sull'organismo umano, si sostituisce all'ossigeno dell'aria. Quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia. Acido cianidrico Si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche. Fosgene Gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di materiali che contengono il cloro, come alcune materie plastiche. Particolarmente pericoloso in ambienti chiusi.

8 Il Calore Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Realizza l'aumento della temperatura di tutti i materiali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. Il calore è dannoso per l'uomo potendo causare: disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione, scottature.

9 attrito quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali
Fonti di innesco Nella ricerca delle cause d'incendio, sia a livello preventivo che a livello di accertamento, è fondamentale individuare tutte le possibili fonti d'innesco. Esse possono essere suddivise in quattro categorie: accensione diretta quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno accensione indiretta quando il calore d'innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico attrito quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali autocombustione o riscaldamento spontaneo quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d'aria, azione biologica.

10 LO SVILUPPO DI INCENDIO
INCENDIO GENERALIZZATO RAFFREDDAMENTO (ESTINZIONE) INIZIO – PROPAGAZIONE ARRIVO VV.FF. A B C D E F FUOCO t=0’ PERICOLO MORTALE t=30’ – 40’ FLASH OVER 500° - 600°C tutti i materiali si infiammano SEGNALAZIONE AI VV.FF. t=10’ ALLARME t=5’ A C E F EVACUAZIONE EVACUAZIONE EVACUAZIONE NATURALE NATURALE + SOCCORSI SOCCORSI

11 Tipologia dei fuochi Fuoco di Classe “A”
Il fuoco di Classe “A” si caratterizza dalla reazione di un combustibile solido (ovvero dotato di forma e volume proprio), si manifesta con la consunzione del combustibile con bassa emissione di fiamma. In realtà la fiamma è generata dalle emissioni di vapori distillati per il calore dal solido in combustione che li contiene.

12 Tipologia dei fuochi Fuoco di Classe “B”
Il fuoco di Classe “B” si caratterizza dalla reazione di un combustibile liquido (ovvero dotato di volume proprio ma non di una forma propria). Un buon estinguente, per questo tipo di fuoco, deve pertanto esercitare sia un’azione di raffreddamento sia un’azione di soffocamento individuale nella separazione tra combustibile e comburente.

13 Tipologia dei fuochi Fuoco di Classe “C”
Il fuoco di Classe “C” si caratterizza dalla reazione di un combustibile gassoso (ovvero privo di forma e volume proprio). I gas combustibili sono molto pericolosi se miscelati in aria per la possibilità di generare esplosioni. L’azione estinguente si esercita mediante azione di raffreddamento, di separazione e di inertizzazione della miscela gas-aria.

14 Tipologia dei fuochi Fuoco di Classe “E”
Al fuoco di Classe “E” fanno riferimento tutte le apparecchiature elettriche, ed i loro sistemi di servizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione. Gli estintori riportante il cartello sopra rappresentato sono abilitati all’estinzione di apparecchiature elettriche in combustione.

15 Come spegnere un fuoco Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: Esaurimento del combustibile allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d'incendio; Soffocamento separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; Raffreddamento sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione. Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento e di raffreddamento.

16 PREVENZIONE INCENDI come Sistemi di Prevenzione Sistemi di Protezione
Passiva Protezione Attiva

17 Mezzi Estinguenti Le principali attrezzature per lo spegnimento degli incendi sono realizzate da tubazioni flessibili avvolte che collegano tubazioni con acqua in pressione ad erogatori capaci di lanciare l’acqua a distanza. I più comuni sono gli idranti a manichetta e i naspi (nell’immagine).

18 Mezzi Estinguenti Estintori a Polvere

19 Mezzi Estinguenti Estintori a CO2

20 rilevatori automatici d'incendio
Sistemi di Allarme Componenti dei sistemi automatici di rivelazione Un impianto rilevazione automatica d'incendio è generalmente costituito da: rilevatori automatici d'incendio centrale di controllo e segnalazione dispositivi d'allarme comandi d'attivazione elementi di connessione per il trasferimento di energia ed informazioni. La centrale di controllo e segnalazione garantisce l'alimentazione elettrica (continua e stabilizzata) di tutti gli elementi dell'impianto ed è di solito collegata anche ad una "sorgente di energia alternativa" (batterie, gruppo elettrogeno, gruppo statico ecc.) che garantisce il funzionamento anche in caso di mancanza di corrente elettrica.

21 Illuminazione di sicurezza
L'impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di mancata erogazione della fornitura principale della energia elettrica, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali. Dovranno pertanto essere illuminate: le indicazioni delle porte e delle uscite di sicurezza, i segnali indicanti le vie di esodo, i corridoi e tutte quelle parti che è necessario percorrere per raggiungere un'uscita verso un luogo sicuro. L'impianto deve essere alimentato da una adeguata fonte di energia quali batterie tampone con dispositivo per la ricarica automatica (con autonomia variabile da 30 minuti a 3 ore) oppure da apposito gruppo elettrogeno. L'intervento dovrà comunque avvenire in automatico, in caso di mancanza della fornitura principale dell'energia elettrica, al massimo entro 5 secondi.

22 Misure di Protezione Passiva
Resistenza al fuoco La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali nelle costruzioni degli edifici, siano esse funzioni portanti o funzioni separanti. Più specificatamente la resistenza al fuoco può definirsi come l'attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare: La Stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco. [R] La Tenuta: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare ne produrre, se sottoposto all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco. [E] L’isolamento termica: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore. [I]

23 Misure di Protezione Passiva
La reazione al fuoco dei materiali La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del medesimo materiale che per effetto della sua decomposizione alimenta un fuoco al quale è esposto, partecipando così all'incendio. La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di rifinitura e rivestimento, delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti in genere. La determinazione della reazione al fuoco di un materiale viene effettuata, in laboratorio, su basi sperimentali, mediante prove su campioni presso il centro studi ed esperienze del Comando Nazionale dei Vigili del Fuoco ed altri laboratori privati, legalmente riconosciuti dal Ministero dell'Interno. In relazione a tali prove i materiali sono assegnati alle classi: (con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire da quelli di classe 0 che risultano non combustibili).

24 Misure di Protezione Passiva
Sistemi di vie d'uscita commisurate al massimo affollamento Questo aspetto è particolarmente delicato nelle aree lavorative, dove può essere presente anche un gran numero di persone dall'età variabile, con presenza, talvolta, di portatori di handicap. Gli elementi fondamentali nella progettazione del sistema di vie d'uscita si possono fissare in:   dimensionamento e geometria delle vie d'uscita;   sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d'uscita;   sistemi di identificazione continua delle vie d'uscita (segnaletica, illuminazione ordinaria e di sicurezza) In particolare il dimensionamento delle vie d'uscita dovrà tenere conto:   del massimo affollamento ipotizzabile nell'edificio aziendale della capacità d'esodo dell'edificio (numero di uscite, larghezza delle uscite, livello delle uscite rispetto al piano di campagna)

25 Comportamenti di Prevenzione
L'obiettivo principale dell'adozione di misure precauzionali di comportamento è quello di permettere, attraverso una corretta gestione, di ridurre il livello di rischio. Molti incendi possono essere prevenuti richiamando l'attenzione del personale sulle cause e sui pericoli di incendio più comuni. I lavoratori, operai e impiegati, devono adeguare i propri comportamenti ponendo particolare attenzione ai punti sotto riportati: deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili utilizzo di fonti di calore impianti ed apparecchi elettrici fumo rifiuti e scarti combustibili aree non frequentate rischi legati a incendi dolosi

26 Deposito materiali combustibili e infiammabili
Dove è possibile occorre che il quantitativo di materiali infiammabili o facilmente combustibili esposti, depositati o utilizzati, sia limitato a quello strettamente necessario per la normale conduzione dell'attività e tenuto lontano dalle vie di esodo. I quantitativi in eccedenza devono essere depositati in appositi locali od aree destinate unicamente a tale scopo. Le sostanze infiammabili, quando possibile, dovrebbero essere sostituite con altre meno pericolose (per esempio vernici con solventi dovrebbero essere sostituite con altre a base acquosa). Il personale che manipola sostanze infiammabili o chimiche pericolose deve essere adeguatamente addestrato sulle circostanze che possono incrementare il rischio di incendio. E' il caso dei laboratori o di depositi di materiali infiammabili utilizzati nella produzione.

27 Utilizzo di fonti di calore
Le cause più comuni di incendio al riguardo includono: impiego e detenzione delle bombole di gas utilizzate negli apparecchi di riscaldamento (anche quelle vuote); deposito di materiali combustibili sopra o in vicinanza degli apparecchi di riscaldamento; utilizzo di apparecchi in ambienti non idonei (presenza di infiammabili, alto carico di incendio etc.); utilizzo di apparecchi in mancanza di adeguata ventilazione degli ambienti (norme UNI-CIG).

28 Impianti ed apparecchi elettrici
Il personale deve essere istruito sul corretto uso delle attrezzature e degli impianti elettrici e in modo da essere in grado di riconoscerne eventuali difetti. Le prese multiple non devono essere sovraccaricate per evitare surriscaldamenti degli impianti. Ciò vale a maggior ragione negli uffici o in aree dove sono contemporaneamente presenti molti cavi elettrici. Nel caso debba provvedersi ad una alimentazione provvisoria di una apparecchiatura elettrica. I cavi elettrici devono avere la lunghezza strettamente necessaria e vanno posizionati in modo da evitare possibili danneggiamenti. Le riparazioni elettriche devono essere effettuate da personale competente e qualificato. Tutti gli apparecchi di illuminazione producono calore e possono essere causa di incendio.

29 Il Fumo Il fumo e l'utilizzo di portacenere
Occorre identificare le aree dove il fumo delle sigarette può costituire pericolo di incendio e disporne il divieto, in quanto la mancanza di disposizioni a riguardo è una delle principali cause di incendi. Nelle aree ove sarà consentito fumare, occorre mettere a disposizione idonei portacenere che dovranno essere svuotati regolarmente. I portacenere non debbono essere svuotati in recipienti costituiti da materiali facilmente combustibili, né il loro contenuto deve essere accumulato con altri rifiuti. Non deve essere permesso di fumare nei depositi e nelle aree contenenti materiali facilmente combustibili od infiammabili, come per esempio archivi, depositi di materiali combustibili o infiammabili.

30 Rifiuti-scarti combustibili
Rifiuti e scarti di lavorazione combustibili I rifiuti non debbono essere depositati, neanche in via temporanea, lungo le vie di esodo (corridoi, scale, disimpegni) o dove possono entrare in contatto con sorgenti di ignizione. L'accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato ed ogni scarto o rifiuto deve essere rimosso giornalmente e depositato in un'area idonea fuori dai reparti o uffici.

31 Aree poco frequentate Aree non frequentate
Le aree del luogo di lavoro che normalmente non sono frequentate da personale (scantinati, locali deposito, archivi) ed ogni area dove un incendio potrebbe svilupparsi senza preavviso, devono essere tenute libere da materiali combustibili non essenziali. Precauzioni devono essere adottate per proteggere tali aree contro l'accesso di persone non autorizzate.

32 Incendi dolosi Misure contro gli incendi dolosi
Scarse misure di sicurezza e mancanza di controlli possono consentire accessi non autorizzati nel luogo di lavoro, comprese le aree esterne, e ciò può costituire causa di incendi dolosi. Occorre pertanto prevedere misure di controllo sugli accessi ed assicurarsi che i materiali combustibili depositati all'esterno non mettano a rischio il luogo di lavoro.

33 Spegnimento degli incendi
Spegnimento combustibili liquidi È necessario fare particolare attenzione alla possibilità di aumentare facilmente, grazie all’azione dinamica degli estintori in pressione, le parti di liquido già in combustione. L’angolo di impatto non risulta molto accentuato, ma tale da consentire la separazione di combustibile e comburente. Spegnimento combustibili solidi L’angolo di impatto deve essere accentuato per migliorare la penetrazione della polvere estinguente all’interno della zona di reazione. L’impatto dinamico degli estintori può causare la nascita di focolai esterni all’area già incendiata.

34 Spegnimento degli incendi
Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato se non dopo un periodo di tempo tale che il suo riaccendersi sia impossibile Va verificata sempre l’intera zona incendiata smassando le ceneri e tutte le parti parzialmente combuste per verificare con assoluta certezza che il fuoco sia spento È essenziale valutare l’evolversi di ogni situazione poiché la nostra sensibilità si esercita solo sulle apparenze, mentre il calore potrebbe rimanere conservato a lungo all’interno della massa apparentemente spenta Gli estintori lasciati a terra possono costituire un pericolo È opportuno avere la massima cura ed attenzione degli estintori mantenendoli sempre appesi nel loro apposito gancio e segnalati dai cartelli

35 Caratteristiche generali del Piano di Emergenza
Il Piano di Emergenza interno deve essere: Esaustivo: deve contemplare tutte le tipologie di eventi incidentali credibili. Essenziale: fornire troppi dati equivale a confondere le informazioni. Chiaro nei contenuti: per ciascuna funzione deve definire le responsabilità, i compiti e le modalità di intervento. Facilmente aggiornabile.

36 Finalità del Piano di emergenza
Il Piano di Emergenza ha lo scopo di: Affrontare l’emergenza sin dal primo insorgere per contenere gli effetti e riportare la situazione alle condizioni normali di operatività. Prevenire ulteriori incidenti che potrebbero derivare dall’emergenza di origine. Pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone all’interno ed all’esterno dell’edificio Soccorrere persone coinvolte nell’emergenza. Prevenire o limitare i danni all’ambiente ed alla proprietà. Attuare provvedimenti tecnici ed organizzativi per isolare e bonificare l’area interessata dall’incidente. Assicurare il coordinamento con i servizi di emergenza, con lo staff tecnico, con la direzione. Assicurare, nel più breve tempo possibile, la continuità delle attività.

37 Contenuti del Piano di Emergenza
Il Piano di Emergenza deve contenere: Il nome e le funzioni del Responsabile e degli addetti alla squadra di emergenza. La descrizione delle misure da adottare, compresi i sistemi per segnalare l’allarme e le norme di comportamento. Le modalità di cessazione delle attività. Le azioni che i lavoratori e le persone presenti devono mettere in atto in caso di emergenza. Le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e dei soccorsi sanitari e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo. Le specifiche misure per assistere le persone disabili. Le misure atte a limitare i pericoli per le persone presenti nel sito. I provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato sulle procedure da attuare.

38 Procedure Antincendio 1
I principali compiti assegnati in caso di incendio sono: Verificare l’esistenza dell’emergenza Valutare i rischi derivanti dall'emergenza (es. il verificarsi di un principio di incendio). Decidere le operazioni da compiere per fronteggiare l'emergenza, cercando di spegnere il principio di incendio con i presidi a disposizione. Mettere in sicurezza gli impianti disinserendo gli interruttori elettrici dai quadri generali di area ed interrompere la fornitura del combustibile chiudendo le apposite valvole SE IL FUOCO, NON E DOMATO IN 5 MINUTI avvertire telefonicamente i vigili del fuoco componendo il numero 115 (Seguendo l’apposita Procedura).

39 Procedure Antincendio 2
Guidare l'esodo di coloro che si trovano nell’edificio, verso l'uscita di sicurezza più vicina, e prodigarsi a portarli in un “luogo sicuro”. All’arrivo dei soccorritori indirizzarli verso la zona dell’incendio e garantire la disponibilità alle forze esterne intervenute, trasferendo loro le informazioni relative all'emergenza ed alle operazioni di contrasto effettuate Effettuare l'appello presenze nel Punto di Raccolta Verificare e decretare la cessazione dello stato di Emergenza ed il rientro del personale nell’edificio Terminata l'Emergenza verificare l'idoneità dei mezzi e dei dispositivi presenti e di quelli utilizzati provvedendo alla sostituzione di quanto inefficiente o mancante.

40 Incendio di Apparecchiature Elettriche
Occorre agire con massima cautela mantenendosi a distanza. In particolare occorre porre attenzione ai monitor dei videoterminali che, in casi particolari, possono esplodere. È sempre opportuno cercare di isolare tali incendi eliminando eventuali materiali combustibili vicini, attraverso i quali l’incendio potrebbe trovare propagazione ed assumere dimensioni molto più pericolose. Per evitare l’esplosione di monitor è opportuno agire con una coperta antifiamma o un indumento, in modo da evitare danni per proiezione di schegge.

41 Incendio nella Centrale Termica
L’incendio è caratterizzato da un abbondante sviluppo di calore Occorre prima di tutto agire sugli interruttori di emergenza sgancio energia elettrica Successivamente bisogna procedere all’intercettazione del flusso del combustibile attraverso la leva che comanda la valvola di intercettazione a chiusura rapida A questo punto occorre munirsi di estintori e procedere all’azione di spegnimento facendo molta attenzione ai densi fumi che potrebbero generare pericolo per le vie respiratorie a cause delle elevate temperature e della tossicità per effetto di incombusti

42 EMERGENZE ESTERNE: ALLUVIONE IMPROVVISA
Come intervenire Evitare di uscire all’esterno dei locali di lavoro Sospendere le attività lavorative ponendo in sicurezza le attrezzature Chiudere il rubinetto generale del gas Sganciare l’interruttore generale dell’energia elettrica Predisporre sacchetti di sabbia in corrispondenza delle porte Attuare l’evacuazione dei locali interrati e seminterrati Allontanare le persone presenti spostandole dai piani bassi ai piani superiori Verificare che all’interno dei locali non siano rimaste persone bloccate, in caso contrario avvisare immediatamente i VV.FF. Rimanere in attesa di istruzioni sintonizzando una radio a batterie su una rete pubblica nazionale Al termine dell’alluvione Ispezionare con cautela i locali Drenare l’acqua dal pavimento Assorbire l’acqua con segatura e stracci Verificare che il pavimento sia asciutto e non scivoloso Dichiarare la fine dell’emergenza

43 Procedura di chiamata soccorsi esterni
I Vigili del Fuoco vengono richiesti con il numero 115, unificato su tutto il territorio nazionale. L’intervento Sanitario di Emergenza viene richiesto con il numero 118, unificato su tutto il territorio nazionale A seguito di tale composizione effettuata dall’addetto al centralino risponderà la centrale operativa di zona. La richiesta dovrà essere iniziata dichiarando: “Qui è ________________ sita in __________ n.__, abbiamo necessità di un Vostro intervento a causa di __________________ verificatosi al piano ______________. Si teme per l’incolumità di n.____ persone. Vi aspetteremo di fronte all’ingresso dell’edificio in via _____

44 TRASPORTO IN PERCORSI STRETTI
Trasporto Disabili TECNICA DEL SEGGIOLINO Mettetevi ai lati del disabile Afferrate le braccia del disabile ed avvolgetele attorno alle spalle Afferrate l’avambraccio del partner Unite le braccia sotto le ginocchia del disabile ed afferrate il polso del partner Entrambe le persone devono piegarsi verso l’interno, vicino al disabile e sollevare La tecnica è utile per sollevare persone di peso anche superiore a quello del singolo trasportatore TRASPORTO IN PERCORSI STRETTI Se il passaggio è così stretto che due persone affiancate non possono passare, si raccomanda la tecnica illustrata in figura, ponendo attenzione alla posizione a capo reclino che può creare difficoltà respiratorie.

45 DISCESA DELLE SCALE CON CARROZZELLA
Trasporto Disabili TRASPORTO DA PARTE DI UNA PERSONA Il sollevamento è il metodo da utilizzare per trasportare una persona che non ha l’uso degli arti inferiori. Questo trasporto è più sicuro se la persona trasportata pesa meno di chi la trasporta. È buona norma far porre il braccio del trasportato attorno alle spalle del trasportatore. DISCESA DELLE SCALE CON CARROZZELLA Ponetevi dietro la carrozzella tenendola per le impugnature di spinta Piegate la carrozzella all’indietro fino a bilanciarla e scendente guardando in avanti.

46 Classi e simboli di Pericolosità
CORSO ANTINCENDIO Classi e simboli di Pericolosità E ESPLOSIVO Evitare calore, colpi, frizioni, fuoco, scintille, urti. Può esplodere per effetto della fiamma F+ F Altamente Infiammabile Facilmente Tenere lontano da fonti di calore, in particolare scintille e fiamme. Può infiammarsi a contatto con l’aria O COMBURENTE Evitare il contatto con sostanze infiammabili. Grave pericolo di combustione, possibili scoppi di incendi, per altro non estinguibili. INFIAMMABILE Tenere lontano da fonti di calore, in particolare scintille e fiamme. Moretta, Ottobre 2004

47 Cartellonistica di Sicurezza
CORSO ANTINCENDIO Cartellonistica di Sicurezza CARTELLI DI PRESCRIZIONE Obbligo dei guanti Proteggere gli occhi Proteggere l’udito Obbligo della mascherina CARTELLI DI AVVERTIMENTO Pericolo di folgorazione Materiale infiammabile Pericolo generico Materiale corrosivo Moretta, Ottobre 2004

48 Cartellonistica di Sicurezza
CORSO ANTINCENDIO Cartellonistica di Sicurezza CARTELLI DI DIVIETO Vietato fumare Vietato l’uso dell’ascensore Vietato l’ingresso ai non addetti Non toccare CARTELLI ANTINCENDIO Idrante a cassetta Estintore Uscita di Sicurezza Scala di emergenza Moretta, Ottobre 2004


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