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PubblicatoPerlita Di lorenzo Modificato 9 anni fa
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Testo: Marco 1, 14-20- Tempo Ordinario 3 –B- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez. Musica: Albinoni. Concerto nº 6. Musica: Albinoni. Concerto nº 6.. Larghetto. Gesù non insegna in Galilea una dottrina religiosa per farla apprendere bene da chi lo ascolta. Egli annuncia un evento, affinché quanti lo ascoltano con gioia e con fede non vedano in Lui un maestro impegnato a spiegare le tradizioni religiose di Israele. Essi si incontrano con un profeta innamorato di una vita più degna per tutti, che vuole con tutta la sua forza che Dio sia accolto e che il suo regno di giustizia e di misericordia vada estendendosi con letizia. Il suo obiettivo non è di portare un perfezionamento alla religione ebraica, ma seminare e portare a maturazione al più presto l’atteso regno di Dio e, con questo, la giustizia e la pace. José Antonio Pagola “Jesús, aproximación histórica”
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Galilea Marco 1, 14-20 Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio. Diceva: – Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo. Con Giovanni termina la preparazione, la legge antica. Con Gesú comincia il tempo totalmente nuovo e definitivo. La nostra liberazione e la nostra responsabilità. “Conversione" è cambiare mentalità. Cambiare la direzione della vita. Sempre è un buon momento per convertirsi, perché è sempre un buon momento per amare, per accogliere, per lasciarsi trasformare dall’accoglienza, dalla compagnia e dall’amore di Dio, che ci rende persone migliori, più umane, più gioiose. La conversione suppone pure “credere al Vangelo”. Credere nella Buona Notizia di Gesù. Fondamentale è che trasformiamo il presente in sintonia con il piano di Dio. Gesù si è dedicato a questo.
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Gesù precede, sempre prende l’iniziativa, ogni giorno chiama, nel solito ambiente, tra le attività quotidiane degli uomini. Si tratta di seguire il suo cammino, il suo progetto di vita. La risposta deve pure essere nuova e nuovamente rinnovata ogni giorno. Essere discepolo è seguire Gesù, stare con Lui, condividere il suo stile di vita. Quali “reti” devo abbandonare per poter camminare, discernere, per seguire Gesù? Lago Galilea Passando Gesú lungo il lago di Galilea, vide Simone e suo fratello Andrea che stavano lanciando le reti nel lago, poiché erano pescatori. Gesú disse loro: – Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini. Essi lasciarono inmediatamente le reti e lo seguirono.
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Un poco oltre vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e suo fratello Giovanni. Stavano sulla barca e riparavano le reti. Gesù chiamò anche loro; ed essi, lasciando il padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, andarono dietro a Lui. Gesú passa, guarda, vede, si accosta e chiama le persone. Il discepolo di Gesù non si distingue per aver lasciato qualcosa, ma per essersi lasciato incontrare da Qualcuno. La chiamata si rivolge a tutti senza distinzione, - il Vangelo è uno per tutti -, a ciascuno nella sua realtà solita e personale. Mi chiama – oggi, adesso – affinché lo segua, per farmi felice, per fare quello che Lui stesso fa: annunciare la Buona Notizia dell’amore incondizionato del Padre, per consolare, liberare, alleggerire, rallegrare, lanciare verso grandi mete... La risposta si dà guardando con amore, come Lui, gli altri. Il riassunto finale di tutto e per tutti è “avevo fame e mi deste da mangiare........” “Lo hai fatto a me!”.
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Con dolcezza ogni giorno che sorge. Sussurrando nel silenzio della notte. Con tenerezza quando l’angoscia ci vince. Con grida nel rumore del mondo. Con costanza quando sbagliamo la via: Sempre chiami. Sopra il dolore di quanti soffrono senza consolazione. Sull’allegria di quanti cantano alla vita. Nell’amore di quanti assistono il prossimo. Dentro la passione di coloro che si dimenticano di sé. Sempre chiami. Ulibarri Fl.
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